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sabato 12 settembre 2015

Diario di Bordo di un pioniere dell'Informatica




Questo è quanto ho trovato oggi su una macchina virtuale passata di mano in mano.
E' una buona installazione di Windows, priva al più di qualche codec e del pacchetto Office.
Insomma, stavo ripulendo il desktop di questa macchina da icone inutili, quando mi accorgo di un file denominato "Hst.txt"

Non avevo capito bene per cosa stesse quest'acronimo. Così ho cercato in rete e ho trovato soltanto un riferimento al telescopio spaziale Hubble, qualche codice aereoportuale e il nome di una tassa canadese. Poi ho scoperto l'arcano: history. Ma tutto ciò ha davvero poca importanza se paragonato al suo contenuto.

Sembra di leggere il diario di bordo dell'astronave Nostromo nel film Alien, o le note del dott.Parker durante i suoi esperimenti, o la creazione della creatura di Frankenstein.

Ecco a voi in anteprima, le ricerche scientifiche di un pioniere dell'informatica.



TRASCRIZIONE del CONTENUTO del file Hst.txt

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"Si tratta di un Windows7 virtuale 32 bit"

Sto installando bla bla bla....
tutto procede come previsto.
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10/09/2014 mercoledì 17:33
Sono finalmente entrato in U/P FI20 e ora sto lavorando da casa
gli ho assegnato 4 Gb (lo chiamerò Virtub)
sembra andare abbastanza bene, risponde ai comandi
è stato creato sotto SSD di ultima generazione
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Gli sto installando man mano quello che gli serve, ora questo, ora quello.
L'idea è di usarlo come assistente alla postazione di lavoro.
Potrei anche prestarlo ad eventuali colleghi che arriveranno sul progetto FI20
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10/09/2014 mercoledì 18:12
Veramente forte: riesce ad avviare il server da solo
e non va molto peggio di come giri in laboratorio!
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10/09/2014 mercoledì 18:32
Come non detto: il server da console è partito, ma l'IDE dell'AI niente
andrà certamente in timeout

Resetto.
Progetto FI20 completato senza successo.
L'informatica manca di qualche cosa che non riesco ancora a definire.
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venerdì 11 settembre 2015

Il fattore sedere

Non esiste ufficio che si rispetti che non abbia una o più sedie fuori uso.
"Le usiamo per i clienti, quelli più stronzi." Mi dissero una volta.
"Le usiamo per i fornitori, quelli che vogliamo se ne vadano presto."
"E' lì da due anni, aspettiamo che ce la cambino. Prima o poi se ne accorgeranno."
"Non vogliamo si sieda nessuno, altrimenti potrebbe non andarsene più."

Insomma, un pò come una volta da Mac Donald's, dove gli scomodi sgabelli erano studiati appositamente per non lasciare in stallo i clienti. E con un cheeseburger e un Big Mac, hai voglia a stallare.

Nel tempo mi sono capitate diverse sedie, quella con i cassetti incorporati, quella con le ante incorporate o quella che di solito chiamano tavolino.

"Prenditi una sedia Alberto!" Questa è la frase più comune dal cliente, altro che costi, tempi e function point.

Ti guardi attorno e cominci a volare di fantasia. "Intenderà l'armadio? O quella in portineria? Forse intende quelle della mia cucina..."

In genere quando ti dice bene e devi lavorare per più di due settimane sotto lo stesso tetto, ti danno una sedia con le rotelle, modello classico.
E in genere sono molto basse.
O molto alte.
O senza rotelle.
Così provi a tirare la leva e o ti rimane in mano o non succede nulla.
Allora provi a tirarla dando delle pesanti culate sul cuscino, se è alta.
Oppure la osservi da sotto sperando che la molla a gas faccia il suo dovere.
In entrambi i casi sai bene non accadrà NULLA. A confronto il marmo di Carrara si sarebbe inclinato un poco.

Allora cominci a pensare di mettere il portatile sulle gambe, di metterlo sull'armadio.
Insomma di tornartene a casa.

