domenica 2 aprile 2017

L'agenda perfetta, le 22 qualità nascoste che ogni agenda dovrebbe avere

Nell'era del digitale, del coprifuoco analogico e del bando alla carta stampata, sto valutando l'acquisto di un'agenda giornaliera. Sì, di quelle che si sfogliano. Per coerenza la mia ricerca di mercato è partita dal web. Ho provato alcune agende digitali, ma il profumo dello schermo del telefonino non mi ha soddisfatto, così ho dato il via a uno studio di fattibilità in prospettiva del valore aggiunto cercato. Ho contatto alcuni fornitori e ho scoperto che di questi tempi lo sconto sulle agende può arrivare anche al 50% . Ho chiesto garanzie in diverse cartolerie di Roma, ho letto riviste specializzate e mi sono visto un documentario su come viene fatta la carta di queste agendine.

Poi è venuto il grande giorno; me ne hanno data una in prova.
"Sappia che nel caso ci scriva sopra anche solo una lettera le costerà 4.50 € per il resto può usarla quanto vuole. Dentro al negozio."


E dopo averla usata dentro e fuori al negozio, posso finalmente elencare le qualità dell'agenda giornaliera perfetta:
  1. ogni giorno deve corrispondere a una pagina intera, cos'è questa storia che il sabato e la domenica sono raggruppati in un'unica pagina? Mica sto cercando un'agenda per il lavoro anzi, il sabato e la domenica è proprio quando facciamo qualcosa di interessante. Non voglio mica scrivere "Sole al mattino. Pioggia al Pomeriggio. Nonna caduta ore 18. Visto film <manca spazio>"
  2. le pagine devono essere bianche o al limite giallo chiaro, nessun colore pimpante o ghirighori fosforescente è ben accetto, vi stancherà gli occhi e prima di Febbraio non la userete più
  3. devono esserci le righe, niente quadrucci che distolgono l'attenzione e niente fogli bianchi, siete agendisti mica pittori
  4. la carta dev'essere come la vostra cultura, di un certo spessore
  5. devono esserci i santi, che agendina sarebbe senza santi? Facebook è nato con lo scopo di ricordarci i compleanni, le agendine sono nate per ricordarci gli onomastici. Ad ognuno il proprio mestiere
  6. ogni pagina, ovvero ogni giorno, deve riportare la sua cardinalità. Non esiste che non sappiamo quanti giorni sono passati dall'inizio dell'anno e non fatevi infinocchiare con le agendine da quattro soldi: tutte le pagine devono avere anche il numero di giorni mancanti fino alla fine dell'anno!!
  7. festività nel mondo, non vorrete mica andare in vacanza in Svezia quando è vacanza in Svezia vero?
  8. fattori di conversione
  9. la mitica tabella delle distanze tra città
  10. le date da ricordare
  11. prefissi internazionali
  12. numeri telefonici per emergenze
  13. targhe auto e relativo CAP
  14. il colore, in base a una delibera della Comunità Europea questo può essere grigio, blu, viola, bianco, marrone scuro e marrone chiaro, tutti gli altri sono fuorilegge
  15. il peso deve oscillare tra 150/250 grammi
  16. l'agenda deve avere l'elastico
  17. un segnalibro in cotone
  18. una pagina dei dati personali
  19. ogni giorno deve avere le condizioni meteo da poter barrare
  20. nonché fasi lunari, alba e tramonto
  21. segno zodiacale
  22. time zone mondiale
Le dimensioni ideali dell'agendina dovrebbero andare dai 9/10 cm per la larghezza ai 14/15 cm per la lunghezza. L'altezza invece deve attestarsi attorno ai 2 cm. La copertina dev'essere rigida, ma senza spigoli.

Quando troverete un'agendina così, fatemi un fischio, io intanto ho ordinato la mia seconda agendina (il problema del sabato e della domenica mi ha fatto venire dei leggeri attacchi di panico).

