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sabato 3 luglio 2021

Sergio Iperbole

Il Grande Raccordo Anulare, così come la tangenziale di Roma, pare siano affetti da un fenomeno naturale secondo cui il moto rettilineo uniforme subisce delle contrazioni non lineari al contorno. Cioè a dire, che nonostante l'aumento del traffico sia simile a una quadratica di secondo grado, stabilire il punto di arrivo secondo il volume di traffico medio lineare (o quadratico) è cosa da premi Nobel. Tradotto per i non addetti ai lavori, uscire prima di casa per arrivare prima in ufficio è una chimera anzi, un ossimoro. Per giungere sul posto di lavoro non basta infatti modulare le frequenze di uscita da casa e rifornimento di carburante, bisogna cimentarsi in complessi calcoli matematici su cui alcuni, si narra, pare abbiano perso il senno.

Ma non è il caso di Sergio Iperbole, noto matematico romano di fine anni '80, che sembra avesse predetto proprio quanto sopra, ovvero che sarebbe esistito un orario per cui la funzione che descrive la media degli spostamenti in orario di lavoro, non avrebbe coperto linearmente la variabile delle ascisse. Iperbole ne dimostrò la veridicità sul numero 5328 de Il Messaggero nella rubrica "Tangenti & tangenziali", postulando addirittura l'esistenza di una quarta dimensione nelle ore di punta. Tuttavia non riuscì mai a determinare l'orario esatto nei due versi di percorrenza né tanto meno l'equazione differenziale che sigillasse la sua formidabile intuizione. Iperbole vinse poi il premio "Coniche 2000" nel 1991 e "Geo 91" a fine 2000 ma non per la sua dimostrazione alla congettura della Tangenziale bensì per aver scoperto la funzione del tempo di cottura di un cristallo di ghiaccio in funzione della rotazione terrestre di Saturno. Venne invece menzionato nel 2003 sulla rivista Quattroruote per la dimostrazione alla congettura di cui sopra, e fece una diretta a TG2 motori per dimostrare che quanto aveva dimostrato era sempre vero in condizioni climatiche vicine allo zero assoluto. E adesso la dimostrazione.

"Ogni mattina a Roma, con il sorgere del sole, un lavoratore si sveglia e sa che dovrà vestirsi più velocemente del vicino in tangenziale, o verrà da questo superato. Ogni mattina sempre a Roma, sempre al sorgere del sole, un collega si sveglia e sa che dovrà fare colazione più velocemente del vicino in tangenziale, o perirà di tedio. Ogni mattina a Roma, come sorge il sole, non importa che tu sia un meschino collega o un autotrasportatore, l’importante è che tu non faccia la tangenziale." 

Iperbole ci lasciò nel Maggio del 2011 mentre lavorava alle Lagrangiane del Grande Raccordo Anulare, inutile dire che quel giorno non si presentò mai in ufficio.

E a noi ci piace immaginarlo intrappolato nella quarta dimensione.




domenica 17 dicembre 2017

Scoperto varco spazio temporale tra tenuta di cinghiali sarda e centro di Roma

"Abbiamo risolto il mistero dei cinghiali a Roma." Ha detto il Commissario Lo Cocco ad una sala stampa piena di giornalisti. "I cinghiali in questione, che più volte sono stati visti pascolare tra Trastevere e la periferia della capitale nell'arco di un anno, sono cinghiali sardi vittime di un esperimento scientifico."

Proiezione delle slide:



"Il cinghiale, inconsapevole della sua posizione e della sua velocità centripeta, si trovava disgraziatamente in uno dei vertici nel famigerato triangolo di Bob e Alice, creato per la prima volta dal CERN in collaborazione con gli scienziati del Comune di Roma nel lontano 2008."

"In quell'anno vennero infatti smaterializzate due pantegane sarde e rimaterializzate lungo le sponde del Tevere. E queste si trovarono così bene che prolificarono esponenzialmente. Il Comune di Roma dal suo canto, non intervenne per il bene della Scienza."





