Visualizzazione post con etichetta best. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta best. Mostra tutti i post

venerdì 21 gennaio 2022

Poi tutto cambiò

Nuovo DPCM: "Non servirà il certificato base anche per partecipare a un processo in tribunale."

E' così che è cominciata la mia carriera di avvocato. Passavo le giornate tra un tribunale e l'altro, cercavo le migliori udienze, i migliori giudici, i peggiori criminali. Potevo muovermi nella totale libertà, senza alcun codice, senza tesserini.. finalmente ero tornato a vivere. Durante i processi più noiosi mi leggevo uno o due libri di Perry Mason, se c'era la giusta luce facevo alcuni sketch della scena del crimine e se arringavano in dialetto mi registravo le migliori frasi di nascosto. A sera tardi poi mi rivedevo le puntate di un giorno in pretura nemmeno fosse una serie netflix. Processo dopo processo, stavo facendo carriera all'Università della Vita. Se prima per me il colpevole era il maggiordomo, adesso si apriva un ventaglio di possibilità tale che li avrei fatti arrestare tutti per poi monitorarli ciascuno nella propria cella. Ma non si poteva fare.

Al tempo.

Poi tutto cambiò. Perché mentre partecipavo da uditore alla mia nuova facoltà di giurisprudenza, il mondo fuori sembrava impazzito. Non si poteva più manifestare, i media non facevano altro che invitare fenomeni da baraccone per portare avanti la tesi di complottisti fuori di testa e la gente si tagliava i capelli al supermercato ormai da mesi. Se facevi la benzina dovevi mettere 2 guanti e 1 mascherina, ma se mettevi il diesel erano 3 guanti e 2 mascherine. Se dovevi fare la spesa invece dovevi uscire in base al cognome non più di 2 volte al giorno mentre se uscivi a fare jogging dovevi farlo di notte e vestito di nero e per un tempo massimo di 9 minuti nonché aspettarti che qualche vaccinato ti tirasse uno o due sacchi della spazzatura addosso. 

"Cosa fai imbecille!"
"Sto correndo, perché?"
"Pazzo criminale!"

Se salivi sull'autobus dovevi prenotarti il posto in piedi tramite app, ma una volta sull'autobus per scendere dovevi farti un tampone. Esatto, un tampone. E non ti facevano scendere se risultavi positivo. L'unica alternativa era recitare l'ultimo DPCM a memoria. Nei bar poi si faceva tutto in piedi e al banco. E senza toccare nulla. Il caffè lo dovevi leccare, persino i guanti erano banditi. Lo zucchero per fortuna lo potevi ancora chiedere, ma era il barista a metterlo. Quello che odiava le persone non vaccinate. Un mio amico fu costretto a bere caffè e sale per una settimana di fila, poi cambiò bar. Ma quella frase divenne una frase in codice per dire "cambio paese".

"Io cambio bar Alberto."
"Come cambi bar! Proprio adesso che si sono specializzati in maritozzi con la panna?"
"Non è più il bar in cui credevo, non ci sono garanzie sul caffè, lo zucchero è di dubbia provenienza e i cornetti li chiamano brioches, proprio come al nord."
"Già le cose stanno cambiando Sergio, hai ragione."
"Tu rimarrai in questo bar per sempre?"
"Beh Sergio, non so.." Dissi mentre mangiavo avidamente il mio maritozzo. "Questi maritozzi sono davvero buoni, non so se altrove li fanno così e poi questo bar è vicino casa." 
Sergio mi guardò disgustato. Mi accorsi solo dopo che avevo la panna sul naso, così cercai di dire qualcosa di sensato. 
"No, la verità è che sto studiando giurisprudenza all'Università della Vita."
Sergio era sempre più attonito.

"Ma dimmi Sergio, quella storia della dubbia provenienza dello zucchero.. è come penso io?"
 

 


giovedì 13 gennaio 2022

Le gesta di Berlun Hood

Una persona buona, altruista e magnanimamente umile. Padre di 52 figli, marito di 72 donne, nonno di 141 nipoti e suocero di 47 generi. Figlio dei figli. Amico di tutti coloro che lo odiano e nemico dei ladri che rubano ai poveri. Soprannominato simpaticamente dalla Regina Elisabetta "Berlun Hood", è in cima alla lista di tutti i contribuenti italiani e li guarda spesso dall'alto con piglio sereno e responsabile.

E' il più giovane tra gli imprenditori anziani ad essere stato nominato Cavaliere Parsifal dei Giovani Imprenditori Bianchi Senza Macchia e Senza Peccato. Egli è giovane tutt'oggi, Cavaliere un pò meno. E' stato un self-service-made-man, inventore delle città "sicure", delle campagne "a posto" e dei laghetti "così così". Alchimista e amico dei libri, ha donato l'elisir di lunga vita a tutte le sue mogli.

Ha messo fine alla Guerra Fredda come agente in incognito durante la famosa operazione "Bunga Bunga". E' stato il leader più applaudito di sempre (record di 18 minuti e 31 secondi) alla Fiera delle Foche Monache di San Pietroburgo nel 1997 ed è stata l'ultima persona ad essere democraticamente eletta prima della dittatura che tutt'oggi tiene in scacco la popolazione. 

Nel 2009 ha costruito personalmente la casa a tutti i terremotati dell'Aquila. Fondatore del centro destra liberale, garantista, europeista, assenteista, cristiano, indù, buddista, ebreo, musulmano. E' stato il parlamentare italiano più votato di sempre con un miliardo e mezzo di voti in una sola sessione elettorale. Da notare che contò le schede tutte lui e nel giro di una sola notte.

