martedì 28 marzo 2017

Il mio albergo di fiducia

Dopo tre metropolitane e seicento pericolose ascelle pronte a rivelare il Libro di Giovanni (l'Apocalisse) giungo finalmente in albergo. Il mio albergo di fiducia, quello che ti ha visto nascere (sul lavoro). Quello dove puoi sentirti a casa e che ti ha fatto a posta una linea telefonica preferenziale con cornetta rossa.



"Ma ben arrivatoooo! E' un piacere riaverla ancora tra noi, come sta?"
"Bene Loredana grazie." Mento spudoratamente. Ho la gola secca, un forte mal di testa e i crampi ai polpacci per aver fatto l'equilibrista in metro pur di non toccare nulla.
"Si ritira già per la notte o esce a mangiare qualcosa?"
"No stasera passo. Ho dei cracker in camera. Ci vediamo domattina, buonanotte Loredana!"
Loredana sorride.
La mia concierge di fiducia.

"Buonanotte a lei signor Cordiani!!

lunedì 27 marzo 2017

Il Topo del Sottosuolo

Ordino vegano online e oltre al cibo mi arriva una lettera da parte di Anna, chiaramente una mia fan. Accidenti penso, sono molto famoso qui a Milano. Chissà se mi spedirà un mazzo di fiori quando domani ordinerò ancora hummus e cecine. Magari è già qua sotto che aspetta che io getti una maglietta dal balcone. Magari è con delle amiche, anche loro fan accanite del grande scrittore Alberto Oliva.

Penso se non sia il caso di noleggiare una limousine per andare a lavoro domani, magari la faccio fermare davanti a Tiffany, così... per fare colazione, e poi di corsa a Radio Dee Jay per salutare i miei colleghi via radio. Poi riguardo il messaggio:

"Complimenti per il topo del sottosuolo! Bellissimo <testo indecifrabile> Anna."

E giuro ma non capisco proprio a quale pezzo si riferisca. Non ho mai scritto nulla su topi, almeno che ricordi... forse li ho disegnati, forse. Insomma, guardo meglio il messaggio, cerco di decifrare l'ultima parola e finalmente ci riesco.... ADATTAMENTO !! Prendo il titolo del pezzo misterioso e lo cerco online...

tempo 4 secondi e disdico subito limousine e volo privato per un aperitivo a Zurigo.
Chiedo l'amicizia al mio omonimo e tapinamente gli consegno la lettera della fan.

Fottuta saponetta del successo!

p.s. un doveroso pensiero va all'omonimo di Isaac Newton, Roberto Bolle e Gesù di Nazareth


domenica 26 marzo 2017

Matteo Renzi risponde


Non seguo molto la Formula 1, anzi direi che non la seguo proprio. C'ho provato, ma il sonno ha sempre avuto la meglio, più o meno dal secondo giro in poi. Quando penso alle gare di Formula 1 mi viene in mente il sapore delle paste domenicali, e della ricotta di quel cannolo coi canditi a cui voglio imputare la maggior parte della mia sonnolenza. Ma feci un esperimento una volta; scelsi una Domenica senza Formula 1 e mangiai in egual misura. Conclusi il pasto col mio solito cannolino siciliano e annotai su un taccuino la reazione. Rimasi sveglio abbastanza a lungo da mangiare altre paste e tornare a studiare. Cosa ho imparato da questo esperimento? Che il nostro pasticcere di fiducia metteva pesanti dosi di sedativo soltanto nelle domeniche in cui c'era la Formula 1. Mio padre controllò i dati, lesse la storia del nostro pasticcere e disse che avevo ragione. E per festeggiare andammo a comprare delle paste.

Oggi leggo l'intervento pubblico di Renzi sulla sua pagina Facebook: si è alzato alle 5, che sarebbero le 4 vista l'ora legale, e ha gioito della vittoria di Vettel. Me lo immagino alzarsi di scatto in piedi, in pantofole tricolore e vestaglia garibaldina mentre sente l'inno di Mameli a basso volume per non svegliare Agnese. E' lì in salone, mentre sorseggia del buon caffé e con una mano si regge il cuore. Insomma, io a quell'ora credo d'aver spento da poco la luce del mio comodino ed essere piombato nel sonno più totale, ma lui no. Italiano fino al midollo. Lui lo ha fatto e ce lo vuole far sapere.

