mercoledì 26 novembre 2014

Il computer che impara a fare il critico d'arte

Essere un genio è quasi sempre significato non essere capiti. Colui che osserva un'opera d'arte o che legge un libro di successo rimane basito per un tempo necessario a comprendere che sì, quest'artista è diverso, questo quadro o questo libro mi stanno dicendo cose interessanti. Magari stanno parlando di me.

E con tutta probabilità ci vorrà del tempo per assimilare il vero significato dell'opera, perché non si dispone ancora delle conoscenze e delle esperienze necessarie a riconoscere come vero quanto ci sta di fronte, sia questo un dipinto quanto piuttosto un libro. Ad un livello ancora superficiale, l'opera del genio giunge all'uomo e da una parte di questo è certamente riconosciuta, ma a livello più profondo mancano ancora quelle associazioni necessarie a comprendere ciò che il genio ha visto e che ci vuole raccontare. E ciò che manca all'uomo per riconoscere un autore o una corrente artistica, è oggi oggetto di studio da parte dei ricercatori.

"Così, mentre ero in questo museo, ho pensato che sarebbe stato bello poter istruire un computer a riconoscere il nome di un pittore soltanto da un suo quadro, ma non un quadro conosciuto, bensì un quadro inedito o comunque sconosciuto al computer."

A parlare è il Dr.Ahmed Elgammal, professore associato nel Dipartimento di Computer Science alla Rutgers University del New Jersey.

"Parliamo di vero e proprio apprendimento delle macchine, machine learning, il nostro algoritmo istruisce il computer a riconoscere le opere d'arte. Più esattamente, lo scopo della nostra ricerca è stato quello di istruire la macchina a capire le influenze artistiche tra un autore e l'altro nel campo della pittura."

a sinistra Frederic Bazille - Bazille's Studio, 1870
a destra Norman Rockwell - Shuffleton's Barber Shop, 1950

Il team del prof.Elgammal ha lavorato per tre anni a questo progetto. Siamo nel campo della Computer Vision, parliamo dunque di algoritmi in grado di riconoscere oggetti, volti e persone nelle immagini, esattamente come avviene per le macchine fotografiche di oggi o sui software di Google e Facebook nella fase di caricamento di una foto.

Dice il prof.Elgammal che un quadro può essere rappresentato in genere da sette elementi; spazio, forma, sagoma, colore, tonalità, linee e struttura. All'inizio della loro ricerca però si sono accorti che questi parametri non erano sufficienti, così hanno dovuto introdurne altri come il riconoscimento del movimento, dell'unità, del contrasto e della proporzione. In aggiunta hanno considerato anche l'argomento stesso del quadro, gli oggetti rappresentati, il tipo di pennellate e il materiale. Per finire, il contesto storico.

"Attualmente esistono alcuni database di quadri nel mondo, altri ancora sono invece dei progetti condivisi e in continua crescita. La catalogazione è possibile in questo senso, qualora ciascuno di noi contribuisca ad arricchire il database. Ma fare in modo che questo lavoro venga svolto da una macchina rende le cose più interessanti. E' interessante perché la macchina non solo può riconoscere lo stile di un pittore, ma può riconoscere anche i pittori passati che lo hanno influenzato, prerogativa esclusiva di un critico d'arte. Capisci però che i dettagli di un quadro possono essere davvero tanti e possono sfuggire persino a uno studioso di storia dell'arte."

Ho chiesto al professore di parlarci a grandi linee di come il suo team fosse arrivato all'algoritmo.

"All'inizio del nostro studio abbiamo dovuto capire quale fosse la migliore rappresentazione matematica di un quadro per stabilirne le influenze artistiche. Poi, abbiamo preso in considerazione sia la somiglianza tra i quadri che quella tra gli artisti. Questi tre elementi sono stati applicati al nostro personale dataset di 1710 dipinti ad alta risoluzione. Parliamo di opere che vanno dal 1412 al 1996 rappresentando 13 stili diversi di 66 artisti. Nel nostro dataset abbiamo una media di 132 quadri per stile e passiamo da un massimo di 140 opere di Paul Cézanne, fino ad autori con un'opera sola come Hans Hoffmann."







