domenica 7 gennaio 2018

Ho letto Fire and Fury e ha funzionato. Mi sono addormentato.



Titolo più sbagliato non si poteva scegliere. Il libro di Michael Wolff è infatti una noiosa sequela di eventi a cavallo della vittoria di Trump che volenti o nolenti abbiamo tutti imparato a conoscere. Sarebbe stato meglio chiamarlo Crazy and Fool perché nel libro di FURY c'è davvero poco, forse un pò di FIRE quello sì, perché chi lo avrà comprato in forma cartacea lo brucerà subito dopo averlo letto. Io invece, non riuscivo a prendere sonno e la sua lettura me lo ha conciliato.

"Sono in uno stato costante di shock e terrore"

Il libro è scritto a mò di articolo, ma considerando la fretta e il mestiere di chi l'ha scritto, questo non stupisce. Sicuramente traspare quello che già sappiamo, ovvero che Trump non si aspettava di vincere le elezioni ma soprattutto che Trump è un ragazzino annoiato che si arrabbia se non ottiene ciò che vuole.

"E' peggio di quanto si possa immaginare." Diceva Gary Cohn, presidente del National Economic Council in una mail riportata nel libro. "E' un'idiota circondato da pagliacci. Trump non leggerà mai niente, nessun promemoria, nessun documento. Niente di niente. Non fa che alzarsi a metà di un meeting con leader mondiali solo perché si annoia. E il suo staff non è da meno. Kushner poi è un poppante laureato che non sa niente. Bannon invece è uno stronzo arrogante che pensa di essere più intelligente di lui. [...] Sono in uno stato costante di shock e terrore."

Ma Trump ha sempre sminuito, proprio come fosse in un gioco tra bambini.



Trump bambino

"Prendono tutto ciò che ho detto e lo esagerano." Comunicazione telefonica avvenuta dalla Casa Bianca nella prima settimana di mandato. "E' tutto esagerato. Le mie stesse esagerazioni sono esagerate."

"Ho vinto! Sono il vincitore, io non sono il perdente!" Diceva come un mantra dopo la vittoria.
“Potrò essere l'uomo più famoso del mondo!"

"Sarò il più grande produttore di lavoro che Dio abbia mai creato."

"È un ragazzo che odiava veramente la scuola e non ha certo intenzione di iniziare ad amarla adesso."

La fonte del libro è il già menzionato Steve Bannon, ex stratega dell'entourage di Trump, sette anni in marina ed ex dipendente del Pentagono con un MBA alla Harvard Business School. Bannon è stato fatto fuori dalla figlia Ivanka Trump nell'estate del 2017 perché troppo di destra. Ed evidentemente se la dev'essere legata al dito.

"Il tempo trascorso con Trump durante la campagna elettorale è stata un'esperienza disarmante: tutti intorno a lui erano idioti." Disse quello che era sempre vicino al presidente.


Il libro passa poi in rassegna sia la famosa frase scandalo detta nel fuori onda con Billy Bush, di cui eravamo già ampiamente a conoscenza, sia le spiegazioni impacciate riportate da Trump: "Non ero io a parlare, sapete bene quanto è facile oggi giorno alterare la voce di qualcuno."





Steve Bannon: Trump è il tipico maschio Alfa 

"Una volta, tornando col suo aereo e con un amico miliardario che aveva portato con sé una modella straniera, Trump, cercò di fare il simpatico invitandoli ad Atlantic City dove gli avrebbe fatto fare un giro del suo casino. Ma il suo amico assicurò alla ragazza che non c'era proprio niente di bello da vedere ad Atlantic City. Era un posto invaso da spazzatura bianca. 

"E cos'è questa spazzatura bianca?" Chiese la modella. 
"Sono persone come me." Rispose Trump. "Solo che sono poveri."


E poi c'è Murdoch che chiudendo il telefono con lui avrebbe detto. “What a fucking idiot."

O Jeff Bezos, il capo di Amazon che al contrario non si è mai curato troppo di entrare nelle grazie di padre e figlia Trumpisti. E grazie, aggiungiamo noi, con un patrimonio di 30 volte superiore, chi perderebbe tempo con uno come Trump? Nemmeno le minacce di tassare maggiormente le attività di Amazon hanno funzionato; e questo perché probabilmente Trump non aveva ancora capito che l'azienda fosse americana. 

Ma perché il presidente ce l'aveva tanto con Amazon? Semplice, perchè il suo inventore è anche l'editore del Washington Post, giornale che non gli ha certo reso facile gli ultimi mesi di campagna elettorale.