Ma è a questo punto che un accanito (un)supporter gli alza la palla per la schiacciata finale. E così, il buon Giovanni spara un luogo comune preso a caso dalla cesta dei luoghi comuni e attende che il social, Renzi compreso, lo trituri a dovere. E' solo questione di minuti.




venerdì 24 marzo 2017

Come prepararsi per una riunione condominiale

Credit by Palazzo Chigi

Innanzitutto sappiate che l'imprevisto è sempre dietro l'angolo e se oggi avete un inquilino dalla vostra parte, domani sarà il primo a farvi causa per quei petali di begonie che non sapevate nemmeno di avere e che inspiegabilmente tapperanno lo scolo dell'acqua del suo balcone allagandogli casa con le prime pioggie d'Aprile. Per ovviare poi l'annoso problema del luogo dove far confluire tutti gli astanti, è consigliabile recarsi a studio del vostro amministratore.
Se il vostro amministratore non ha uno studio, cambiatelo.

La mia checklist è pressappoco questa:
  • Fotocopie fatte, scansioni pure
  • Penna blu funzionante, penna nera operativa e pennina USB d'emergenza svuotata e decriptata
  • Scaletta degli argomenti imparata a memoria, dovesse andare persa quella della convocazione
  • Foglietto TORNO SUBITO per il posteggio della macchina stampato in duplice copia e con numero di telefono occultato per evitare ulteriori scherzi dei bambini in cortile
  • Frasi di circostanza, apertura e chiusura riunione pronti
  • Preventivi spillati e messi in ordine di importanza (la mia)
  • Diversivo da metà serata e ripasso della vita dei condomini (evitate gaffe sul "Come mai sei venuto al posto di tua sorella?" "E' morta") 
  • Ripasso di economia bancaria, gestione aziendale e project management (questo da farsi un paio di mesi prima della riunione) 
  • Ripasso di norme e tributi, diritto privato e diritto internazionale (questo nel solo caso abbiate dei rifugiati politici nel palazzo)
  • Memorizzazione dello stato patrimoniale e relativo conto economico dell'anno in corso (per questo in genere si ha poco tempo, dipende dalle letture dell'acqua e dalla data di convocazione dell'assemblea condominiale)
Mi raccomando poi, se non riuscite a fare il presidente fate almeno il segretario e se testimoniate non guardate mai in faccia l'imputato. Viceversa, se interrogate il teste fatelo mentre scrivete il verbale (non vi mentirà mai, funziona sempre).

E per finire la dieta. Non mangiate mai a ridosso di una riunione, e non aspettate di tornare a casa per cenare. Solo la riunione vi potrà dire quando mangiare e cosa mangiare. Io di solito me la cavo con una ventina di caramelle prese dal boccione della scrivania dell'amministratore.

La Storia delle Cose

Chi di noi non ha desiderato almeno una volta nella vita di conoscere la storia delle cose?

Beh c'è un'università in Italia, che nel corso di Ingegneria prende in prestito questa materia dalla facoltà di Architettura e la sviscera per bene. Pare che il corso voglia fornire "le nozioni relative al rapporto uomo/donna-oggetto" (e sì, la scelta dell'ordine delle parole poteva essere pensata meglio).

Ma veniamo ai dettagli del corso. Per prima cosa (!!) si studia... la cosa (sì, la cosa) e le cose (!!) nelle varie lingue e culture. C'è per esempio the thing che è molto differente da la cosa nostrana, per non parlare poi di the things. Dopo quesa prima disamina atta a specificare geograficamente l'utilizzo e la forma di una cosa piuttosto che di un'altra si passa alle cose nei miti e nelle forme narrative.

"Oh tu cosa che langui nell'ombra! Esci e chetati innanzi a codesto coso!"

Tratto dal coso là come si chiama... Poi si passa alla simbologia delle cose e hai voglia ad elencare cose e cosi che cosano. Per proseguire poi con la funzionalità delle cose in tutte le loro cose. E si studiano anche gli usi delle cose senza lasciare nulla al coso ehm, al caso.