E' stato insignito della medaglia Fields senza conoscere la matematica, del Nobel senza conoscere la Fisica e del Pulitzer senza conoscere l'italiano. Nel 2009, con grande sprezzo del pericolo, ha salvato il Papa da una madonnata in fronte e per questo è stato proposto come Papa Honoris Causae l'anno successivo. Ha vinto sette volte l'Oscar, 18 volte il David di Donatello e 23 volte il Donatello di David. Vincitore del Disco d'Oro nel '71, le sue abilità canore sono state paragonate a quelle delle sirene.

Signore e signori, al Quirinale quest'anno votate il Parsifal di Arcore! 

Rielaborazione di pag.5 de Il Giornale del 13 Gen 2022









lunedì 23 agosto 2021

Di come indossando le airpods pro raggiunsi il Nirvana

Finalmente ho ricevuto le famose AirPods Pro della Apple, quelle che cancellano il rumore bianco di fondo in maniera attiva. La sensazione appena indossate è stata a dir poco stupefacente e davvero, non me l'aspettavo. Avevo preso sottogamba questa funzionalità ma soprattutto le sue conseguenze (positive) su di me. 

Si comincia già a sentire qualcosa indossandone soltanto una, ma l'efficacia spirituale è ben lontana dall'indossarne due. Del resto anche Gesù lo disse: "Quando di due ne farete uno, entrerete nel regno dei cieli." Ora, non so se aveva visto così lontano nel tempo da andare oltre gli anni duemila in quel di Cupertino, ma una cosa è certa; aveva ragione. Nella fattispecie avevo il rumore di fondo dei nostri simpatici pappagallini urbani e non per farlo a posta, ma si chiamano parrocchetti monaco. Coincidenza? Io non credo. Insomma tutto tornava, ero nel patio con i ventilatori accessi, i bambini giocavano a palla sul campetto abusivo di bocce e io, come un'anziana signora della Louisiana mi dondolavo guardando la strada. 

E fu così che misi anche l'auricolare sinistro.

Avete presente quando in Matrix innestano la presa scart nella nuca di Neo? Dallo spazio angusto della Nabuccodonosor, il nostro viene catapultato nella calma piatta di Matrix, programma di allenamento. Ecco, l'effetto è praticamente lo stesso. Era come se qualcuno mi avesse spento i ventilatori. Anche i bambini che giocavano a palla non li sentivo più e i parrocchetti erano stati messi magicamente in pausa. Per un attimo mi sono ricordato del silenzio che c'è in montagna, di notte, ma questo è molto, molto di più. Poi ha preso il sopravvento il suono del mio respiro. Gesù, ho pensato, sono veramente da solo, il mondo sembra essere sparito. Rimasi come ipnotizzato da quel suono, come fosse di un'altra creatura. Gesù, ho pensato, forse lo è veramente. E così mi sono girato di netto, accorgendomi soltanto di essere su una sedia a dondolo.

Silenzio.
Agosto.

Le cicale erano un lontano ricordo, ma che dico, il mondo cominciava ad esserlo!

"Calma."

Ecco, va bene tutto ma adesso stavamo superando ogni limite. Va bene il silenzio ancestrale e il mega pulsante per disattivare il mondo intero. Ma calma, no. Soprattutto se me lo dici indossando una tunica bianca e rossa e portando un bastone a forma di Ankh.

Cominciai a sentire una forte vibrazione dietro la nuca, probabilmente qualcuno dalla Nabuccodonosor stava provando a staccarmi la scart, ma non ci riusciva.

"Benvenuto Alberto, questo è il Nirvana, il Sacro Graal."

Io come un ebete non mi ero nemmeno accorto che l'essere mi stava parlando telepaticamente. Poi mi sorrise e disse. "La Verità è molto più vicina di quanto pensi, i parrocchetti ora ci sono, ora non ci sono. Le cicale ora friniscono, ora non friniscono. Tutto giunge al di fuori del tempo."

Non riuscivo a distinguere bene i contorni dell'uomo, aveva certamente i capelli lunghi e sotto la tunica una specie di camicia hipster a quadrettoni. Poi si passò l'Ankh dal braccio sinistro al braccio destro e lo sbatté a terra come solo Gandalf sapeva fare. Un suono mai udito si propagò dal bastone e andò lontano da noi facendo il giro della casa. Gandalf mi indicò col braccio sinistro di guardare dietro di me. Mi girai e sentii il suono passare dall'orecchio destro all'orecchio sinistro, come fosse reale.

Tornai su di lui che disse: "Questo è lo Spatial Audio." Sorrise e mi lanciò il bastone che afferrai prontamente. In quel preciso istante mi sentii come proiettato fuori dal corpo. Ero istantaneamente nel nido di parrocchetti e tra i bambini che giocavano a palla. Ero il vento del ventilatore e allo stesso tempo il suono delle cicale. La sensazione di essere in un corpo era lontanissima. Mi sentivo un drone, ma che dico, un Megadrone!

Poi la batteria delle cuffie si scaricò, e tornai bruscamente nella modalità anziana signora della Lousiana.




venerdì 6 agosto 2021

Senza Green Pass, ovvero un giorno di ordinaria follia

Oggi il benzinaio mi ha chiesto il green pass, gli ho detto che l'avevo dimenticato a casa e che ero a corto di benzina, ma che dopo aver fatto il pieno sarei tornato da lui per mostrarglielo.

"Pagare cammello, vedere cammello." M'ha risposto il filibustiere, con una saccenza da benzinaio di macchine elettriche.
"Franco, ma non mi riconosci più ? Sono io, ho fatto benzina da te per ben 23 anni! Pure durante la crisi t'ho dato fiducia!"
Ma Franco si allontana, mi isola. Le macchine dietro mi suonano, sono tutti in fila che sbandierano dal finestrino il loro green pass. Sento voci in lontananza tipo io cellooò o semplicemente daje stronzo!

