giovedì 11 giugno 2015

Autismo moderno - atto I

in ogni ufficio che si rispetti, specialmente se grande e in periferia, c'è uno fuori di testa. ma non uno di quelli con cui lavori, quanto piuttosto quello che mentre si chiudono le porte dell'ascensore comincia a cantare a squarciagola roba tipo ♫ ♩ prisencolinensinainciusol ♫ ♩ ♬ come se non ci fosse un domani, quando poi ti accorgi che sei l'unico a fargli compagnia nell'ascensore e che il tipo non ha nemmeno le cuffie, non puoi che fargli da accompagnamento.... ♫ ♩ ♬ uis de seim cius nauop de de de seimol ualt ♬ 

insomma è quello che parla da solo e senza specchio, ma che forse (si) racconta le cose più interessanti, quello che sotto al sole cocente si mette lo zainetto sulle spalle e fa avanti e indietro nel cortile gesticolando al ritmo di ♫ prisencolinensinainciusol ♫ ♩ quasi volesse spiegare ai suoi alunni immaginari l'ultima lezione sui campi di Galois che l'ha ridotto così... 

♫ ♩ ♬ in de col men seivuan prisencoli ♫ ecco, io sono affascinato da quest'autismo moderno, da queste barricate mentali, da queste mura erette a difesa della propria libertà onde evitare di diventare come noi...alla fine, nel suo automatismo, nelle bieche risate che si lascia alle spalle, sono convinto che sia la persona più sana di mente di tutto l'ufficio



(prosegue su Atto II°)

mercoledì 10 giugno 2015

Il Potente Zufar Khan

mi disse il potente Zufar, venerabile del Khan nonché ultimo discepolo di Adar al Khandar poco prima del suo famoso Sermone del Cielo e della Terra:

"non importa che tu sappia tacere o parlare all'occasione, quanto piuttosto ciò che dici stando in silenzio e ciò che non dici parlandone"

"ma Venerabile..." dissi "le mie orecchie sono troppo sorde per ascoltare ciò che dite tacendo e troppo chiuse per intendere ciò che non dite parlando, dunque è come se voi non parlaste affatto!"

e il Venerabile "solo lo stolto crede che l'ascolto sia una conseguenza del parlare, colui che sente invece, non si preoccupa né di udire, né di parlare, né da dove venga la mia voce”




mercoledì 3 giugno 2015

sabato 30 maggio 2015

l'Impero dei poveri

l'inevitabile guerra tra poveri, chi poveri di soldi, chi poveri di spirito

povertà a tutti i livelli, ormai siamo oltre Dostoevsky, oltre Palahniuk, Bukowski prenderebbe appunti e gli anfiteatri greci applaudirebbero per un altro spettacolo, il romano apre bocca, recita la sua parte e lascia l'amaro in bocca, cosa si è vinto? cosa si è perso? soltanto gli dei lo sanno



domenica 10 maggio 2015

il Trono del Re

il mondo è intriso di ignoranza fino al midollo, ma non è questa che ha il potere di distruggere quanto di poco è stato edificato bensì l'atteggiamento dei più ad ergersi al di sopra del loro stesso sguardo e non c'è nulla di peggio per un essere relativo di credersi assoluto e al di sopra delle parti

"In verità ti dico che se un uomo non nasce di nuovo, non può vedere il regno di dio" (Giovanni 3,3)

la conoscenza è qualcosa che libera, mentre per altri è solo motivo di sopraffazione, di rabbia e di rancore, il giorno in cui si capirà quanto la realtà sia nascosta dal nostro stesso egocentrismo sarà il giorno in cui impareremo a farci da parte e a conoscere veramente quello che avevamo sotto i nostri occhi, eppure l'uomo chiede di vedere senz'occhi, chiede di possedere senza dare e peggio di tutti, chiede di diventare senza essere!


