sabato 3 luglio 2021

Sergio Iperbole

Il Grande Raccordo Anulare, così come la tangenziale di Roma, pare siano affetti da un fenomeno naturale secondo cui il moto rettilineo uniforme subisce delle contrazioni non lineari al contorno. Cioè a dire, che nonostante l'aumento del traffico sia simile a una quadratica di secondo grado, stabilire il punto di arrivo secondo il volume di traffico medio lineare (o quadratico) è cosa da premi Nobel. Tradotto per i non addetti ai lavori, uscire prima di casa per arrivare prima in ufficio è una chimera anzi, un ossimoro. Per giungere sul posto di lavoro non basta infatti modulare le frequenze di uscita da casa e rifornimento di carburante, bisogna cimentarsi in complessi calcoli matematici su cui alcuni, si narra, pare abbiano perso il senno.

Ma non è il caso di Sergio Iperbole, noto matematico romano di fine anni '80, che sembra avesse predetto proprio quanto sopra, ovvero che sarebbe esistito un orario per cui la funzione che descrive la media degli spostamenti in orario di lavoro, non avrebbe coperto linearmente la variabile delle ascisse. Iperbole ne dimostrò la veridicità sul numero 5328 de Il Messaggero nella rubrica "Tangenti & tangenziali", postulando addirittura l'esistenza di una quarta dimensione nelle ore di punta. Tuttavia non riuscì mai a determinare l'orario esatto nei due versi di percorrenza né tanto meno l'equazione differenziale che sigillasse la sua formidabile intuizione. Iperbole vinse poi il premio "Coniche 2000" nel 1991 e "Geo 91" a fine 2000 ma non per la sua dimostrazione alla congettura della Tangenziale bensì per aver scoperto la funzione del tempo di cottura di un cristallo di ghiaccio in funzione della rotazione terrestre di Saturno. Venne invece menzionato nel 2003 sulla rivista Quattroruote per la dimostrazione alla congettura di cui sopra, e fece una diretta a TG2 motori per dimostrare che quanto aveva dimostrato era sempre vero in condizioni climatiche vicine allo zero assoluto. E adesso la dimostrazione.

"Ogni mattina a Roma, con il sorgere del sole, un lavoratore si sveglia e sa che dovrà vestirsi più velocemente del vicino in tangenziale, o verrà da questo superato. Ogni mattina sempre a Roma, sempre al sorgere del sole, un collega si sveglia e sa che dovrà fare colazione più velocemente del vicino in tangenziale, o perirà di tedio. Ogni mattina a Roma, come sorge il sole, non importa che tu sia un meschino collega o un autotrasportatore, l’importante è che tu non faccia la tangenziale." 

Iperbole ci lasciò nel Maggio del 2011 mentre lavorava alle Lagrangiane del Grande Raccordo Anulare, inutile dire che quel giorno non si presentò mai in ufficio.

E a noi ci piace immaginarlo intrappolato nella quarta dimensione.




venerdì 25 giugno 2021

Jonny senz'acca - il gabbiano armato

 


 

Jonny Balzella era un vecchio commercialista della mala ormai in pensione, che di tanto in tanto riceveva qualche telefonata per rientrare nel giro, abitava a Roma. Correva l'anno 2021, il mese di Giugno per l'esattezza. E no, non sarebbe rientrato nel giro.

"Cara vado a buttare la spazzatura." Disse alla sua cagnolina Rometta prendendo i sacchi della mondezza che aveva accumulato in tre giorni. Aveva 61 anni, non era tanto vecchio per ritirarsi dal malaffare ma nemmeno tanto giovane per stare dietro a falsi in bilancio e blitz della finanza. Così chiuse la porta e cercò di prendere le buste della spazzatura lasciandosi libera una mano per chiamare l'ascensore.

Ma l'ascensore era ferma qualche piano più su. Jonny senz'acca avrebbe voluto gridare tanto "ehi vaffanculo, vuoi mollare questo cesso di vecchia ascensore ? Hai sentitooo ? " Ma si limitò a sbuffare con la speranza che qualche condomino più in alto lo potesse sentire, e cominciò a scendere le scale. 

