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domenica 15 ottobre 2017

La mia prima riunione condominiale

Di quella riunione ho pochi ricordi. Uno soltanto si staglia vivido nella mia mente come fosse ieri. Olga, 93 anni. Single.

Io e Olga eravamo seduti vicini, lei alla mia destra, io alla sua sinistra. Lo Champagne ce l'avrebbero portato dopo. Lei portava un baschetto come quello di Luca Sardella di Linea Verde e invece della convocazione aveva in mano il mazzo di chiavi di casa, a mò di minaccia se la riunione fosse andata troppo per le lunghe.
Olga mi ha fissato per quasi tutto il tempo che siamo stati seduti uno accanto all'altro. Mi ha passato l'acqua circa tredici volte e quando mi giravo verso di lei ne approfittava per chiedermi "Ma lei è nuovo?" e come un pirla le rispondevo sempre "Sì sono nuovo" e la storia continuava sempre uguale "E dove abita?" "E come si chiama?" per finire poi sul "Io me ne vado a letto, sono stanca, parlano troppo e non c'è musica." e dopo cinque minuti l'interrogatorio ricominciava "Ma lei è nuovo?"

La Torre di Babele

Questo siparietto si sarà ripetuto sei o sette volte quella sera. Mentre gli altri condomini discutevano del cambio amministratore e sentivano le ragioni di quello vecchio, io ero impegnato a rispondere al terzo grado di Olga. Mi disse più volte che Dio aveva creato un solo linguaggio e che questo linguaggio era la musica. Poi mi parlò dei suoi cani e della Torre di Babele, ma il nesso mi è sempre sfuggito. Feci anche una gaffe, dandole un valido motivo per tornarsene finalmente a casa.
"E sa bel giovine, io ho anche una macchina!"
Alché il mio timore era che fosse decappottabile e che mi volesse portare al Drive In. "Ah ma non mi dica, non sapevo...!! E la guida pure?" E niente, qui si offese proprio.
"Come sarebbe a dire se la guido? Certo che la guido!! Ma che domande!"
Cercai disperatamente di riallacciarmi all'ordine del giorno, di fare un qualche intervento che mi togliesse da quell'impasse, anche perché il nuovo amministratore l'avevo portato io e per quel che ne sapevo avrebbe potuto dire a tutti. "Oliva mi ha promesso che pagherà lui tutto il mio stipendio mentre voi mi dovete solo le spese di cancelleria. Accettate?"

A quel punto Olga si congedò e la proprietaria di casa l'accompagnò alla porta.
E proprio in quel frangente l'ho sentita chiedere alla padrona di casa chi fossi.




mercoledì 11 ottobre 2017

Come osservare la Stazione Spaziale Internazionale ad occhio nudo



Signore e signori, oggi 11 Ottobre 2017 alle ore 20.19 Berlin Time, discutendo di infiltrazioni condominiali nel cortile del vicino, ho visto la Stazione Spaziale Internazionale ad OCCHIO NUDO !

"Miro guarda, questa mia nuova applicazione, puoi vedere il cielo stellato in augmented reality"
"Allora ti dicevo, se l'amministratore...."
"No Miro, ne parliamo dopo, mi è appena arrivata la notifica che sta per passare la Stazione Internazionale, cerchiamola!"
"Ma nun dovevamo cercà l'acqua?"
"Ma mica siamo rabdomanti."
"E all'amministratore che je dico?"
"Che prima cerchiamo la stazione"
"Ma c'avevo pure i gessetti per fare i segni a terra..."
"Dopo ci pensiamo, guarda Miro è proprio lì!"
"Ah" (perplessità guardando i gessetti)
"Miro ma dove guardi? Da questa parte!"
E Miro ancora più perplesso mi guarda e mi fa. "Ma stai a guardà er palazzo."
"No Miro è l'Augmented Reality, guarda il mio cellulare!"
"Ma scusa, stavi a guardà a stazione, poi er palazzo e mò er cellulare? Così so boni tutti."
"Eh si, riesco a seguire la stazione da dietro agli oggetti, tramite il cellulare. Tra cinque secondi apparirà!"
Cinque lunghi secondi dopo "Eccola!" E gliela indico.
"Non la vedo"

Daicazzooooooooooooooooooo!

