mercoledì 11 ottobre 2017

Come osservare la Stazione Spaziale Internazionale ad occhio nudo



Signore e signori, oggi 11 Ottobre 2017 alle ore 20.19 Berlin Time, discutendo di infiltrazioni condominiali nel cortile del vicino, ho visto la Stazione Spaziale Internazionale ad OCCHIO NUDO !

"Miro guarda, questa mia nuova applicazione, puoi vedere il cielo stellato in augmented reality"
"Allora ti dicevo, se l'amministratore...."
"No Miro, ne parliamo dopo, mi è appena arrivata la notifica che sta per passare la Stazione Internazionale, cerchiamola!"
"Ma nun dovevamo cercà l'acqua?"
"Ma mica siamo rabdomanti."
"E all'amministratore che je dico?"
"Che prima cerchiamo la stazione"
"Ma c'avevo pure i gessetti per fare i segni a terra..."
"Dopo ci pensiamo, guarda Miro è proprio lì!"
"Ah" (perplessità guardando i gessetti)
"Miro ma dove guardi? Da questa parte!"
E Miro ancora più perplesso mi guarda e mi fa. "Ma stai a guardà er palazzo."
"No Miro è l'Augmented Reality, guarda il mio cellulare!"
"Ma scusa, stavi a guardà a stazione, poi er palazzo e mò er cellulare? Così so boni tutti."
"Eh si, riesco a seguire la stazione da dietro agli oggetti, tramite il cellulare. Tra cinque secondi apparirà!"
Cinque lunghi secondi dopo "Eccola!" E gliela indico.
"Non la vedo"

Daicazzooooooooooooooooooo!

Cinque lunghi minuti di silenzio dopo...
"Adesso posso usare i gessetti?"

 

p.s.
per chi volesse approfondire:
http://divulgazione.uai.it/index.php/Come_osservare_la_Stazione_Spaziale_Internazionale

martedì 10 ottobre 2017

Golgothan IV

Photo: Alex Honnold


La giornata di oggi è stata molto faticosa. E quando dico faticosa, intendo appeso a una parete di sesto grado cercando di arrivare in cima a mani nude, in mutande e prima che giunga la bufera.

La temperatura al mattino era molto bassa, la corda mi si era persino ghiacciata. Poi un raggio di luce mi ha scaldato le mani strappandomi un sorriso. Ma mi è bastato chiudere il sacco a pelo e fare dieci metri che un aquilotto bastardo mi ha cagato in testa. E quando sei appeso a una parete di sesto grado non puoi pensare di farti uno shampoo, né puoi fare le corna all'aquilotto altrimenti caschi di sotto. Verso le undici chiamo l'ufficio aquilotti per fare presente la cosa e mi risponde un call center che mi mette in attesa. Poi casca la linea e mi trovo quattro abbonamenti annuali alla rivista digitale Aquilotto Moderno. Ma procedo. L'aria si scalda, comincio persino a sudare. La fronte madida di... ah no, non era sudore.... poi giungo sul Dente del Giudizio, una roccia spaziosa dove fare una siesta. Qui incontro due simpatici spagnoli o meglio, lui era simpatico, lei era peggio di un maglione bagnato a pelle in una fredda giornata d'inverno. E mi fa "No hay espassio para tres personas!" Ma con una faccia che l'avreste dovuta vedere, alché gli rispondo in perfetto inglese "Ma tu sorella!" E mi apparecchio per farmi un piatto di lenticchie e carote con bruschette aglio, oGLIO e rosmarino. Dopodiché riparto, ma tempo di fare dieci metri che mi accorgo di avere sbagliato montagna. Ero su quella di fronte. Alché scendo di nuovo al Dente del Giudizio e la spagnola mi fa "No soy español soy catalán!" E in perfetto dialetto provenzale gli rispondo "Masticazzi!" Do una pacca sulla spalla del marito (che approva rassegnato) e proseguo la discesa per la cima di fronte. Che detta così rende proprio bene l'idea di quello che ho fatto oggi - LA DISCESA PER LA CIMA DI FRONTE - diceva sempre il mio capo scout Golgothan IV ai tempi in cui la Spagna non era ancora nata: "Per salire bisogna prima scendere. Ma per scendere bisogna solo scendere."
"Que increíble faina!" Aggiunse la spagnola ridendo ereticamente delle parole del Venerabile Golgothan IV, poco prima di essere bruciata dagli occhi di Zeus abilmente camuffati dai miei banalissimi Rayban.

