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lunedì 31 dicembre 2012

La Rota che non rotea

vorrei salutare questo 2012 con l'augurio di un vecchio monaco, M.Nikaya, antico mag iraniano, tutt'oggi vivente, che dio benedica la sua stessa benevolenza.

egli disse:



ogni cosa su questa terra finisce,
eppur tra le cose dabbasso si celano quelle dell'alte sfere
che vi concederanno il lusso di fermar lo tempo,
li pianeti e pur le stelle

possiate voi conoscerle prima che finisca un altro giorno,
un altro calendario, un'altra era,
possiate voi veder la Rota che non rotea



martedì 16 ottobre 2012

Nulla accade che non sia già accaduto

Una volta successe una cosa. C'era chi diceva che non era successo nulla, chi invece che era successo quello che doveva succedere e chi quello che poteva succedere, c'era chi diceva che quella cosa stava accadendo adesso, in questo stesso momento e chi che non sarebbe mai più accaduta. A un certo punto arrivò uno straniero e disse:

"Se era una cosa buona non avete fatto nulla per farla riaccadere, se invece era cattiva, non avete fatto nulla per non farla riaccadere. In entrambi i casi non l'avete fatta vostra, l'avete osservata, l'avete giudicata, ma non l'avete fatta vostra."

La gente lo guardò con disprezzo.

"Nulla accade che non sia già accaduto, all'inizio come alla fine può succedere soltanto quello che deve accadere."



venerdì 10 agosto 2012

El Curandero



C'era una volta un tipo che era un maestro nel fare i cocktail.

Era specializzato nel Jamaica's Julepp; in questo cocktail tutto era nascosto dalla frutta, certamente buona se mangiata a caso, ma con qualcosa in più se mangiata nell'ordine giusto, per il verso giusto. Nella frutta si sentiva appena un vago sapore di quello che c'era sotto, e tu sapevi che doveva esserci qualcosa sotto e allora cominciavi a scavare mangiandola, stando attento alla buccia dell'ananas e all'asprezza della Smith, ma soprattutto ai semi delle ciliegie. Cosa importante nel fare un simile cocktail, e che solo un maestro come lui sa fare, è non far sentire troppo di questo o troppo di quello, perché bevendolo pensando al rum si senta il rum, sorseggiandolo pensando alla menta si senta la menta o pensando a nulla non si senta proprio nulla!

Ecco, in un certo senso bisognerebbe insegnare a berlo un simile cocktail, perché altrimenti risulta difficile capire che sapore abbia; non sai se devi pensare a nulla, al rum o all'Angostura, alla menta o a chissà cos'altro c'avrà messo dentro quel disgraziato. Sempre nelle giuste proporzioni s'intende.
Sempre lasciando quell'equilibrio che sappia donare sia il dettaglio che la totalità. 

Ho provato a stringergli la mano ma entrando nel bar sembrava sparire, da fuori lo si vedeva invece armeggiare con vodka, ghiaccio e shakerini vari. Lo si sentiva. Era impossibile non capire vi fosse un barman lì dentro. E non ci giurerei ma credo lavorasse lì da sempre.

Però, ripeto, era difficile stringerli la mano, e allora facevo sempre i complimenti alla cameriera:

"...questo è per te e i miei complimenti al barman. Quando lo vedi."

giovedì 9 agosto 2012

Kung Fu

E d'improvviso, qualcuno mi chiamò fuori dalla Città dalle Nove Porte, per fare Kung-FU sulla Montagna Sacra.

"Non chiedo di essere esente dai pericoli, ma di essere senza paura nell'affrontarli."

Non ti ho dato il coraggio affinché tu possa essere senza paura, ma la paura affinché tu possa trovar coraggio.

"Non chiedo che il mio dolore sia alleviato, ma chiedo il cuore per superarlo."

Non ti ho dato il cuore per superare il dolore, ma il dolore affinché tu possa trovare il cuore.

"Non cerco alleati nel campo di battaglia della vita, ma cerco la mia forza."

Non ti ho dato la forza affinché tu superassi questa battaglia ma ti ho gettato in questa guerra per trovare la tua forza.

"Non imploro con ansiosa paura di essere salvato, ma spero di aver la pazienza per conquistare la mia libertà."






lunedì 16 maggio 2011

Cinque giorni e un mantello

...e dopo aver bussato più volte alle pareti di questa casa, mosso libri, acceso rubinetti e spento luci financo a volteggiar sedie nell'aria con me sopra, lo spirito di Apollonio di Tiana mi apparve una sera in tutta la sua naturalezza. E non fu una di quelle apparizioni fantasmagoriche, bluastre che distinguono i morti dai vivi, quanto piuttosto la mera presenza di un barbone dai capelli legati seduto alla mia scrivania.