Cinque lunghi minuti di silenzio dopo...
"Adesso posso usare i gessetti?"

 

p.s.
per chi volesse approfondire:
http://divulgazione.uai.it/index.php/Come_osservare_la_Stazione_Spaziale_Internazionale

martedì 10 ottobre 2017

Golgothan IV

Photo: Alex Honnold


La giornata di oggi è stata molto faticosa. E quando dico faticosa, intendo appeso a una parete di sesto grado cercando di arrivare in cima a mani nude, in mutande e prima che giunga la bufera.

La temperatura al mattino era molto bassa, la corda mi si era persino ghiacciata. Poi un raggio di luce mi ha scaldato le mani strappandomi un sorriso. Ma mi è bastato chiudere il sacco a pelo e fare dieci metri che un aquilotto bastardo mi ha cagato in testa. E quando sei appeso a una parete di sesto grado non puoi pensare di farti uno shampoo, né puoi fare le corna all'aquilotto altrimenti caschi di sotto. Verso le undici chiamo l'ufficio aquilotti per fare presente la cosa e mi risponde un call center che mi mette in attesa. Poi casca la linea e mi trovo quattro abbonamenti annuali alla rivista digitale Aquilotto Moderno. Ma procedo. L'aria si scalda, comincio persino a sudare. La fronte madida di... ah no, non era sudore.... poi giungo sul Dente del Giudizio, una roccia spaziosa dove fare una siesta. Qui incontro due simpatici spagnoli o meglio, lui era simpatico, lei era peggio di un maglione bagnato a pelle in una fredda giornata d'inverno. E mi fa "No hay espassio para tres personas!" Ma con una faccia che l'avreste dovuta vedere, alché gli rispondo in perfetto inglese "Ma tu sorella!" E mi apparecchio per farmi un piatto di lenticchie e carote con bruschette aglio, oGLIO e rosmarino. Dopodiché riparto, ma tempo di fare dieci metri che mi accorgo di avere sbagliato montagna. Ero su quella di fronte. Alché scendo di nuovo al Dente del Giudizio e la spagnola mi fa "No soy español soy catalán!" E in perfetto dialetto provenzale gli rispondo "Masticazzi!" Do una pacca sulla spalla del marito (che approva rassegnato) e proseguo la discesa per la cima di fronte. Che detta così rende proprio bene l'idea di quello che ho fatto oggi - LA DISCESA PER LA CIMA DI FRONTE - diceva sempre il mio capo scout Golgothan IV ai tempi in cui la Spagna non era ancora nata: "Per salire bisogna prima scendere. Ma per scendere bisogna solo scendere."
"Que increíble faina!" Aggiunse la spagnola ridendo ereticamente delle parole del Venerabile Golgothan IV, poco prima di essere bruciata dagli occhi di Zeus abilmente camuffati dai miei banalissimi Rayban.

(continua...)


venerdì 29 settembre 2017

La Torre Bianca

"Da una botola a pavimento si intravedono tracce di una più antica costruzione, in materiale diverso dal resto della torre. L’aspetto attuale della costruzione è quello assunto in funzione all’utilizzo militare agli inizi dell’800, durante l’occupazione inglese." 

Come raccontarvi quei momenti in cui ad undici anni, con in mano una candela e un amico al mio fianco, aprimmo quella botola per scendere nei sotterranei di questa vecchia Torre?

Credits: torrefaro.it


Quello che vedemmo là sotto non lo scorderemo mai, compresa la fuga a gambe levate verso la spiaggia!

E in questa fuga devo raccontarvi una cosa. Per entrare nella Torre passammo attraverso alcune inferriate che trovammo divelte e arrugginite. Così che per uscire il passaggio era obbligato e sempre lo stesso. Il mio amico Lillo uscì per primo in tutta fretta e con qualche difficoltà. Io per secondo. Ma la maglietta mi rimase impigliata nelle inferriate. Tanto che quella cosa ebbe tutto il tempo di salire al pian terreno. Ero quasi fuori, ma nell'uscire la gamba mi tagliai dietro al ginocchio. Ero spaventato a morte. Poi guardai le scale che portavano dentro la Torre. E lo vidi.