Ma le cose lasciano anche metafore, ed è per questo che una sezione del corso è interamente dedicata a quest'ultime. Pensiamo ad esempio a Gesù quando disse:

"Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna agitata dal vento? E allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano vesti sontuose e vivono nella lussuria stanno nei palazzi dei re. Allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, e più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto:

Ecco io mando davanti a te il mio messaggero,
egli preparerà la via."

Con la storia delle cose riusciamo a valutare ed estrinsecare meglio la metafora che si nasconde dietro le sue parole:

"Che COSA siete andati a vedere nel deserto? Una COSA agitata dal vento? E allora, che COSA siete andati a vedere? Un COSO avvolto in morbide vesti? Coloro che portano COSE sontuose e vivono nella COSA stanno nei COSI dei re. Allora, che COSA siete andati a vedere? Un COSO? Sì, vi dico, e più che un COSO. Egli è colui del quale sta scritto:

Ecco io mando davanti a te il mio COSO,
egli preparerà la COSA."

Alché capite bene che il senso della metafora si fa meno recondito, pur rimanendo velato; stiamo certamente parlando del COSO e Gesù non lo nasconde. Non dobbiamo più cercare il senso occulto di via, profeta o messaggero. Sappiamo benissimo che qui si sta parlando del COSO che prepara la COSA! Magia delle cose nascoste..

E per terminare il corso sulle cose: la parte finale è dedicata alle utopie delle cose.
Quante volte abbiamo desiderato una cosa e non abbiamo potuta averla, molte altre volevamo più cose e ci siamo dovuti accontentare di una cosa sola.

"Se potessi avere 1000 cose al meseee.."

Strano che non abbiano messo una sezione sulla musica delle cose.

Chiudo questa cosa (...) con il remark finale: "Il focus del corso è incentrato sui colori delle cose." E immaginiamo tutti la complessità dell'argomento.




La Cosa - dal film I Fantastici 4

giovedì 23 marzo 2017

Le mistiche parole dell'avatar Adhavan



Mi scrive il famosissimo Adhavan, urca penso io il satguru del mio nobile maestro Zufar Khan II che nel 1657 venne da lui istruito sui profondi misteri dell'Universo e le mirabili possibilità dell'essere umano... cosa vorrà mai ho pensato, vorrà forse che erga per lui un pashram romano o che divenga il più potente jyotisha mai conosciuto sulla terra? E da dove mi starà scrivendo? E il nobilissimo Zufar sarà al corrente di tutto questo? Stanno forse bramando di svelare a pochi eletti i quattro arcani dei sette candelabri d'oro... alché decido subito di prendere dell'ottima mirra rimasta in frigo e accendere un pò d'incenso per creare la giusta atmosfera di devozione verso il mistico avatar di Adhavan, nonché guru del mio guru.

Mi siedo nella posizione del loto e proseguo la lettura col terzo occhio:

"Myself Adhavan and my team have been searching for a suitable CV on a job portal for a new project as SAP Consultant and found yours. I like to know your availability to take an interview with us. So, please address to this email to understand your professional fit with our available job opportunities and to fix a meeting within the month. The job location is in Paris and the contract is for six months."


A quel punto ho visto il cero spegnersi da solo e farmi i più distinti saluti prima di uscire dalla stanza. Le trombe dell'Apocalisse hanno fischiato stonate nell'aria e i quattro angeli giunti ad ascoltare le parole di Adhavan se ne sono andati insieme a vedere vecchie puntate di Masterchef.

domenica 19 marzo 2017

L'ansia legale

Ringrazio tutti gli allarmisti e complottisti dell'ora illegale perché questa mattina per un attimo ho temuto di avere delle superstringhe quantiche aperte e sparse per casa.

Il fatto è che dopo aver passato diversi minuti a sincronizzare in avanti tutti gli apparati al quarzo da me posseduti, compreso il pendolo a cucù della signora Ingrid e l'orologio automatico di mio nonno, mi sono reso conto di aver fatto un lavoro del tutto inutile. Lavoro che gli allarmisti dell'ora legale ormai ci ricordano anche due settimane prima dell'evento stesso.

screenshot tratto da Il Messaggero

Che strano ho pensato stamattina, l'orologio della signora Ingrid si è sincronizzato da solo, e così anche quello automatico di mio nonno. Fenomeni paranormali? Entità che mi aiutano nelle rognose faccende di casa? O semplicemente mi hanno instillato l'ansia illegale da ora solare?