No dico.
La MIA scrivania.
E leggeva, per giunta.

"Che te ne fai di tutti questi libri giovanotto?"
Beh si, non era la prima volta che avrei discusso di letteratura con persone in grado di attraversare i muri, ma questa volta era diverso. Era diverso per il semplice fatto che era Apollonio di Tiana e Apollonio si sa, aveva la Conoscenza!

"Beh ecco, molti li ho abbandonati. Altri li devo ancora iniziare, ma in effetti mi servono sempre meno, se non altro per fugare la noia."
"Noia!? Giovanotto..." Fece alzandosi e togliendosi degli occhiali che non voglio nemmeno sapere con quale losco raggiro li abbia ottenuti. "...ho notato i corvi questa mattina. Immagino tu li abbia visti, che ne sei a conoscenza."
"Sono circa due mesi che vengono qua."
"Solo di mattina?"
"Prevalentemente di mattina, ma a volte, certe sere, precedono il verso di uno strano animale."
"Capisco."
"Credevo appartenesse a un cucciolo di volpe..."
"...già, un cucciolo di volpe." Sorrise Apollonio.
"No eh?"
"Vedi..." Fece scorrendo alcuni libri che aveva vicino. "...hai trovato qualcosa per la quale sono state distrutte città. Sono stati creati imperi, vendute cattedrali e demolite montagne. E tutto questo solo per vedere compiuto il fallimento di una ricerca. Sono morti uomini, sono spariti uomini e sono impazziti uomini!! Ma il Samsara è ancora qua, a fagocitarli tutti!!"
Parlava con molta calma e scandiva bene le parole. Parole che avevano una potenza che lui solo sapeva quante sfide avessero vinto.
"Giovanotto, non hai nemmeno la più pallida idea di cosa tu abbia smosso attraversando l'Oltretomba." Apollonio mi guardò dritto negli occhi. "Sei più conosciuto in quel mondo che in questo, ho sentito il tuo nome in ogni forma e puoi star certo che presto o tardi si organizzeranno per prendere ciò che hai."
"Non ho nulla che loro stessi non possano avere. E lo saprebbero se solo sapessero cosa stanno cercando."
"Sono qui per metterti in guardia dalla loro ignoranza, perché si organizzeranno veloci, più veloci di quanto tu creda e con la stessa velocità con la quale il tuo nome varcherà i confini dell'Ade."
"Ho capito." E cercai di allontanare il suo sguardo dal mantello nero richiudendo l'armadio.
"Quando parlo di organizzazione è proprio questo che intendo." E indicò la finestra. "Corvi. Strani animali, esseri come me che ti parlano alla luce del giorno." E mi guardò di nuovo dritto negli occhi. "O della notte."
Ma sapevo che era Apollonio e non uno di quei cosi raccapriccianti che una volta mi avrebbero fatto sudare freddo solo parlando.
"Hanno il diritto di cercare ciò che vogliono, e sono certo troveranno ciò che li ha mossi in questa ricerca, poiché non comprendono che il mio piano si estende a dismisura, oltre i confini della loro mente, precedendo di gran lunga le loro scelte."
"Giovanotto, hai cinque giorni. Cinque giorni e un mantello solo."


mercoledì 23 marzo 2011

Visions

...e mi sorprendo quando leggo la fermezza d'alcuni nel dir di conoscermi o di sapere ch'io sia. Sorrido pure quando costoro vanno oltre nel mar del giudizio navigando per acque di cui non sanno gli abissi. C'è chi mi stringe la mano e chi m'inquadra in un corpo. Chi mi sigilla nel nome o chi m'insegna la vita. E mi stupisco di quanto siano strette le corde dei loro violini, così esposte al mio sguardo e così fragili al suono che è sufficiente io dipinga due o tre note nell'aria, che la mia musica le farebbe tremare per tutta una vita.

Eppur lo dissi che nulla io sono di quello che sembro, ma la loro attenzione era altrove che non ricordan di me com'io ricordo di loro.

E ora sappi, caro lettore...
ciò che non conosci di me, io sono.



domenica 30 gennaio 2011

Alla mia Evey

Vedete Madamoiselle, noi siamo i Vessilli d'una Volontà che da sempre abbiam dimenticato esser Vera, e la Vacuità percepita da una mente Vincente è sempre cosa Vana se paragonata alla Voracità del Vuoto che sostenta il tutto.