Continua il libro: dieci giorni prima dell'inaugurazione di Donald come 45° presidente, un gruppo di giovani membri del suo staff stavano guardando il presidente Obama che pronunciava il suo discorso di addio e dissero che Trump non ha mai ascoltato un discorso di Obama. 

"Sono così noiosi" Disse uno di loro.

O ancora, lo strafalcione su Mark Berman, giornalista del Washington Post, ne ho parlato qui.


"Non sono intelligente, sono un genio."



Trump avrebbe chiesto camere separate per lui e la moglie alla Casa Bianca. Non succedeva dai tempi di Kennedy. E durante i primi giorni ha ordinato due televisioni e una serratura nuova sulla porta, arrivando anche ad un piccolo scontro coi servizi segreti, che invece insistevano per avere sempre accesso alla sua stanza.

Poi ha rimproverato il personale delle pulizie per aver raccolto la sua camicia dal pavimento: "Se la mia camicia è sul pavimento, è perché io la voglio sul pavimento!"

E infine ha imposto una serie di regole: "Nessuno tocchi nulla, specialmente il mio spazzolino da denti." Questo perchè - continua Wolff - aveva paura che potesse essere avvelenato ed è anche uno dei motivi per cui gli piace mangiare da McDonald's.

"Se non cenava alle 18.30 con Steve Bannon, allora si metteva a letto a mangiare un cheeseburger guardando i suoi tre televisori e facendo telefonate."

"Riesci a immaginare quanto sarebbe dirompente e distruttivo se quello che fai ogni giorno lo fai improvvisamente alla Casa Bianca?" Avrebbe detto un vecchio amico di Trump.

Donald Trump on Instagram (@realdonaldtrump)


La questione Putin e l'FBI

E poi c'è la questione russa, affrontata con qualche dettaglio in più sui movimenti di Kushner e di sua moglie Ivanka, nonché cara amica di Wendi Murdoch e Dasha Zhukova, moglie del russo Abramovich. Ma in fondo, anche qui, di fatti meritevoli di attenzione non v'è traccia. Ci sono molte ipotesi, come quella parecchio fantasiosa che Trump possa essere un'inconsapevole pedina del Cremlino - un Manchurian Candidate

Insomma, da molto prima che fosse eletto, una certa america sta provando goffamente e in tutti i modi a non fargli fare il presidente, ma più ci prova e più Trump diventa forte. Questo succede perché ci sono fattori più importanti dell'essere un pessimo presidente, come quello di non tradire mai un amico, cosa che al contrario, sembra essere il leitmotif del libro di Wolff. E appellarsi al 25° emendamento per rimuovere un presidente incapace di fare il presidente sembra essere l'ennesimo folle escamotage che si ritorcerà contro i suoi detrattori.

“Non è soltanto pazzo.” Avrebbe detto Tom Barrack, amico d'affari ed alleato di Donald. “E' anche stupido.”

“E' Trump.” Dice Bannon. “E' quello che pensa di poter licenziare l'FBI.”


E per finire la chicca di Wolff che meglio descrive il contenuto di un libro che vuole ergersi con forza a novello Watergate:

"Trump non è nato per fare il politico, Trump è nato per fare il venditore."

Che scoop! 
Aggiungiamo noi.



Buonanotte.

sabato 6 gennaio 2018

Fire and Fury: il libro su Trump rischia di essere un boomerang a vantaggio del Presidente

Michael Wolff intervistato alla NBC


Probabilmente il libro finirà col diventare la migliore delle pubblicità per Trump e dovremo sentirci dire "Avete visto? Ve l'avevamo detto che erano tutte balle!" La considerazione di Donald nei confronti del giornalista Michael Wolff ha ormai raggiunto picchi da seconda elementare: "Michael Wolff is a total loser."





E infatti il giornalista, intervistato alla NBC racconta di come tutti quelli che ha intervistato, considerino Trump un bambino e in quanto tale, abbia sempre bisogno di una gratificazione immediata."

Ma come dare torto al biondo presidente se Mark Berman, giornalista del Washington Post smentisce pubblicamente sul suo account Twitter di non aver mai fatto colazione al Four Seasons né di averci mai messo piede, come invece è raccontato nel libro di Wolff ? 