Mi sposto verso la zona bar, parcheggio e scendo per prendere un caffé. Provo a salutare Franco in lontananza, ma fa finta di non conoscermi. Intanto ordino un macchiato freddo, ma anche il barista sembra avercela con me.
 
"Lo scontrino signore." Mi fa indicando la cassa.
Alché basito gli dico che sono 23 anni che prendo il caffé da loro pagando dopo e mai prima. Ma niente, alza il sopracciglio e con un leggero cenno della testa mi indica nuovamente la cassa. Vado alla cassa, pago e torno con lo scontrino.

"Ecco lo scontrino."
"Green pass, signore."

Mi guardo dietro e vedo una fila di gente che sventola il proprio green pass. Sento qualcuno gridare io cellooò e ancora io l'ho fatto oggi ! o semplicemente daje stronzo!
 
Il barista mi isola, la cassiera non vuole rimborsarmi e mi risponde persino in latino "Ignorantia legis non excusat".
 
Esco dal bar, rientro in macchina, la spia mi avvisa che ho 5 km di autonomia. Faccio il giro dell'isolato per tornare a casa, ma è rosso. Il lavavetri mi chiede se può lavare il parabrezza e ne approfitto. Poi mi chiede qualcosa indicando il vetro di dietro.
 
Si si anche quello gli dico, ma Jofik continua a parlarmi, alché abbasso il vetro e gli dico che non ho capito.
"Hai il Green Pass?"
"Che co....!? Ma Jofik, sono 23 anni che mi pulisci il vetro - siamo riusciti a mandare pure i tuoi figli all'università con questo fottuto vetro e tu mi chiedi il Green Pass ?" Ma Jofik fa un passo indietro e mi isola. Intanto sento i clacson delle auto dietro di me suonare e in sottofondo il leitmotiv io cellooò e ancora io l'ho fatto oggi! o semplicemente è verde, stronzo!

Già, è verde.

martedì 19 maggio 2020

L'Impero colpisce ancora

Il fatto che le chiese abbiano riaperto prima di cinema e teatri è cosa ormai nota e sede di annosi dibattiti. Le motivazioni rimarranno certamente un atto di fede, qualcosa che non si può spiegare con la mente razionale, forse perché appartenente proprio all'irrazionale.


Ma la vera notizia è che qualche parroco americano abbia cominciato a benedire i propri fedeli con dell'acqua santa sparata dalle pistolette ad acqua. Si avete capito bene, pistolette ad acqua per mostrare il social distancing in action, una sorta di livella De Curtis in chiave Covid. Se fino a ieri eri un pescatore di uomini che predicava la buona novella, oggi ti ritrovi Stormtrooper in tunica che prende di mira la fronte delle persone a difesa dell'Impero Galattico. E la povera anziana non fa in tempo a dire Amen che si ritrova con un litro d'acqua in bocca, magari con un vago retrogusto d'aglio che si sa, allontana un pò tutto.

Ci chiediamo allora se l'acqua santa rimanga tale anche quando sparata a distanza e con noncuranza, perdendo un pò di quella santa comunione che aveva in principio. Ma una soluzione a tutto questo ci sarebbe; riaprire i cinema nelle chiese, con posti numerati e ostie a forma di popcorn. La prima proiezione sarebbe ovviamente The Passion, metafora perfetta dell'indossare mascherine a 30 gradi. Poi si passerebbe a L'Ultima tentazione di Cristo, per ricordare i runner più timorosi che hanno rinunciato alla corsa nei giorni di lockdown. Se i contagi dimostrassero di essere ancora in calo si potrebbe pensare di proiettare Il Re dei Re e magari Jesus Christ Superstar, ma solo nelle basiliche e su invito.

In attesa della Resurrezione del cittadino in questa nuova società, attendiamo con ansia di assistere al tiro dell'ostia con novelli preti discoboli e astanti ansiosi di afferrarla al volo con la bocca.

Noi nel frattempo, ci facciamo il segno della croce.
Rigorosamente con i guanti.


lunedì 25 dicembre 2017

Ho fatto Moral Hazard nella metro

Anne Ramsey ne "i Goonies"


Ero in metro che leggevo un trattatello sul moral hazard e le relativi crisi finanziarie degli ultimi tempi, quando una signora sui cinquanta anni si alza e si fa a passo deciso tutto l'ultimo vagone senza distogliere lo sguardo dal mio libro. Certo è un libro interessante, ma non pensavo lo fosse fino a tal punto, né avevo voglia di imbastire con la signora un commentario sulle asimmetrie informative tra le stazioni di Ottaviano e Lepanto.



La signora in questione era per l'esattezza le brutta copia (o forse dovrei dire la bella copia) della mamma della Banda Fratelli. Avesse tirato fuori un coltello a scatto non mi sarei di certo stupito anzi, le avrei consegnato il libro e anche il segnalibro. Ma non andò così.

"Che c'hai na moneta? Du spicci, dai che è Natale." La signora era ben vestita, ma barcollava. Per fortuna ebbe la sana idea di reggersi a un palo del vagone.

"Daje na monetaaa!" Il tono era sempre più deciso e cattivo. E c'era pure scritto nel libro che stavo leggendo - in una contrattazione economica se sarete indecisi, vi porrete automaticamente dalla parte dei perdenti.

Bene, pensai. Era giunto il momento di fargli vedere chi fosse il più "hazard" tra noi.

"N'cho gniente signò." In tasca avevo quattro euro e mezzo spicci, una banconota da cinque e due da venti. "Davvero nulla."