"Ed è così che, complice i tanti cambiamenti nella Giunta Capitolina, i nuovi scienziati romani non sapessero nulla del diabolico triangolo di Bob e Alice."









martedì 31 ottobre 2017

Roma - Chelsea



Ore 20.34 suonano al citofono.
Cribbio penso, saranno mica i ragazzini di Halloween?
"Sì chi è?"
"Siamo i testimoni di Genova."
La voce non mi convince, e nemmeno il fatto che fossero di Genova. "Prego lasciate pure la bibbia nella cassetta della pubblicità grazie."
"Ma signore, la prego. Dio si ricorderà che lei ci ha rifiutati!"
Ci penso su, in effetti Dio mi serviva ancora per un paio di cose. "Ok salite."

Suonano alla porta.
"Sì chi è?"
"Siamo i ragazzini di Halloween."
"E i testimoni di Genova?"
"Quello era lo scherzetto."
Apro la porta, e nell'ordine mi trovo Frankenstein, Rick Grimes, Dracula e Kevin Spacey. In quattro non facevano la mia età.
"Ok ok me l'avete fatta bravi, adesso però tornate a casa che c'è Roma-Chelsea."
Nessuna reazione.
"...a casa bimbi, c'è Roma-Chelsea!"
Ma ancora nessuna reazione.
"Allora? Che vi prende?"
"Eh ma noi siamo della Lazio."
"Ah."
"E tu ci devi dei dolcetti."
"Ahhh. Ma per fare la pubblicità che più ne mettete, per quali dolcetti della tradizione?"
"Eh?"
"Prrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr."

E chiudo la porta soddisfatto.


domenica 15 ottobre 2017

Vega sullo Skyline di Roma

Vega vista dal Gianicolo, Roma (augmented reality)


da Wikipedia:

"Vega è la stella più brillante della costellazione della Lira, la quinta più luminosa del cielo notturno, nonché la seconda più luminosa nell'emisfero celeste boreale, dopo Arturo. Vega è una stella piuttosto vicina, posta a soli 25 anni luce di distanza, la più luminosa in termini assoluti entro un raggio di 30 anni luce dal sistema solare.

Vega possiede una massa circa due volte quella solare ed una luminosità circa 37 volte superiore. L'astro è caratterizzato da un'altissima velocità di rotazione sul proprio asse, che gli conferisce l'aspetto di uno sferoide oblato. Questa rapida rotazione, a causa di un fenomeno noto come oscuramento gravitazionale, si riflette sulla temperatura effettiva fotosferica, che varia a seconda della latitudine presa in esame: infatti, si è notato che la temperatura all'equatore è di circa 2000 K più bassa rispetto a quella rilevata ai poli, ed è proprio in direzione di uno di essi che la stella risulta visibile dalla Terra.

Circa 12 000 anni fa, a causa della precessione dell'asse terrestre, ha svolto il ruolo di stella polare, e lo ricoprirà nuovamente tra altri 13 700 anni.

Alcune irregolarità riscontrate nel disco suggerirebbero la presenza in orbita di almeno un pianeta, per massa simile a Giove.

Vega è la quinta stella più brillante del cielo se vista ad occhio nudo, data la sua magnitudine apparente pari a 0,03 che, associata al caratteristico colore bianco-azzurro, la rende facilmente distinguibile anche dal cielo fortemente inquinato delle grandi città. La facile rintracciabilità della stella è favorita anche dal fatto che Vega costituisce uno dei vertici dell'asterismo chiamato Triangolo estivo, le cui componenti sono, oltre a Vega, Deneb (α Cygni) e Altair (α Aquilae). Questo esteso triangolo rettangolo è molto ben riconoscibile nei cieli notturni poiché non sono presenti stelle altrettanto luminose nelle sue vicinanze; Vega, la più brillante delle tre, si trova sul vertice nord-occidentale, che coincide con l'angolo retto.

