Mi è sfuggita la foto di un migrante, un uomo senza nome, che si cuoce due uova in una padella sgangherata sulla fiamma del Milite Ignoto a Bruxelles, altro uomo senza nome. La fiamma eterna, quella che arde per ricordare un soldato belga senza identità, caduto nella Grande Guerra, simbolo di tutti i caduti senza nome. E ora, eccolo lì, quel fuoco sacro, a scaldare una colazione di fortuna in una foto ricca di significato. Se il Milite Ignoto potesse guardare dall’aldilà, cosa penserebbe? Forse vedrebbe l’ironia amara di un mondo che non smette di perdere pezzi. Lui, che ha dato la vita per un’idea di patria, per un confine che oggi sembra più un concetto astratto che un luogo vero e proprio, ora si trova a scaldare le uova di un uomo che quei confini li ha attraversati, forse scappando da una guerra non così diversa da quella di un secolo fa.
Non è una profanazione, come gridano in molti, con un tono che mescola sdegno e superiorità. È qualcosa di più semplice, più umano, nondimeno di più tragico. Quella fiamma, pensata per ardere a futura memoria, per la prima volta in cent’anni si fa concreta, viva e necessaria. Non solo un lume per i ricordi, ma un fuoco che nutre una persona. E non è solo il gesto, è il contesto. È il fatto che viviamo in un’epoca in cui i simboli sono tutto e niente: li veneriamo, li fotografiamo, li usiamo per scaldarci il cuore o, a volte, la padella. Il Milite Ignoto, se oggi potesse parlare direbbe: “Ero un uomo anch’io, come te. Anche io ho avuto fame, freddo, paura. Anche io sono stato dimenticato come te, se non fosse per questa fiamma.” Il problema non è a questo punto l’uomo con la padella. Il problema è che il mondo che il Milite Ignoto ha difeso, non è un mondo che ha trovato posto per quest’altro uomo, quello che oggi cucina sulle sue ceneri. È lo stesso mondo che lascia gente povera vagare per le strade, mentre noi ci indignamo per un uovo fritto ma non per le vite spezzate che lo hanno portato fin lì.
E mentre la fiamma del Milite Ignoto continua ad ardere, forse per la prima volta, la morte di quel soldato senza nome, non è stata poi così vana.