Ma il problema dell'altezza è niente in confronto a quello dello schienale. Pochi millimetri possono la differenza tra una coccigodinia con febbre emorroidea e una lussazione alla spalla.
Così ti guardi attorno, guardi le sedie dei colleghi, cerchi di capire chi è il più lento di riflessi o chi prenderà mezza giornata di permesso.

Quando capisci che questa strada è stata già percorsa dal consulente accanto a te, viene il momento della passeggiata per l'ufficio. Ne ho trovate di ottime in stanze abbandonate, magari non avevano la molla a posto, il cuscino pulito o tutte le rotelle  a posto, ma santo cielo che schienali !!

E quando ne trovi una così alla fine lo saprà tutto l'ufficio, per via del cigolìo nel corridoio.

"Ma quello della posta passa a quest'ora?"
"E' l'allarme antincendio quello che sento?"
"Chi è entrato con la macchina in ufficio?"

E felice, finalmente, ti siedi.

E come direbbe Moretti.... le sedie sono importanti !




mercoledì 9 settembre 2015

Un caffè per Sempronio

Esco da un colloquio presso un cliente.
Ero con Sempronio (il commerciale) dunque riverenza che nemmeno dal Papa...

"Certo! Se lor signori vogliono, portiamo anche la cena."
"Ma certo! Se lo ritenete opportuno ho altri consulenti che possono fare da chauffeur. Il primo è gratis, gli altri ve li diamo a metà prezzo."
"Fisica nucleare? Ma siamo qui per questo!"
"...come dite? ah soltanto Java."
"Nessun problema!!"

Prima, durante e dopo il colloquio Sempronio era teso, tesissimo. Non so perché sinceramente.
Le sue domande erano anche abbastanza idiote, sia con me che col cliente. Non che in altre occasioni brillasse per lungimiranza o profondità di pensiero, ma davvero, non era proprio la sua giornata.

"Non so cosa ti vogliono proporre Oliva e non so se tu sarai in grado di farlo. Qui parliamo di funzioni veramente complicate!!"

(un momento, non aveva detto che non sapeva cosa mi volessero proporre? ah già, è Sempronio)

"Stai tranquillo Semprò, sarà il rifacimento di quel vecchio software che usano per la simulazione."
"Non lo so, non lo soooo. In ogni caso, tu conferma! Conferma sempre!"

(beh non volevo andargli contro dicendogli che la regola aurea è 'nega, nega sempre', ma sperare che capisse quella battuta era come raccontare al Papa una barzelletta su Gesù)

e così.. "Siamo qui per questo no?" E il pupo si è sedato all'istante.
"Prendi un caffé Oliva?"
"No grazie."
"Allora nemmeno io." (mistero)

La stessa cosa l'ha chiesta indirettamente al cliente, quello che ci ha accompagnato alla sala riunioni.
"In attesa che arrivino gli altri miei colleghi, posso offrirvi del caffé?"
E Sempronio che anelava caffeina anche dalla cravatta... "Sì! Cioé, solo se lo prende anche lei, le facciamo compagnia."
"No, io non lo prendo."
"Nemmeno io." Aggiungo.
e Sempronio... "Ah, allora neanch'io." (mistero)

Insomma il colloquio è andato bene, non so cosa ci abbia capito Sempronio, forse per lui è andato male. Quando ha sentito che parlavamo di poissoiniane e fishing filtering si sarà fatto il segno della croce, non so. Che poi a una certa età alcuni mestieri sono davvero pericolosi.

Uscendo dalla sala riunioni cercava di carpire come fosse andata dai micro movimenti facciali.
"Un momento, stanno sorridendo tutti. Questo è un segno!" avrà pensato quando il cliente ci chiede se vogliamo un caffé.