Vega domina la costellazione di piccole dimensioni in cui si trova, la Lira, per la maggior parte costituita da stelle relativamente poco luminose; trovandosi quindi in un ambiente povero di stelle luminose, specialmente in direzione ovest, la sua brillantezza risulta particolarmente risaltata.

Data la sua declinazione di +38,7°, Vega è una stella dell'emisfero celeste boreale; questa declinazione fortemente settentrionale fa sì che essa possa risultare visibile solo da latitudini a nord di 51° S, mentre a nord di 51° N appare circumpolare, ossia non tramonta mai sotto l'orizzonte. In virtù della sua posizione molto settentrionale, da questo emisfero è visibile per la gran parte dell'anno.

Vega si trova nella sequenza principale da circa 386 – 511 milioni di anni, e si stima che vi permarrà per almeno altri 700 – 500 milioni di anni; dunque Vega si troverebbe all'incirca a metà della propria sequenza principale, proprio come il Sole, la cui sequenza principale è però dieci volte più lunga. Infatti, le stelle più massicce (e di conseguenza più luminose) utilizzano il loro combustibile nucleare più rapidamente delle altre, a causa del fatto che le reazioni nucleari procedono a un ritmo più sostenuto per contrastare il collasso gravitazionale, direttamente proporzionale alla massa, cui la stella è naturalmente soggetta: Vega è infatti circa 2,11 volte più massiccia e circa 37 ± 3 volte più luminosa della nostra stella."

domenica 27 agosto 2017

Il mio amico Banjo

Corsetta mattutina, ancora poca gente in giro. I pappagalli della mia zona fanno provviste come al solito. O forse hanno preso sul serio quello che si dice in giro sull'Inverno. Forse sta arrivando davvero. Raggiungo via Boccea. La ASL aperta, il fruttarolo pure. Prendo la prima a destra e comincia lo stuolo di appartamenti con serrande abbassate. Un paio di ragazzi africani spazza rassegnato gli aghi di pino per qualche obolo che darà poi ai suoi schiavisti. Magari tra qualche ora passerà la nettezza urbana con la sua pulizia annuale delle strade. Puliranno il già pulito dal ragazzo sudanese, tanto ormai non si fanno più le cose per farle ma per dimostrare a qualcuno che non c'è motivo di licenziarlo. Proseguo lungo la discesa superando due eleganti vecchiette che parlano di alimenti surgelati uscendo dal portone di casa. Probabilmente stanno andando a messa. Una ha il marito l'altra no. Una il bastone l'altra le fa da appoggio. Subito dopo raggiungo un vecchietto che sta armeggiando il motore della sua auto. E' sua perché è una vecchia Punto, pulita, senza graffi, col paraurti di plastica intonso e la targa vecchia. Sarà andato a lavarla perché era la sua routine quando non era in pensione e l'acqua gli avrà creato problemi al carburatore. Probabilmente non riuscirà a ripararla e dovrà andare a prendere i pasticcini della Domenica a piedi. Almeno avrà qualcosa da raccontare alla moglie e al meccanico. Raggiungo la farmacia dove un'amabile vecchina con cappellino ribaltabile toglie il guinzaglio al suo chihuahua "Aspetta che ti slaccio così fai tutti i tuoi bisogni.."



