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venerdì 24 marzo 2017

La Storia delle Cose

Chi di noi non ha desiderato almeno una volta nella vita di conoscere la storia delle cose?

Beh c'è un'università in Italia, che nel corso di Ingegneria prende in prestito questa materia dalla facoltà di Architettura e la sviscera per bene. Pare che il corso voglia fornire "le nozioni relative al rapporto uomo/donna-oggetto" (e sì, la scelta dell'ordine delle parole poteva essere pensata meglio).

Ma veniamo ai dettagli del corso. Per prima cosa (!!) si studia... la cosa (sì, la cosa) e le cose (!!) nelle varie lingue e culture. C'è per esempio the thing che è molto differente da la cosa nostrana, per non parlare poi di the things. Dopo quesa prima disamina atta a specificare geograficamente l'utilizzo e la forma di una cosa piuttosto che di un'altra si passa alle cose nei miti e nelle forme narrative.

"Oh tu cosa che langui nell'ombra! Esci e chetati innanzi a codesto coso!"

Tratto dal coso là come si chiama... Poi si passa alla simbologia delle cose e hai voglia ad elencare cose e cosi che cosano. Per proseguire poi con la funzionalità delle cose in tutte le loro cose. E si studiano anche gli usi delle cose senza lasciare nulla al coso ehm, al caso.


Ma le cose lasciano anche metafore, ed è per questo che una sezione del corso è interamente dedicata a quest'ultime. Pensiamo ad esempio a Gesù quando disse:

"Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna agitata dal vento? E allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano vesti sontuose e vivono nella lussuria stanno nei palazzi dei re. Allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, e più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto:

Ecco io mando davanti a te il mio messaggero,
egli preparerà la via."

Con la storia delle cose riusciamo a valutare ed estrinsecare meglio la metafora che si nasconde dietro le sue parole:

"Che COSA siete andati a vedere nel deserto? Una COSA agitata dal vento? E allora, che COSA siete andati a vedere? Un COSO avvolto in morbide vesti? Coloro che portano COSE sontuose e vivono nella COSA stanno nei COSI dei re. Allora, che COSA siete andati a vedere? Un COSO? Sì, vi dico, e più che un COSO. Egli è colui del quale sta scritto:

Ecco io mando davanti a te il mio COSO,
egli preparerà la COSA."

Alché capite bene che il senso della metafora si fa meno recondito, pur rimanendo velato; stiamo certamente parlando del COSO e Gesù non lo nasconde. Non dobbiamo più cercare il senso occulto di via, profeta o messaggero. Sappiamo benissimo che qui si sta parlando del COSO che prepara la COSA! Magia delle cose nascoste..

E per terminare il corso sulle cose: la parte finale è dedicata alle utopie delle cose.
Quante volte abbiamo desiderato una cosa e non abbiamo potuta averla, molte altre volevamo più cose e ci siamo dovuti accontentare di una cosa sola.

"Se potessi avere 1000 cose al meseee.."

Strano che non abbiano messo una sezione sulla musica delle cose.

Chiudo questa cosa (...) con il remark finale: "Il focus del corso è incentrato sui colori delle cose." E immaginiamo tutti la complessità dell'argomento.




La Cosa - dal film I Fantastici 4

giovedì 23 marzo 2017

Le mistiche parole dell'avatar Adhavan



Mi scrive il famosissimo Adhavan, urca penso io il satguru del mio nobile maestro Zufar Khan II che nel 1657 venne da lui istruito sui profondi misteri dell'Universo e le mirabili possibilità dell'essere umano... cosa vorrà mai ho pensato, vorrà forse che erga per lui un pashram romano o che divenga il più potente jyotisha mai conosciuto sulla terra? E da dove mi starà scrivendo? E il nobilissimo Zufar sarà al corrente di tutto questo? Stanno forse bramando di svelare a pochi eletti i quattro arcani dei sette candelabri d'oro... alché decido subito di prendere dell'ottima mirra rimasta in frigo e accendere un pò d'incenso per creare la giusta atmosfera di devozione verso il mistico avatar di Adhavan, nonché guru del mio guru.

Mi siedo nella posizione del loto e proseguo la lettura col terzo occhio:

"Myself Adhavan and my team have been searching for a suitable CV on a job portal for a new project as SAP Consultant and found yours. I like to know your availability to take an interview with us. So, please address to this email to understand your professional fit with our available job opportunities and to fix a meeting within the month. The job location is in Paris and the contract is for six months."