(continua...)


venerdì 29 settembre 2017

La Torre Bianca

"Da una botola a pavimento si intravedono tracce di una più antica costruzione, in materiale diverso dal resto della torre. L’aspetto attuale della costruzione è quello assunto in funzione all’utilizzo militare agli inizi dell’800, durante l’occupazione inglese." 

Come raccontarvi quei momenti in cui ad undici anni, con in mano una candela e un amico al mio fianco, aprimmo quella botola per scendere nei sotterranei di questa vecchia Torre?

Credits: torrefaro.it


Quello che vedemmo là sotto non lo scorderemo mai, compresa la fuga a gambe levate verso la spiaggia!

E in questa fuga devo raccontarvi una cosa. Per entrare nella Torre passammo attraverso alcune inferriate che trovammo divelte e arrugginite. Così che per uscire il passaggio era obbligato e sempre lo stesso. Il mio amico Lillo uscì per primo in tutta fretta e con qualche difficoltà. Io per secondo. Ma la maglietta mi rimase impigliata nelle inferriate. Tanto che quella cosa ebbe tutto il tempo di salire al pian terreno. Ero quasi fuori, ma nell'uscire la gamba mi tagliai dietro al ginocchio. Ero spaventato a morte. Poi guardai le scale che portavano dentro la Torre. E lo vidi.

Era un simpatico topo di campagna.
Ed era l'assistente della Cosa.


(Nel mio prossimo romanzo vi racconterò tutto!)


lunedì 25 settembre 2017

Impara l'arte e mettila da parte

Big Clay 4 di Urs Fischer è arrivata in piazza della Signoria a Firenze:

Credits: Corriere Fiorentino

Credits: Ansa
Credits: Corriere Fiorentino


Grandissima opera d'autore (nel senso di grande, imponente), sicuramente partorita dopo mesi e mesi di difficili tentativi, quando ecco finalmente l'illuminazione, probabilmente nata su quel bianco vaso di ceramica, laboratorio fai da te e fucina di cotanti sforzi, magari facendo le parole crociate e certamente frutto dei postumi di una ricca abbuffata.

Complimenti all'autore, siamo certi che il mondo avesse "bisogno" di una tale opera di genio!


domenica 24 settembre 2017

Campionati mondiali di busta al chiuso

Battuto il campione del mondo Andrej Al Carfur dallo sfidante Alberto Oliva nella disciplina spesa con salto alla cassa per la categoria 60 euro. L'italiano si è piazzato col miglior tempo di sempre entrando e uscendo in soli 12 minuti e 4 secondi. Ai microfoni il neocampione del mondo ci ha detto di aver memorizzato la lista della spesa così bene che poteva recitarla al contrario e in ebraico antico. Ha anche ricordato di essersi allenato su tutte le possibili varianti di posizionamento del prodotto, per colore, forma e peso. In questo stadio del fresco infatti, sapeva che le zucchine avrebbero potuto essere sia a destra che a sinistra così come i broccoli, a volte ci sono, a volte non ci sono. La vera difficoltà ha aggiunto, è rimpiazzare la verdura con un valido sostituto e non perdere tempo dietro a verdure potenzialmente inesistenti come la melanzana tonda. Per non parlare poi di quando si hanno le zucchine vicine ai cetrioli, in questi casi solo l'esperienza ti può salvare. Al Carfur, che ha studiato questa disciplina per mesi e fatto la spesa per anni e in tutte le stagioni, ha ammesso di non aver mai visto niente del genere. "Oliva oggi avrebbe potuto fare la spesa all'indietro, senza carrello e persino a occhi chiusi. Non era un'atleta, era una macchina imbustatrice."


martedì 5 settembre 2017

Soluzioni poligonali

Dio ha inventato la ruota, ed era cosa buona, tonda e giusta. Ma le società di consulenza cercano di emularla prima col quadrato, poi col pentagono, poi con l'esagono e così via.

Internamente all'azienda: "Forza ragazzi ci siamo quasi, ancora un lato e rotolerà perfettamente!"

Al cliente: "La nostra soluzione è all'avanguardia, mai nessuno ha tentato una strada simile. Siamo pionieri in questo campo già da molti anni. A ogni tranche erogata vi aggiungeremo un lato, in questo modo faremo sinergia e vi permetteremo di diventare leader del mercato."



