lunedì 13 marzo 2017

Gli orologi di un tempo

Ragazzi sono tre settimane che ci soverchiate i maroni con questa storia dell'ora legale, qualcuno di voi ha cominciato a ricordarcelo appena dopo la befana, nemmeno fossero le primarie del PD. Lo sappiamo che arriverà anzi, ormai non c'è nemmeno più bisogno di saperlo visto che fanno tutto gli smartphone e gli orologi sparsi per casa.

Ma non era bellissimo invece quando tutto avveniva all'ultimo momento e il giorno dopo scoprivi che c'era qualcosa che non andava nel mondo per la sola differenza di luce nell'aria, o per quel languorino precoce allo stomaco? Il tuo orologio biologico era completamente sfasato che ti sembrava di essere arrivato da New York. Quello sì che era viaggiare e potevamo ancora dire d'esser poeti e marinai.

"Mamma che è successo?" Chiedevi, mentre tuo padre era intento a spostare la scala per la diciottesima volta cambiando quello che sembrava il diciottesimo orologio al Plutonio sparso per casa. "Ce l'ho ce l'ho! Passami la batteria al Bario per favore..." Sussurrava piano a mia madre che faceva da assistente mentre io me la dormivo ancora alla grande e rigorosamente in piedi. Insomma era un evento tale che mio padre dimostrava di essere un vero capofamiglia.
"Questa casa supererà l'ora legale anche quest'anno, cascasse il mondo!" Diceva a mia madre prima di andare a dormire il Sabato sera, concentrato e più cattivo che mai.

Magicamente quella mattina di Ottobre o di Marzo, gli orologi erano perfettamente allineati al flusso canalizzatore e all'unisono ti ricordavano che prima o poi saresti dovuto tornare indietro nel tempo.

"Nel passato?"
"No, nel futuro!!"




domenica 12 marzo 2017

La Tarallucci&Vino Enterprise

Mi arriva l'ennesimo annuncio di lavoro via mail, da parte della rinomata azienda Tarallucci&Vino Enterprise (nome di comodo come avrete brillantemente intuito).

credits by Cookthelook.it


Oggetto della mail: "Occasione per IoT Project in ambito Internazionale"

Testo della mail: "La Tarallucci&Vino Enterprise sviluppa Soluzioni e Applicazioni di Mobile Internet su cross platform e multiscreen con la più avanzata User Experience tramite un approccio User Centered delle più comuni tecniche dell'IoT. Con un fatturato in forte crescita si stabilisce rapidamente nel mercato Italiano e Internazionale. Se sei interessato inviaci pure il tuo cv."

Alché anche il laureando fuori corso si fa una grassa risata e lo usa subito come case history per la sua tesi di laurea. Che poi quel simpatico pure nell'ultima frase, io lo trovo di un'innocenza unica, roba da bimbetti con la spada finta di Excalibur che uccidono il magico drago invisibile.


sabato 11 marzo 2017

Mezzo o intero?

Esco a prendere una pizza, magari anche al trancio.

Mi fermo da Mega Pizza il cui nome in giorni di abbondanza glicemica mi avrebbe fatto girare alla larga subito, ma quando hai un calo di sano glutine e ottimo olio di colza, pagheresti oro per una fetta di amido e rosmarino.

E così entro nella pizzeria che vorrei già uscire. Pizze rattrappite e sparpagliate con millimetrica precisione in modo che il bancone sembri pieno. Un pò come quando a mensa chiedi le patate al forno e te ne mettono cinque a forma di stella in un piatto rigorosamente a parte.

Ma torniamo alla pizzeria. Torniamo a lui, il proprietario e al suo sorriso prostatico che giustamente vedendomi entrare se ne va sul retro. Bene. Penso. Un'ottima scusa per filarmela.
"Dicaaaa." Ma la moglie mi ferma proprio mentre mi dirigo verso la porta.
Allora guardo l'orologio, manco stessi aspettando un collega alla stazione, poi riguardo il bancone e poi ancora mi guardo attorno, attonito e con stile. "Mah...!! Ma senta... il pollo ruspante non l'avete?"



Ecco, in un mondo normale, una pizzeria che a stento ha la pizza bianca difficilmente avrà del pollo allo spiedo croccante che gira sopra un letto di patate succulente. Alché rispondendomi no mi spiace me ne sarei andato felice in un'altra pizzeria.

"Quanto mezzo o intero?"

In un mondo normale.


Mal-pensa-nti



Trenord verso Malpensa pulito quanto il bagno pulito di una stazione di servizio della A1.