"Eddaaaaaai UN EUROO!"

"Eh magari, signò... de sti tempi."

La risposta fu un commentario conciso sul contesto sociale del Natale in relazione alla bolla finanziaria dei mutui subprime: "CHE NATALE DI MERDA!"

E se ne andò.

Mi sono interrogato molto nei giorni a venire, cioé oggi, sul significato di tutto questo. Ero colpevole io di non averle fatto bere l'ultimo goccio di ottimo Gin da discount o era colpevole la società che l'aveva messa nella condizione di inveire contro me e gli altri passeggeri?

Giunsi a una conclusione: la vita è una contrattazione in cui le informazioni tra le due parti sono equamente distribuite. Non c'è vantaggio per la vita, non c'è svantaggio per chi la vive.

All'inizio.

Poi se sarete indecisi e se mostrerete di non avere tutte le informazioni durante ogni contrattazione del "vivere", vi ritroverete inesorabilmente dalla parte dei perdenti. E non necessariamente a bere del Gin in terra a Via Marsala, quanto piuttosto a leggere un libro di economia ma rifiutando un obolo al prossimo.

CHE ELEMOSINA DI MERDA!


sabato 23 dicembre 2017

La mission di Kim



Mi scrive Kim.
E già qua, avrei dovuto chiudere la mail...

Esordisce con un "Dear Alewsrberto"

Bene, decido di chiudere la mail.
Ma poi penso che può capitare a tutti di starnutire mentre si scrive una mail di lavoro, così vado avanti nella lettura.


"I am contacting you for a contract mission from 15 to 20 January 2018 in Kuala Lumpur."



Chiudo la mail.
Spengo il pc.
Lo porto nel parco sotto casa mia.
Prendo l'accendino.

Ma mi fumo soltanto una sigaretta.
E io non fumo.
A parte le mie ottime sigarette invisibili.







mercoledì 20 dicembre 2017

Bill deve fare un regalo

Bill non trova il prodotto nei negozi.
Allora Bill apre il computer e fa un ordine online.
Bill paga.

"L'ordine è stato spedito e arriverà giorno 20 Dicembre."

Bill è felice.

Bill attende.
Bill attende.
Bill attende.
Bill attende.
Bill attende.

Bill ha fame, è ora di cena.
Bill non ha ricevuto la merce.

Bill piange e va a dormire.

Bill si sente fregato.
Bill rinuncia ai regali di Natale.
Bill rinuncia al Natale.
Bill è intelligente.

Sii come Bill.


ahahahhahahahahahahahhh !!



Ordinare online significa fare un contratto e un contratto presuppone una negoziazione, ovvero un accordo sulle merci scambiate con conseguente soddisfazione di entrambe le parti.

Io do te moneta, tu dai me merce.

Ma siamo in pieno capitalismo e dunque se io do te più moneta, allora tu dai me più merce. O come in questo caso, servizi.

Bene!
Ma non benissimo.

Questo surplus capitalista è rappresentato dalla relativa celerità della consegna ovvero, dal più imminente quanto concorrenziale lasso di tempo nel quale attendere la merce. Ma se questo surplus è disatteso da una delle due parti, allora bisogna rinegoziare la transazione e rimborsare del disagio pervenuto.

E' quello che succede per le multe o per la mancata capitalizzazione
Paghi in ritardo?
Multa.
Non mi dai i soldi che mi devi?
Interessi di mora.



Ora, stendiamo un velo pietoso sulle condizioni meteo che lo sanno tutti che a Roma nevica una volta ogni 30 anni. Peraltro non piove da giorni e non tira una bava di vento.


Insomma la stasi meteorologica.

Certo, siamo sotto il periodo natalizio.
E allora? Non per questo devi rifilare una balla al povero Bill
Dì piuttosto, ci siamo sbagliati passiamo domani oppure il corriere è fuggito con la merce di tutto il quartiere dicendo di essere il vero Babbo Natale, ma il meteo proprio no!

Tra l'altro il pacco è a Roma da stamattina, a soli 2 km da casa di Bill e Bill non può averlo.
Se non è kafkiano questo...

LESSON LEARNT
Così come la globalizzazione avvicina, la globalizzazione allontana



sabato 2 dicembre 2017

L'ombrello quantico



Porto l'ombrello e non piove. Lascio l'ombrello e piove, allora porto l'ombrello, ma non piove anzi, esce il sole. Dunque lascio l'ombrello, ma prima grandina e poi piove. Mi scrivono quelli di The Weather Channel e Weather Underground chiedendomi di collaborare con loro. "We are analyzing petabyte of big data but it seems that your umbrella is the only significant variable in the European atmosphere." Non solo, gli ho risposto, ma quando lo apro tira vento e non piove, se lo chiudo ci sono fulmini, ma solo se lo allaccio. Se lo chiudo e non lo allaccio di solito nevica. Ma se provo a misurarne orientamento e posizione nello spazio i dati sballano e con essi le previsioni meteo. L'ho anche avvolto in della carta stagnola e bombardato di neutrini prima di uscire di casa, ma l'equazione non cambia. Porto l'ombrello e non piove.

Per maggiori informazioni: www.lombrellodialberto.it

 

 

domenica 15 ottobre 2017

La mia prima riunione condominiale

Di quella riunione ho pochi ricordi. Uno soltanto si staglia vivido nella mia mente come fosse ieri. Olga, 93 anni. Single.