Cambio marciapiede per cercare un pò d'ombra e mi trovo davanti moglie e marito ottantenni. Lui in canotta (rigorosamente bianca), lei lo sorregge aiutandosi con un bastone. Anche loro stanno andando a messa e probabilmente si sederanno accanto alle signore dei surgelati, misurando chi dei quattro stia messo peggio e raccontandosi gli ultimi acciacchi prima che il prete cominci l'omelia. Saluto con un buongiorno e ricambiano entrambi, lei con un buongiorno pieno e sicuro. Dietro di loro una coppia sui 45 con cocker al seguito. Lui sguardo basso, serio. Non guarda il cane, non guarda il marciapiede, forse non guarda nulla. Lei dietro. Saluto anche loro, ma non ricevo risposta. Poi un altro chilometro senza incontrare nessuno, rallento prendo fiato e spingo su per la salita. Faccio ancora un paio chilometri e mi fermo per il defaticamento. In lontananza sento il suono di un banjo. Anche i pappagalli lo sentono e non sembrano più in fermento. Il banjo puoi anche non saperlo suonare, ma tutti ti ascolteranno lo stesso. Guardo attraverso la radura in direzione del suono e intravedo un ragazzo in balcone che suona tranquillo il suo banjo. Anche questa fottuta calda estate sembra fermarsi per ascoltarlo. Poi il ragazzino comincia a cantare. Ma non è una canzone che ha sentito, né una che ha scritto. E' soltanto la gioia di avere qualcosa da fare. Si fossero conosciuti a inizio estate lui e il suo banjo, l'estate non sarebbe stata così calda, senza scuola né amici né mare. Da quel balcone avrebbe visto navi, turisti e tutti avrebbero chiesto di lui.

Le note del banjo suonavano nell'aria e il tutto era malinconico meno, ne sono certo, che per il ragazzino. Per lui la solitudine è soltanto un ricordo. Quel banjo adesso è la sua libertà.






domenica 22 maggio 2016

Otto milioni di abitanti

"io sò quasi 50 anni che vivo qua e carcola 'na cosa, ner dopoguera eravamo 800 mila" 
pausa. sguardo fisso su di me. 
"mò a Roma semo 8 mijoni, cioé a'capito? otto! mica sette...."
annuisco in segno di profonda approvazione
"otto-mi-jo-ni... 'ndò li metti otto mijoni?"

già, 'ndo li metti...so proprio tanti

"a fraté..." continua mettendo i soldi della benzina nel portafojo, ehm...volevo dire portafoglio "io ho vissuto vent'anni in Germania e quelli tutta sta frutta a ogni angolo mica c'avevano, e però sò i primi in Europa..."

"certo" faccio io "di frutta ce n'è sempre bisogno per carità, però..."

"a caritaaaaaaà? a carità sta ner Vangelo amico mio, emmò ce tocca votà startri du fiji de na mignotta che se magneranno l'artra metà de Roma rimasta in piedi" nel frattempo arriva una macchina, lui strizza gli occhi sotto al sole e continua "...e poi sai che succede?" stavo per accennare a una banale ipotesi per quella specifica domanda, come fossi un semplice cliente che non ha niente da fare nel weekend, ma per fortuna mi ha interrotto prima "succede che te saluto" con tanto di mano appoggiata a fianco della bocca " 'na dittatura ce vole! e allora vojo vede st'otto mijoni 'ndo vanno..."

torno alla macchina perplesso, non tanto per " l'otto mijoni d'abitanti" ma per i vent'anni passati in Germania, non t'hanno mica fatto bene eh....


martedì 15 settembre 2015

Il punto più alto di Roma

Se parliamo di terreno, siamo abituati a conoscerlo come Monte Mario che con i suoi 139 mt dovrebbe essere il punto più alto di tutta Roma.

Ma bisogna considerare quali sono prima i confini della città. Perché in effetti, se prendiamo il Grande Raccordo Anulare come ideale confine di Roma dal resto del mondo beh, il terreno più alto sembrerebbe un altro. E non è tanto facile trovarlo, perché anche usufruendo della mappatura di Google, bisognerebbe vagliare tutto il terreno di Roma al computer e tirare fuori il risultato con un software che sfrutti le API di Google Maps. Ho dato una rapida occhiata e a spanne non mi sembra ci sia una funzione che permetta di passare un'area e ricevere l'altezza massima.