"No grazie." Rispondo.
"Volentieri! Cioé solo se lo prendete anche voi, vi facciamo compagnia."
"No, noi stiamo a posto così."
"Ah allora, anche io." (a confronto Fatima è un libro aperto)

E già me lo figuravo in macchina, che ripensava al caffé e al messaggio in codice celato dietro la frase 'stiamo a posto così'. Forse non vogliono altri consulenti, forse devo mettermi a fare il consulente anch'io...ho sessant'anni santo cielo!





martedì 8 settembre 2015

Y982T1

torniamo a casa e la luce non c'è, verifico la situazione e grazie alla temperatura del frigo capisco che manca da almeno 28 minuti, forse 29, alché chiamo la Gentilissima Società che mi fornisce il servizio e ovviamente "questo numero è raggiungibile solo da rete fissa" così chiamo l'altro dove mi chiedono "ma lei è cliente di fascia A o fascia B?" io, con fermezza rispondo "ma di fascia A, che domande!!" mi spiace questo è il servizio di fascia B, provi a rifare lo stesso numero e digitare il tasto 3, le risponderà un mio collega."
io già mi figuravo il suo collega del tasto 3 seduto accanto a lei che origliava di nascosto e che se la rideva con la mano davanti la bocca, così faccio come mi è stato detto e dopo il tasto 3 mi risponde un professionalissimo operatore sicuramente laureato "ah mi dispiace, ma questo è il servizio clienti di fascia C deve comporre quest'altro numero"
"ok ma che tasto devo premere?" (stavo cominciando a diventare imbecille come loro)
"nessun tasto signore e si ricordi di valutare questa telefonata, io sono H72541"
"benissimo H72541, quando la priorità non sarà più quella di salvare il cibo dentro al mio surgelatore la coprirò di onoreficienze"
così chiamo il numero fornitomi dal laureato e mi risponde un troclodita in dialetto
bene penso, è l'uomo che cercavo
"sò Y982T1, mi dica ir suo codice utente"
scandisco le lettere e lui fa subito per accelerare come a dire, si si le prime sette le conosco, allora accelero veramente e si perde alla terza cifra del numero palindromo che compone il mio codice utente
"un attimo un attimo, ripeta"
"trecentrotré bla bla bla"
"ma trecentrotré scritto TRE ZERO TRE?"
giuro che mi è preso un colpo.
Rainman delle prime sette cifre mi ha fatto una domanda che nessun cristiano al mondo con un QI sotto i settanta avrebbe osato mai fare e quando gli ho risposto gentilmente sì, credo si sia abbassato di una ventina di punti anche il mio QI
l'under settanta di Neanderthal digita le ultime cifre e poi seguono cinque minuti di silenzio
mi sembrava di sentire i sofficini nel freezer gridare "pietà, non ce la facciamo più....sbrigati !!" ma soprattutto mi sembrava di vedere il tipo fissare uno schermo vuoto, così tanto per riposare un poco
"dunque c'è un guasto in zona, ma nun vedo segnate tempistiche di sorta ar momento"
"di sorta. sarà stata la parola che avrà imparato questa settimana a scuola"
"va bene, e senta secondo lei quanto potrebbe durare un guasto simile?"
"allora nun m'hai sentito, non sò segnate tempistiche!"
(......glissa alberto glissa)
"infatti chiedevo secondo la sua lungimirante esperienza, ma dimenticavo che è al suo primo giorno di lavoro, ah no scusi di scuola"
"senta veda di andarsene aff....."

ah! segnalato.
luce tornata.



lunedì 7 settembre 2015

David Recruiter

"Ciao Alberto, sono David Recruiter" (si, si è firmato proprio così..) "ho tra le mani il tuo cv che ho letto con interesse e vorrei proporti un lavoro di sei mesi a Vienna. bla bla ....dimmi quanto vuoi e se hai il permesso di lavorare in UK. La conoscenza del tedesco è obbligatoria."