Gli stili che il team del professore ha preso in esame sono l'espressionismo, l'impressionismo, il rinascimento (336 quadri), il periodo del romanticismo, il cubismo, il barocco, il surrealismo, il post impressionismo, il modernismo americano (23 quadri), il simbolismo, la pop art, il neoclassicismo e l'arte astratta.



sopra Joan Mirò La fattoria, 1922

stessi scenari, stessi oggetti, ma stili diversi
Mirò risulta sia stato influenzato da Van Gogh


"Quello che abbiamo dovuto fare - continua il professore - è stato innanzitutto capire cosa altri scienziati avessero prodotto in merito a una simile questione. Ci siamo basati sulle ricerche di Thomas Lombardi per il riconoscimento di un pittore dai diversi tipi di pennellate. Abbiamo studiato il modello Bag of Words usato per esempio da Maria Khan per capire di chi fosse un quadro su una scelta possibile di otto pittori. Gli studi di Gustavo Carneiro poi ci sono stati d'aiuto per comprendere quale fosse il modo migliore per identificare le somiglianze tra due quadri. Insomma, la Computer Vision sta facendo tanto e da tanto tempo, ma quello a cui noi abbiamo puntato in questi tre anni non è stato affrontato da nessuno. Scoprire quale artista abbia influenzato un determinato pittore caricando l'immagine di un quadro nel computer, era ed è scienza di frontiera nel campo dell'Intelligenza Artificiale."

"E immagino che questo possa tramutarsi anche in un business."

"Sì, in effetti siamo stati già contattati da un paio di società, ma è stata più che altro una chiacchierata sul modello in sé. Non escludo però che in futuro possano uscire delle applicazioni in quest'ambito che usino il nostro algoritmo. Pensiamo già a quelle esistenti su smartphone per il riconoscimento di opere utilizzate all'interno dei musei o di oggetti, come fa ad esempio l'applicazione Google Goggles. Forse le nostre applicazioni saranno in grado di raccontare chi siano i maggiori contributori del pittore che si ha davanti."

"E che risultati avete ottenuto?"

"Che Donatello ad esempio, è stato influenzato da Mantegna e dal fiammingo Van Eyck. Ma è vero pure che Mantegna sia stato a sua volta influenzato da Donatello. Caravaggio invece da Rubens, da Raffaello e da Leonardo. Poi è uscito che Warhol avesse alcune influenze di Degas Rubens di Velasquez. Sempre il vostro Mantegna sembra aver influenzato anche Munch e Klimt. Tutti questi risultati sono venuti fuori grazie al livello di astrazione semantica del nostro modello. Il metodo infatti che ci dava i risultati più affidabili è chiamato "classeme". E' un modello che codifica i quadri prendendo in considerazione campi semantici imparati dalle immagini su internet.

Bag of Words model in computer vision


"Una volta prodotto il nostro personale e unico vettore che rappresentasse ogni singolo quadro, abbiamo applicato Euclide per trovare le somiglianze tra un dipinto e l'altro.  A questo punto l'accuratezza dei risultati è stata soddisfacente. Abbiamo prodotto una serie di grafici raggruppando gli artisti che più si sono influenzati tra loro. La concentrazione di più pittori in un'area rappresenta un movimento, una corrente, con dei maestri a guida di altri artisti."

mappa degli artisti


"Prof.Elgammal, considerando lo stato attuale della ricerca, lei crede sia possibile che questi algoritmi arrivino a dirci se in una persona ci sia del genio o se un bambino sarà un genio in un determinato campo che magari non conosce ancora?"

"Questa è un'ottima domanda." Il professore ci pensa un pò su. "Devo dire che sarebbe un campo di ricerca molto interessante, ma non è così facile dare una risposta. Certamente se parliamo della genialità in un campo specifico le possibilità aumentano. Ad un livello più generico forse proverei a lavorare sull'immagine stessa del cervello."

Concludo la mia intervista con il Dr.Elgammal chiedendogli se dipinga o se abbia una qualche passione in campo artistico.