Va bene, magari nella fretta di arrivare alla pubblicazione, si è lasciata un pò perdere la questione del fact checking ma come dire, se questo è l'inizio...




giovedì 4 gennaio 2018

Pensavo fosse la fine, invece era la Bombogenesi

The Josephine Shaw Lowell Memorial Fountain in New York's Bryant Park



L'America del Nord non è mai stato un luogo clemente meteorologicamente parlando e lo sanno bene i cittadini di Chicago, di New York, di Boston o Minneapolis. Non è raro che la temperatura nel Nord Est scenda a -20 °C e se da noi 30/50 cm di neve in città sono davvero l'eccezione, negli Stati Uniti è il metro e venti a rendere eccezionale una nevicata. Per non parlare poi di eventi storici come la tempesta del secolo nel Marzo 1993, dove a Syracuse vicino il lago Ontario caddero 110 cm di neve.

Durante l'inverno città come Washington, Kansas City, Indianapolis o Green Bay sono preparate a vivere la peggiore delle nevicate e il più rigido degli inverni. La neve arriva persino in Alabama a Birmingham o in Georgia ad Atlanta che per inciso sono alla stessa latitudine del Nord Africa ma con la differenza che nei mesi invernali la temperatura scende non di rado a -10°C.

Gli ingredienti del fenomeno

La corrente del Golfo del Messico è una corrente che risale le acque della costa orientale degli Stati Uniti durante tutto l'anno, prendendo poi il largo e raggiungendo le coste della Scandinavia. Notoriamente infatti, posti come la costa occidentale della Norvegia, le Isole Svalbard o la parte orientale dell'Islanda non sono poi così freddi come la loro latitudine potrebbe lasciare immaginare. Ovunque passi questa corrente, le acque si riscaldano e di conseguenza l'aria sopra il mare. E' quello che avviene nelle acque a largo della costa orientale degli Stati Uniti.

Nel frattempo, dalle lontane terre canadesi, scende la fredda corrente del Labrador. E' quest'ultima e l'assenza di grosse catene montuose a rendere molto rigidi gli inverni a latitudini relativamente basse (New York è all'altezza di Napoli, ma il clima invernale è simile a quello della Polonia).


La bombogenesi

A questo punto entra in gioco l'effetto lavandino: si è visto infatti che quando la pressione atmosferica a livello del mare scende molto rapidamente (parliamo di 1 millibar ogni ora per 24 ore di seguito), l'aria fredda proveniente dal nord del Canada viene attirata sempre più velocemente verso il minimo depressionario posto a largo delle coste nordorientali.

"Un pò come quando togliamo il tappo del lavandino pieno d'acqua." (direbbe Alberto Angela)



E questo è il risultato:














Sacchetti della frutta a pagamento, una storia semiseria



Non stavo più nella pelle e così oggi sono entrato in un supermercato vero per toccare con mano quello di cui tutti parlano: il SACCHETTO BIODEGRADABILE a pagamento.

Di solito nei supermercati più raffinati si trovano due tipologie di sacchetti, il sacchetto tosto e resistente e quello fino che c'impieghi un minuto soltanto a separare i lembi. Ecco, io scelgo sempre quello tosto, mi auto-suggestiono per far sudare la mano e con un colpo secco lo estraggo dal mazzo a mò di ventosa.

Insomma, arrivo subito nella zona sacchetti che c'era un gran fermento e mi ritrovo diversi pensionati di ritorno da un cantiere edile che fanno capannello attorno a un cartello fresco di stampa, tanto che questo pareva l'ultimo spaccio di notizie dal fronte: "Ieri abbiamo perso 4 carote e 2 melanzane - sembrava dire - ma confidiamo nei carciofi di Ladispoli. Passo."

In realtà sento le parole "scandalo", "pensione" e "Non mi avranno mai".
Anzi, "Non mi avranno mai quei bastardi." ad essere precisi.

Allora chiedo a uno di loro cosa stesse succedendo e se fosse il caso di non prenderla per oggi la frutta. 

"Figliolo, senti a me lascia stare, passa avanti."

"Sì !" Ha aggiunto un compagno del fronte di liberazione della frutta dai sacchetti. "Sei ancora giovane, non farti abbindolare da queste cose, hai tutta la vita davanti."

"Io votavo per loro, ma dopo questo...."

"Ora sono i sacchetti della frutta. Domani sarà la carta del prosciutto (sospiro e scuotimento rassegnato del capo) "

"Ci faranno pagare anche l'aria di questo passo."