Era un simpatico topo di campagna.
Ed era l'assistente della Cosa.


(Nel mio prossimo romanzo vi racconterò tutto!)


domenica 24 settembre 2017

Campionati mondiali di busta al chiuso

Battuto il campione del mondo Andrej Al Carfur dallo sfidante Alberto Oliva nella disciplina spesa con salto alla cassa per la categoria 60 euro. L'italiano si è piazzato col miglior tempo di sempre entrando e uscendo in soli 12 minuti e 4 secondi. Ai microfoni il neocampione del mondo ci ha detto di aver memorizzato la lista della spesa così bene che poteva recitarla al contrario e in ebraico antico. Ha anche ricordato di essersi allenato su tutte le possibili varianti di posizionamento del prodotto, per colore, forma e peso. In questo stadio del fresco infatti, sapeva che le zucchine avrebbero potuto essere sia a destra che a sinistra così come i broccoli, a volte ci sono, a volte non ci sono. La vera difficoltà ha aggiunto, è rimpiazzare la verdura con un valido sostituto e non perdere tempo dietro a verdure potenzialmente inesistenti come la melanzana tonda. Per non parlare poi di quando si hanno le zucchine vicine ai cetrioli, in questi casi solo l'esperienza ti può salvare. Al Carfur, che ha studiato questa disciplina per mesi e fatto la spesa per anni e in tutte le stagioni, ha ammesso di non aver mai visto niente del genere. "Oliva oggi avrebbe potuto fare la spesa all'indietro, senza carrello e persino a occhi chiusi. Non era un'atleta, era una macchina imbustatrice."


domenica 30 luglio 2017

Il Faretto

"Vedrai con questi faretti andrà benissimo."
"Sì ma quello che volevo sapere è la potenza delle lampadine."
"Queste sono le più potenti in commercio per questo genere di faretti, vedrai che luce ti faranno in bagno! Dovrai avvisare la torre di controllo quando vai a pisciare."
"Va bene dai, ne prendo due."
Il mio ferramenta di fiducia poggia i due faretti da esposizione sotto il bancone e ne prende altri due da incartare, sempre sotto il bancone.
Torno a casa, scarto il pacchetto, monto i faretti tutto felice e accendo la luce manco fosse l'albero di natale.

Il Nulla. Buio pesto.
I faretti sono bellissimi, ma non hanno le lampadine.


domenica 23 luglio 2017

FERRAMENTA story

Garbatella, entro in un ferramenta per dei semplici bulloni da tenda. Cinque porte d'ingresso, passo dall'unica aperta. Mi guardano in modo strano. Io faccio buongiorno, avrei bisogno di tiranti da 12 con testa esagonale per favore.

"Cosa?"
"Dei tiranti per fissare la molla della tenda da balcone."
"Ah no..."
"Dei bulloni insomma, quelli con stop da 12."
"No non abbiamo bulloni qua"
"Ah." Forse ho sbagliato fruttivendolo penso. "Va bene la ringrazio, buongiorno." Ma non ricevo risposta, solo rassegnazione.

Entro in un ferramenta di Boccea. Questa volta mi porto la foto della vite a croce che voglio sostituire col bullone.
"Ecco guardi, me ne servirebbe una della stessa lunghezza ma più larga e con testa esagonale"
"Un bullone?"
"Esatto!" Sembrava uno sketch di Trivial Pursuit.
"Non ne abbiamo mi dispiace" E tira fuori dal cassetto una vite a croce identica a quella della foto.
"Abbiamo solo questa."
"Ma è la stessa che ho io..."
"Eh allora niente."