"Beh, se avessi del tempo per farlo, mi piacerebbe disegnare sì. Ma mi consolo del fatto che questi studi vanno a incontrare quella cultura umanistica che negli anni '80 volevo approfondire. Sono nato ad Alessandria d'Egitto e da giovane volevo fare l'archeologo. Poi, poco prima di iscrivermi all'Università, ho scoperto i calcolatori e ho cominciato a programmare. E' nata così una passione e quella passione sta trovando adesso ampio spazio in un settore decisamente umanistico come la pittura. Come vede, la distanza che separa due campi quali arte e computer è in fondo inversamente proporzionale alla nostra stessa curiosità. Io sono uno dei tanti esempi che quest'unione sia veramente possibile."



(FINE PRIMA PARTE)
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domenica 23 novembre 2014

Il Pret a Manger di Roma

Se siete stati a Londra di recente, avrete certamente conosciuto Pret a Manger, il fast food di successo inglese che vanta ormai 155 punti vendita nel Regno Unito, di cui 118 solo a Londra e 19 a New York. La buona riuscita del marchio sta nel presentare un prodotto fast food di qualità e con ingredienti naturali, tanto che i tramezzini sono conservati nel cartone invece che nella plastica per sottolineare quanto gli alimenti siano freschi e i panini preparati giornalmente. L'invenduto giornaliero viene poi dato in benificienza ai senza tetto.

Nonostante Pret a Manger non preveda di aprire per il momento in Italia, esiste un locale che non vi farà rimpiangere la famosa catena inglese. Siamo a Piazza di Pietra 62, nel cuore di Roma.


photo via aT Restaurant

photo via The Telegraph
Esternamente non ha un brand visibile come quello di Pret a Manger, ma guardando meglio abbiamo capito subito che fosse qualcosa di interessante.

L'ambiente è rilassante, con un bancone centrale spazioso e altri due negli angoli opposti.

A differenza dei normali fast food, potete pagare tranquillamente dopo aver mangiato, il che vi fa subito capire quanto l'aggettivo fast dipenda soltanto da voi.

photo via aT Restaurant
photo via aT Restaurant





centrifuga a base di carote e finocchio

C'è davvero quell'attenzione al cliente, oltre che al cibo, che troppo spesso manca. Il servizio al tavolo, se necessario, non dovrete di certo pagarlo e in aggiunta, su ciascun bancone troverete un flacone di Amuchina che non abbiamo ancora visto altrove.



Il menu si trova sulla destra, subito dopo la macchina per il caffé, rigorosamente scritto su lavagna.
Il ristorante offre una buona varietà di centrifughe. Sono sei e si va dalla centrifuga di ananas, arancia, carota e zenzero, fino a quella di spinaci, cetriolo, citronella, limone e mela.

Noi abbiamo provato una via di mezzo con mela, carote, finocchio e sedano. Davvero ottima.


Non potevamo peraltro non assaggiare i famosi tramezzini in stile inglese e così, per rimanere in tema abbiamo optato per un cartone di tramezzini al roast beef.

Ingredienti sani, nessuna salsa e pane leggerissimo.

All'aT Restaurant oltre ai panini, troverete pizza, quiche lorraine, torte salate ripiene e crema di carote, di lenticchie, di funghi o di broccoli e zibibbo.

Non mancano frutta, yogurt e milkshake.

Noi abbiamo assaggiato una fetta di torta con scarola e olive, buona e leggera anche questa.





Molto carino l'angolo dei dolci per una merenda o una colazione e nonostante fosse quasi sera, abbiamo potuto provare un croissant ai semi di lino buonissimo. Il caffé a questo punto era d'obbligo.





Insomma, se volete mangiar bene e vi trovate a Via del Corso o nei pressi del Pantheon, l'aT Restaurant è da provare almeno una volta, soprattutto se passate per Piazza di Pietra.