Io e Olga eravamo seduti vicini, lei alla mia destra, io alla sua sinistra. Lo Champagne ce l'avrebbero portato dopo. Lei portava un baschetto come quello di Luca Sardella di Linea Verde e invece della convocazione aveva in mano il mazzo di chiavi di casa, a mò di minaccia se la riunione fosse andata troppo per le lunghe.
Olga mi ha fissato per quasi tutto il tempo che siamo stati seduti uno accanto all'altro. Mi ha passato l'acqua circa tredici volte e quando mi giravo verso di lei ne approfittava per chiedermi "Ma lei è nuovo?" e come un pirla le rispondevo sempre "Sì sono nuovo" e la storia continuava sempre uguale "E dove abita?" "E come si chiama?" per finire poi sul "Io me ne vado a letto, sono stanca, parlano troppo e non c'è musica." e dopo cinque minuti l'interrogatorio ricominciava "Ma lei è nuovo?"

La Torre di Babele

Questo siparietto si sarà ripetuto sei o sette volte quella sera. Mentre gli altri condomini discutevano del cambio amministratore e sentivano le ragioni di quello vecchio, io ero impegnato a rispondere al terzo grado di Olga. Mi disse più volte che Dio aveva creato un solo linguaggio e che questo linguaggio era la musica. Poi mi parlò dei suoi cani e della Torre di Babele, ma il nesso mi è sempre sfuggito. Feci anche una gaffe, dandole un valido motivo per tornarsene finalmente a casa.
"E sa bel giovine, io ho anche una macchina!"
Alché il mio timore era che fosse decappottabile e che mi volesse portare al Drive In. "Ah ma non mi dica, non sapevo...!! E la guida pure?" E niente, qui si offese proprio.
"Come sarebbe a dire se la guido? Certo che la guido!! Ma che domande!"
Cercai disperatamente di riallacciarmi all'ordine del giorno, di fare un qualche intervento che mi togliesse da quell'impasse, anche perché il nuovo amministratore l'avevo portato io e per quel che ne sapevo avrebbe potuto dire a tutti. "Oliva mi ha promesso che pagherà lui tutto il mio stipendio mentre voi mi dovete solo le spese di cancelleria. Accettate?"

A quel punto Olga si congedò e la proprietaria di casa l'accompagnò alla porta.
E proprio in quel frangente l'ho sentita chiedere alla padrona di casa chi fossi.




domenica 24 settembre 2017

Campionati mondiali di busta al chiuso

Battuto il campione del mondo Andrej Al Carfur dallo sfidante Alberto Oliva nella disciplina spesa con salto alla cassa per la categoria 60 euro. L'italiano si è piazzato col miglior tempo di sempre entrando e uscendo in soli 12 minuti e 4 secondi. Ai microfoni il neocampione del mondo ci ha detto di aver memorizzato la lista della spesa così bene che poteva recitarla al contrario e in ebraico antico. Ha anche ricordato di essersi allenato su tutte le possibili varianti di posizionamento del prodotto, per colore, forma e peso. In questo stadio del fresco infatti, sapeva che le zucchine avrebbero potuto essere sia a destra che a sinistra così come i broccoli, a volte ci sono, a volte non ci sono. La vera difficoltà ha aggiunto, è rimpiazzare la verdura con un valido sostituto e non perdere tempo dietro a verdure potenzialmente inesistenti come la melanzana tonda. Per non parlare poi di quando si hanno le zucchine vicine ai cetrioli, in questi casi solo l'esperienza ti può salvare. Al Carfur, che ha studiato questa disciplina per mesi e fatto la spesa per anni e in tutte le stagioni, ha ammesso di non aver mai visto niente del genere. "Oliva oggi avrebbe potuto fare la spesa all'indietro, senza carrello e persino a occhi chiusi. Non era un'atleta, era una macchina imbustatrice."


venerdì 7 aprile 2017

Il team della Ferrari



Lavori cancello elettrico condominiale, tutto procede come da copione che nemmeno il team della Ferrari. Scendo ore 17, mi congratulo con gli operai, stringo mani, pacche sulle spalle e consegna chiavi da parte dell'elettricista. "Lavoro eccezionale ragazzi, bravi! Cancelli così nemmeno a Moria li fanno più!" Vabbé, la battuta la capisco solo io, poi concludo. "E adesso ditemi come funziona."

Il Project Manager, tale Rocco il Geometra, prende uno dei tre telecomandi e lo punta con ghigno beffardo verso il basculante. Ma il basculante rimane fermo. Lui spinge ancora il pulsante, poi ancora e ancora. Ma niente, immobile. L'imbarazzo è nell'aria.
"Cazzo è successo?" Chiede Rocco fulminando l'elettricista. Poi controlla l'altro telecomando, fa smontare la scatola del motore, esaminano i fusibili, staccano e riattaccano la scheda. Ma niente.
"Non capisco, fa il project engineer più anziano."
"Forse è saltata la corrente?" Chiedo io timidamente sentendomi ormai parte del team.
Mi guardano torvi. Poi in due vanno al quadro delle scale. Li sento parlare in elettricistico. "Maj'hai fatto er bifase? Né che quanno j'hai riattaccato sosemo giocato?"
Ricontrollano la scatola di derivazione. Tutto sembra regolare. Fino a quando, timidamente, subentra il senior analist a gamba tesa.

"Ma non sarà che l'abbiamo lasciato in modalità manuale?"

mercoledì 5 aprile 2017

La globalizzazione



Mi chiama Maurizio dalla Germania con un forte accento di Calcutta.
Mi chiede se possiamo parlare in francese, alché gli dico mais oui, il n'ya pas problem, ma lui continua a parlare in inglese. Mi dice che ha un lavoro per me in Belgio, per conto di una società di Budapest.
"Iz a big opportunity for u Mr.Oliva! Very long term project!"
"Sì Maurì, ma long term quanto?" (considerate che il mio idraulico di fiducia si chiama Maurizio e che giusto ieri ha finito di montare un rubinetto condominiale)
"Ohhh maybe six months Mr.Oliva! It depends."
"Yes but depends on what?"