"l farisei e gli scribi hanno preso le chiavi della conoscenza e le hanno nascoste. Loro stessi NON sono entrati e NON hanno lasciato entrare quelli che lo volevano." (Tommaso, 39)

ci sono cose che non si ereditano come fossero oggetti, ma che si conquistano di era in era con la sola volontà di Essere

"il vincitore lo farò sedere presso di me, sul mio trono, come io ho vinto e mi sono assiso presso il Padre mio sul suo trono" (Apocalisse 3,21)



mercoledì 6 maggio 2015

La pubblicità è tutto

Non colpisce tanto il fatto che oggi, uno dei più prestigiosi marchi d'orologi abbia comprato alcune pagine di giornale per esigere le scuse dal Governo circa l'azzardato binomio, quanto piuttosto il non senso di questa lettera attraverso la quale si recrimina l'accostamento tra la marca e la distruzione delle vetrine. Nemmeno che questi black bloc fossero capaci di distruggere soltanto infilandosi l'orologio in oggetto o dei lobotomizzati il cui cervello darebbe forfait per il solo fatto d'aver indossato l'orologio.

"Sconfitti i soliti farabutti col cappuccio e figli di papà con il Rolex." (M.Renzi)

E' evidente che nelle parole del Presidente del Consiglio non fosse certo condizione necessaria l'indossare un Rolex per esser capace di mandare in frantumi una vetrina, ma prerogativa appannaggio di un ceto sociale certamente più abbiente e di sicuro non esente dal poter usare la violenza, nonché incapace d'intendere i principi di una società poiché esente, per abbondanza di pecunia, dal comprenderne la fatica necessaria a edificarla.

"Egregi signori all'indomani delle devastazioni avvenute a Milano... i media nazionali e web hanno riportato con ampio rilievo in virgolettato le Vostre dichiarazioni relative all'operato delle Forze dell'Ordine, ivi compreso il messaggio 'sconfitti i soliti farabutti col cappuccio e figli di papa' coi rolex'. Se personalmente, come cittadino di Milano, nell'occasione non ho potuto che apprezzare il sacrificio e la dedizione delle Forze dell'Ordine, debbo invece, per la mia carica, esprimere profondo rincrescimento e disappunto per l'associazione delle vostre parole fra la condizione di 'distruttori di vetrine' ed il fatto di portare un orologio Rolex al polso. Al di la' del fatto che, dalla qualità delle foto e dei video che sono stati diffusi dai media e' altamente improbabile poter desumere un'affidabile identificazione come Rolex (e ancor piu' come Rolex autentico) dell'orologio indossato dai facinorosi che stavano commettendo evidenti reati, credo che il dettaglio dell'essere - o non essere - quest'ultimo di marca Rolex, sia obiettivamente cosa marginale rispetto al 'cuore' delle Vostre dichiarazioni". "Ho preso la libertà, dopo profonda riflessione di pubblicare la presente sulla stampa nazionale a doverosa autodifesa, nell'immediato, della reputazione del marchio e dell'immagine di Rolex. Confidando in una Vostra cortese rettifica, con ossequi, Gianpaolo Marini".


Avere un Rolex può essere una conquista sociale certo, alla stregua di un vessillo che ricordi l'appartenenza a una tale famiglia piuttosto che a un'altra. Ma oggi, che siamo circondati dalle conseguenze di un boom economico, con figli e nipoti incapaci di avere spinte e vere motivazioni lavorative o soltanto di raccogliere le briciole rimaste di un benessere postbellico, non possiamo che aspettarci il regno dell'assenza di valori, dove i vessilli di famiglie ormai estinte sventolano sul drappo sgualcito del distruttore di turno.




Vero o falso che fosse il Rolex, sarebbe stato certamente meglio usare quest'altra frase

"E mentre quelli col Rolex andavano a distruggere le vetrine..." (M.Renzi)

quantomeno non ci sarebbe venuto il dubbio, che sfruttare l'onda emotiva oggi, possa essere la migliore delle pubblicità da farsi