Agenda Moleskine


sabato 1 aprile 2017

Il Nirvana nella metro


Ci hanno sempre decantato la straordinaria intelligenza degli indiani, soprattutto in ambito informatico. Tuttavia, nella mia esperienza lavorativa, di quest'intelligenza non è che vi sia molta traccia.


Il primo indiano con cui ho lavorato dormiva sul posto di lavoro. E non in senso lato. Magari era intelligente chissà. Ma di fatto dormiva, per non parlare di quando lo faceva dopo pranzo. Lì russava proprio. Il secondo indiano sorrideva sempre. Ma non andava oltre questa difficile mansione. Era molto bravo a sorridere e sapeva farlo quasi in tutte le occasioni, cordogli compresi, ma il suo know-how si fermava là. Il terzo indiano era un manager e il suo leit motif era "No questo non si può fare" o meglio, "No! Izimpossbl, ui-cannot-dudé!". E puntualmente, nel giro di una mezz'ora scoprivamo che la cosa era più che fattibile. Il quarto indiano si puliva i piedi durante le riunioni. Il quinto era una donna, ma non abbiamo mai capito cosa facesse di mestiere né quale fosse il suo ruolo nell'azienda. Però partecipava a tutte le riunioni in qualità di specialista.

Il penultimo indiano è l'eccezione, felicemente trapiantato in America, ha sempre capito quello che intendevo dire. Certo, anche lui aveva qualche problemino col tenersi le scarpe ai piedi, ma almeno la pedicure se la faceva a casa.

Siddharta Gautama


E poi c'è lui, l'indianello della metro. Anzi, del vagone. Treno in corsa, prossimo alla fermata per la stazione Centrale, ore 18.30. L'indianello è in piedi, come tanta altra gente a quell'ora. Il vagone rallenta e si ferma. La banchina è sulla sinistra, pertanto si aprono solo le porte di sinistra. Osservo il vagone svuotarsi lentamente e lui procedere in direzione totalmente opposta, sul lato destro del convoglio. Tutto trafelato comincia a premere il bottone per aprire la porta, ma quella porta dà su un muro. Ed è parecchio evidente, non ci sono graffiti sui vetri, né passaggi dimensionali. Un muro insomma. Ma io sono abbastanza certo che l'indianello vedesse oltre la realtà cui siamo abituati noi mortali. Probabilmente era un bodhisattva o un Jivanmukta in ferie a Milano. Sono certo che la convinzione con cui ha cliccato un migliaio di volte quel bottone era indice di un essere superiore. Noi tutti vedevamo un muro, lui ci vedeva il Nirvana. Quando a un tratto si rende conto d'aver sbagliato lato, si gira e sorride alle porte ancora aperte sul lato sinistro. Fa per lanciarsi quando queste si richiudono impedendogli di scendere dal vagone.
L'indianello si spalma sul vetro e la metro riparte.
Mi si è stretto il cuore.


p.s.
vorrei menzionare alcuni degli indiani illustri di cui ho letto libri o biografie, magari la loro storia potrebbe interessare anche voi: Jiddu Krishnamurti, Srinivasa Ramanujan, Sri Yukteswar, Nisargadatta e Ramana Maharshi



Dramma Express



Dramma in un solo atto, scena prima e ultima: entro alla Feltrinelli per trovare qualcosa di interessante, innovativo, che stimoli le mie prossime ore. Passo in rassegna praticamente tutti i reparti... politica, economia, marketing, scienze, scienze alternative, diritto tributario, condominio fai da te, psicologia del se (senza accento), compendio di statistica, tedesco in 4 giorni, pranayama, chakra e saggio sui sette tipo d'uomo, breve storia del pi greco, breve storia di Arduino e breve storia del Management, 101 racconti Zen, 15 scoperte matematiche, 10 modi di dormire, Osho e De Chirico. Ma nulla sfiora il mio interesse. Passo al reparto giocattoli. Già andiamo meglio. Ma non concretizzo. Passo alla sezione Moleskine, poi quella sulle tazze e termino sciattamente su Settimana Enigmistica e fumetti.