A quel punto ho visto il cero spegnersi da solo e farmi i più distinti saluti prima di uscire dalla stanza. Le trombe dell'Apocalisse hanno fischiato stonate nell'aria e i quattro angeli giunti ad ascoltare le parole di Adhavan se ne sono andati insieme a vedere vecchie puntate di Masterchef.

domenica 19 marzo 2017

L'ansia legale

Ringrazio tutti gli allarmisti e complottisti dell'ora illegale perché questa mattina per un attimo ho temuto di avere delle superstringhe quantiche aperte e sparse per casa.

Il fatto è che dopo aver passato diversi minuti a sincronizzare in avanti tutti gli apparati al quarzo da me posseduti, compreso il pendolo a cucù della signora Ingrid e l'orologio automatico di mio nonno, mi sono reso conto di aver fatto un lavoro del tutto inutile. Lavoro che gli allarmisti dell'ora legale ormai ci ricordano anche due settimane prima dell'evento stesso.

screenshot tratto da Il Messaggero

Che strano ho pensato stamattina, l'orologio della signora Ingrid si è sincronizzato da solo, e così anche quello automatico di mio nonno. Fenomeni paranormali? Entità che mi aiutano nelle rognose faccende di casa? O semplicemente mi hanno instillato l'ansia illegale da ora solare?

A questo punto, visto che mancano ancora sette giorni alla fine dell'ora solare, mi si pone un'arduo problema: portare nuovamente indietro gli orologi, facendo fatica tripla o lasciarli così per una settimana facendo la sola fatica mentale di sottrarre un'ora all'ora letta?
L'autismo che è in me grida forte in dialetto tedesco di riportare il tutto a una situazione che sia più gestibile, più in linea con i principali eventi astrologici del secolo e ovviamente in fase col movimento di nutazione dell'asse terrestre, ma soprattutto che non sia in grado di aprire pericolosi gravitoni tra la cucina e il bagno.


mercoledì 15 marzo 2017

Ci siamo sposati su Messenger



Per fortuna è solo la mia vista a fare cilecca, ma tranquilli arriveremo anche a questo, è solo questione di tempo. I due sposini daranno l'annuncio su Facebook ciascuno sulla propria bacheca e poi creeranno il loro evento, l'addio al nubilato e l'addio al celibato. E trasmetteranno il tutto LIVE solo per gli amici. Quelli veri.

Poi ci sarà l'Evento con la E maiuscola. Ma non tutti potranno partecipare, sarà un evento a invito ovvio, con tanto di pulsante per le donazioni. E ci sarà una pagina dedicata con foto, video e commenti/pettegolezzi/insulti. Tutti stando rigorosamente a casa propria s'intende. 

E per finire, il giorno delle nozze convoleremo tutti su Messenger, loro due in alto nella chat, sempre fissi e visibili a tutti. Lo scoiattolo in questione pronuncerà il rito solenne, entrambi diranno SI LO VOGLIO o meglio, lo scriveranno in chat, e le trombe suoneranno invitando tutti a uscire dalla chat per trasferirsi sulla pagina dell'evento, dove ci sarà il rinfresco sottoforma di buoni sconto Foodora.

Finché Internet non vi separi.
Amen.

Il mistero del nastro doppio

Credo che ormai siate abbastanza maturi da potervi raccontare la storia dei nuovi nastri al controllo bagagli di Fiumicino.Sono mesi ormai che in quest'aereoporto hanno installato un intelligentissimo sistema di smistamento clienti, peccato soltanto che nell'analisi del sistema non abbiano considerato il vero collo di bottiglia: i clienti.

Per capirci, il meccanismo è molto semplice; se prima avevamo un passeggero alla volta che metteva computer, cellulare, valigia e quant'altro sul nastro per i controlli (la funzione di distribuzione degli arrivi era del tutto simile a quella del suo smaltimento) adesso abbiamo quattro passeggeri per ciascun nastro che possono fare altrettanto, dimezzando i tempi di smaltimento a prescindere dalla funzione poissoniana di arrivo ai controlli di sicurezza. Attenzione, non è che per una persona che prima veniva servita adesso ne abbiamo quattro, ma considerando T il tempo di svestizione di un passeggero, avremo certamente 3 svestizioni in più per ogni T ovvero ogni 4 passeggeri, il che abbassa notevolmente il tempo di servizio totale del singolo cliente.

Se il cliente stesse al gioco.