Sosterrà questa Vita e questa calda Vendetta, perché io appartengo alla Verità che non verrà mai più detta, io sono il Verbo che si tramuta in Vittoria e sono il Vaso che chiamate Pandora. Non c'è Vista per Vedere il mio Viso, né Volere che mi strappi un sorriso.

Nel darle Voce mi conceda dolcezza, d'alzare il Volume.
Io sono V, o se Volete...la Vendetta d'un Nume.



lunedì 3 gennaio 2011

Il Sacro

E' vicino, ma non so cosa sia.
Mi conosce, e non so dove sia.
Non ha nome, né bisogno d'un volto,
né di un'ombra che ne porti sconforto.

Non è luce e nel buio conduce,
è un passaggio senza ritorno,
come La Notte ancor prima del Giorno.

E' qualcosa di muto e tremendo che m'alita 'l cuore,
così letale e incombente che l'aria stessa trasuda di Fine.
Su questa Scena scende la Luna e mi porta al Confine
e ai miei occhi Lei mostra dell'orror le Colline.

Non posso far altro che sfidarlo alla Morte,
con in pugno la Vita e d'un Mondo la sorte.
Sono un Uomo, sono un Essere Umano,



sabato 27 novembre 2010

The Unmanifest

...and what you see Sir, is the end of all known things and the beginning of the unknowable ones. 

You have No Name, you are Uncatchable, as the manifest is supported by Unmanifest, you posed your Seal everywhere. What is revealed for One, will be hidden by many.



venerdì 19 marzo 2010

Memorie

...dalle corde dei violini partiva quella musica che era in grado di accendere la speranza di chi fosse al fronte e di chi con loro respirava nel buio di una stanza, immobile, seduto in poltrona ad attendere La Notizia che come il gelido inverno non si sarebbe fermata di fronte a niente e nessuno.

Quegli uomini, sporchi in viso, con ferite nel corpo e tutti, con ferite nell'anima, trascinavano i loro pesanti pensieri fuori dalle unghie della Guerra, fuori dalle trincee piene di topi e di fango e di morte e di lacrime, affinché potessero varcare con i loro occhi la soglia della Sofferenza, una Sofferenza che aveva scavato solchi così profondi nel loro Cuore da far sembrare le trincee dei semplici rivoli d'acqua.

Le note del grammofono volavano nell'aria e sulla superficie del fango portando un Dio che sembrava essere la più nefasta delle follie.

E anche quel Dio era in trincea.


dalle Foreste di Hürtgen,
11 Nov 1944



domenica 31 maggio 2009

Acqua a sorsi alterni

Come non dimenticare quel mio amico che mi fece il solito discorso su facebook...a quel tempo viveva solo, incline al gioco delle pulci e bevitore d'acqua a sorsi alterni, insomma per spassarsela sempre più un giorno mi tirò fuori il discorso delle amicizie. Allora io, con abile malefizio glissai il discorso sul blu, poi sul bianco e blu e infine, passando attraverso le transazioni asincrone di un database senza licenza e con drivers non supportati, proposi alla sua mente il link "facebook.com"