Tutto vano.
Esco dalla Feltrinelli in silenzio.


mercoledì 29 marzo 2017

Assemblea di condominio, tutta la cronaca minuto per minuto



Un esiguo numero di condomini affrontava il viaggio verso lo studio dell'Amministratore muniti di soli 45 euro in tre, due biglietti dell'autobus, 4 graffette, 18 fotocopie e millesimi insufficienti per poter deliberare anche solo la richiesta di un bicchier d'acqua. Deleghe comprese.


Alle ore 19.50 i tre millesimi insufficienti si fermavano a mangiare un pezzo di pizza da "Gigi Pizza al mattone". Ancora in tempo per deliberare una ritirata proseguivano pizza alla mano verso lo studio dell'Amministratore.

"Ah avete portato la pizza!" Esclamava alle 20.11 l'esimio Amministratore. "Non dovevate grazie, ma accetto molto volentieri!"

Terminati i 45 euro di pizza al taglio alle ore 20.24 si procedeva al conteggio dei millesimi con delega a sorpresa rimasta nel portafogli del condomino Oliva.

"Bene, con 501.4 millesimi, sufficienti per deliberare non proprio tutto, apriamo la seduta."
Presidente Oliva, pizza rossa e segretario Messina, pizza funghi e zucchine.

Alle ore 20.51 l'assemblea approva all'unanimità il punto 1, 2 e 3 all'ordine del giorno. Il punto 4, ovvero la parcella dello studio legale veniva discussa di fronte a un ottimo bicchier d'acqua del 2016 a temperatura ambiente. Il segretario faceva notare la perdita di gazzosità chiedendo l'intervento del Presidente.

"Ti passo la Ferrarelle Miro, non c'è problema."

Alle ore 21.32 sopraggiungeva trafelato il millesimo 561 chiedendo più volte venia per il ritardo.

"Scusate avevo ordinato una pizza, ma pare che avessero fatto un ordine da 45 euro. Che scherzi da imbecilli..."

Alle ore 21.42 veniva approvata la parcella dello studio legale con annessa nota a margine del millesimo 561 "Ah abbiamo uno studio legale?"

Alle ore 21.11 veniva approvato il preventivo della ditta Sali&Tabacchi per l'automazione del cancello con gli ultimi ritrovati della domotica giapponese. Alle ore 21.16 si collegava via Skype il millesimo 611, donna. Da qui in poi sono andate perse le trascrizioni di questa conversazione, nonché le numerose dimostrazioni del Presidente e gli assiomi del terzo condomino, detto Pizza ai frutti di mare, per mostrare al millesimo 611 lo studio di fattibilità dell'impermeabilizzazione del controsoffitto del vialetto principale.

Tutto vano.

Il millesimo donna chiedeva di mettere a verbale la congettura del vialetto, l'ipotesi non dimostrata del controsoffitto e la faziosità della ripartizione per i lavori di domotica di Sali&Tabacchi, invitando caldamente il Presidente ad espletare la facoltà di giudicare NULLA la suddetta assemblea.

Alle ore 22.41 la connessione Skype veniva inspiegabilmente a mancare facendo tornare l'assemblea al millesimo 561. Millesimo sufficiente per deliberare vialetto, controsoffitto, domotica e ripartizione di Fourier-Bernoulli-Oliva sui metri cubi d'acqua consumati durante l'anno.

Alle ore 22.45 la seduta è tolta. Presenti Pizza rossa, Pizza funghi e zucchine e Pizza ai frutti di mare, nonché il millesimo 561 che fa segnare una nota di chiusura:

"Ok andiamo a mangiare adesso?"

martedì 28 marzo 2017

Il mio albergo di fiducia

Dopo tre metropolitane e seicento pericolose ascelle pronte a rivelare il Libro di Giovanni (l'Apocalisse) giungo finalmente in albergo. Il mio albergo di fiducia, quello che ti ha visto nascere (sul lavoro). Quello dove puoi sentirti a casa e che ti ha fatto a posta una linea telefonica preferenziale con cornetta rossa.