Infatti, nonostante il criterio di smistamento sia piuttosto semplice da capire anche per il novizio (i simboli a terra sono giganti e gli addetti al controllo fanno di tutto per aiutarti) puntualmente si assiste a scene del tipo.. "Signore può andare, c'è una postazione libera." Faccio io indicando una delle due postazioni libere per la svestizione. Ma niente. Il tizio guarda fisso l'orizzonte oltre il metal detector, forse oltre l'oceano. "Sir, you can go. Free step ahead!" Ma anche qua niente, un caso clinico. L'uomo è certamente un animale abitudinario, e fin quando il passeggero non vedrà il cliente davanti a sé decollare dalla pista principale, non si azzarderà nemmeno a poggiare lo zaino dentro una vaschetta.

Eppure il sistema ti viene incontro, hai davanti a te un nastro statico e delle vaschette libere pronte all'uso. Prendi vaschetta-riempi vaschetta e dal nastro statico la sposti su quello scorrevole. Semplice! Ma niente....Sir you can go 'mpar de palle.

Ma voi penserete, vabbé forse era anziano. NO! Ho visto giovani tedeschi con un MBA e quattro lauree lasciarsi prendere dal panico, ragazzi che mettevano il computer sul nastro scorrevole e il portafogli su quello statico. Una ragazza, quando gli ho fatto cenno del posto libero mi ha pure risposto NO, THANKS!

E poi per ultimo, dulcis in fundo....il recupero bagagli e vassoi dalla parte opposta.... il criterio è lo stesso, un nastro che scorre e uno che è fermo. Un pò come quando al ristorante giapponese prendi dal binario la ciotola rosa, la ciotola gialla e così via... bene, qui scegli una delle quattro postazioni libere, prendi la tua vaschetta che arriva sul nastro scorrevole, la poggi su quello statico, ti rivesti e cestini la vaschetta ormai vuota nel raccoglitore. Semplice.

Se non si hanno clienti.

Ma ogni aereoporto che si rispetti ha almeno un cliente. Eh lo so, sono strani questi aereoporti. E sono abbastanza certo che anche con un solo cliente sorgerebbero rallentamenti e code improvvise.

Ma veniamo proprio all'ultima fase del controllo. Il cliente medio aspetta la sua vaschetta come Homer Simpson aspetterebbe un hamburger al drive-through, invece di un controllo bagagli per lui dev'essere una sorta di self service in pausa pranzo. In effetti gli elementi ci sono tutti, c'è un nastro, ci sono i vassoi e bisogna aspettare. Con la valigia cotta a puntino e il suo computer che esce dal tostapane lo vedi agitare le sue manine e saltare felice sui piedi. Evviva evviva è fatta, si mangia!! E non sarà certo il vetro messo poco prima delle quattro postazioni d'uscita a fermarlo dal recuperare il bagaglio, perché Homer, invece di rilassarsi posizionandosi in una di queste postazioni vorrà recuperare la valigia proprio mentre scende dal nastro rischiando di farsi venire un ernia per lo sforzo.

LESSON LEARNT N.1
Un sistema è davvero intelligente quando supera il test del passeggero

LESSON LEARNT N.2
Il team building tra clienti non funziona

lunedì 13 marzo 2017

Gli orologi di un tempo

Ragazzi sono tre settimane che ci soverchiate i maroni con questa storia dell'ora legale, qualcuno di voi ha cominciato a ricordarcelo appena dopo la befana, nemmeno fossero le primarie del PD. Lo sappiamo che arriverà anzi, ormai non c'è nemmeno più bisogno di saperlo visto che fanno tutto gli smartphone e gli orologi sparsi per casa.

Ma non era bellissimo invece quando tutto avveniva all'ultimo momento e il giorno dopo scoprivi che c'era qualcosa che non andava nel mondo per la sola differenza di luce nell'aria, o per quel languorino precoce allo stomaco? Il tuo orologio biologico era completamente sfasato che ti sembrava di essere arrivato da New York. Quello sì che era viaggiare e potevamo ancora dire d'esser poeti e marinai.

"Mamma che è successo?" Chiedevi, mentre tuo padre era intento a spostare la scala per la diciottesima volta cambiando quello che sembrava il diciottesimo orologio al Plutonio sparso per casa. "Ce l'ho ce l'ho! Passami la batteria al Bario per favore..." Sussurrava piano a mia madre che faceva da assistente mentre io me la dormivo ancora alla grande e rigorosamente in piedi. Insomma era un evento tale che mio padre dimostrava di essere un vero capofamiglia.
"Questa casa supererà l'ora legale anche quest'anno, cascasse il mondo!" Diceva a mia madre prima di andare a dormire il Sabato sera, concentrato e più cattivo che mai.