Ma la nota più sorprendente del locale è la gestione, moderna, newyorchese, rispettosa del cliente. Quando abbiamo sentito il gestore confermare le nostre impressioni di un piccolo Pret a Manger nel cuore di Roma, ci è parso un manager di lunghe vedute in un mercato non certo facile per il cibo, come quello italiano. La ricerca del buono, in tutti i sensi, non può che essere premiata giudicando di persona una delle migliori novità nel campo della ristorazione romana.

photo via aT Restaurant
photo via aT Restaurant
photo via aT Restaurant

photo via aT Restaurant

photo via aT Restaurant

photo via aT Restaurant

photo via aT Restaurant

photo via aT Restaurant

photo via aT Restaurant

Da Le Sorelle, qualità e accoglienza

A due passi da Piazza di Spagna, in un vicoletto che porta il nome di Via Belsiana, potrete assaggiare i buonissimi piatti di mamma Luciana e de Le Sorelle, ristorante incantevole e gestito con passione.



L'ambiente è raccolto, caldo, grazie anche all'illuminazione che da su tutte le pareti. L'atmosfera risulta decisamente confortevole con della musica di sottofondo e un design del locale accogliente. Le sorelle Talacci sono discrete se serve, ma di compagnia diversamente.

Il menu cambia ogni sei mesi. Quello di Novembre presenta zuppe, hamburger, funghi porcini, uova al tartufo, antipasti, primi, pesce e insalate di pollo. Noi abbiamo provato i ravioli ripieni di coniglio e tacchino con burro alle erbe e mandorle.



Per secondo degli involtini di pesce spatola con lardo di colonnata e zucchine con insalatina di noci e uvetta accompagnati con delle patate saltate.




Il pane è alle olive e viene servito insieme a della pizza bianca. Non mancano gli ottimi vini di una cantina decisamente vasta e una buona selezione di dolci. Insomma, qualità e cura dei particolari, dalla presentazione dei piatti fino alle decorazioni sui tavoli.

Consigliato per una cena romantica.


martedì 18 novembre 2014

Tor Sapienza, Borghezio batte i Cinque Stelle

Da Mario Borghezio a Paola Taverna, passando per la Meloni fino a Pietrangelo Buttafuoco che timidamente confessa alla trasmissione di Corrado Formigli, di essere stato anche lui a Tor Sapienza "a vedere". Un pò come i tre anni di militare a Cuneo menzionati da Totò, o la ben più ardua impresa di Orfeo nella sua discesa agli Inferi per far tornare in vita l'amata Euridice. Ciascuno infila come può sul proprio curriculum quest'impresa di strategia bellica; "sono stato in Iraq, in Afghanistan e a Tor Sapienza", foss'anche quest'ultimo il semplice passaggio in un auto nel deturpato quartiere romano. Alcuni di loro avranno anche saggiato il terreno, si saranno mescolati tra la gente ed avranno persino parlato al nemico, diventato improvvisamente amico e alleato per le prossime elezioni.
Borghezio cavalca benissimo la situazione di degrado che tutta la città di Roma sta vivendo da anni e col suo partito fa abilmente leva sul dissenso che i cittadini delle periferie romane nutrono nei confronti del sindaco. Sia questo Alemanno per la precedente amministrazione, sia Marino per quella attuale.

Forse gli è stato detto che il romano ha un tono di voce piuttosto alto, ma l'europarlamentare della Lega ha preso così sul serio la questione da girare ormai sempre per Roma col suo inseparabile megafono, ergendolo definitivamente a simbolo della sua campagna elettorale. Proprio come fece quest'estate davanti alla scuola multi etnica Carlo Pisacane. In quell'occasione gli diedero anche del fascista.

Ma lo stesso Segretario Salvini ha fatto molto più di una semplice propaganda "assumendo" degli inconsapevoli attivisti nelle strategie di marketing della Lega. I ragazzi che lo contestarono per la sua visita a un campo nomadi di Bologna gli fecero più pubblicità di quanto la Lega ne avesse bisogno.

Insomma, sul marketing ci sa fare più Borghezio da solo che tutta la Casaleggio Associati. E infatti le iniziative del Movimento 5 Stelle non sono piaciute alla gente, che prima contesta Grillo a Genova dopo la prima ondata di maltempo ad Ottobre e poi se la prende con la senatrice Paola Taverna in visita a Tor Sapienza; "stai qua perché t'hanno dato cinque giorni de sospensione", quasi Tor Sapienza fosse un area cantieri pubblica e la Taverna il pensionato di turno che passa il suo tempo libero a controllare che tutto nel cantiere fili liscio.