"Ma ben arrivatoooo! E' un piacere riaverla ancora tra noi, come sta?"
"Bene Loredana grazie." Mento spudoratamente. Ho la gola secca, un forte mal di testa e i crampi ai polpacci per aver fatto l'equilibrista in metro pur di non toccare nulla.
"Si ritira già per la notte o esce a mangiare qualcosa?"
"No stasera passo. Ho dei cracker in camera. Ci vediamo domattina, buonanotte Loredana!"
Loredana sorride.
La mia concierge di fiducia.

"Buonanotte a lei signor Cordiani!!

lunedì 27 marzo 2017

Il Topo del Sottosuolo

Ordino vegano online e oltre al cibo mi arriva una lettera da parte di Anna, chiaramente una mia fan. Accidenti penso, sono molto famoso qui a Milano. Chissà se mi spedirà un mazzo di fiori quando domani ordinerò ancora hummus e cecine. Magari è già qua sotto che aspetta che io getti una maglietta dal balcone. Magari è con delle amiche, anche loro fan accanite del grande scrittore Alberto Oliva.

Penso se non sia il caso di noleggiare una limousine per andare a lavoro domani, magari la faccio fermare davanti a Tiffany, così... per fare colazione, e poi di corsa a Radio Dee Jay per salutare i miei colleghi via radio. Poi riguardo il messaggio:

"Complimenti per il topo del sottosuolo! Bellissimo <testo indecifrabile> Anna."

E giuro ma non capisco proprio a quale pezzo si riferisca. Non ho mai scritto nulla su topi, almeno che ricordi... forse li ho disegnati, forse. Insomma, guardo meglio il messaggio, cerco di decifrare l'ultima parola e finalmente ci riesco.... ADATTAMENTO !! Prendo il titolo del pezzo misterioso e lo cerco online...

tempo 4 secondi e disdico subito limousine e volo privato per un aperitivo a Zurigo.
Chiedo l'amicizia al mio omonimo e tapinamente gli consegno la lettera della fan.

Fottuta saponetta del successo!

p.s. un doveroso pensiero va all'omonimo di Isaac Newton, Roberto Bolle e Gesù di Nazareth


domenica 26 marzo 2017

Matteo Renzi risponde


Non seguo molto la Formula 1, anzi direi che non la seguo proprio. C'ho provato, ma il sonno ha sempre avuto la meglio, più o meno dal secondo giro in poi. Quando penso alle gare di Formula 1 mi viene in mente il sapore delle paste domenicali, e della ricotta di quel cannolo coi canditi a cui voglio imputare la maggior parte della mia sonnolenza. Ma feci un esperimento una volta; scelsi una Domenica senza Formula 1 e mangiai in egual misura. Conclusi il pasto col mio solito cannolino siciliano e annotai su un taccuino la reazione. Rimasi sveglio abbastanza a lungo da mangiare altre paste e tornare a studiare. Cosa ho imparato da questo esperimento? Che il nostro pasticcere di fiducia metteva pesanti dosi di sedativo soltanto nelle domeniche in cui c'era la Formula 1. Mio padre controllò i dati, lesse la storia del nostro pasticcere e disse che avevo ragione. E per festeggiare andammo a comprare delle paste.

Oggi leggo l'intervento pubblico di Renzi sulla sua pagina Facebook: si è alzato alle 5, che sarebbero le 4 vista l'ora legale, e ha gioito della vittoria di Vettel. Me lo immagino alzarsi di scatto in piedi, in pantofole tricolore e vestaglia garibaldina mentre sente l'inno di Mameli a basso volume per non svegliare Agnese. E' lì in salone, mentre sorseggia del buon caffé e con una mano si regge il cuore. Insomma, io a quell'ora credo d'aver spento da poco la luce del mio comodino ed essere piombato nel sonno più totale, ma lui no. Italiano fino al midollo. Lui lo ha fatto e ce lo vuole far sapere.