Magicamente quella mattina di Ottobre o di Marzo, gli orologi erano perfettamente allineati al flusso canalizzatore e all'unisono ti ricordavano che prima o poi saresti dovuto tornare indietro nel tempo.

"Nel passato?"
"No, nel futuro!!"




domenica 12 marzo 2017

La Tarallucci&Vino Enterprise

Mi arriva l'ennesimo annuncio di lavoro via mail, da parte della rinomata azienda Tarallucci&Vino Enterprise (nome di comodo come avrete brillantemente intuito).

credits by Cookthelook.it


Oggetto della mail: "Occasione per IoT Project in ambito Internazionale"

Testo della mail: "La Tarallucci&Vino Enterprise sviluppa Soluzioni e Applicazioni di Mobile Internet su cross platform e multiscreen con la più avanzata User Experience tramite un approccio User Centered delle più comuni tecniche dell'IoT. Con un fatturato in forte crescita si stabilisce rapidamente nel mercato Italiano e Internazionale. Se sei interessato inviaci pure il tuo cv."

Alché anche il laureando fuori corso si fa una grassa risata e lo usa subito come case history per la sua tesi di laurea. Che poi quel simpatico pure nell'ultima frase, io lo trovo di un'innocenza unica, roba da bimbetti con la spada finta di Excalibur che uccidono il magico drago invisibile.


sabato 11 marzo 2017

Mezzo o intero?

Esco a prendere una pizza, magari anche al trancio.

Mi fermo da Mega Pizza il cui nome in giorni di abbondanza glicemica mi avrebbe fatto girare alla larga subito, ma quando hai un calo di sano glutine e ottimo olio di colza, pagheresti oro per una fetta di amido e rosmarino.

E così entro nella pizzeria che vorrei già uscire. Pizze rattrappite e sparpagliate con millimetrica precisione in modo che il bancone sembri pieno. Un pò come quando a mensa chiedi le patate al forno e te ne mettono cinque a forma di stella in un piatto rigorosamente a parte.

Ma torniamo alla pizzeria. Torniamo a lui, il proprietario e al suo sorriso prostatico che giustamente vedendomi entrare se ne va sul retro. Bene. Penso. Un'ottima scusa per filarmela.
"Dicaaaa." Ma la moglie mi ferma proprio mentre mi dirigo verso la porta.
Allora guardo l'orologio, manco stessi aspettando un collega alla stazione, poi riguardo il bancone e poi ancora mi guardo attorno, attonito e con stile. "Mah...!! Ma senta... il pollo ruspante non l'avete?"



Ecco, in un mondo normale, una pizzeria che a stento ha la pizza bianca difficilmente avrà del pollo allo spiedo croccante che gira sopra un letto di patate succulente. Alché rispondendomi no mi spiace me ne sarei andato felice in un'altra pizzeria.

"Quanto mezzo o intero?"

In un mondo normale.


venerdì 10 marzo 2017

Finché la barca va

Ma voi ve la immaginate una nave da crociera puntare verso il balcone di casa vostra?
Voglio dire, soltanto il clacson dovrebbe essere già in grado di tirar giù almeno un paio di quadri, stendere i panni e tirare lo sciaquone.

"Ehi, non sapevo ci fosse un'eclissi di sole oggi! Ah no è soltanto la prua di una nave!"

In questo video poi il tipo non ha nemmeno la ringhiera nel terrazzo di casa, certo non che questa possa frenare le intenzioni della nave, ma almeno un maggiore senso di protezione lo darebbe, o quanto meno riusciresti ancora a dire..

"Tu-non-puoi-passaaaaaaaaaaaaare!!"

Video Frame by Yasmine e Bill Todhunter

giovedì 9 marzo 2017

L'immortale


Foto by Fabio Cimaglia / LaPresse
E poi mi sono immaginato questo Silvio al Mac.

Ma lo vedo passare prima dal Drive-Through, rigorosamente solo e con occhiali da sole stile Terminator. Solo che la sua macchina non ci passa.

Alché lo vedo scendere dal camion-porsche-suv e prendere le misure. Poi un calcetto alla ruota e qualche alzata di braccia come a dire "ma chi l'ha progettato questo ca$$o di Drive-Through cribbio!"