Allo Steering Committee: "Questo è il nostro piano quinquiennale, partiremo con una soluzione standard pentagonale e finiremo con un miriagono tra cinque anni. I nostri esperti di spigoli vi forniranno la giusta assistenza per dirigere ogni sforzo nella direzione del vostro piano industriale e i profit turnover vi faranno fare cassa sia sui poligoni dispari che su quelli pari."

Alché, il povero cliente: "Ok ma perché non fare una ruota?"

"Ah. Beh ma la ruota la fanno tutti, ormai è un prodotto obsoleto. E poi non sai mai dove comincia e dove finisce. Come fermi la ruota? Se il terreno è in discesa poi va da sola, è un vero casino. Ed è per questo che noi stiamo puntando tutto sugli esagoni a due livelli e i rombi multistrato. Siamo primi al mondo nella consegna di soluzioni poligonali!"

domenica 27 agosto 2017

Il mio amico Banjo

Corsetta mattutina, ancora poca gente in giro. I pappagalli della mia zona fanno provviste come al solito. O forse hanno preso sul serio quello che si dice in giro sull'Inverno. Forse sta arrivando davvero. Raggiungo via Boccea. La ASL aperta, il fruttarolo pure. Prendo la prima a destra e comincia lo stuolo di appartamenti con serrande abbassate. Un paio di ragazzi africani spazza rassegnato gli aghi di pino per qualche obolo che darà poi ai suoi schiavisti. Magari tra qualche ora passerà la nettezza urbana con la sua pulizia annuale delle strade. Puliranno il già pulito dal ragazzo sudanese, tanto ormai non si fanno più le cose per farle ma per dimostrare a qualcuno che non c'è motivo di licenziarlo. Proseguo lungo la discesa superando due eleganti vecchiette che parlano di alimenti surgelati uscendo dal portone di casa. Probabilmente stanno andando a messa. Una ha il marito l'altra no. Una il bastone l'altra le fa da appoggio. Subito dopo raggiungo un vecchietto che sta armeggiando il motore della sua auto. E' sua perché è una vecchia Punto, pulita, senza graffi, col paraurti di plastica intonso e la targa vecchia. Sarà andato a lavarla perché era la sua routine quando non era in pensione e l'acqua gli avrà creato problemi al carburatore. Probabilmente non riuscirà a ripararla e dovrà andare a prendere i pasticcini della Domenica a piedi. Almeno avrà qualcosa da raccontare alla moglie e al meccanico. Raggiungo la farmacia dove un'amabile vecchina con cappellino ribaltabile toglie il guinzaglio al suo chihuahua "Aspetta che ti slaccio così fai tutti i tuoi bisogni.."



Cambio marciapiede per cercare un pò d'ombra e mi trovo davanti moglie e marito ottantenni. Lui in canotta (rigorosamente bianca), lei lo sorregge aiutandosi con un bastone. Anche loro stanno andando a messa e probabilmente si sederanno accanto alle signore dei surgelati, misurando chi dei quattro stia messo peggio e raccontandosi gli ultimi acciacchi prima che il prete cominci l'omelia. Saluto con un buongiorno e ricambiano entrambi, lei con un buongiorno pieno e sicuro. Dietro di loro una coppia sui 45 con cocker al seguito. Lui sguardo basso, serio. Non guarda il cane, non guarda il marciapiede, forse non guarda nulla. Lei dietro. Saluto anche loro, ma non ricevo risposta. Poi un altro chilometro senza incontrare nessuno, rallento prendo fiato e spingo su per la salita. Faccio ancora un paio chilometri e mi fermo per il defaticamento. In lontananza sento il suono di un banjo. Anche i pappagalli lo sentono e non sembrano più in fermento. Il banjo puoi anche non saperlo suonare, ma tutti ti ascolteranno lo stesso. Guardo attraverso la radura in direzione del suono e intravedo un ragazzo in balcone che suona tranquillo il suo banjo. Anche questa fottuta calda estate sembra fermarsi per ascoltarlo. Poi il ragazzino comincia a cantare. Ma non è una canzone che ha sentito, né una che ha scritto. E' soltanto la gioia di avere qualcosa da fare. Si fossero conosciuti a inizio estate lui e il suo banjo, l'estate non sarebbe stata così calda, senza scuola né amici né mare. Da quel balcone avrebbe visto navi, turisti e tutti avrebbero chiesto di lui.

Le note del banjo suonavano nell'aria e il tutto era malinconico meno, ne sono certo, che per il ragazzino. Per lui la solitudine è soltanto un ricordo. Quel banjo adesso è la sua libertà.