Ma è a questo punto che un accanito (un)supporter gli alza la palla per la schiacciata finale. E così, il buon Giovanni spara un luogo comune preso a caso dalla cesta dei luoghi comuni e attende che il social, Renzi compreso, lo trituri a dovere. E' solo questione di minuti.




venerdì 24 marzo 2017

Come prepararsi per una riunione condominiale

Credit by Palazzo Chigi

Innanzitutto sappiate che l'imprevisto è sempre dietro l'angolo e se oggi avete un inquilino dalla vostra parte, domani sarà il primo a farvi causa per quei petali di begonie che non sapevate nemmeno di avere e che inspiegabilmente tapperanno lo scolo dell'acqua del suo balcone allagandogli casa con le prime pioggie d'Aprile. Per ovviare poi l'annoso problema del luogo dove far confluire tutti gli astanti, è consigliabile recarsi a studio del vostro amministratore.
Se il vostro amministratore non ha uno studio, cambiatelo.

La mia checklist è pressappoco questa:
  • Fotocopie fatte, scansioni pure
  • Penna blu funzionante, penna nera operativa e pennina USB d'emergenza svuotata e decriptata
  • Scaletta degli argomenti imparata a memoria, dovesse andare persa quella della convocazione
  • Foglietto TORNO SUBITO per il posteggio della macchina stampato in duplice copia e con numero di telefono occultato per evitare ulteriori scherzi dei bambini in cortile
  • Frasi di circostanza, apertura e chiusura riunione pronti
  • Preventivi spillati e messi in ordine di importanza (la mia)
  • Diversivo da metà serata e ripasso della vita dei condomini (evitate gaffe sul "Come mai sei venuto al posto di tua sorella?" "E' morta") 
  • Ripasso di economia bancaria, gestione aziendale e project management (questo da farsi un paio di mesi prima della riunione) 
  • Ripasso di norme e tributi, diritto privato e diritto internazionale (questo nel solo caso abbiate dei rifugiati politici nel palazzo)
  • Memorizzazione dello stato patrimoniale e relativo conto economico dell'anno in corso (per questo in genere si ha poco tempo, dipende dalle letture dell'acqua e dalla data di convocazione dell'assemblea condominiale)
Mi raccomando poi, se non riuscite a fare il presidente fate almeno il segretario e se testimoniate non guardate mai in faccia l'imputato. Viceversa, se interrogate il teste fatelo mentre scrivete il verbale (non vi mentirà mai, funziona sempre).

E per finire la dieta. Non mangiate mai a ridosso di una riunione, e non aspettate di tornare a casa per cenare. Solo la riunione vi potrà dire quando mangiare e cosa mangiare. Io di solito me la cavo con una ventina di caramelle prese dal boccione della scrivania dell'amministratore.

La Storia delle Cose

Chi di noi non ha desiderato almeno una volta nella vita di conoscere la storia delle cose?

Beh c'è un'università in Italia, che nel corso di Ingegneria prende in prestito questa materia dalla facoltà di Architettura e la sviscera per bene. Pare che il corso voglia fornire "le nozioni relative al rapporto uomo/donna-oggetto" (e sì, la scelta dell'ordine delle parole poteva essere pensata meglio).

Ma veniamo ai dettagli del corso. Per prima cosa (!!) si studia... la cosa (sì, la cosa) e le cose (!!) nelle varie lingue e culture. C'è per esempio the thing che è molto differente da la cosa nostrana, per non parlare poi di the things. Dopo quesa prima disamina atta a specificare geograficamente l'utilizzo e la forma di una cosa piuttosto che di un'altra si passa alle cose nei miti e nelle forme narrative.