Caro Davide, capisco che il mio cv ti abbia entusiasmato, e che forte di questo entusiasmo tu non sia arrivato in fondo al medesimo per capire se conoscessi o meno il tedesco. Sorvolerò chiaramente sulle tue credenziali ed eviterò di chiederti per chi lavori (nel controspionaggio è considerata maleducazione), non voglio nemmeno sapere da quando l'Austria sia diventata una colonia britannica per carità, ma insomma, costringermi a lavorare per sei lunghi mesi mi sembra davvero che si sfiori lo schiavismo.

cordialmente

giovedì 3 settembre 2015

La Simulazione di Sempronio

(leggi la puntata precedente)

Arrivo in ufficio come tutte le mattine, e come tutte le mattine di questa fresca estate sono costretto a rinfrescarmi in bagno. Certo, questo inizio Settembre non è paragonabile al mese di Luglio, ma visto che ci sono mediamente sette gradi in meno alla stessa ora, non cammino più a due chilometri orari, ma mi spingo oramai anche a quattro, quattro e mezzo. Il che significa che perdo tutto il vantaggio dei sette gradi di meno, soprattutto nella salita finale sotto al sole (un dislivello di quindici metri per centocinquanta in orizzontale).

Avevo fatto anche dei calcoli ben precisi per trovare la velocità giusta in quella salita affinché non si vada troppo piano per essere essiccati al sole, ma nemmeno troppo veloce da sudare come il primo ministro francese al congresso estivo di La Rochelle



A Luglio ho visto gente perdere il senno su quella salita. Non è che sia molto impegnativa, ma dopo aver parcheggiato a due chilometri di distanza e cominciato a sudare al km 0,050 non è che si è in condizioni di ragionare lucidamente. Soprattutto se sai che ti aspettano i sedici very conditioned gradi centigradi dell'ufficio.

Insomma ero in bagno.
Sciacquo il viso. Sciaquo i polsi.
Butto i fazzoletti nel water e tiro la sciacquone.

Squilla il telefono. E' Sempronio.
Per qualche strano scherzo della Samsung, quando la telefonata è importante il telefono s'impalla e non riesci a rispondere. Al contrario, quando non lo è, il telefono risponde per te.

"Oliva è lei?"
"Sì pronto?"
"Oliva ma che succede? Cos'è questo rumore?"
"Niente, sono in treno."
"Intende nei cessi del treno?"
"Noooo che dice."
"Allora Oliva, ho un proposta per lei. Progetto A dove non si sviluppa, progetto B dove si sviluppa per 18 mesi. Cosa sceglie?"

(ormai conosco il soggetto, non Sempronio in particolare, quanto il commerciale italiano...che poi essendo sviluppatore, la risposta sembrerebbe banale....appunto, è proprio con queste riflessioni che ho imparato a conoscere la categoria)

"Mi parli del progetto B."
"Benissimo! Deve sviluppare un software che faccia statistiche e simulazioni presso il cliente Tal dei tali"
(purtroppo per lui avevo già conosciuto il gruppo della Tal dei tali di cui parlava e sapevo benissimo cosa facesse)
"Conosco già chi ci lavora e non c'è nessuno sviluppo, il software già esiste e si tratta di lanciare delle banali simulazioni."

(silenzio)
(per la cronaca, ci lavora gente preparatissima, tra cui matematici che hanno fatto il dottorato di ricerca, l'attività però è tranquillamente svolgibile da un diplomato del liceo scientifico...questa è l'Italia)

"Beh Oliva, mi coglie impreparato."
(già che strano...)

mercoledì 2 settembre 2015

Il metodo del Simplesso

Tempo fa scrissi un libretto sulla Teoria dei Grafi che si diffuse rapidamente in tutta l'Università e oltre. Io non lo sapevo e cominciai a scoprirlo un giorno, quando aspettando un amico decisi di appoggiarmi in un'aula qualsiasi. C'era poca gente e quella poca che c'era stava studiando in religioso silenzio. A un certo punto la ragazza davanti a me si gira e mi fa: "scusa, tu sai se questo testo va bene per superare l'esame?" Il testo in questione era il mio.

Insomma, oggi apro la posta e leggo una mail di Aprile, un gentile quanto sperduto ragazzo mi chiedeva aiuto.