"io nun sò politico" - Paola Taverna, senatrice M5S

Entrambi, ingenuamente, avranno pensato che fosse utile presentarsi alla gente nei luoghi del disastro, ignorando forse di rappresentare chi di quel disastro fosse l'imputato. Probabilmente diranno, perché loro ascoltano o credono di ascoltare, perché loro aiutano, mentre gli altri no. E forse è pure vero, ma non è certo il modo giusto per dimostrarlo.

Grillo disse di essere nato proprio lì, in una delle strade di Genova dove si spalava il fango da giorni e la Taverna si è difesa dalle accuse di 'passerella mediatica' dicendo che la sua presenza fosse genuina perché veniva dal vicino quartiere di Quarticciolo non per fare i propri interessi, ma per risolvere i problemi.

Ma perché Borghezio ha avuto più successo della visita di Marino o delle passerelle dei Cinque Stelle? In fondo è un politico anche lui e se guardiamo al messaggio della Lega, non è poi così distante da quello del Movimento. Eppure il ricordo atavico che la Lega rappresenti il pugno duro della politica è rimasto, ed è passato indenne attraverso gli infiniti accordi tra Bossi e Berlusconi fino agli ultimi scandali del suo stesso ideatore.

Il Movimento 5 Stelle dal canto suo, nonostante abbia fatto cose buone come il Fondo di Garanzia per il Microcredito Siciliano, non ha giocato le carte giuste nell'esposizione mediatica. E allora, la giovane Taverna che visita Tor Sapienza senza farsi annunciare da nessun organo di stampa, senza farsi sfasciare la macchina da un qualche attivista, senza instaurare un vero dialogo con i cittadini e anzi rivolgendosi a loro con un intercalare che nemmeno loro immaginavano esistere, non avrà mai alcuna possibilità di vittoria contro un Borghezio che con compostezza si fa offrire un cappuccino nello stesso bar dove Marino si rifugiò per fuggire alle ire dei cittadini.


lunedì 17 novembre 2014

Computer learns on how to become an art critic

Being a genius has almost meant to be misunderstood. Who observes a genius work or reads a successful book is thrilled for the necessary time to understand that yes, this artist is different, this picture or this book are telling me very interesting things. Maybe they're talking about me.

And it will take time to assimilate the true meaning of that work, because you don't yet have the knowledge and necessary experience to recognize as true what lies ahead, be this one a painting, or rather a book. At a shallow surface, the work of genius comes at human being and part of that is certainly recognized, but at a deeper level are miss those required associations to understand what the genius has seen and he wants us to tell. What is missing in people to recognize an author or an artistic movement, is currently being studied by researchers.

"So I was in this museum and I thought, it would be nice to instruct a computer to recognize the name of an artist only by one of his paintings, but not a known painting, but a new one at least unknown to the computer."

So says the Dr.Ahmed Elgammal, associate professor in the Department of Computer Science at Rutgers University in New Jersey.

"We're talking about machine learning. Our algorithm instructs computers to recognize art works. More precisely, our research's purpose was to instruct a machine to understand the artistic influences between an author and another in painting matter. "

on left Frederic Bazille - Bazille's Studio, 1870
on right Norman Rockwell - Shuffleton's Barber Shop, 1950

Prof.Elgammal's team worked on this project for three years . We are in Computer Vision, so we talk about recognizing objects algorithms, able to distinguish faces and people inside pictures, just like already do some photograph machines today or the Google and Facebook software during the uploading process of a photo.

Prof.Elgammal says that a picture can be represented generally by seven elements; space, form, shape, color, tone, line and texture. At the beginning of their research, however, they found that these parameters were not enough, so they had to introduce newer ones such as movement's recognition, unity representation, contrast and proportion. In addition they have also considered the subject of paintings, the represented objects, the type of strokes and the material. Finally, the historical context.

"Currently, there are some paintings databases all around the world, some others are shared projects and continue to grow. The classification is possible in this way, if each of us contributes to enrich the database itself. But make this work carried out by a machine makes things more interesting. It 's interesting because the machine can not only recognize the painter's style, but it can also recognize past painters who influenced him, that is an exclusive prerogative of an art critic. You see then, that the details of a picture can be so many that could also be lost by a very good critic of art history. "

I asked the professor to explain in general something about how his team has come to the algorithm.