"Oh tu cosa che langui nell'ombra! Esci e chetati innanzi a codesto coso!"

Tratto dal coso là come si chiama... Poi si passa alla simbologia delle cose e hai voglia ad elencare cose e cosi che cosano. Per proseguire poi con la funzionalità delle cose in tutte le loro cose. E si studiano anche gli usi delle cose senza lasciare nulla al coso ehm, al caso.


Ma le cose lasciano anche metafore, ed è per questo che una sezione del corso è interamente dedicata a quest'ultime. Pensiamo ad esempio a Gesù quando disse:

"Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna agitata dal vento? E allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano vesti sontuose e vivono nella lussuria stanno nei palazzi dei re. Allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, e più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto:

Ecco io mando davanti a te il mio messaggero,
egli preparerà la via."

Con la storia delle cose riusciamo a valutare ed estrinsecare meglio la metafora che si nasconde dietro le sue parole:

"Che COSA siete andati a vedere nel deserto? Una COSA agitata dal vento? E allora, che COSA siete andati a vedere? Un COSO avvolto in morbide vesti? Coloro che portano COSE sontuose e vivono nella COSA stanno nei COSI dei re. Allora, che COSA siete andati a vedere? Un COSO? Sì, vi dico, e più che un COSO. Egli è colui del quale sta scritto:

Ecco io mando davanti a te il mio COSO,
egli preparerà la COSA."

Alché capite bene che il senso della metafora si fa meno recondito, pur rimanendo velato; stiamo certamente parlando del COSO e Gesù non lo nasconde. Non dobbiamo più cercare il senso occulto di via, profeta o messaggero. Sappiamo benissimo che qui si sta parlando del COSO che prepara la COSA! Magia delle cose nascoste..

E per terminare il corso sulle cose: la parte finale è dedicata alle utopie delle cose.
Quante volte abbiamo desiderato una cosa e non abbiamo potuta averla, molte altre volevamo più cose e ci siamo dovuti accontentare di una cosa sola.

"Se potessi avere 1000 cose al meseee.."

Strano che non abbiano messo una sezione sulla musica delle cose.

Chiudo questa cosa (...) con il remark finale: "Il focus del corso è incentrato sui colori delle cose." E immaginiamo tutti la complessità dell'argomento.




La Cosa - dal film I Fantastici 4

giovedì 23 marzo 2017

Le mistiche parole dell'avatar Adhavan



Mi scrive il famosissimo Adhavan, urca penso io il satguru del mio nobile maestro Zufar Khan II che nel 1657 venne da lui istruito sui profondi misteri dell'Universo e le mirabili possibilità dell'essere umano... cosa vorrà mai ho pensato, vorrà forse che erga per lui un pashram romano o che divenga il più potente jyotisha mai conosciuto sulla terra? E da dove mi starà scrivendo? E il nobilissimo Zufar sarà al corrente di tutto questo? Stanno forse bramando di svelare a pochi eletti i quattro arcani dei sette candelabri d'oro... alché decido subito di prendere dell'ottima mirra rimasta in frigo e accendere un pò d'incenso per creare la giusta atmosfera di devozione verso il mistico avatar di Adhavan, nonché guru del mio guru.

Mi siedo nella posizione del loto e proseguo la lettura col terzo occhio:

"Myself Adhavan and my team have been searching for a suitable CV on a job portal for a new project as SAP Consultant and found yours. I like to know your availability to take an interview with us. So, please address to this email to understand your professional fit with our available job opportunities and to fix a meeting within the month. The job location is in Paris and the contract is for six months."


A quel punto ho visto il cero spegnersi da solo e farmi i più distinti saluti prima di uscire dalla stanza. Le trombe dell'Apocalisse hanno fischiato stonate nell'aria e i quattro angeli giunti ad ascoltare le parole di Adhavan se ne sono andati insieme a vedere vecchie puntate di Masterchef.