sabato 31 ottobre 2015

Margin Call - Una cagata pazzesca

Margin Call, 2011 - photo via Imdb.com


Se volete farvi un regalo optate per la corazzata Potëmkin e la serata vi andrà meglio. Altrimenti dovrete confrontarvi con la più banale opera cinematografica che Manhatthan abbia mai conosciuto.
Dalle commedie, ai legal drama, agli action movies. Nessuno è mai riuscito in questa missione. Questo è un film che dovrebbero farlo vedere prima de La Storia Infinita perché qui ci troviamo veramente di fronte al NULLA di Michael Ende.

E per mettere insieme una storia così banale hanno chiamato niente meno che Jeremy Irons, Demi Moore e Kevin Spacey dicendogli qualcosa del tipo: "Ok, sapete recitare. Ma sapete farlo senza sceneggiatura?" Sarà stato un esperimento didattico, chi può dirlo. Ma la risposta è tutta in questo film. Difficilmente si sarebbe potuto fare di peggio, perché difficilmente quello che vediamo all'inizio è la stessa cosa che il regista ripropone per tutto il film. Eppure qui succede, col risultato che diventa peggio di un film senza senso. Sceneggiature lasciate a metà (tra cui ovviamente anche la fine) e trama che quando potrebbe cominciare a svilupparsi viene invece inspiegabilmente interrotta. Vogliamo credere che il leit motif sia sempre quello; "dall'inizio alla fine la stessa solfa". Personaggi il cui carattere non viene gestito, le cui battute sembrano scritte ma non dette, un Kevin Spacey che fa di tutto per non pensare "oddio, ma questi mi pagano pure?" e una Demi Moore che sembra chiedergli "ma veramente devo dire soltanto questo?"


LA TRAMA
La storia parla di una società di trading in cui improvvisamente uno dei broker scopre una falla nell'algoritmo; vale a dire l'impossibilità di vendere a un valore superiore quanto acquistato in precedenza dalla sua stessa società (e chiaramente anche da lui). Insomma il mestiere del trader con un "problemuccio" da risolvere. 

Purtroppo per voi però, è finita qua.

Per tutto il film non si assisterà ad altro che al cazziatone di Jeremy Irons, il boss dei boss e alla svendita delle azioni/mutui incriminati:

"Spiegamelo come se lo dovessi spiegare a un golden retriever" Praticamente si è dato del cane da solo e continua nella sua esaltazione di homo sapiens: 

"Se sono qua (n.d.r. se sono il capo dei capi dei capi) non è grazie al mio cervello." ...e così via


Perciò, dopo la riunione di emergenza fatta a seguito di questa scoperta, tutto verrà liquidato il più in fretta possibile. E fine della storia. Nessun inghippo, nessun doppio gioco, nessun omicidio, suicidio, tentativo di furto, nessuna azione legale, nessuna scalata, nessun colpo di scena. Si obietterà, ma è così che è andata nel 2008! 

No, credere che sia andata così è un insulto all'intelligenza.

E non posso concludere senza menzionare l'unico barlume di regia degno di nota (forse qualcuno ha approfittato dell'assenza del regista) quale il dolore di Kevin Spacey di fronte alla morte del suo cane piuttosto che di fronte all'immenso crack finanziario che il film ha la pretesa di raccontarci. 



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