"At the beginning of our study, we had to figure out which was the best mathematical representation of a painting in order to determine the artistic influences of the painter. Then, we keep notes of both similarities, between paintings and between artists. These three elements have been applied to our dataset of 1710 high resolution pictures. We are talking about works dating from 1412 to 1996, representing 13 different styles of 66 artists. In our dataset we have an average of 132 paintings for style and we can go from a maximum of 140 works by Paul Cézanne, up to only one work from Hans Hoffmann."







The styles examined by the team of professor Elgammal are expressionism, impressionism, renaissance (336 paintings), the period of romanticism, cubism, baroque, surrealism, post impressionism, american modernism (23 paintings), symbolism, pop art, neo-classicism and abstract art.



above Joan Miro The Farm, 1922

same scenarios, same objects, but different styles
Mirò was influenced by Van Gogh




"What we had to do - continues the professor - was first of all figure out what other scientists have produced about a similar problem. We looked at Thomas Lombardi studies for the recognition of a painter by different types of strokes. We studied the Bag of Words model used for example by Maria Khan to figure out who have made a painting looking at a possible choice of eight painters. Gustavo Carneiro studies instead, have been helpful to understand which was the best way to identify similarities between two paintings. So in short, Computer Vision have done so much in the past and is doing a lot now, but the study we have focused on in these three years has not been addressed by anyone. Finding out which artist has influenced a particular painter uploading a painting picture on a computer it was, and it is, frontier science in Artificial Intelligence field."

"And I imagine that this could become also a business."

"Yes, I've been already contacted by a couple of companies, but it was like more as a short talk on the model itself. I do not exclude however, that in the future they can get out applications using our algorithm. Let's think for example to those existing apps for smartphones able to recognize works at a museum or objects, as does, for example, the Google Goggles app. Perhaps our applications will be able to tell who were main contributors of the painter we are looking at. "

"And which results did you get since now?"

"For example Donatello was influenced by Mantegna and the flemish Van Eyck. But it is also true that Mantegna was in turn influenced by Donatello too. Caravaggio instead by RubensRaphael and Leonardo. Then it came out that Warhol had some influences of Degas and Rubens to Velazquez. Always Mantegna seems to have influenced Munch and Klimt. All these results have come out with a semantic abstraction level of our model. The method in fact which gave us the most reliable results was the so called "classeme". It's a model which encode the painting in a semantic space learned from today's everyday images found on the Internet.

Bag of Words model in computer vision


"Once we produced our own unique vector representing each painting, we applied Euclid to find out similarities between a painting and another. At this point, the accuracy of the results was satisfactory. We produced a series of graphs by grouping artists who most influenced each other. The concentration of painters in an area is a movement, an artistic current, where teachers guided other artists."

artists map


"Prof.Elgammal, considering the current state of research, do you believe is possible that these algorithms come to tell us if a person is a genius or if a child will be a genius in a particular field who may not yet know?"

"This is a good question." Professor Elgammal thinks about it for a while. "I must say that it would be a very interesting field of research, but it is not so easy to answer. Of course, if we talk about the genius in a particular field the chances increase. At a more general level maybe, I would try to work on brain's image. "

I conclude my interview with Dr.Elgammal asking him if he paints or has any passion in arts.

"Well, if I had time to do it, I'd love painting, yes. But I comfort myself with the fact that these studies are meeting the humanities field I wanted to learn in 80's. I was born in AlexandriaEgypt, and when I was young I wanted to be an archaeologist. Then, just before beginning university, I discovered computers and I started programming. So it was born a passion and that passion is now meeting the humanistic one through painting. As you can see, the distance between two such fields as art and computer is basically inversely proportional to our own curiosity. I am one of the many examples that this union is truly possible."


(END OF FIRST PART)
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giovedì 13 novembre 2014

Beppe Grillo è in grado di fare comunicazione?

