venerdì 25 giugno 2021

Jonny senz'acca - il gabbiano armato

 


 

Jonny Balzella era un vecchio commercialista della mala ormai in pensione, che di tanto in tanto riceveva qualche telefonata per rientrare nel giro, abitava a Roma. Correva l'anno 2021, il mese di Giugno per l'esattezza. E no, non sarebbe rientrato nel giro.

"Cara vado a buttare la spazzatura." Disse alla sua cagnolina Rometta prendendo i sacchi della mondezza che aveva accumulato in tre giorni. Aveva 61 anni, non era tanto vecchio per ritirarsi dal malaffare ma nemmeno tanto giovane per stare dietro a falsi in bilancio e blitz della finanza. Così chiuse la porta e cercò di prendere le buste della spazzatura lasciandosi libera una mano per chiamare l'ascensore.

Ma l'ascensore era ferma qualche piano più su. Jonny senz'acca avrebbe voluto gridare tanto "ehi vaffanculo, vuoi mollare questo cesso di vecchia ascensore ? Hai sentitooo ? " Ma si limitò a sbuffare con la speranza che qualche condomino più in alto lo potesse sentire, e cominciò a scendere le scale. 

Jonny senz'acca abitava al primo piano.

E così giunse presto al portone, fece il vialetto condominiale e attraversò la strada. In giro non si vedeva ormai nessuno. Il coprifuoco della pandemia era stato spostato a mezzanotte. Ma nella zona dove abitava, a partire già dalle otto di sera si vedeva poca gente e poche macchine passavano da quelle parti anche durante il giorno. La spazzatura di Jonny puzzava. O forse no ?  Forse erano i secchioni, forse era il marciapiede. Diamine se puzzava il marciapiede. Per non parlare degli escrementi dei cani che nessuno aveva raccolto e a guardarli bene non erano certo quelli di un barboncino. Per fortuna non sono sceso in ciabatte pensò Jonny, anche se il suo capo gli proibiva di indossare ciabatte. 

"Ma io non ho più un capo.." Disse tra se e se salendo attentamente sul marciapiede. L'ultima volta che ne aveva pestata una dovette buttare le scarpe tanto erano sporche, in compenso vinse centomila euro alla lotteria degli scontrini esattamente il giorno dopo. Ma non sfidò la sorte per arricchirsi camminando alla cieca o guardando i gabbiani. Anche perché centomila euro non erano niente in confronto a quello che aveva pianificato negli ultimi mesi di morbido lockdown.

Intanto nel cielo volteggiavano i gabbiani, attirati dalla mondezza, e forse anche dalle merde di cane, o dai topi che si cibavano del pesce andato a male nella gola dei gabbiani stecchiti dalla puzza di mondezza. Quella città era un fottuto uroboro del vomito. Jonny non era mai stato fuori dall'Italia, ma era così che si immaginava la peggiore delle città indiane. Anzi, forse riflettendoci un pò su, a Varanasi si stava anche meglio. Poi si fermò e mimando il lancio del martello alle Olimpiadi di Seoul, lanciò una ad una le buste della spazzatura verso il secchione. Ma nessuna di queste entrò dentro, rimbalzarono tutte sul marciapiede e un paio si aprirono cadendo a terra.

"Dannazione!" Imprecò incrociando la vista di un topo. Jonny non amava sporcare la strada e anche col secchione pieno e la spazzatura che ne impediva l'accesso, avrebbe piuttosto svuotato il cassonetto pur di non lasciare la sua spazzatura fuori. Questo perché nessuno doveva scoprire le sue abitudini ma soprattutto l'oggetto del suo business. Anche tritando la carta accuratamente, se c'era una remota possibilità di risalire a Jonny, quella possibilità doveva essere annichilita. E poi era una persona pulita, i soldi sporchi erano solo un'obbligata formalità del suo mestiere.

Sistemata la spazzatura tirò fuori il fazzoletto dal taschino, si asciugò la fronte, si pulì le mani con del disinfettante portatile e lo buttò nella spazzatura poco prima di sentirsi dire. "Mani in alto."

