venerdì 19 marzo 2010

Memorie

...dalle corde dei violini partiva quella musica che era in grado di accendere la speranza di chi fosse al fronte e di chi con loro respirava nel buio di una stanza, immobile, seduto in poltrona ad attendere La Notizia che come il gelido inverno non si sarebbe fermata di fronte a niente e nessuno.

Quegli uomini, sporchi in viso, con ferite nel corpo e tutti, con ferite nell'anima, trascinavano i loro pesanti pensieri fuori dalle unghie della Guerra, fuori dalle trincee piene di topi e di fango e di morte e di lacrime, affinché potessero varcare con i loro occhi la soglia della Sofferenza, una Sofferenza che aveva scavato solchi così profondi nel loro Cuore da far sembrare le trincee dei semplici rivoli d'acqua.

Le note del grammofono volavano nell'aria e sulla superficie del fango portando un Dio che sembrava essere la più nefasta delle follie.

E anche quel Dio era in trincea.


dalle Foreste di Hürtgen,
11 Nov 1944



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