Così, conoscendo Roma e il suo territorio, sono andato a memoria delle zone che mi sembravano le più alte e situate all'interno del Raccordo Anulare. E come vincitrice è uscita Via Ascrea con un bel 151 mt s.l.m. praticamente appena dodici in più di Monte Mario.



Via Ascrea, incrocio con Via Contigliano, 151 mt s.l.m.


Supera quest'altezza l'opera dell'uomo con la cupola di San Pietro che si trova a 28 mt s.l.m. e che raggiunge i 130 mt, ergo 158 mt totali. Tuttavia parliamo della sommità della lanterna e dunque l'abitabilità si troverebbe al di sotto di Via Ascrea. O ancora la Torre Eurosky con i suoi 120 mt e 135 mt di guglia, che trovandosi a 18 mt s.l.m. raggiunge un totale 138 mt di abitabilità e 153 mt di opera. Stessa cosa per la Torre Europarco, che però non ha la guglia. C'è poi il grattacielo dell'ENI che sfiora appena i 104 mt (18 mt s.l.m. + 85.5 mt) o la Torre Telecom di Tor Pagnotta che è situata a circa 42 mt s.l.m. e raggiunge i 220 mt d'altezza



Torre Telecom, 178 mt


Ma grazie alla segnalazione di un lettore - Paolo R. - scopriamo che la vera vincitrice all'interno del territorio romano è su tutti la Torre Raiway che si trova a Monte Mario (Via Alberto Cadlolo, 00136) che con i suoi 147 mt slm raggiunge i 270 mt.

Torre Raiway a Monte Mario - 147mt



CLASSIFICA FINALE

Classifica costruzioni più alte a Roma (agg.Mar 2021)
 
Classifica per luogo di costruzione

 


martedì 8 settembre 2015

Y982T1

torniamo a casa e la luce non c'è, verifico la situazione e grazie alla temperatura del frigo capisco che manca da almeno 28 minuti, forse 29, alché chiamo la Gentilissima Società che mi fornisce il servizio e ovviamente "questo numero è raggiungibile solo da rete fissa" così chiamo l'altro dove mi chiedono "ma lei è cliente di fascia A o fascia B?" io, con fermezza rispondo "ma di fascia A, che domande!!" mi spiace questo è il servizio di fascia B, provi a rifare lo stesso numero e digitare il tasto 3, le risponderà un mio collega."
io già mi figuravo il suo collega del tasto 3 seduto accanto a lei che origliava di nascosto e che se la rideva con la mano davanti la bocca, così faccio come mi è stato detto e dopo il tasto 3 mi risponde un professionalissimo operatore sicuramente laureato "ah mi dispiace, ma questo è il servizio clienti di fascia C deve comporre quest'altro numero"
"ok ma che tasto devo premere?" (stavo cominciando a diventare imbecille come loro)
"nessun tasto signore e si ricordi di valutare questa telefonata, io sono H72541"
"benissimo H72541, quando la priorità non sarà più quella di salvare il cibo dentro al mio surgelatore la coprirò di onoreficienze"
così chiamo il numero fornitomi dal laureato e mi risponde un troclodita in dialetto
bene penso, è l'uomo che cercavo
"sò Y982T1, mi dica ir suo codice utente"
scandisco le lettere e lui fa subito per accelerare come a dire, si si le prime sette le conosco, allora accelero veramente e si perde alla terza cifra del numero palindromo che compone il mio codice utente
"un attimo un attimo, ripeta"
"trecentrotré bla bla bla"
"ma trecentrotré scritto TRE ZERO TRE?"
giuro che mi è preso un colpo.
Rainman delle prime sette cifre mi ha fatto una domanda che nessun cristiano al mondo con un QI sotto i settanta avrebbe osato mai fare e quando gli ho risposto gentilmente sì, credo si sia abbassato di una ventina di punti anche il mio QI
l'under settanta di Neanderthal digita le ultime cifre e poi seguono cinque minuti di silenzio
mi sembrava di sentire i sofficini nel freezer gridare "pietà, non ce la facciamo più....sbrigati !!" ma soprattutto mi sembrava di vedere il tipo fissare uno schermo vuoto, così tanto per riposare un poco
"dunque c'è un guasto in zona, ma nun vedo segnate tempistiche di sorta ar momento"
"di sorta. sarà stata la parola che avrà imparato questa settimana a scuola"
"va bene, e senta secondo lei quanto potrebbe durare un guasto simile?"
"allora nun m'hai sentito, non sò segnate tempistiche!"
(......glissa alberto glissa)
"infatti chiedevo secondo la sua lungimirante esperienza, ma dimenticavo che è al suo primo giorno di lavoro, ah no scusi di scuola"
"senta veda di andarsene aff....."