"salve...mi scusi sono qui che le scrivo perchè le devo chiedere un favore grande...
il mio professore ci ha incaricati di fare un programma in c nel quale carica una matrice di adiacenza in formato txt e il programma, dopo aver caricato la matrice in un vettore di liste ne deve fare una visita in ampiezza. Io ho provato a farlo, ma non so proprio come caricare la matrice in una lista... se io rendo la matrice statica (quindi non uso il grafo.txt) il programma sa riconoscere i nodi vicini i propri archi...mi manca poco per finirlo, ma proprio non riesco. Sto scrivendo a lei perchè il prof ci ha consigliato di usare il suo pseudocodice (stiamo facendo i grafi con il suo libro) ma...non riesco proprio a finirlo. le lascio il mio main.c, se riesce ad aiutarmi la ringrazio molto!
la ringrazio per il tempo dedicatami! Michael."


Caro Michael, visitare una matrice non è da tutti, specie se in ampiezza.
Per caricare un file da C è sufficiente usare la guida "come caricare un file da C" di Google.it nondimeno usare dello pseudocodice senza le dovute precauzioni e soprattutto, mentre si visita in ampiezza, può portare ad un rilassamento prematuro dei vincoli con relativa perdita dell'unicità.

Da qui il mio consiglio; quando non si sa che pesci prendere, si usi sempre il metodo del simplesso.

Cordialmente.


domenica 30 agosto 2015

la corsetta trimestrale

ero lì che adempievo alla mia routinaria corsetta trimestrale, quando a un certo punto al culmine dello sforzo, col fiato che mi stava abbandonando e con la vista sempre più annebbiata, sento una sgommata, poi un urlo, una macchina nera accelera, poi sento due ragazzine che gridano...gridano sempre più forte, panico, non capisco dove sono, mi guardo attorno, la macchina non c'è più e intanto da dietro un cassonetto esce un tizio tutto tatuato, mi fermo, l'adrenalina mi fa tornare la vista, strizzo gli occhi e metto a fuoco il tizio, i tatuaggi, mi rendo conto che non è un uomo, è una ragazzina dai capelli corti, questa alza le mani e da dietro sbuca la sua amica "noooooooooo" 
di nuovo panico, la macchina nera c'entrerà qualcosa? è una messinscena? poi sento del trambusto nel ristorante accanto, sembrano tavoli che volano, sedie che si rompono, dev'essere qualcosa di grosso, le ragazzine si avvicinano in tutta la loro grazia, la tatuata continua a dire "nooooo", mentre io cerco di capire come chiamare la polizia senza telefono, faccio un rapido grafico mentale delle opzioni sul piatto, curve tangenti e isometrie planimetriche, arrivo alla conclusione che la polizia non potrà essere sul posto in meno di quindici forse quindici minuti e mezzo, nel frattempo anche l'udito mi torna normale e sento un nuovo urlo da una Focus parcheggiata di fronte al ristorante: "goooooooooooooooooooò!!" le ragazzine alzano le mani al cielo e confermano in lingua celtica "gooooooooooooaaaaaaaaaal!!!"
a questo punto temo per la mia incolumità, mi rimetto a correre, anzi accelero, sono a un chilometro da casa, posso farcela, in condizioni normali ci avrei messo dieci forse dieci minuti e mezzo, ma quelle non erano condizioni normali, supero le ragazzine celtiche tatuate con le braccia al cielo, confermo loro con mezzo pugnetto di vittoria la mia fede calcistica, come a dire "sto correndo per andare allo stadio, speriamo non mi perda gli ultimi dieci minuti, ave Totti" giro la curva e scatto
all'orizzonte vedo una macchina nera (nera per metà) ferma in una rientranza, la stavano vestendo con la bandiera della Roma
da 0 a 1000 m in quattro forse quattro minuti e mezzo


venerdì 28 agosto 2015

per fortuna c'è Nadia

"buongiorno sono Nadia del customer care della (*****) "
"salve"
"mi può dare qualche dettaglio in più?"
"inchessenso?"
"per capire dov'è il problema"
"problema? io non ho nessun problema"
"mi è appena arrivata una segnalazione con il suo nominativo per (*****), è uno dei nostri prodotti"
(ci penso un pò su, capisco, identifico il giorno, faccio la differenza)
"ah si, ma sono passati tre mesi..."
"bene"
(bene un corno)
"mi vuole dire che problema è così vediamo di risolverlo?"
"guardi è sicuramente stato già risolto"
"si ricorda almeno che problema fosse?"
"dopo tre mesi dalla segnalazione?"
"posso fare qualcos'altro per lei?"
"no grazie"
"è stato un piacere sapere che il problema si sia risolto da solo, se ha ancora bisogno di noi, non esiti a contattarci!"