Scendo al Terminal 2 pensando "Comodo sto trenino arriva fin dentro al Terminal". Beh non è proprio così perché arriva fuori dall'aereostazione, bisogna fare circa 350 metri a piedi per arrivare agli imbarchi e poi altri 400 metri dentro l'aeroporto solo per raggiungere il gate. Praticamente quasi un km dal treno al gate, ok ok sarò stato sfigato io da avere il gate D15 pazienza.

Ma al controllo sicurezza già mi sorgono i primi nefasti dubbi sulla service adaptability di questo aereoporto nonché sul senso dell'umorismo di chi gli ha dato il nome. Eravamo tipo in dieci a percorrere avanti e indietro come dei cretini la coda statica per arrivare al controllo sicurezza. Ma roba che per 5 metri in verticale sono riusciti a fartene fare 80 in orizzontale. Dopo il settimo tornante ho anche preso un Travelgum. Alché alla dodicesima volta che vedo questa simpatica coppia di anziani sfilarmi accanto e in senso contrario li saluto. Lei sorride, lui un pò meno. Poi mi ferma un tipo da spiaggia, palesemente addetto a rompere le palle.

"Biglietto per favore." Tiro fuori il biglietto pensando che fosse il controllo per gli aereoporti sprovvisti di tornelli... no no era proprio l'addetto a rompere le palle. "E questa cos'è?" Mi fa pensando di avermi colto in castagna.
"Quella è l'integrazione del posto, l'ho cambiato due giorni fa pagando la differenza."
"Non capisco."
Eh figliolo lo so. Penso sottovoce. "E' la fattura che mi ha fatto la compagnia aerea per aver cambiato posto; dalla fila 7 sono passato alla 4. Poi la compagnia mi ha spillato la fattura sul foglio che tiene in mano."
"Ma non capisco che vuol dire 11.01 chili?"
Chili? Dove cazzo hai letto chili? "Quelli sono 11.01 ...euro"
"Ahhhhh, lo speedy boarding!"
Poverino.
"Sì bravo! Proprio quello."
"Ok vada."


venerdì 10 marzo 2017

Finché la barca va

Ma voi ve la immaginate una nave da crociera puntare verso il balcone di casa vostra?
Voglio dire, soltanto il clacson dovrebbe essere già in grado di tirar giù almeno un paio di quadri, stendere i panni e tirare lo sciaquone.

"Ehi, non sapevo ci fosse un'eclissi di sole oggi! Ah no è soltanto la prua di una nave!"

In questo video poi il tipo non ha nemmeno la ringhiera nel terrazzo di casa, certo non che questa possa frenare le intenzioni della nave, ma almeno un maggiore senso di protezione lo darebbe, o quanto meno riusciresti ancora a dire..

"Tu-non-puoi-passaaaaaaaaaaaaare!!"

Video Frame by Yasmine e Bill Todhunter

giovedì 9 marzo 2017

L'immortale


Foto by Fabio Cimaglia / LaPresse
E poi mi sono immaginato questo Silvio al Mac.

Ma lo vedo passare prima dal Drive-Through, rigorosamente solo e con occhiali da sole stile Terminator. Solo che la sua macchina non ci passa.

Alché lo vedo scendere dal camion-porsche-suv e prendere le misure. Poi un calcetto alla ruota e qualche alzata di braccia come a dire "ma chi l'ha progettato questo ca$$o di Drive-Through cribbio!"

E parcheggiando con mestizia il camion-porsche-suv, si appresta ad entrare nel Mac con la stessa camminata che avrebbe entrando nel cesso di casa sua, ovvero mano destra in tasca, testa che ciondola come quando si torna a casa dall'edicola e paso doble appena accennato al primo scalino del Mac Donald's (ohh beata gioventù).

Poi si siede. E poi il menu.
Lui non capisce nulla di quello che c'è scritto ed è un pò come leggere il proprio testamento scritto da un altro. La pasta semplice al sugo non c'è. L'acqua frizzante forse. Caffé! Oh cribbio questo c'è! Lo conosco. Ordinerò un caffé!

E così, sulle note di un musical francese che risuonano nella sua testa insieme alle onde del mare, attende romanticamente che giunga quella cameriera seducente che però, non arriverà mai.

Ma lui non lo sa, ed è questo a renderlo immortale.
 

venerdì 17 febbraio 2017

Sempre più in alto

Il livello di sudorazione delle mie mani nel guardare questo video è pari solo alle abluzioni del Nazareno nelle acque di Betania durante il battesimo ...non so se provare stima o pena per tutti questi ragazzi che arrivano a fare tanto (ormai ce ne sono a centinaia che si arrampicano ovunque per la gloria di un selfie), spero solo che le loro imprese siano sempre dettate dal raggiungimento di qualcosa di personale piuttosto che dal numero di follower su Instagram

Lei è la modella russa Victoria Odintsova