"On you Mr.Oliva."

mercoledì 29 marzo 2017

Assemblea di condominio, tutta la cronaca minuto per minuto



Un esiguo numero di condomini affrontava il viaggio verso lo studio dell'Amministratore muniti di soli 45 euro in tre, due biglietti dell'autobus, 4 graffette, 18 fotocopie e millesimi insufficienti per poter deliberare anche solo la richiesta di un bicchier d'acqua. Deleghe comprese.


Alle ore 19.50 i tre millesimi insufficienti si fermavano a mangiare un pezzo di pizza da "Gigi Pizza al mattone". Ancora in tempo per deliberare una ritirata proseguivano pizza alla mano verso lo studio dell'Amministratore.

"Ah avete portato la pizza!" Esclamava alle 20.11 l'esimio Amministratore. "Non dovevate grazie, ma accetto molto volentieri!"

Terminati i 45 euro di pizza al taglio alle ore 20.24 si procedeva al conteggio dei millesimi con delega a sorpresa rimasta nel portafogli del condomino Oliva.

"Bene, con 501.4 millesimi, sufficienti per deliberare non proprio tutto, apriamo la seduta."
Presidente Oliva, pizza rossa e segretario Messina, pizza funghi e zucchine.

Alle ore 20.51 l'assemblea approva all'unanimità il punto 1, 2 e 3 all'ordine del giorno. Il punto 4, ovvero la parcella dello studio legale veniva discussa di fronte a un ottimo bicchier d'acqua del 2016 a temperatura ambiente. Il segretario faceva notare la perdita di gazzosità chiedendo l'intervento del Presidente.

"Ti passo la Ferrarelle Miro, non c'è problema."

Alle ore 21.32 sopraggiungeva trafelato il millesimo 561 chiedendo più volte venia per il ritardo.

"Scusate avevo ordinato una pizza, ma pare che avessero fatto un ordine da 45 euro. Che scherzi da imbecilli..."

Alle ore 21.42 veniva approvata la parcella dello studio legale con annessa nota a margine del millesimo 561 "Ah abbiamo uno studio legale?"

Alle ore 21.11 veniva approvato il preventivo della ditta Sali&Tabacchi per l'automazione del cancello con gli ultimi ritrovati della domotica giapponese. Alle ore 21.16 si collegava via Skype il millesimo 611, donna. Da qui in poi sono andate perse le trascrizioni di questa conversazione, nonché le numerose dimostrazioni del Presidente e gli assiomi del terzo condomino, detto Pizza ai frutti di mare, per mostrare al millesimo 611 lo studio di fattibilità dell'impermeabilizzazione del controsoffitto del vialetto principale.

Tutto vano.

Il millesimo donna chiedeva di mettere a verbale la congettura del vialetto, l'ipotesi non dimostrata del controsoffitto e la faziosità della ripartizione per i lavori di domotica di Sali&Tabacchi, invitando caldamente il Presidente ad espletare la facoltà di giudicare NULLA la suddetta assemblea.

Alle ore 22.41 la connessione Skype veniva inspiegabilmente a mancare facendo tornare l'assemblea al millesimo 561. Millesimo sufficiente per deliberare vialetto, controsoffitto, domotica e ripartizione di Fourier-Bernoulli-Oliva sui metri cubi d'acqua consumati durante l'anno.

Alle ore 22.45 la seduta è tolta. Presenti Pizza rossa, Pizza funghi e zucchine e Pizza ai frutti di mare, nonché il millesimo 561 che fa segnare una nota di chiusura:

"Ok andiamo a mangiare adesso?"

venerdì 24 marzo 2017

Come prepararsi per una riunione condominiale

Credit by Palazzo Chigi

Innanzitutto sappiate che l'imprevisto è sempre dietro l'angolo e se oggi avete un inquilino dalla vostra parte, domani sarà il primo a farvi causa per quei petali di begonie che non sapevate nemmeno di avere e che inspiegabilmente tapperanno lo scolo dell'acqua del suo balcone allagandogli casa con le prime pioggie d'Aprile. Per ovviare poi l'annoso problema del luogo dove far confluire tutti gli astanti, è consigliabile recarsi a studio del vostro amministratore.
Se il vostro amministratore non ha uno studio, cambiatelo.

La mia checklist è pressappoco questa:
  • Fotocopie fatte, scansioni pure
  • Penna blu funzionante, penna nera operativa e pennina USB d'emergenza svuotata e decriptata
  • Scaletta degli argomenti imparata a memoria, dovesse andare persa quella della convocazione
  • Foglietto TORNO SUBITO per il posteggio della macchina stampato in duplice copia e con numero di telefono occultato per evitare ulteriori scherzi dei bambini in cortile
  • Frasi di circostanza, apertura e chiusura riunione pronti
  • Preventivi spillati e messi in ordine di importanza (la mia)
  • Diversivo da metà serata e ripasso della vita dei condomini (evitate gaffe sul "Come mai sei venuto al posto di tua sorella?" "E' morta") 
  • Ripasso di economia bancaria, gestione aziendale e project management (questo da farsi un paio di mesi prima della riunione) 
  • Ripasso di norme e tributi, diritto privato e diritto internazionale (questo nel solo caso abbiate dei rifugiati politici nel palazzo)
  • Memorizzazione dello stato patrimoniale e relativo conto economico dell'anno in corso (per questo in genere si ha poco tempo, dipende dalle letture dell'acqua e dalla data di convocazione dell'assemblea condominiale)
Mi raccomando poi, se non riuscite a fare il presidente fate almeno il segretario e se testimoniate non guardate mai in faccia l'imputato. Viceversa, se interrogate il teste fatelo mentre scrivete il verbale (non vi mentirà mai, funziona sempre).