La strategia di Grillo non è mai cambiata, vuoi per mera coerenza intellettuale, vuoi per incapacità di raccogliere il consenso dell'elettorato degli indecisi, elettorato che di fatto ha consegnato a Renzi il record del 41%

Ma cosa c'è che non va nella strategia grillina? Probabilmente nulla fuorché la comunicazione.
Siamo di fronte a un esperto della parola che deve gridare a destra e a manca cosa c'è che non va negli altri o peggio, cosa va bene invece nel Movimento. L'elettorato non è sordo, forse basterebbe abbassare un poco il volume cercando di puntare più sulla sostanza che sul megafono.

E mediaticamente non aiutano nemmeno siti internet come tzetze.it che si definisce "un palinsesto dinamico originato dagli utenti, che seleziona da siti rigorosamente solo on line, le informazioni in base alla loro popolarità e attualità."

Un esempio su tutti, il 9 Novembre 2014 viene pubblicato un articolo sul Financial Times dal quale emerge un commento positivo sul leader del Movimento 5 Stelle.

FT.com - "The euro is in greater peril today than at the height of the crisis"


L'articolo è dell'editorialista Wolfgang Münchau, un giornalista tedesco che si è fatto la nomea di non essere poi così imparziale come Andrea Mollica ci racconta in questa sintesi su Giornalettismo.

Ha scritto articoli contro Monti, è contro l'austerity e dunque fondamentalmente contro la Merkel. Ma la cosa più interessante, sembra essere il sito a pagamento da lui curato di notizie e analisi di specialisti sull'eurozona. Servizio di cui possiamo intuire quantomeno l'impronta euroscettica.

Ed è proprio di euroscetticismo che parliamo se guardiamo alla politica grillina. Sul sito di Grillo è riportato infatti proprio l'articolo del FT, prontamente re-bounced dal sito tzetze e incorporato poi lateralmente sul sito del leader genovese.

da beppegrillo.it
"La stampa estera incorona Grillo"

A questo punto sarebbe interessante capire l'interpretazione grillina dell'articolo di James Politi, pubblicato sul Financial Times il 12 Novembre , tre giorni dopo.

FT.com - "Italy’s Post-it premier hopes reforms stick"


martedì 11 novembre 2014

Il Partito delle Domenica

Il Movimento 5 Stelle propose Milena Gabanelli come Presidente della Repubblica. Era l'Aprile 2013 e le votazioni interne al Movimento decretarono all'unisono la candidatura della giornalista Rai. Ad oggi, dopo quelle votazioni, il toto quirinale sembra aver perso del tutto in dignità. Già quando si vociferava la Gabanelli come possibile candidata più di qualcuno rimase perplesso. Poi quando la stessa rifiutò quasi divertita la proposta del Movimento di candidarla a futuro inquilino del Colle, si rasentò il melodramma. Melodramma che capitolò del tutto in tragedia quando la Gabanelli, un mese dopo le 'quirinarie', fece un'inchiesta sul Movimento per chiarire dove andassero a finire i soldi del blog o quanto prendesse la Casaleggio Associati dalla pubblicità del sito.

Insomma gli unici vincitori furono tutti gli altri rimasti a guardare, perché dal programma della Gabanelli ne uscì un servizio fazioso, quasi stucchevole, dal quale trapelavano soltanto due cose; che la giornalista aveva capito poco e niente di internet e grillinie che il Movimento doveva assolutamente riguardare le proprie strategie se non voleva fare nuovamente la figura del Partito della Domenica.



lunedì 10 novembre 2014

A falafel Sunday




L'attesa è valsa le pena. Cinque ottimi falafel a portar via per 4,5 euro.
E non si può prescindere dalla salsa che li accompagna. Certo se il Ghetto fosse anche libero dalle auto non potrebbe che essere un valore aggiunto. E invece i tavolini dei ristoranti sono a ridosso delle auto parcheggiate che non fanno certo atmosfera. Il passaggio poi abbastanza frequente delle macchine non aiuta e su Via del Portico d'Ottavia non sono poche quelle che cercano un posto.

Questa sarebbe la via senz'auto.



Uno spettacolo che nulla avrebbe a che invidiare ad altre città d'Europa.

Nell'attesa, godiamoci il panorama.

Ponte Palatino 

  Via Arenula

Piazza Colonna

Piazza Colonna