Torrevecchia, dietro casa. Ripeto la manfrina e questa volta mi porto il cadavere della vite a croce avvolta in un panno. Le tolgo lentamente le bende col commesso del ferramenta che guarda curioso da vicino. Lo sento quasi pensare mio dio che ci sarà là dentro, un lingottino?
"Ecco qua!"
"Oh ma certo..." Fa il commesso un pò deluso. "Dimensione 12 le va bene?"


Morale della storia: ferramenta e buoi dei paesi tuoi



domenica 9 luglio 2017

La nebbia dell'informatico

Giunto finalmente il weekend, il Ragionier Oliva poté rilassarsi al sole di una bellissima e poco frequentata località balneare laziale.
Arrivato in spiaggia con berretto fotorepellente, olio di foca protezione 100, ombrellone a due piazze e mezzo e frigorifero ambulante alimentato a carbone, la spiaggia venne misteriosamente inglobata nella famigerata nebbia dell'informatico. Evento rarissimo che di solito si verifica là dove c'è un informatico, uno stagno e una temperatura prossima allo zero, la nebbia in questione ebbe luogo alle ore 13 in punto con 39 gradi all'ombra e in piena stagione estiva.
Alché, scambiato per un venditore di grattachecca e ricevuti improperi dai bagnanti per la mancanza di cocco nel suo frigorifero, il Ragionier Oliva s'improvvisò spalmatore di olio di foca per la modica cifra di 1 euro a spalmata.




lunedì 3 luglio 2017

Omaggio a un genio del cinema

Ore 6.35

Il Ragionier Oliva approfittava della fresca temperatura di 27 gradi all'ombra di un condizionatore per uscire in strada e fare la sua mezza maratona mattutina.

Dopo 1500 metri e due ambulanze passate a sfregio con tanto di pernacchia, il ragioniere si accasciava all'ombra dell'unico fico d'india presente a Roma. Poggiandovisi di spalle.
Quando financo un simpatico cagnolino gli venne in soccorso scodinzolando felice e scegliendolo come nuovo paletto per marcare il territorio, il ragioniere mosso da un ultimo impeto d'amor proprio, ripiegò mestamente verso casa.

COLAZIONE del CAMPIONE 
Per smaltire le 52 calorie e mezzo perse, il ragioniere dissurgelò il frittatone di cipolle della sera prima, accompagnandolo con salsa di peperoni ripieni e una familiare di Coca Zero.

Caffé, barba, bidet, e via di cartellino.



sabato 6 maggio 2017

Cose impossibili: come stirare 5 camicie e non impazzire



Stanco e ormai giunto alla quinta camicia da stirare mi fermo, stacco la presa e rifletto. Poi prendo il mio misuratore laser di temperatura e rilevo 161.2 °C sulla parte centrale della piastra. Alché prendo il metro e rilevo le misure della superficie della piastra facendo attenzione a non bruciarmi. Poso il metro e prendo un pezzo di carta, una penna e una calcolatrice. Mi calcolo l'area approssimativa della piastra (0.0123 metri quadrati) e cerco su Amazon il peso del mio modello di ferro da stiro, 1.2 Kg. Dopodiché controllo la temperatura della stanza (22.4°C), prendo online la densità e il calore specifico dell'acciaio nonché il valore del coefficiente di scambio termico.

Per finire rispolvero l'equazione del calore considerando la piastra in regime variabile e integro in dt.

Ottengo due risultati: 7899 secondi 1

...e stirare fa male.

1 No, non ti lascerò nel dubbio: è il tempo necessario affinché il ferro da stiro "si freddi"

domenica 16 aprile 2017

Guida su come creare questo avendo solo quello

Ebbene sì, questa mattina sono incappato in una delle sue guide.
E sappiamo tutti come sarebbe il mondo senza di lui.

Credits: Metro 2033


Ma più che una guida mi è sembrato un lungo monologo, e mi è sorto il dubbio se non fosse bastato un semplice link al tool che cercavo.