Jonny non usciva mai senza il ferro, dopo quella volta che dal gommista gli puntarono una pistola alla tempia dicendo "Dammi tutto quello che hai vecchio bastardo!" Ma tutto quello che aveva Jonny era solo Rometta, il suo barboncino. "Non ho nulla di valore con me ami..." E in meno di un secondo disarmò quel povero tossicodipendente come qualsiasi commercialista avrebbe saputo fare, per poi finire a fumarsi una sigaretta insieme a lui a bordo strada, con le ruote ancora da gonfiare.

Jonny senz'acca non fumava sigarette.

E l'unico momento in cui si separava dal ferro era proprio quando andava a buttare la spazzatura. 
"Ho detto mani in alto Jonny..."
 
 
 (continua...)



giovedì 8 ottobre 2020

Dimostrazione dell'esistenza di Dio

A grande richiesta vado a dimostrarvi l'esistenza di Dio per mero diletto estetico.
 

Definiamo Dio come ciò per cui ogni cosa esiste e sa di esistere.
Il livello di comprensione di questa conoscenza d'essere dipende dall'evoluzione di ciascun essere. L'affermazione Dio non esiste è falsa perché altrimenti non avremmo coscienza di esistere e l'esistenza del cosmo intero equivarebbe alla sua inesistenza.
Se è falso affermare che Dio non esiste, allora Dio esiste.


E' tutto.
Domani sonderemo insieme il quesito, c'è vita oltre la Nutella ? 




mercoledì 20 maggio 2020

Sport usa e getta

Sembra un pò di essere in un film, un film il cui protagonista le deve provare tutte prima di morire. Deve buttarsi col paracadute, entrare in campo durante il Super Bowl e come gran finale, deve farsi un giro a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Il tutto condito dal leitmotiv "ok basta l'ho fatto una volta, sono a posto".

Leggo infatti che le nuove regole nella riapertura delle palestre prevedono la non alternanza agli attrezzi, magari alimentando il mercato dei manubri usa e getta. Anche i runners dovranno adeguarsi portandosi il tappeto da casa per poter andare sui tapis roulant del centro sportivo, bisognerà soltanto studiare il modo di agganciarlo al motore. Ma la situazione più problematica sarà in acqua; se prima facevate nuoto libero in sei in una sola corsia prendendovi un colpo di rana di striscio e un ceffone di dorso, adesso nemmeno in due riuscirete più ad allenarvi. Qui invece ci si alternerà. Una vasca tu e una vasca io, così a bordo piscina potrete prendere il tempo del collega e ricordarvi dove avete messo le vostre ciabatte.

Eh si, fate attenzione alle ciabatte, perché se uscendo dalla piscina vi infilate quelle di qualcun'altro verrete trattenuti per un pediluvio a base di candeggina e geo-taggati dalla neo applicazione del centro fitness per i classici 40 giorni.


A tennis invece dovrete avere l'accortezza di fare cambio campo dalla parte opposta del vostro avversario, voi passate a destra e l'altro passa a sinistra. Ma attenzione alle palle, queste non vanno toccate con le mani ma con i piedi, anche durante il servizio.

E per finire le cyclette potranno essere usate se e soltanto se vostre, ma tranquilli sarà consentito arrivare in palestra con la vostra bici, staccare le ruote e fare spinning insieme a tutti gli altri.





martedì 19 maggio 2020

L'Impero colpisce ancora

Il fatto che le chiese abbiano riaperto prima di cinema e teatri è cosa ormai nota e sede di annosi dibattiti. Le motivazioni rimarranno certamente un atto di fede, qualcosa che non si può spiegare con la mente razionale, forse perché appartenente proprio all'irrazionale.


Ma la vera notizia è che qualche parroco americano abbia cominciato a benedire i propri fedeli con dell'acqua santa sparata dalle pistolette ad acqua. Si avete capito bene, pistolette ad acqua per mostrare il social distancing in action, una sorta di livella De Curtis in chiave Covid. Se fino a ieri eri un pescatore di uomini che predicava la buona novella, oggi ti ritrovi Stormtrooper in tunica che prende di mira la fronte delle persone a difesa dell'Impero Galattico. E la povera anziana non fa in tempo a dire Amen che si ritrova con un litro d'acqua in bocca, magari con un vago retrogusto d'aglio che si sa, allontana un pò tutto.