Jonny senz'acca abitava al primo piano.

E così giunse presto al portone, fece il vialetto condominiale e attraversò la strada. In giro non si vedeva ormai nessuno. Il coprifuoco della pandemia era stato spostato a mezzanotte. Ma nella zona dove abitava, a partire già dalle otto di sera si vedeva poca gente e poche macchine passavano da quelle parti anche durante il giorno. La spazzatura di Jonny puzzava. O forse no ?  Forse erano i secchioni, forse era il marciapiede. Diamine se puzzava il marciapiede. Per non parlare degli escrementi dei cani che nessuno aveva raccolto e a guardarli bene non erano certo quelli di un barboncino. Per fortuna non sono sceso in ciabatte pensò Jonny, anche se il suo capo gli proibiva di indossare ciabatte. 

"Ma io non ho più un capo.." Disse tra se e se salendo attentamente sul marciapiede. L'ultima volta che ne aveva pestata una dovette buttare le scarpe tanto erano sporche, in compenso vinse centomila euro alla lotteria degli scontrini esattamente il giorno dopo. Ma non sfidò la sorte per arricchirsi camminando alla cieca o guardando i gabbiani. Anche perché centomila euro non erano niente in confronto a quello che aveva pianificato negli ultimi mesi di morbido lockdown.

Intanto nel cielo volteggiavano i gabbiani, attirati dalla mondezza, e forse anche dalle merde di cane, o dai topi che si cibavano del pesce andato a male nella gola dei gabbiani stecchiti dalla puzza di mondezza. Quella città era un fottuto uroboro del vomito. Jonny non era mai stato fuori dall'Italia, ma era così che si immaginava la peggiore delle città indiane. Anzi, forse riflettendoci un pò su, a Varanasi si stava anche meglio. Poi si fermò e mimando il lancio del martello alle Olimpiadi di Seoul, lanciò una ad una le buste della spazzatura verso il secchione. Ma nessuna di queste entrò dentro, rimbalzarono tutte sul marciapiede e un paio si aprirono cadendo a terra.

"Dannazione!" Imprecò incrociando la vista di un topo. Jonny non amava sporcare la strada e anche col secchione pieno e la spazzatura che ne impediva l'accesso, avrebbe piuttosto svuotato il cassonetto pur di non lasciare la sua spazzatura fuori. Questo perché nessuno doveva scoprire le sue abitudini ma soprattutto l'oggetto del suo business. Anche tritando la carta accuratamente, se c'era una remota possibilità di risalire a Jonny, quella possibilità doveva essere annichilita. E poi era una persona pulita, i soldi sporchi erano solo un'obbligata formalità del suo mestiere.

Sistemata la spazzatura tirò fuori il fazzoletto dal taschino, si asciugò la fronte, si pulì le mani con del disinfettante portatile e lo buttò nella spazzatura poco prima di sentirsi dire. "Mani in alto."

Jonny non usciva mai senza il ferro, dopo quella volta che dal gommista gli puntarono una pistola alla tempia dicendo "Dammi tutto quello che hai vecchio bastardo!" Ma tutto quello che aveva Jonny era solo Rometta, il suo barboncino. "Non ho nulla di valore con me ami..." E in meno di un secondo disarmò quel povero tossicodipendente come qualsiasi commercialista avrebbe saputo fare, per poi finire a fumarsi una sigaretta insieme a lui a bordo strada, con le ruote ancora da gonfiare.

Jonny senz'acca non fumava sigarette.

E l'unico momento in cui si separava dal ferro era proprio quando andava a buttare la spazzatura. 
"Ho detto mani in alto Jonny..."
 
 
 (continua...)



giovedì 8 ottobre 2020

Dimostrazione dell'esistenza di Dio

A grande richiesta vado a dimostrarvi l'esistenza di Dio per mero diletto estetico.
 

Definiamo Dio come ciò per cui ogni cosa esiste e sa di esistere.
Il livello di comprensione di questa conoscenza d'essere dipende dall'evoluzione di ciascun essere. L'affermazione Dio non esiste è falsa perché altrimenti non avremmo coscienza di esistere e l'esistenza del cosmo intero equivarebbe alla sua inesistenza.
Se è falso affermare che Dio non esiste, allora Dio esiste.