E parcheggiando con mestizia il camion-porsche-suv, si appresta ad entrare nel Mac con la stessa camminata che avrebbe entrando nel cesso di casa sua, ovvero mano destra in tasca, testa che ciondola come quando si torna a casa dall'edicola e paso doble appena accennato al primo scalino del Mac Donald's (ohh beata gioventù).

Poi si siede. E poi il menu.
Lui non capisce nulla di quello che c'è scritto ed è un pò come leggere il proprio testamento scritto da un altro. La pasta semplice al sugo non c'è. L'acqua frizzante forse. Caffé! Oh cribbio questo c'è! Lo conosco. Ordinerò un caffé!

E così, sulle note di un musical francese che risuonano nella sua testa insieme alle onde del mare, attende romanticamente che giunga quella cameriera seducente che però, non arriverà mai.

Ma lui non lo sa, ed è questo a renderlo immortale.
 

domenica 12 febbraio 2017

Fine progetto

Colonna sonora di fine progetto.. il progetto più pazzo che mi sia mai capitato. 

E come agli Emmy Awards desidero ringraziare tutti coloro che hanno contribuito in maniera indiretta alla costruzione delle prossime navi da crociera; in primis i nostri 3 autisti, tra cui Luciano detto Ciano e i ricchi sonni che mi sono fatto in auto mentre mi raccontavi in veneziano del tuo meccanico di fiducia per la tua barchetta di 4 metri (lo sai Luciano che sei il mio preferito). 
Vittorio detto Vittorino, con il tuo apparecchio acustico e le due protesi alle ginocchia, sciatore accanito di un metro e 55 nonché pessimo guidatore (grazie per avermi fatto vomitare anche le budella, un giorno ti manderò il conto delle sette scatolette di Travelgum che mi hai fatto comprare) e il mitico Nereo, in pensione dall'età di 34 anni e che all'età di 66 adora ancora il proprio lavoro come fosse il primo giorno (ho una bottiglia di ottimo Barolo per te).

E poi c'è l'armata delle dodici donne della mensa con i loro spinaci fosforescenti, l'insalata animata e l'ottima lasagna che sono certo sia buona quanto un piatto di fogli A4 scaldati sul termosifone del bagno in fondo a destra (non mi avrete mai), nonché l'intera reception dell'albergo di cui presto scriverò un libro (dell'orrore ovviamente) e la barista del Martini con la sua spremuta d'arancia da 0,7 litri al costo di due euro e mezzo. 

E come non menzionare poi te Darren, che su ben tre voli Trieste-Roma sei riuscito a farmi rimpiangere i racconti di Ciano e del suo yacht di 400 centimetri (e no, non ho mai mangiato il tuo cioccolatino di Natale che ha intossicato mezzo progetto). E Yuram col suo accento americano (e poi scopro che sei Albanese) e infine JK Yodah meglio noto come il Baby Ruth di Hyderabad, indiano con passaporto americano e tutti gli ansiolitici che ti ho fatto prendere da quando metto in copia il tuo capo. 

Insomma, in attesa del mio prossimo bestseller "BAD and breakfast" ...Kygo Remix!