Ci chiediamo allora se l'acqua santa rimanga tale anche quando sparata a distanza e con noncuranza, perdendo un pò di quella santa comunione che aveva in principio. Ma una soluzione a tutto questo ci sarebbe; riaprire i cinema nelle chiese, con posti numerati e ostie a forma di popcorn. La prima proiezione sarebbe ovviamente The Passion, metafora perfetta dell'indossare mascherine a 30 gradi. Poi si passerebbe a L'Ultima tentazione di Cristo, per ricordare i runner più timorosi che hanno rinunciato alla corsa nei giorni di lockdown. Se i contagi dimostrassero di essere ancora in calo si potrebbe pensare di proiettare Il Re dei Re e magari Jesus Christ Superstar, ma solo nelle basiliche e su invito.

In attesa della Resurrezione del cittadino in questa nuova società, attendiamo con ansia di assistere al tiro dell'ostia con novelli preti discoboli e astanti ansiosi di afferrarla al volo con la bocca.

Noi nel frattempo, ci facciamo il segno della croce.
Rigorosamente con i guanti.


sabato 28 marzo 2020

Govinda Hare

Sono in fila come tutti dalle 9, davanti a me almeno 60 carrelli e se mi dice bene sarò a casa prima di pranzo. Ho messo le cuffiette, perché oggi non ho voglia di parlare. Non ho voglia di ascoltare la mamma che elogia giustamente, il figliolo atleta nella nazionale italiana che si allena in balcone o il marito che è stufo di lasciare le scarpe fuori di casa o ancora, che ieri c’erano solo 40 persone in fila.

Metto una musica indiana perché mi fa sentire a casa. E scelgo qualcosa di sacro per risvegliare la mia anima dal torpore, dal buio cosmico che sembra aver suggellato i nostri cuori. Eppure lo sapevamo, lo abbiamo sempre saputo, lo abbiamo esorcizzato facendone dei film, dei libri e quant’altro. Era semplicemente reale, perché a livello inconscio qualcosa in noi è a conoscenza di tutto, al di là del tempo in cui siamo immersi o dei luoghi in cui ignoriamo d'aver vissuto.

Mi vengono in mente le parole di monito e di conforto degli antichi, apparentemente criptiche ma intimamente limpide e trasparenti come l’acqua di un lago. Ma più di tutti mi viene in mente il sorriso di Tiziano Terzani.

Tiziano stava per essere ucciso, fucilato a morte dai Khmer rossi in Cambogia. Eppure si salvò, si salvò all’italiana, con un sorriso e una sveltezza di linguaggio in grado di capovolgere la situazione a suo favore.

Allora mi chiedo, siamo in grado oggi d’intendere il linguaggio dei nostri Khmer rossi ? Siamo in grado di scorgere il diverso dal resto del gruppo, l'uomo capace di tradurre per noi parole di salvezza? Vogliamo viverla la nostra vita in maniera più intensa o vogliamo farci fucilare senza possibilità d’appello?

Tiziano è morto il 28 lug 2004 ma per me è come fosse ancora in Vietnam o in Cambogia, a rischiare la vita col sorriso per raccontarci di dittature, guerre e facili condanne. Ecco allora che oggi, siamo certamente più sensibili ad argomenti lontani solo all’apparenza, e dall’altra parte del mondo un articolo di cronaca di guerra diventa la cosa più familiare e interessante da leggere, perché adesso parla di noi e del potere che abbiamo di riprenderci la vita.

Aumento il volume nelle cuffie, quando mi accorgo che il mio respiro è cambiato allineandosi in maniera naturale con quello della musica e di quel timido raggio di sole che adesso mi riscalda la fronte.

Grandi cose dobbiamo fare ancora.

Govinda Hare
Ciao Tiziano

https://youtu.be/WUIhM0S3aGo