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domenica 15 ottobre 2017

Vega sullo Skyline di Roma

Vega vista dal Gianicolo, Roma (augmented reality)


da Wikipedia:

"Vega è la stella più brillante della costellazione della Lira, la quinta più luminosa del cielo notturno, nonché la seconda più luminosa nell'emisfero celeste boreale, dopo Arturo. Vega è una stella piuttosto vicina, posta a soli 25 anni luce di distanza, la più luminosa in termini assoluti entro un raggio di 30 anni luce dal sistema solare.

Vega possiede una massa circa due volte quella solare ed una luminosità circa 37 volte superiore. L'astro è caratterizzato da un'altissima velocità di rotazione sul proprio asse, che gli conferisce l'aspetto di uno sferoide oblato. Questa rapida rotazione, a causa di un fenomeno noto come oscuramento gravitazionale, si riflette sulla temperatura effettiva fotosferica, che varia a seconda della latitudine presa in esame: infatti, si è notato che la temperatura all'equatore è di circa 2000 K più bassa rispetto a quella rilevata ai poli, ed è proprio in direzione di uno di essi che la stella risulta visibile dalla Terra.

Circa 12 000 anni fa, a causa della precessione dell'asse terrestre, ha svolto il ruolo di stella polare, e lo ricoprirà nuovamente tra altri 13 700 anni.

Alcune irregolarità riscontrate nel disco suggerirebbero la presenza in orbita di almeno un pianeta, per massa simile a Giove.

Vega è la quinta stella più brillante del cielo se vista ad occhio nudo, data la sua magnitudine apparente pari a 0,03 che, associata al caratteristico colore bianco-azzurro, la rende facilmente distinguibile anche dal cielo fortemente inquinato delle grandi città. La facile rintracciabilità della stella è favorita anche dal fatto che Vega costituisce uno dei vertici dell'asterismo chiamato Triangolo estivo, le cui componenti sono, oltre a Vega, Deneb (α Cygni) e Altair (α Aquilae). Questo esteso triangolo rettangolo è molto ben riconoscibile nei cieli notturni poiché non sono presenti stelle altrettanto luminose nelle sue vicinanze; Vega, la più brillante delle tre, si trova sul vertice nord-occidentale, che coincide con l'angolo retto.

Vega domina la costellazione di piccole dimensioni in cui si trova, la Lira, per la maggior parte costituita da stelle relativamente poco luminose; trovandosi quindi in un ambiente povero di stelle luminose, specialmente in direzione ovest, la sua brillantezza risulta particolarmente risaltata.

Data la sua declinazione di +38,7°, Vega è una stella dell'emisfero celeste boreale; questa declinazione fortemente settentrionale fa sì che essa possa risultare visibile solo da latitudini a nord di 51° S, mentre a nord di 51° N appare circumpolare, ossia non tramonta mai sotto l'orizzonte. In virtù della sua posizione molto settentrionale, da questo emisfero è visibile per la gran parte dell'anno.

Vega si trova nella sequenza principale da circa 386 – 511 milioni di anni, e si stima che vi permarrà per almeno altri 700 – 500 milioni di anni; dunque Vega si troverebbe all'incirca a metà della propria sequenza principale, proprio come il Sole, la cui sequenza principale è però dieci volte più lunga. Infatti, le stelle più massicce (e di conseguenza più luminose) utilizzano il loro combustibile nucleare più rapidamente delle altre, a causa del fatto che le reazioni nucleari procedono a un ritmo più sostenuto per contrastare il collasso gravitazionale, direttamente proporzionale alla massa, cui la stella è naturalmente soggetta: Vega è infatti circa 2,11 volte più massiccia e circa 37 ± 3 volte più luminosa della nostra stella."

domenica 8 novembre 2015

Aperitivo a Roma (Prati)

Owlchips - Via Cola di Rienzo 
Il Catanese - Via Lucrezio Caro


Il Catanese - Via Lucrezio Caro

martedì 14 ottobre 2014

Henri Cartier-Bresson a Roma (sconsigliata)

Molto deludente questa mostra di Henri Cartier-Bresson, considerato uno dei più grandi fotografi del secolo scorso. Delusione che comincia subito alle biglietterie dell'Ara Pacis. Molto scarso infatti è stato lo smaltimento della fila presso il ticket office del piano superiore, ci si aggira sui due minuti a biglietto e dunque sette persone in fila vi faranno attendere quindici minuti circa (sempre che non finisca la carta del POS). Senza considerare che alla stessa fila si mescoleranno quelli che vorranno semplicemente acquistare dal book shop antistante o entrare al museo del comune di Roma (quello dedicato all'Ara Pacis). In alternativa si può usufruire della biglietteria del piano inferiore, dove risiede la mostra, ma il numero di persone in fila è due volte tanto.

Questo tipo di organizzazione, in una città importante come Roma, per una mostra pubblicizzata da sei mesi, non è accettabile. 

Tornando allo spazio espositivo della mostra, l'ambiente è piuttosto ben pensato, vetrine espositive con vecchie riviste d'epoca, documenti di lavoro, una parete intera con degli autoritratti in carboncino e un'altra con dei film sulla guerra civile spagnola. Anche gli ambienti sono pensati bene, scorrendo i vari periodi dell'artista. Si va dagli inizi della sua attività fotografica, al periodo parigino, dalle foto di guerra a quelle della resistenza, dalle ambientazioni africane a quelle cinesi o indiane. 

L'arte fotografica del bianco e nero sembra insomma passare in secondo piano rispetto alla mera presenza del fotografo in luoghi ed eventi che hanno segnato la storia. E per noi l'arte non può essere mera presenza, ma capacità di vedere cose che altri non vedono, capacità di raccontarle. Questa capacità spicca soltanto in una dozzina di foto o poco più. 

Per ultimo, deludente è stato anche il formato delle foto, eccessivamente piccolo, dentro quadri eccessivamente grandi. Va bene come scelta una tantum, ma qui crediamo sia stato fatto un uso esagerato.