E per finire la dieta. Non mangiate mai a ridosso di una riunione, e non aspettate di tornare a casa per cenare. Solo la riunione vi potrà dire quando mangiare e cosa mangiare. Io di solito me la cavo con una ventina di caramelle prese dal boccione della scrivania dell'amministratore.

La Storia delle Cose

Chi di noi non ha desiderato almeno una volta nella vita di conoscere la storia delle cose?

Beh c'è un'università in Italia, che nel corso di Ingegneria prende in prestito questa materia dalla facoltà di Architettura e la sviscera per bene. Pare che il corso voglia fornire "le nozioni relative al rapporto uomo/donna-oggetto" (e sì, la scelta dell'ordine delle parole poteva essere pensata meglio).

Ma veniamo ai dettagli del corso. Per prima cosa (!!) si studia... la cosa (sì, la cosa) e le cose (!!) nelle varie lingue e culture. C'è per esempio the thing che è molto differente da la cosa nostrana, per non parlare poi di the things. Dopo quesa prima disamina atta a specificare geograficamente l'utilizzo e la forma di una cosa piuttosto che di un'altra si passa alle cose nei miti e nelle forme narrative.

"Oh tu cosa che langui nell'ombra! Esci e chetati innanzi a codesto coso!"

Tratto dal coso là come si chiama... Poi si passa alla simbologia delle cose e hai voglia ad elencare cose e cosi che cosano. Per proseguire poi con la funzionalità delle cose in tutte le loro cose. E si studiano anche gli usi delle cose senza lasciare nulla al coso ehm, al caso.


Ma le cose lasciano anche metafore, ed è per questo che una sezione del corso è interamente dedicata a quest'ultime. Pensiamo ad esempio a Gesù quando disse:

"Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna agitata dal vento? E allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano vesti sontuose e vivono nella lussuria stanno nei palazzi dei re. Allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, e più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto:

Ecco io mando davanti a te il mio messaggero,
egli preparerà la via."

Con la storia delle cose riusciamo a valutare ed estrinsecare meglio la metafora che si nasconde dietro le sue parole:

"Che COSA siete andati a vedere nel deserto? Una COSA agitata dal vento? E allora, che COSA siete andati a vedere? Un COSO avvolto in morbide vesti? Coloro che portano COSE sontuose e vivono nella COSA stanno nei COSI dei re. Allora, che COSA siete andati a vedere? Un COSO? Sì, vi dico, e più che un COSO. Egli è colui del quale sta scritto:

Ecco io mando davanti a te il mio COSO,
egli preparerà la COSA."

Alché capite bene che il senso della metafora si fa meno recondito, pur rimanendo velato; stiamo certamente parlando del COSO e Gesù non lo nasconde. Non dobbiamo più cercare il senso occulto di via, profeta o messaggero. Sappiamo benissimo che qui si sta parlando del COSO che prepara la COSA! Magia delle cose nascoste..

E per terminare il corso sulle cose: la parte finale è dedicata alle utopie delle cose.
Quante volte abbiamo desiderato una cosa e non abbiamo potuta averla, molte altre volevamo più cose e ci siamo dovuti accontentare di una cosa sola.

"Se potessi avere 1000 cose al meseee.."

Strano che non abbiano messo una sezione sulla musica delle cose.

Chiudo questa cosa (...) con il remark finale: "Il focus del corso è incentrato sui colori delle cose." E immaginiamo tutti la complessità dell'argomento.




La Cosa - dal film I Fantastici 4

giovedì 23 marzo 2017

Le mistiche parole dell'avatar Adhavan



Mi scrive il famosissimo Adhavan, urca penso io il satguru del mio nobile maestro Zufar Khan II che nel 1657 venne da lui istruito sui profondi misteri dell'Universo e le mirabili possibilità dell'essere umano... cosa vorrà mai ho pensato, vorrà forse che erga per lui un pashram romano o che divenga il più potente jyotisha mai conosciuto sulla terra? E da dove mi starà scrivendo? E il nobilissimo Zufar sarà al corrente di tutto questo? Stanno forse bramando di svelare a pochi eletti i quattro arcani dei sette candelabri d'oro... alché decido subito di prendere dell'ottima mirra rimasta in frigo e accendere un pò d'incenso per creare la giusta atmosfera di devozione verso il mistico avatar di Adhavan, nonché guru del mio guru.

Mi siedo nella posizione del loto e proseguo la lettura col terzo occhio:

"Myself Adhavan and my team have been searching for a suitable CV on a job portal for a new project as SAP Consultant and found yours. I like to know your availability to take an interview with us. So, please address to this email to understand your professional fit with our available job opportunities and to fix a meeting within the month. The job location is in Paris and the contract is for six months."


A quel punto ho visto il cero spegnersi da solo e farmi i più distinti saluti prima di uscire dalla stanza. Le trombe dell'Apocalisse hanno fischiato stonate nell'aria e i quattro angeli giunti ad ascoltare le parole di Adhavan se ne sono andati insieme a vedere vecchie puntate di Masterchef.

giovedì 9 marzo 2017

L'immortale


Foto by Fabio Cimaglia / LaPresse
E poi mi sono immaginato questo Silvio al Mac.

Ma lo vedo passare prima dal Drive-Through, rigorosamente solo e con occhiali da sole stile Terminator. Solo che la sua macchina non ci passa.

Alché lo vedo scendere dal camion-porsche-suv e prendere le misure. Poi un calcetto alla ruota e qualche alzata di braccia come a dire "ma chi l'ha progettato questo ca$$o di Drive-Through cribbio!"