(da solo un cazzo!)


venerdì 31 luglio 2015

Una valigia, due sciaccali e cinque biglie

"Ho con me una valigia, due sciacalli e cinque biglie. Uno sciacallo mi dice le cose, l'altro me le spiega. Poi lancio le biglie." esordí in questo modo lo strano personaggio che salí sul treno mentre anni fa tornavo dai tre giorni, diventati poi cinque. Si sedette di fronte a me, era un ragazzo di 25 anni o poco più, io ero intento a leggere riviste di ufologia per ingannare il tempo, ma pensavo già di spostarmi visto l'esordio infelice del tipo. Ebbene non riuscii più a leggere, né a spostarmi, conosceva tutti gli argomenti scritti nella rivista, e mi parlò di stelle e pianeti come fosse un astronomo. 

"oh non sono un astronomo, perdonami, è solo passione, conoscenza" era estremamente logorroico "tu pensi ci possano essere alieni sulla terra?" 

sorrisi, gli dissi che nel caso avrebbero dovuto usare un mezzo simile al teletrasporto per superare la barriera siderale dello spazio 

"esattamente!" il tizio guardava spesso il corridoio e ora che ci penso non c'era quando passò il controllore... la discussione continuò poi sul telescopio che aveva regalato al padre, sulla storia di Trevis Walton e su Stonehenge. Poi si alzò e prima di congedarsi disse: "cinque biglie figliolo, una valigia, due sciacalli e cinque biglie" uscì dalla cabina e non lo vidi più.

Nel corridoio intanto rotolavano lente, cinque biglie.


lunedì 15 giugno 2015

Siamo tutti migranti (anteprima dell'intervista di Fazio)

Samantha Cristoforetti è da poco tornata dallo spazio, su questo blog e direttamente dal futuro, ecco le scottanti domande che Fazio le farà in trasmissione:

- nella Soyuz eri con altri due astronauti, l'americano Terry Virts e il russo Anton Shkaplerov...ti hanno lasciato guidare?
- è meglio qua o è meglio là?
- il grande schermo ci ha abituati a vedere lo spazio e le astronavi in un certo modo, quanto è diversa la realtà da come viene rappresentata al cinema?
- con la Soyuz sei atterrata in Kazakistan, avresti preferito l'aereoporto Da Vinci di Roma?
- cosa ti hanno detto in Kazako i primi soccorritori? ..."favorisca i documenti" (?)
- al di là delle critiche che molti fanno sui vari social e sui giornali, cosa ti senti di dire a chi è lontano dallo spazio e dalle questioni spaziali?
- quant'è piccola la politica da lassù?
- dicono che nello spazio si invecchia più velocemente che sulla Terra...cosa manca oggi ai giovani per diventare vecchi?

- spero di no, ma questa domanda te la devo fare, sei riuscita almeno una volta a chiamare Houston per dire che avevi un problema?



біз барлық мигранттар болып табылады
(siamo tutti migranti)




a small collection of flowers











mercoledì 10 giugno 2015

Il Potente Zufar Khan

mi disse il potente Zufar, venerabile del Khan nonché ultimo discepolo di Adar al Khandar poco prima del suo famoso Sermone del Cielo e della Terra:

"non importa che tu sappia tacere o parlare all'occasione, quanto piuttosto ciò che dici stando in silenzio e ciò che non dici parlandone"

"ma Venerabile..." dissi "le mie orecchie sono troppo sorde per ascoltare ciò che dite tacendo e troppo chiuse per intendere ciò che non dite parlando, dunque è come se voi non parlaste affatto!"

e il Venerabile "solo lo stolto crede che l'ascolto sia una conseguenza del parlare, colui che sente invece, non si preoccupa né di udire, né di parlare, né da dove venga la mia voce”