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giovedì 4 gennaio 2018

Sacchetti della frutta a pagamento, una storia semiseria



Non stavo più nella pelle e così oggi sono entrato in un supermercato vero per toccare con mano quello di cui tutti parlano: il SACCHETTO BIODEGRADABILE a pagamento.

Di solito nei supermercati più raffinati si trovano due tipologie di sacchetti, il sacchetto tosto e resistente e quello fino che c'impieghi un minuto soltanto a separare i lembi. Ecco, io scelgo sempre quello tosto, mi auto-suggestiono per far sudare la mano e con un colpo secco lo estraggo dal mazzo a mò di ventosa.

Insomma, arrivo subito nella zona sacchetti che c'era un gran fermento e mi ritrovo diversi pensionati di ritorno da un cantiere edile che fanno capannello attorno a un cartello fresco di stampa, tanto che questo pareva l'ultimo spaccio di notizie dal fronte: "Ieri abbiamo perso 4 carote e 2 melanzane - sembrava dire - ma confidiamo nei carciofi di Ladispoli. Passo."

In realtà sento le parole "scandalo", "pensione" e "Non mi avranno mai".
Anzi, "Non mi avranno mai quei bastardi." ad essere precisi.

Allora chiedo a uno di loro cosa stesse succedendo e se fosse il caso di non prenderla per oggi la frutta. 

"Figliolo, senti a me lascia stare, passa avanti."

"Sì !" Ha aggiunto un compagno del fronte di liberazione della frutta dai sacchetti. "Sei ancora giovane, non farti abbindolare da queste cose, hai tutta la vita davanti."

"Io votavo per loro, ma dopo questo...."

"Ora sono i sacchetti della frutta. Domani sarà la carta del prosciutto (sospiro e scuotimento rassegnato del capo) "

"Ci faranno pagare anche l'aria di questo passo."



E insomma, mi hanno convinto.