lunedì 18 luglio 2016

Tipico

finisco il mio allenamento spingendo un pò nel finale, il che capirò solo dopo, mi fa scendere la pressione poiché il cuore richiede più sangue, ergo il cervello sbufferizza fino a formattare due o tre importanti informazioni, come chi sono e la distinzione tra spogliatoio degli uomini da quello delle donne. riconosco d'aver sbagliato spogliatoio dalla totale assenza di creme, cremette ed unguenti al latte di cocco svedese, nonché da un paio di acuti vocali che sfiorano i 4 terahertz. raggiungo il mio spogliatoio lasciandomi guidare dal naso e dagli unguenti di propoli e fiori di lillà. capisco di essere nello spogliatoio giusto quando il latte di cocco si mescola con la puzza di sudore. faccio la doccia nel tempo necessario ad un tizio per guardarsi allo specchio prima della doccia. mi asciugo. mi vesto. esco e raggiungo il mio armadietto. il sangue torna lentamente a fluire in modalità recovery. afferro il lucchetto, giro sulla solita combinazione e il lucchetto non si apre. bene. riprovo. niente. certo, sono 5 anni che lo uso ma perché dovrebbe rompersi proprio adesso, anzi perché dovrebbe proprio smettere di funzionare? riprovo, faccio fare un pò di rotazioni alle rotelle in entrambi i sensi, ma solo per constatare che sono nei guai. il lucchetto non ne vuole sapere di aprirsi. le chiavi della macchina sono nell'armadietto. gli spicci per la mia spremuta d'arancia post allenamento sono nell'armadietto. il telefono (imprecazione) è nell'armadietto. ho un gesto di stizza e provo subito a permutare tutte le combinazioni. poi mi chiedo ma che diavolo sto facendo, sono mille, anche c'impiegassi due secondi a combinazione ci metterei mezz'ora e poi che diamine, ho quel lucchetto da 5 anni, come fa a rompersi proprio adesso!!
vado alla reception.
"scusate, non riesco ad aprire il lucchetto, potreste..."
"....romperlo? certo" e la ragazza tira da sotto al bancone due tenaglie da mezzo metro
cristo santo penso. questa è pericolosa.
raggiungiamo l'armadietto e le spiego i fatti.
"guarda, non riesco proprio a capire"
"tipico"
"tipico?"
"sì, tipico degli uomini"
rido di gusto. poi di nervosismo.
"nel senso che fino a ieri funzionava, adesso sembra non volerne proprio sapere"
"anche questo è tipico"
alché sento l'occhio sinistro chiudersi un paio di volte di fila in un tic tutto suo. la ragazza si avvicina, prova la combinazione, ma niente.
"ok, prima di romperlo devo chiederti una cosa"
brava, così si fa. sicuramente vorrà sapere in anticipo cosa c'è dentro per capire se sia il vero proprietario o meno. "dimmi pure"
"sei sicuro che il tuo armadietto non sia questo accanto?" e mi indica l'armadietto 004 con un lucchetto identico al mio.


martedì 5 luglio 2016

Trieste Trasporti

foto by triesteprima.it


Ore 21.00 collega dimentica zaino con computer e hard disk portatile sul bus in centro.
Ore 21.30 ceniamo vicino la stazione contattando la ditta dei trasporti pubblici.
Ore 22.25 un'impiegata slovena della Trieste Trasporti riporta lo zaino al collega a 200 mt dal ristorante.
Festeggiamo con un gelato da Grom.

Ho immaginato la stessa cosa a Roma:
Ore 21.00 collega dimentica zaino con computer e hard disk portatile sul bus in centro.
Ore 21.05 il computer viene formattato e caricato su un furgone blu.
Ore 21.30 ceniamo vicino la stazione contattando la ditta dei trasporti pubblici.
Musichina d'attesa.
Dopo 10 minuti squilla il telefono e risponde un operatore, tempo mezzo secondo e cade la linea.
Riproviamo.
Musichina d'attesa.
Dopo soli 5 minuti squilla il telefono e risponde un operatore.
Maschio.
Sovrappeso.
Ansimante.
"Pront... ATACCHE"
"Sì guardi abbiamo avuto un problema sul 46, il collega si è dimenticato lo zaino a bordo dell'autobus, come possiamo fare per recuperarlo o contattare l'autista?"
"Che collega?"
"In che senso?"
"Che collega ha perso?"
"Non ho perso il collega, ho perso lo zaino del collega!"
"Ambé e mò so cazzi, er collega tuo 'o sa che j'hai perso 'o zaino?"
"Santo cielo è il collega che ha perso lo zaino!"
"Sur busse? E quanno 'o ritrovi fraté!? 'O sai come se dice a Roma?"
"Senta io ho bisogno di capire se l'autobus sta andando in rimessa o se sia contattabile quantomeno il conducente."
"Quello-che-èpperso-èpperso."
"Grazie è stato di grande aiuto."
"Se figuri, per qualsiasi cosa non esiti a ricontattacce, bonasera."
Nel frattempo arrivano gli involtini primavera.
Il collega ha perso l'appetito, noi mangiamo cercando una soluzione.
Poi chiamo la polizia che mi switcha su un fantomatico numero d'assistenza oggetti smarriti di Roma Capitale.
Musichina d'attesa.
Dopo 10 minuti squilla il telefono e risponde un operatore.
Maschio.
Sovrappeso.
Ansimante.
"Pront... zero sei zero sei zero sei come posso aiutatte?"
"Ah ma è lei?"
"Lei chi?"
Attacco.
Squilla il telefono del collega.
"Si pronto?"
"Abbiamo il tuo hard disk. Sappiamo dove sei e cosa state mangiando. Ci vediamo a 200 mt dal ristorante. Porta con te 1000 euro e riavrai l'hard disk."

lunedì 13 giugno 2016

Le ultime frontiere della Reception

"La vedo signor Oliva, la vedo! Adesso le apro il portone di vetro e quando le aprirò il portone lei prosegua dritto verso l'ingresso.... troverà una busta col suo nome, proprio sopra il tavolo di mogano....

bene, la apra." 