A questo punto, visto che mancano ancora sette giorni alla fine dell'ora solare, mi si pone un'arduo problema: portare nuovamente indietro gli orologi, facendo fatica tripla o lasciarli così per una settimana facendo la sola fatica mentale di sottrarre un'ora all'ora letta?
L'autismo che è in me grida forte in dialetto tedesco di riportare il tutto a una situazione che sia più gestibile, più in linea con i principali eventi astrologici del secolo e ovviamente in fase col movimento di nutazione dell'asse terrestre, ma soprattutto che non sia in grado di aprire pericolosi gravitoni tra la cucina e il bagno.


mercoledì 15 marzo 2017

Ci siamo sposati su Messenger



Per fortuna è solo la mia vista a fare cilecca, ma tranquilli arriveremo anche a questo, è solo questione di tempo. I due sposini daranno l'annuncio su Facebook ciascuno sulla propria bacheca e poi creeranno il loro evento, l'addio al nubilato e l'addio al celibato. E trasmetteranno il tutto LIVE solo per gli amici. Quelli veri.

Poi ci sarà l'Evento con la E maiuscola. Ma non tutti potranno partecipare, sarà un evento a invito ovvio, con tanto di pulsante per le donazioni. E ci sarà una pagina dedicata con foto, video e commenti/pettegolezzi/insulti. Tutti stando rigorosamente a casa propria s'intende. 

E per finire, il giorno delle nozze convoleremo tutti su Messenger, loro due in alto nella chat, sempre fissi e visibili a tutti. Lo scoiattolo in questione pronuncerà il rito solenne, entrambi diranno SI LO VOGLIO o meglio, lo scriveranno in chat, e le trombe suoneranno invitando tutti a uscire dalla chat per trasferirsi sulla pagina dell'evento, dove ci sarà il rinfresco sottoforma di buoni sconto Foodora.

Finché Internet non vi separi.
Amen.

Il mistero del nastro doppio

Credo che ormai siate abbastanza maturi da potervi raccontare la storia dei nuovi nastri al controllo bagagli di Fiumicino.Sono mesi ormai che in quest'aereoporto hanno installato un intelligentissimo sistema di smistamento clienti, peccato soltanto che nell'analisi del sistema non abbiano considerato il vero collo di bottiglia: i clienti.

Per capirci, il meccanismo è molto semplice; se prima avevamo un passeggero alla volta che metteva computer, cellulare, valigia e quant'altro sul nastro per i controlli (la funzione di distribuzione degli arrivi era del tutto simile a quella del suo smaltimento) adesso abbiamo quattro passeggeri per ciascun nastro che possono fare altrettanto, dimezzando i tempi di smaltimento a prescindere dalla funzione poissoniana di arrivo ai controlli di sicurezza. Attenzione, non è che per una persona che prima veniva servita adesso ne abbiamo quattro, ma considerando T il tempo di svestizione di un passeggero, avremo certamente 3 svestizioni in più per ogni T ovvero ogni 4 passeggeri, il che abbassa notevolmente il tempo di servizio totale del singolo cliente.

Se il cliente stesse al gioco.



Infatti, nonostante il criterio di smistamento sia piuttosto semplice da capire anche per il novizio (i simboli a terra sono giganti e gli addetti al controllo fanno di tutto per aiutarti) puntualmente si assiste a scene del tipo.. "Signore può andare, c'è una postazione libera." Faccio io indicando una delle due postazioni libere per la svestizione. Ma niente. Il tizio guarda fisso l'orizzonte oltre il metal detector, forse oltre l'oceano. "Sir, you can go. Free step ahead!" Ma anche qua niente, un caso clinico. L'uomo è certamente un animale abitudinario, e fin quando il passeggero non vedrà il cliente davanti a sé decollare dalla pista principale, non si azzarderà nemmeno a poggiare lo zaino dentro una vaschetta.