ah! segnalato.
luce tornata.



sabato 30 maggio 2015

l'Impero dei poveri

l'inevitabile guerra tra poveri, chi poveri di soldi, chi poveri di spirito

povertà a tutti i livelli, ormai siamo oltre Dostoevsky, oltre Palahniuk, Bukowski prenderebbe appunti e gli anfiteatri greci applaudirebbero per un altro spettacolo, il romano apre bocca, recita la sua parte e lascia l'amaro in bocca, cosa si è vinto? cosa si è perso? soltanto gli dei lo sanno



lunedì 9 febbraio 2015

Cinema Adriano

Originally a theatre, Adriano is now a cinema. 
You can find it in Piazza Cavour, just behind S.Angelo's Castle.


domenica 7 dicembre 2014

Una panda in meno, una marcia in più

Rome wasn't built in a day. E anche l'operazione Mondo di Mezzo non sarà stata da meno. Oltre mille pagine di intercettazioni e ricostruzioni di fatti che, c'è da dirlo, non vanno aldilà del già visto e rivisto nella politica degli ultimi vent'anni. Giuliano Ferrara ha detto sul Foglio che secondo lui si tratta di una mafietta, di una cupolina de noi artri, altro che mafia siciliana. Opinione del tutto personale, ma a quanto dice il Procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, gli elementi di stampo mafioso ci sono tutti. Certo non c'erano famiglie, non c'erano clan, non c'era traffico di droga, ma qualcosa d'importante e tentacolare stava nascendo, e da parecchi anni ormai, tanto che gli effetti devastanti sulla città erano (e sono ancora) evidenti persino a un cieco. Ci sono angoli di Roma che permettono di tornare indietro nel tempo alla New York anni '80. Il Bronx di allora è molto più vicino di quanto si creda. Il livello di sporcizia della città è tale che pure i topi stanno venendo alla luce per chiedere aiuto. "Ué ma dove siamo finiti?" si saranno chiesti "Già torniamocene giù che questi stanno messi peggio di noi." 

Scene di degrado e sciatteria sono entrati negli occhi dei cittadini tanto da assuefarne i loro stessi giudizi. La normalità è mutata così lentamente che non è più possibile riconoscere il senso della legalità, dal come si parcheggia un auto a come si procede per l'assegnazione di un appalto. La presenza di ambulanti in ogni dove è lecita poiché muniti di permesso, ma la leicità sul come vengano dati questi ultimi non è nemmeno lontanamente ipotizzata.

Settimana storica per Roma. Settimana dalla quale Marino, checché ne dicano quelli del Movimento 5 Stelle, ne esce più forte di prima e con una Panda di meno. Speriamo soltanto che quella forza dovuta all'estraneità dei fatti non confermi poi la sua estraneità ai problemi di Roma. Ce ne sono ancora tanti, anche se adesso possiamo credere che la strada sia più in discesa di quanto lo fosse prima di chiudere Malagrotta. 