Per un attimo credevo d'aver sentito 'bene, la capra', ma vabbé.

Silenzio.




"L'ha aperta? Ottimo, adesso si volti e vada verso gli ascensori."

Di nuovo silenzio. Mi vedo riflesso in uno specchio con il mio cellulare in mano.
Poi un pendolo della hall rintocca la mezzanotte.

"Perché non si volta? Guardi che la vedo...."

Ok mi volto.

"Molto bene, la sua stanza è al secondo piano, se vuole la seguo con le telecamere fino a quando non trova la sua camera..."

"No signora, la ringrazio." Faccio parlando al soffitto "Credo di potercela fare da solo."

sabato 11 giugno 2016

gnik gnik

scena che nemmeno Bukowsky: vado a correre e dopo qualche metro sento un lento cigolio, è alle mie spalle, penso a un motorino, no troppo lento, il cigolio aumenta, giro a sinistra poi proseguo dritto su una strada a scorrimento veloce, del cigolio non c'è più traccia, supero un bar e giro a destra, il cigolio è tornato....gnik gnik - gnik - gniiiik, è sempre più vicino, ma non mi giro sono concentrato a correre, so che si sta avvicinando, dev'essere qualcuno in bicicletta, forse una bicicletta elettrica, gnik gnik - gnik gniiiiiik - ormai è alla mia sinistra e sento qualcosa tipo un orso che annusa l'aria, poi capisco che è qualcuno che ansima.
mi giro.

un vecchietto con gli occhi di fuori spinge al massimo una vecchia bicicletta arrugginita, è vestito bene, ma completamente madido di sudore, la sua bicicletta ha due cestini, uno davanti e uno dietro.
su quello davanti è adagiata una papera, e fin qui tutto normale....chi è che non va in bicicletta con una papera oggi giorno? io me la porto sempre quando vado a fare benzina, non ne esco mai senza, può tornare utile. ultimamente ne ho comprata una seconda, stavo pensando di alternarle, i giorni dispari una i giorni pari l'altra.
ma veniamo al cestino di dietro.
il cestino di dietro.
si beh ecco...il cestino di dietro.
una sacchetta da 5 litri trasparente con dentro....no non posso.
ok, posso.
...dell'ottima urina di annata.
mi sono fermato all'istante, il vecchio credo non si sia nemmeno accorto di me.
alché prima di ringraziare dio dei 36 anni vissuti per questa memorabile scena, mi sono chiesto, starà mica andando dal veterinario con la piscia della papera per farla analizzare? le papere pisciano così tanto? o forse è la sua ma non può lasciare la papera a casa da sola...? forse è un vecchio alchimista che sta portando l'elisir di lunga vita a qualcuno
una cosa è certa.
in questi momenti dio è più vicino che mai.
e soprattutto quando vedrò una papera non sarà più la stessa cosa, non parliamo poi di quando andrò a pisciare...


giovedì 19 maggio 2016

Elezione sindaco di Roma

Dopo un'attenta e approfondita analisi dei candidati alle supermega presidenziali di Roma, nonché dopo una profonda presa di coscienza ed un forte senso di responsabilità elettorale, sono finalmente giunto (tramite 4 complessi algoritmi euristici) ai due unici candidati possibili: votare o non votare e così, l'elettore moderato che è in me, ha lanciato in alto una moneta ponendo la giusta fine a questa tediosa prigionìa politica. 

Croce.




venerdì 8 gennaio 2016

l'Inglesiano

"La tua partita è stata inoltrata per l’analisi al computer. Ciò potrebbe richiedere several hours."

questo messaggio è eleganza allo stato puro, fosse per me trasformerei la lingua italiana in mixed british all'istante, ecco qualche esempio:

"fare mente locale" - "fare local mind" 
"dopo la retromarcia metti in folle" - "after retromarcia metti in crazy"

ma traduciamo un articolo da italiano ad inglesiano:
"Bisogna risalire alle societies e ai vertici delle stesse, to build la rete dei funding e capire why Etruria Bank ha privilegiato alcune streets al posto di altre. Con le perquisizioni a una quindicina di societies che avevano ricevuto funding dalla aretina bank entrano in una fase decisiva le indagini delle Yellow Flames. Il blitz dei detectives di Arezzo è scattato nei confronti di companies e groups in qualche modo riconducibili all'ex presidente di Etruria Bank, Lorenzo Rosi, e all'ex consigliere Luciano Nataloni, both investigated."