Eppure il sistema ti viene incontro, hai davanti a te un nastro statico e delle vaschette libere pronte all'uso. Prendi vaschetta-riempi vaschetta e dal nastro statico la sposti su quello scorrevole. Semplice! Ma niente....Sir you can go 'mpar de palle.

Ma voi penserete, vabbé forse era anziano. NO! Ho visto giovani tedeschi con un MBA e quattro lauree lasciarsi prendere dal panico, ragazzi che mettevano il computer sul nastro scorrevole e il portafogli su quello statico. Una ragazza, quando gli ho fatto cenno del posto libero mi ha pure risposto NO, THANKS!

E poi per ultimo, dulcis in fundo....il recupero bagagli e vassoi dalla parte opposta.... il criterio è lo stesso, un nastro che scorre e uno che è fermo. Un pò come quando al ristorante giapponese prendi dal binario la ciotola rosa, la ciotola gialla e così via... bene, qui scegli una delle quattro postazioni libere, prendi la tua vaschetta che arriva sul nastro scorrevole, la poggi su quello statico, ti rivesti e cestini la vaschetta ormai vuota nel raccoglitore. Semplice.

Se non si hanno clienti.

Ma ogni aereoporto che si rispetti ha almeno un cliente. Eh lo so, sono strani questi aereoporti. E sono abbastanza certo che anche con un solo cliente sorgerebbero rallentamenti e code improvvise.

Ma veniamo proprio all'ultima fase del controllo. Il cliente medio aspetta la sua vaschetta come Homer Simpson aspetterebbe un hamburger al drive-through, invece di un controllo bagagli per lui dev'essere una sorta di self service in pausa pranzo. In effetti gli elementi ci sono tutti, c'è un nastro, ci sono i vassoi e bisogna aspettare. Con la valigia cotta a puntino e il suo computer che esce dal tostapane lo vedi agitare le sue manine e saltare felice sui piedi. Evviva evviva è fatta, si mangia!! E non sarà certo il vetro messo poco prima delle quattro postazioni d'uscita a fermarlo dal recuperare il bagaglio, perché Homer, invece di rilassarsi posizionandosi in una di queste postazioni vorrà recuperare la valigia proprio mentre scende dal nastro rischiando di farsi venire un ernia per lo sforzo.

LESSON LEARNT N.1
Un sistema è davvero intelligente quando supera il test del passeggero

LESSON LEARNT N.2
Il team building tra clienti non funziona

lunedì 13 marzo 2017

Gli orologi di un tempo

Ragazzi sono tre settimane che ci soverchiate i maroni con questa storia dell'ora legale, qualcuno di voi ha cominciato a ricordarcelo appena dopo la befana, nemmeno fossero le primarie del PD. Lo sappiamo che arriverà anzi, ormai non c'è nemmeno più bisogno di saperlo visto che fanno tutto gli smartphone e gli orologi sparsi per casa.

Ma non era bellissimo invece quando tutto avveniva all'ultimo momento e il giorno dopo scoprivi che c'era qualcosa che non andava nel mondo per la sola differenza di luce nell'aria, o per quel languorino precoce allo stomaco? Il tuo orologio biologico era completamente sfasato che ti sembrava di essere arrivato da New York. Quello sì che era viaggiare e potevamo ancora dire d'esser poeti e marinai.

"Mamma che è successo?" Chiedevi, mentre tuo padre era intento a spostare la scala per la diciottesima volta cambiando quello che sembrava il diciottesimo orologio al Plutonio sparso per casa. "Ce l'ho ce l'ho! Passami la batteria al Bario per favore..." Sussurrava piano a mia madre che faceva da assistente mentre io me la dormivo ancora alla grande e rigorosamente in piedi. Insomma era un evento tale che mio padre dimostrava di essere un vero capofamiglia.
"Questa casa supererà l'ora legale anche quest'anno, cascasse il mondo!" Diceva a mia madre prima di andare a dormire il Sabato sera, concentrato e più cattivo che mai.

Magicamente quella mattina di Ottobre o di Marzo, gli orologi erano perfettamente allineati al flusso canalizzatore e all'unisono ti ricordavano che prima o poi saresti dovuto tornare indietro nel tempo.

"Nel passato?"
"No, nel futuro!!"