Entro in pizzeria, chiedo 4 supplì e un pezzo di pizza bianca. Ma il pezzo è troppo grande, ne chiedo tre quarti. Il pizzaiolo mi guarda col coltello in posa per tagliare. Io confermo; “tre quarti, grazie”.
Il pizzaiolo non si muove, mi guarda. Poi sposta di un millimetro il coltello e chiede conferma.
“Tre quarti.” Ribadisco con un gesto della mano come a restringere. “Grazie.”
Il pizzaiolo mi guarda. Sembra ricordarsi della sua professoressa di matematica alle medie. Poi il coltello cambia di mano, passando nella sinistra. Lo avverto come un sofisticato barbatrucco. Con lo sguardo scansiono la pizza e verifico che non abbia modificato qualcosa in Matrix. Il pizzaiolo mi guarda e non dice nulla. Noto una goccia di sudore sulla sua tempia. Il coltello si muove di tre millimetri a sinistra, poi incrocia il mio sguardo e lo sposta di tre millimetri a destra esattamente a metà pizza.
“Così?”
Sono tentato di dire - no, ho detto tre quarti - ma glisso…
“Si perfetto, grazie”