E' tutto.
Domani sonderemo insieme il quesito, c'è vita oltre la Nutella ? 




mercoledì 20 maggio 2020

Sport usa e getta

Sembra un pò di essere in un film, un film il cui protagonista le deve provare tutte prima di morire. Deve buttarsi col paracadute, entrare in campo durante il Super Bowl e come gran finale, deve farsi un giro a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Il tutto condito dal leitmotiv "ok basta l'ho fatto una volta, sono a posto".

Leggo infatti che le nuove regole nella riapertura delle palestre prevedono la non alternanza agli attrezzi, magari alimentando il mercato dei manubri usa e getta. Anche i runners dovranno adeguarsi portandosi il tappeto da casa per poter andare sui tapis roulant del centro sportivo, bisognerà soltanto studiare il modo di agganciarlo al motore. Ma la situazione più problematica sarà in acqua; se prima facevate nuoto libero in sei in una sola corsia prendendovi un colpo di rana di striscio e un ceffone di dorso, adesso nemmeno in due riuscirete più ad allenarvi. Qui invece ci si alternerà. Una vasca tu e una vasca io, così a bordo piscina potrete prendere il tempo del collega e ricordarvi dove avete messo le vostre ciabatte.

Eh si, fate attenzione alle ciabatte, perché se uscendo dalla piscina vi infilate quelle di qualcun'altro verrete trattenuti per un pediluvio a base di candeggina e geo-taggati dalla neo applicazione del centro fitness per i classici 40 giorni.


A tennis invece dovrete avere l'accortezza di fare cambio campo dalla parte opposta del vostro avversario, voi passate a destra e l'altro passa a sinistra. Ma attenzione alle palle, queste non vanno toccate con le mani ma con i piedi, anche durante il servizio.

E per finire le cyclette potranno essere usate se e soltanto se vostre, ma tranquilli sarà consentito arrivare in palestra con la vostra bici, staccare le ruote e fare spinning insieme a tutti gli altri.





martedì 19 maggio 2020

L'Impero colpisce ancora

Il fatto che le chiese abbiano riaperto prima di cinema e teatri è cosa ormai nota e sede di annosi dibattiti. Le motivazioni rimarranno certamente un atto di fede, qualcosa che non si può spiegare con la mente razionale, forse perché appartenente proprio all'irrazionale.


Ma la vera notizia è che qualche parroco americano abbia cominciato a benedire i propri fedeli con dell'acqua santa sparata dalle pistolette ad acqua. Si avete capito bene, pistolette ad acqua per mostrare il social distancing in action, una sorta di livella De Curtis in chiave Covid. Se fino a ieri eri un pescatore di uomini che predicava la buona novella, oggi ti ritrovi Stormtrooper in tunica che prende di mira la fronte delle persone a difesa dell'Impero Galattico. E la povera anziana non fa in tempo a dire Amen che si ritrova con un litro d'acqua in bocca, magari con un vago retrogusto d'aglio che si sa, allontana un pò tutto.

Ci chiediamo allora se l'acqua santa rimanga tale anche quando sparata a distanza e con noncuranza, perdendo un pò di quella santa comunione che aveva in principio. Ma una soluzione a tutto questo ci sarebbe; riaprire i cinema nelle chiese, con posti numerati e ostie a forma di popcorn. La prima proiezione sarebbe ovviamente The Passion, metafora perfetta dell'indossare mascherine a 30 gradi. Poi si passerebbe a L'Ultima tentazione di Cristo, per ricordare i runner più timorosi che hanno rinunciato alla corsa nei giorni di lockdown. Se i contagi dimostrassero di essere ancora in calo si potrebbe pensare di proiettare Il Re dei Re e magari Jesus Christ Superstar, ma solo nelle basiliche e su invito.

In attesa della Resurrezione del cittadino in questa nuova società, attendiamo con ansia di assistere al tiro dell'ostia con novelli preti discoboli e astanti ansiosi di afferrarla al volo con la bocca.

Noi nel frattempo, ci facciamo il segno della croce.
Rigorosamente con i guanti.