domenica 2 novembre 2014

Autumn in Rome

 
Piazza Navona  

Largo Torre Argentina

Piazza Navona

Via Cicerone

Ponte Cavour

Via della Scrofa

Pantheon

Il Bulldog Inn cambia pelle

Una volta era un pub dove la birra scorreva a fiumi. Lo stile era irlandese e forse leggermente riadattato alle esigenze di casa nostra. Allora per pranzo si poteva ordinare un hot dog con senape o una pizza margherita, un cheeseburger oppure una gricia e un supplì. E c'era anche la St.Benoit per i più sofisticati. Col tempo però la clientela è andata scemando e nonostante fosse posizionato, e lo è tuttora, su corso Vittorio Emanuele, proprio nella Piazza di S.Andrea della Valle, non era difficile vederlo vuoto quando altri pub irlandesi nelle vicinanze andavano a pieno regime già dalle diciotto, basti pensare all'Abbey Theatre

Il Bull Dog Inn sembrava voler essere tutto e niente, un discopub dove a inizio millennio il sabato sera si faticava a stare in piedi, o un lounge bar dove l'aperitivo stentava a decollare. C'era, ma non si sapeva, anche se faceva un Bloody Mary leggendario. Da fuori non sembrava nemmeno si trattasse di un pub, o di un cocktail bar, per non parlare delle luci decisamente troppo natalizie e dozzinali per un locale situato su corso Vittorio.


Bulldog Inn, 2013

Bulldog Inn, 2013


C'è da dire che era tutto buono, dalla gricia alla pizza, dalla focaccia all'hot dog, fino all'incredibile supplì. Insomma un pub di qualità, ma sornione, almeno di giorno.

Tuttavia i tempi cambiano e non invecchiare significa non stare al passo coi tempi, rimanere immobili. 
Con piacere dunque, abbiamo notato che il vento del cambiamento è arrivato anche qui. Certo, un cambiamento quasi radicale, ma la vecchia anima del Bulldog è ancora nell'aria e se si guarda agli alti soffitti i ricordi sono dietro l'angolo.



Abbiamo provato il buffet del pranzo, per dodici euro. Certamente concorrenziale nella zona, ma senza piatti caldi. Tuttavia, compreso nel prezzo, si ha diritto a un primo a scelta (caldo) tra cacio e pepe o puttanesca.

Abbiamo optato per il cacio e pepe. Ottima la pasta e piatto servito al dente.



Nel frattempo ci siamo serviti al buffet, abbondantemente vegetariano.





E da bere un'ottima spremuta d'arancia e dell'acqua leggermente frizzante, non comprese nel prezzo.




L'arredamento è curato. Il colore è virato dal marrone scuro del Bulldog al bianco del nuovo locale. Sedie in legno, ma comode. Servizio cortese e immediato. Nonostante il bianco, la luce è rimasta quella di un tempo. Vi consigliamo i posti più luminosi nell'angolo tra Piazza Sant'Andrea e corso Vittorio, specialmente i due che affacciano sulla strada.

Con nostro gradimento siamo passati al dolce. Due tipi di torte, una crostata, biscotti e macedonia.
Tutto ottimo, ma la crostata di albicocche ha decisamente trionfato su tutto.




 Benvenuti al Buddy Restaurant Café

venerdì 24 ottobre 2014

Matt Banco

Oggi ho rischiato grosso. Non pensavo di arrivare a tanto e in tutta onestà non credo d'aver mai avuto un coraggio simile. Voglio dire, di cose avventate ne ho fatte nella mia vita, leggere un libro senza crema solare, andare alle poste la mattina in un giorno feriale. Ho persino preso la Salerno – Reggio Calabria in Agosto. Verso sud. Ma questa volta era diverso. Questa volta ero conscio del mio gesto, un gesto ardito. Ardore allo stato puro. Ho come subito una trans medianica impersonando l'eretico Giordano Bruno. Se non mi fossi fermato credo avrei potuto conquistare l'intera città di Roma. E mi sono sorpreso di quanto sia facile diventare dittatori oggi giorno.