"Ahh! caro mio, non ci penso proprio." E mi sorride come un veterano manager della Fuffola & Brothers Enterprise. "Queste cose le conosco, sono fuoco di paglia come direbbe il mio vecchio e hanno la stessa vita di una sveltina all'angolo tra la 14ma e Piazza Sempronio."
Tra me e me riflettevo su quell'incrocio funesto, funesto dalla retata del 1981 dove persi il mio guantone da baseball facendo l'elemosina. Poi continuai ad ascoltare questo mio amico, che certamente ne sapeva più di me.
"Io se voglio degli amici..." E alzando il sopracciglio ondeggiò la bottiglia di birra a fianco del viso lasciandomi intuire che i suoi amici avessero nomi del tipo Bud, Heineken o Mac Farland. "...so dove andarli a pescare e non ho certo bisogno di far arricchire un moccioso arrivista del sogno americano facendomi raccontare dai suoi robots automatizzati che "Grazie a ME, molti dei MIEI amici adesso sono su Facebook." E scorreggiò concedendo alla sua sciatica un certo riposo. "Ecco, grazie a ME caso mai, molti dei miei amici NON sono su facebook."
"Ma su facebook, potresti conoscere persone amiche di amiche di cui non avresti mai sospettato l'esistenza, che potrebbero arricchirti molto dal punto di vista sociale, nel senso che poi ci si potrebbe anche uscire...." Dissi buttandola là, in mezzo alla cassa di Mac Farland che osservavo entrare piano nello stomaco di Freddy, il mio 'amico'.
"Vedi, mettiamo pure che tu conosca una tizia al bar o magari in fila alla posta, ne condividi l'attesa, la sudata perché i condizionatori quel giorno non funzionavano e insieme sbottate perché arrivate a scoprire che il servizio di fax quel giorno non funziona per le chiamate internazionali. Bene, allora una volta capito che ENTRAMBI avevate da fare un fax INTERNAZIONALE dite cavolo, sarà mica nella stessa città, per lo stesso ufficio e per la stessa persona? E dunque, simultaneamente all'interesse fisico e spirituale per quella persona, nutrite anche un certo sospetto perché in fondo in fondo, ma molto in fondo, il vostro IO più nascosto sa e sta prendendo nota che quella ragazza potrebbe essere una potenziale concorrente in grado di non farvi portare a termine il piano Emigro in Scandinavia, nella fredda e felice terra della civiltà elettronica." Freddy bevve un sorso di birra. Poi si ricordò di non averla ancora stappata. "Scusa, hai mica quel coso per..."
"Ecco tieni."
"Ah si, perfetto. Capisci? Allora che fai!? Ti ricordi del suo nome, del suo cognome e del suo viso perché era davanti a te nella fila! Bypassi il fatto d'aver ascoltato i suoi dati anagrafici superando di 23 cm la linea gialla e senza sentirti minimamente in colpa la cerchi su facebook. E sai cosa succede Des?"
"No, cosa succede Freddy?"
"La trovi!" E qui fece un gesto che mi riesce difficile esplicare perché trattasi di mimica facciale da conoscitore di mondi interstellari. "Non credevi fosse possibile ma così è! E' li, di fronte a te, con il profilo aperto e la metà delle foto pubblicate. Allora leggi il profilo con l'attenzione di un ratto di Bel Air nelle fogne di Calcutta e capisci che le tue preoccupazioni erano ben fondate!"
"In che senso, cosa potresti leggere scusa?"
"Beh non so, uno status che recita 'Odio le poste più del mio dannato lavoro' oppure 'se le poste non funzionano faccio da me, per cambiare lavoro bisogna cambiare se stessi!' insomma cose di questo tipo..."
"Cavolo è vero."
"No amico, non è vero, è FINZIONE." E salutò un vecchio in tuta da jogging che passava sul marciapiede di fronte portato a spasso da uno strano cane incrocio tra un pitbull ed un chiwawa. "Alla fine succederà che per curiosità t'iscriverai, l'aggiungerai e attenderai che lei faccia altrettanto chiedendoti se poi magari sei riuscito a mandare il fax. Alla fine, quando leggerai in una sua foto fatta per caso dal cellulare di un suo ex una minuscola pubblicità della Philipussis & Costello Corporation beh, ti farai in quattro per aprire gruppi fasulli che parlino male della Philipussis & Costello Corporation, lei si iscriverà, ti farà domande e tu dovrai assumere false identità per risponderle, alché ti troverai con circa dodici account facebook, quattro gruppi da gestire, cinque browser per accesso contemporaneo e tre computer per colmare le tue dodici identità."
"Piuttosto faticoso."
"E non hai sentito il pezzo forte." Fece prima di una ragguardevole pausa seguita da un peto che non credevo potesse provenire da lui. Credevo fosse il pezzo forte, ma continuò. "Te ne rimangono tre. Tre accounts e guarda caso, t'innamori di un'amica della tipa che scopri essere un parto trigemino e dopo l'embarras iniziale decidi essere una divina provvidenza e cominci a flirtare con tutte e tre per alzare le probabilità di riuscita...e infatti ci riesci!"
"Dunque ti trovi la ragazza su facebook?"
"No, riesci a perdere il lavoro alla Philipussis & Costello Corporation! Perché nel frattempo la tipa della posta è stata assunta per mancata presentazione di un importante candidato e ti lascio immaginare chi fosse."
"Dio mio..."
"Non esistono Dei amico mio, ma solo Uomini Navigati." E bevve ancora la sua birra.
"Freddy, ma tu non bevevi acqua a sorsi alterni?"
"Beh, da quando mi sono iscritto su facebook sono cambiate un sacco di cose." E in quel preciso istante uscì in veranda un cane che sembrava un misto tra un alano e un san bernardo. Al collo aveva una targhetta con scritto ' F '.
"Freddy..."
"Cosa?"
Stavo per dire una cosa cattiva quando vidi il gioco delle pulci sul tavolino della veranda. "No niente."