e ancora, dal Fatto Quotidiano:
"Di time ce n’è voluto. Ma alla fine è arrivato lo scacco a Telecom nel match for the fibra: il governo di Matteo Renzi ha deciso che lo State investirà nella costruzione della network di telecomunicazioni ad ultralarga band e ne resterà owner. E’ questo il model che verrà usato nelle zone a fallimento di market sulla falsariga di quanto previsto in un project sul tavolo di Chigi Palace da quasi un year e mezzo. Il Comitato per la ultralarga band di Chigi Palace (Cobul), come riferito da Repubblica, ha fatto marcia back sui public funding a fondo lost pari al 70% del totale investito. Denaro al quale in the past Telecom Italia ha attinto a piene mani for building its infrastruttura. La posa dei cavi sarà appaltata in parte a private societies, ma la network resterà appunto public."



martedì 22 dicembre 2015

What else?

fila enorme (come al solito), tutti in piedi, ciascuno di loro ha un numeretto con un'attesa media di venti minuti, arrivo io veloce perché di corsa, digito sulla tastiera, prendo il numero e vengo chiamato dopo dieci secondi
"ma! ma com'è possibile signorina?" fa un tizio all'hostess indicando me
"il signore è appena arrivato!!" la signorina non mi ha ancora notato, vista la mia velocità
"sì è vero, non ha aspettato nemmeno un secondo che l'hanno già chiamato!!"
(ehh vaglielo a spiegare internet ai giovani d'oggi...)
arrivo al bancone, sento ancora il disappunto del volgo, mal vestito, poco educato, insomma mal pensante
"buonasera, cosa posso fare per lei?"
"Oliva."
"procedo subito" e il ragazzo scompare nel retro bottega
passano 5 minuti, sono ancora al bancone, poi dieci, qualcuno del volgo giunge persino accanto a me col suo diritto d'esser finalmente servito, e tutto sudato, lanciandomi occhiatacce criminali, lo sento quasi pensare "ho atteso 42 minuti stronzo..."
sorrido, avessi avuto la mia pipa, l'avrei fumata di gusto
torna lo Steward
"Sig.Oliva, quando ha fatto l'ordine?"
"questa mattina perché?"
"hmmmm, è molto strano, non ci risulta il suo nominativo" il tipo digita ancora sulla tastiera insieme al collega "....so che è una domanda stupida, ma devo fargliela, ha fatto l'ordine con il suo account?"
capisco perfettamente, la domanda è lecita "certo, ho qui con m..." prendo il telefono, apro la mail....un dubbio sopraggiunge
"bene..." il tizio digita ancora sulla tastiera "...so che è una domanda stupida, ma devo farle anche questa, ha premuto INVIO alla fine dell'ordine?"

ah.
ecco.
what else.





venerdì 20 novembre 2015

Il ritorno di Steven Seagal

Sicuramente il pericolo c'è, ma se ne aggiunge un altro che m'incute altrettanto timore; la reazione della gente....
In questi giorni a Roma sembra di stare ormai sul set di un film. In questa conversazione pare quasi di sentire Steven Seagal che parla sotto copertura nelle vesti di mamma segreta:

"Ascolta amore, prendi tutta la merenda, il diario, il miominipony e portatelo sotto al letto, e non uscire da lì per nessun motivo... a quello della caldaia ci penso io, papà sta facendo parlare l'idraulico."
"Ma mammaaaa!!" (pianto isterico finto che se la ride dietro la cornetta con le amiche)
"No amore. Non è il momento di frignare, sei tu la donna di casa adesso. Io devo capire dove sono. Perché sono lì, da qualche parte. lo so."


martedì 10 novembre 2015

Mondi paralleli

mi concentrai. aguzzai la vista ed entrai in un mondo parallelo. cominciai a vedere città perfettamente organizzate, vegetazione che cresceva dove nemmeno la nostra civiltà avrebbe mai osato farla crescere, esseri che si muovevano a destra e manca in spazi che a noi sembrerebbero fin troppo angusti, ma che loro sfruttavano con grande sapienza. vidi persino oggetti volanti innalzarsi sino al cielo silenti e strane luci dalle quali sgorgava acqua per tutti.

poi richiusi il Philadelphia e controllai la data di scadenza. 
23 agosto 2012.