In sostanza prima viene il bisogno, la necessità di soddisfarlo. Poi la constatazione che non è per niente soddisfatto anzi, è amplificato, è un prurito fastidioso. Poi viene la reazione, quel moto garibaldino che ci fa soffrire internamente tramutando il prurito in simpatiche pustole. Poi la bocca parla da sola e Giordano Bruno si prende ciò che gli spetta, la libertà.

"Bancomat." Lo dico quasi fosse il mio nome. Matt, Banco Matt.
Sono tre e ottanta, mi fa come per ribadire 'mi chiamo Margot, con la 'r' prima della 'g' non il contrario.
"Sì bancomat." Le ripeto.
Silenzio. La cassiera esamina con difficoltà le possibili risposte. E' contrariata e sceglie la via della finzione senile.
"Tre e ottanta grazie."
"Si ho sentito, ecco il bancomat." Banco Matt echeggia nella mia testa. Sento che già mi piace quel nome.
"Non ha spicci?"

E quante cose potremmo dire a chi ci chiede se non abbiamo spicci. Quanti tomi si potrebbero riempire sul passato di chi chiede qualcosa simile. Per non parlare di quello che dovrebbe questuarli. Ma in questi casi ho imparato che è meglio non cambiare strategia, perché e' quello che vuole il nemico.

"No." Secco, austero. Determinato. "Mi spiace." 
Persino falso.
Di nuovo silenzio. La fila si accumula, il sudore anche. I pensieri della cassiera si susseguono uno sull'altro. Lascerà bruciare la città di Roma dall'eretico Matt? Già la vede in fiamme, forse pensa ch'io sia l'incarnazione di Nerone. Riflette ancora prendendo con lentezza la carta dal piattino. Forse prova col piede a staccare la spina del pos, o forse vuole soltanto rilanciare di cento. Poi si gira a prendere il bancomat, visibilmente impolverato.

Roma è mia.




martedì 21 ottobre 2014

Sosta da Trevi e Tritone (Galleria Sordi)

Aria condizionata, soffitti alti e decorati, comode sedie. A sinistra la Feltrinelli, di fronte Zara. Il bar Trevi e Tritone è il posto ideale se siete stanchi o se volete mangiare al volo qualcosa senza dover stare in piedi. Ci sono tramezzini, panini classici al prosciutto, con tacchino, con brie o salmone, ci sono insalate, piadine, baguette e mini panini. 

Noi abbiamo provato la Caesar's Salade e siamo rimasti piuttosto soddisfatti. Una con bacon e una senza. Forse un pò troppa salsa, ma se non amate mangiare sciapo non rimarrete di certo delusi.

I tavoli sono puliti, il servizio veloce, ma non mette fretta. Verrà messo il classico sottopiatto in cartone, ma non di bassa qualità. Le posate non sono di plastica, la bottiglietta dell'acqua invece sì.

Visti i prezzi, sarebbe stata gradita una bottiglia da un litro in vetro piuttosto che due da mezzo litro in plastica. La marca tuttavia è buona. I bicchieri invece sono di vetro, quasi perfetti se non fosse per l'opacità dovuta all'usura e al calcare. Insomma con 22 euro, servizio al tavolo compreso, abbiamo fatto la nostra sosta. Il pollo era fresco e il bacon sapeva di bacon. Ottima anche la qualità dei crostini nell'insalata.

Da menu potrete scegliere tra dolci alla frutta o piccole cheesecake, se non che diversi tipi di caffé, dal viennese al marocchino o se preferite, spremute, frullati, succhi di frutta o birra alla spina.

La cameriera è stata molto gentile. Lo scontrino vi verrà fatto subito, ma potete pagare con calma dopo. POS al tavolo.



Deva Kayne in Rome

a pranzo nella Galleria Sordi con la famosissima Deva Kayne in visita a Roma, non mi ha voluto fare l'autografo perché dice che quello è per gli sconosciuti

"tu invece..." 

( woooo! :D )