E insomma, mi hanno convinto.


lunedì 1 gennaio 2018

Il Fallo Quotidiano

Forse oggi nella redazione del Fatto Quotidiano non c'era molto da scrivere e così il primo giorno dell'anno la pagina facebook del giornale pubblica un pezzo della scorsa estate per tenere alta l'attenzione, o forse qualche altra cosa....



E il post ottiene il pieno di commenti, di ottima satira:

"Secondo me il Fatto ogni tanto viene hackerato ... Non c'è altra spiegazione" Annalisa F.

"Quando è il primo gennaio e durante la riunione di redazione nessuno ha idee mirabolanti per un articolo e poi arriva la collega che urla: stanotte, stanotte ho visto e provato l'articolo della giornata, vi racconterò tutto!!" Dario G.

"Ma in questi giorni di vacanza per caso avete lasciato la direzione del giornale online a Rocco Siffredi ??" Walter G.

"Il Fatto Quotidiano si è tramutato ne Il Fallo Quotidiano?" Orlando D.

"Ci sono riferimenti metaforici agli aumenti di luce e gas vero? Allora si." Erika B.

"Renzi? - Nooo dai oggi no.
Boschi? - Ancora?
Berlusconi Salvini e co? - Troppo mainstream.
Grillo? - Già fatta
Di che parliamo?
Europa?
Immigrazione?
....ideona! Doppia penetrazione!
Tanto i nostri lettori prima si abituano e meglio è!" Carmelo S.

"PD penetrazione doppia" Giorgio G.

"Ripigliarsi dalla seratona prima di rimettersi a scrivere?" Sara P.

"Ma dopo le 22 è l'aiutante della guardia giurata che prende in mano i post da pubblicare ?" Edo P.



P.S.
Il post originalehttps://goo.gl/Xx7eJo

Ovvietà



Ricordo come fossi oggi, quella volta in cui assunsi la prima donna delle pulizie.
Non riuscivo più a stare dietro alle cose di casa o meglio, non riuscivo ancora a stare dietro alle cose di casa. Di solito facevo prendere aria alle stanze (facile), buttavo la spazzatura (facile, se lo facevo entro la prima settimana) e facevo la spesa (concettualmente difficile, ma fisicamente sopportabile).

Insomma dovevo assumere una donna delle pulizie.
E la trovai.

Si chiamava Assunta.
E dopo un solo giorno di prova le dissi: "Benissimo, lei è.... ah ma questo lo sa già."


giovedì 28 dicembre 2017

Buon 2018 Facebook


Caro Facebook, era tanto che aspettavo un tuo feedback su questo 2017 giunto ormai al rush finale. Certo, non sono uno che disdegna le critiche anzi, ne faccio tesoro. E non sono nemmeno uno che ci tiene particolarmente alle ricorrenze, perché forse preferisco le novità. E tra le novità mi spiace, ma non ti posso proprio annoverare. Tu e i tuoi fottuti reminder, i tuoi 'accadde anni fa', hai fatto del tempo la tua unità di misura e dei like la tua moneta.

Pertanto, caro Facebook, spero tu abbia contato anche gli improperi che hai ricevuto da me nel medesimo anno, perché qui non c'è affatto bisogno di mettere nel codice la condizione

IF X = ZERO
then
DO NOT SHOW


lunedì 25 dicembre 2017

Ho fatto Moral Hazard nella metro

Anne Ramsey ne "i Goonies"


Ero in metro che leggevo un trattatello sul moral hazard e le relativi crisi finanziarie degli ultimi tempi, quando una signora sui cinquanta anni si alza e si fa a passo deciso tutto l'ultimo vagone senza distogliere lo sguardo dal mio libro. Certo è un libro interessante, ma non pensavo lo fosse fino a tal punto, né avevo voglia di imbastire con la signora un commentario sulle asimmetrie informative tra le stazioni di Ottaviano e Lepanto.



La signora in questione era per l'esattezza le brutta copia (o forse dovrei dire la bella copia) della mamma della Banda Fratelli. Avesse tirato fuori un coltello a scatto non mi sarei di certo stupito anzi, le avrei consegnato il libro e anche il segnalibro. Ma non andò così.

"Che c'hai na moneta? Du spicci, dai che è Natale." La signora era ben vestita, ma barcollava. Per fortuna ebbe la sana idea di reggersi a un palo del vagone.

"Daje na monetaaa!" Il tono era sempre più deciso e cattivo. E c'era pure scritto nel libro che stavo leggendo - in una contrattazione economica se sarete indecisi, vi porrete automaticamente dalla parte dei perdenti.