E parcheggiando con mestizia il camion-porsche-suv, si appresta ad entrare nel Mac con la stessa camminata che avrebbe entrando nel cesso di casa sua, ovvero mano destra in tasca, testa che ciondola come quando si torna a casa dall'edicola e paso doble appena accennato al primo scalino del Mac Donald's (ohh beata gioventù).

Poi si siede. E poi il menu.
Lui non capisce nulla di quello che c'è scritto ed è un pò come leggere il proprio testamento scritto da un altro. La pasta semplice al sugo non c'è. L'acqua frizzante forse. Caffé! Oh cribbio questo c'è! Lo conosco. Ordinerò un caffé!

E così, sulle note di un musical francese che risuonano nella sua testa insieme alle onde del mare, attende romanticamente che giunga quella cameriera seducente che però, non arriverà mai.

Ma lui non lo sa, ed è questo a renderlo immortale.
 

mercoledì 18 gennaio 2017

Bonaseraciao

Servizio Clienti, il mio nuovo libro è in bozza e ovviamente sarà un thriller....
ma ecco il prologo, fresco fresco: 

ore 19.30, vocina automatica ma che sembra di donna normale che imita la vocina automatica, poi risponde un tizio con voce rauca e accento marcatamente romano, del tipo Bonaseraciao. Sento il silenzio attorno a lui, probabilmente è un'esternalizzazione, un remote working, insomma credo proprio di aver telefonato al vicino di casa mentre si trovava sulla tazza del cesso. Gli spiego la situazione, annuisce, e questo lo capisco dalle pippate di fumo che sento alla cornetta, poi mi fa: "Ma osà che n'èmmica a prima persona chemme dice 'ssa cosa?" Insomma, dopo aver sommessamente pregato di aver avuto un'allucinazione uditiva lo sento continuare.... "E ma io gneposso fa gnente, deve chiamà startro nummero che però...." (avranno staccato alle 17...penso tra me) "...hanno staccato alle 19." Stakanovisti. "Massemmedà unattimo jelodossubbito." Me lo sono immaginato mentre faceva una query nel software aziendale e invece lo sento proprio alzarsi e ciabattare lontano. Oddio penso, ma sto sognando? Credo abbia aperto il frigo o roba simile. Forse il numero era proprio sotto il formaggio, quello per le emergenze. E niente, quando l'ho sentito tornare e pippare di nuovo prima di darmi il numero, allora lì ho chiuso.

Ora, miei cari giovani e novelli Watson.
Per scoprire cos'è successo quando si è alzato, dov'è andato e soprattutto chi è la donna misteriosa che gli ha portato il formaggio beh, per questo dovrete attendere l'uscita del mio prossimo libro!


lunedì 18 luglio 2016

Tipico

finisco il mio allenamento spingendo un pò nel finale, il che capirò solo dopo, mi fa scendere la pressione poiché il cuore richiede più sangue, ergo il cervello sbufferizza fino a formattare due o tre importanti informazioni, come chi sono e la distinzione tra spogliatoio degli uomini da quello delle donne. riconosco d'aver sbagliato spogliatoio dalla totale assenza di creme, cremette ed unguenti al latte di cocco svedese, nonché da un paio di acuti vocali che sfiorano i 4 terahertz. raggiungo il mio spogliatoio lasciandomi guidare dal naso e dagli unguenti di propoli e fiori di lillà. capisco di essere nello spogliatoio giusto quando il latte di cocco si mescola con la puzza di sudore. faccio la doccia nel tempo necessario ad un tizio per guardarsi allo specchio prima della doccia. mi asciugo. mi vesto. esco e raggiungo il mio armadietto. il sangue torna lentamente a fluire in modalità recovery. afferro il lucchetto, giro sulla solita combinazione e il lucchetto non si apre. bene. riprovo. niente. certo, sono 5 anni che lo uso ma perché dovrebbe rompersi proprio adesso, anzi perché dovrebbe proprio smettere di funzionare? riprovo, faccio fare un pò di rotazioni alle rotelle in entrambi i sensi, ma solo per constatare che sono nei guai. il lucchetto non ne vuole sapere di aprirsi. le chiavi della macchina sono nell'armadietto. gli spicci per la mia spremuta d'arancia post allenamento sono nell'armadietto. il telefono (imprecazione) è nell'armadietto. ho un gesto di stizza e provo subito a permutare tutte le combinazioni. poi mi chiedo ma che diavolo sto facendo, sono mille, anche c'impiegassi due secondi a combinazione ci metterei mezz'ora e poi che diamine, ho quel lucchetto da 5 anni, come fa a rompersi proprio adesso!!
vado alla reception.
"scusate, non riesco ad aprire il lucchetto, potreste..."
"....romperlo? certo" e la ragazza tira da sotto al bancone due tenaglie da mezzo metro
cristo santo penso. questa è pericolosa.
raggiungiamo l'armadietto e le spiego i fatti.
"guarda, non riesco proprio a capire"
"tipico"
"tipico?"
"sì, tipico degli uomini"
rido di gusto. poi di nervosismo.
"nel senso che fino a ieri funzionava, adesso sembra non volerne proprio sapere"
"anche questo è tipico"
alché sento l'occhio sinistro chiudersi un paio di volte di fila in un tic tutto suo. la ragazza si avvicina, prova la combinazione, ma niente.
"ok, prima di romperlo devo chiederti una cosa"
brava, così si fa. sicuramente vorrà sapere in anticipo cosa c'è dentro per capire se sia il vero proprietario o meno. "dimmi pure"
"sei sicuro che il tuo armadietto non sia questo accanto?" e mi indica l'armadietto 004 con un lucchetto identico al mio.