Bene, pensai. Era giunto il momento di fargli vedere chi fosse il più "hazard" tra noi.

"N'cho gniente signò." In tasca avevo quattro euro e mezzo spicci, una banconota da cinque e due da venti. "Davvero nulla."

"Eddaaaaaai UN EUROO!"

"Eh magari, signò... de sti tempi."

La risposta fu un commentario conciso sul contesto sociale del Natale in relazione alla bolla finanziaria dei mutui subprime: "CHE NATALE DI MERDA!"

E se ne andò.

Mi sono interrogato molto nei giorni a venire, cioé oggi, sul significato di tutto questo. Ero colpevole io di non averle fatto bere l'ultimo goccio di ottimo Gin da discount o era colpevole la società che l'aveva messa nella condizione di inveire contro me e gli altri passeggeri?

Giunsi a una conclusione: la vita è una contrattazione in cui le informazioni tra le due parti sono equamente distribuite. Non c'è vantaggio per la vita, non c'è svantaggio per chi la vive.

All'inizio.

Poi se sarete indecisi e se mostrerete di non avere tutte le informazioni durante ogni contrattazione del "vivere", vi ritroverete inesorabilmente dalla parte dei perdenti. E non necessariamente a bere del Gin in terra a Via Marsala, quanto piuttosto a leggere un libro di economia ma rifiutando un obolo al prossimo.

CHE ELEMOSINA DI MERDA!


sabato 23 dicembre 2017

La mission di Kim



Mi scrive Kim.
E già qua, avrei dovuto chiudere la mail...

Esordisce con un "Dear Alewsrberto"

Bene, decido di chiudere la mail.
Ma poi penso che può capitare a tutti di starnutire mentre si scrive una mail di lavoro, così vado avanti nella lettura.


"I am contacting you for a contract mission from 15 to 20 January 2018 in Kuala Lumpur."



Chiudo la mail.
Spengo il pc.
Lo porto nel parco sotto casa mia.
Prendo l'accendino.

Ma mi fumo soltanto una sigaretta.
E io non fumo.
A parte le mie ottime sigarette invisibili.







mercoledì 20 dicembre 2017

Bill deve fare un regalo

Bill non trova il prodotto nei negozi.
Allora Bill apre il computer e fa un ordine online.
Bill paga.

"L'ordine è stato spedito e arriverà giorno 20 Dicembre."

Bill è felice.

Bill attende.
Bill attende.
Bill attende.
Bill attende.
Bill attende.

Bill ha fame, è ora di cena.
Bill non ha ricevuto la merce.

Bill piange e va a dormire.

Bill si sente fregato.
Bill rinuncia ai regali di Natale.
Bill rinuncia al Natale.
Bill è intelligente.

Sii come Bill.


ahahahhahahahahahahahhh !!



Ordinare online significa fare un contratto e un contratto presuppone una negoziazione, ovvero un accordo sulle merci scambiate con conseguente soddisfazione di entrambe le parti.

Io do te moneta, tu dai me merce.

Ma siamo in pieno capitalismo e dunque se io do te più moneta, allora tu dai me più merce. O come in questo caso, servizi.

Bene!
Ma non benissimo.

Questo surplus capitalista è rappresentato dalla relativa celerità della consegna ovvero, dal più imminente quanto concorrenziale lasso di tempo nel quale attendere la merce. Ma se questo surplus è disatteso da una delle due parti, allora bisogna rinegoziare la transazione e rimborsare del disagio pervenuto.

E' quello che succede per le multe o per la mancata capitalizzazione
Paghi in ritardo?
Multa.
Non mi dai i soldi che mi devi?
Interessi di mora.



Ora, stendiamo un velo pietoso sulle condizioni meteo che lo sanno tutti che a Roma nevica una volta ogni 30 anni. Peraltro non piove da giorni e non tira una bava di vento.


Insomma la stasi meteorologica.

Certo, siamo sotto il periodo natalizio.
E allora? Non per questo devi rifilare una balla al povero Bill
Dì piuttosto, ci siamo sbagliati passiamo domani oppure il corriere è fuggito con la merce di tutto il quartiere dicendo di essere il vero Babbo Natale, ma il meteo proprio no!

Tra l'altro il pacco è a Roma da stamattina, a soli 2 km da casa di Bill e Bill non può averlo.
Se non è kafkiano questo...

LESSON LEARNT
Così come la globalizzazione avvicina, la globalizzazione allontana