GUIDA SU COME CREARE QUESTO AVENDO SOLO QUELLO

Hai la necessità di creare questo con il tuo vecchio pc (rotto) avendo solo quello?
Mi chiedi in che modo? Beh, semplice:
Siediti.
Se non hai una sedia su cui sederti, esci e comprane una.
Per dirla in altri termini, prima ancora di cominciare a creare quello che ci siamo prefissati di creare io e te, devi avere una sedia, una scrivania e un computer con requisiti minimi: mouse, schermo, tastiera. Per cui se sei davvero interessato a scoprirne di più, ti suggerisco di non perdere ulteriore tempo prezioso, di sederti davanti al tuo vecchio pc (rotto) e di dedicare qualche minuto del tuo tempo prezioso alla lettura di questa guida. Sono abbastanza certo che alla fine di questa lettura potrai dirti soddisfatto, scommettiamo?

Come potrai facilmente intuire, una volta accertato che la tua sedia abbia i requisiti minimi per farti leggere questa guida, dovrai aprire il tuo vecchio pc (rotto) e inserire la pendrive. Se non sai cos'è una pendrive, segui la mia guida qui oppure qui. Ne ho parlato anche qui. Qui invece trovi un mio doumentario andato in onda alla fiera dell'USB.

Tieni presente che per poter installare il software che ci prefiggiamo di installare devi essere seduto e col tuo hard disk abbastanza vuoto. Se non sai cos'è un hard disk segui la mia guida qui. Se non sai cos'è il vuoto ne ho parlato qui. A questo punto ti chiederai, ma a cosa serve il software se ho la pennina USB? Domanda lecita, ma sarebbe come chiedermi perché ho fatto questa guida se dovevo solo rispondere a una domanda.

Ma procediamo. Effettuati tutti i passaggi che ti ho appena descritto, vai a questo link e scarica il programma gratuito della Microsoft fatto a posta per fare questo avendo solo quello. Come dici? Non hai la connessione? Se non sei collegato a internet segui la mia guida sui migliori provider italiani, ma se stai leggendo questa guida mi sorge il dubbio di come tu abbia fatto a trovarla.

Adesso riavvia il tuo vecchio pc (rotto) e vai nel BIOS. Se non sai cos'è il BIOS segui la mia guida su come entrare nel BIOS e poi premi F10 quattro volte. Adesso stacca la pennina USB.

Riattaccala.
E il gioco è fatto.


venerdì 14 aprile 2017

Bimbo morso dal topo, la mia lettera al sindaco di Roma

Gentile Direttore, che sono io,
ringrazio lei in primis, poi il Ministro Lorenzin nonché il sindaco Raggi per questo spazio che mi è stato gentilmente concesso sul mio stesso blog, col solo fine di riflettere sul penoso stato in cui versa la città di Roma.





Ospedale San Camillo - reparto ostetricia



La Raggi ci ricorda che il morso di un topo in un parco pubblico è un evento eccezionale, ma oggi di eccezionale ci vedo solo che quel bambino fosse vaccinato con l'esavalente. E' chiaro che per governare e manutenere una città, oltre a necessitare di una buona organizzazione, si richiede anche del vile denaro. Denaro che non fatichiamo a credere possa mancare nelle casse della Capitale, ma che fatichiamo invece a credere che un sindaco non sia in grado di trovare. Chiedere dei soldi al Governo è un conto, elemosinarli è un'altra cosa e non è una tattica vincente, soprattutto se il partito del sindaco non è lo stesso di Palazzo Chigi. Lo abbiamo imparato col buon Marino dove il partito era persino lo stesso, non intendiamo scoprirlo ancora con lei. Pertanto la invitiamo, oltre che ad agevolare una vera rinascita della macchina comunale con idee nuove, partecipazione, trasparenza e velocità, a farsi carico anche lei di invitare, mostrare e invogliare lungimiranti finanziatori italiani e stranieri che capiscano quanto investire nel patrimonio pubblico e sociale di questa città possa essere davvero remunerativo. E non mi riferisco certo al crimine cui siamo tristemente abituati, anche perché lo sanno tutti che il crimine non paga.

Da cittadino di Roma, sentir parlare sempre di fondi speciali per questa città, suffragandolo per giunta dal fatto che così avverrebbe in tutte le Capitali d'Europa, mi fa sentire sia in difetto che sconfitto. In difetto perché qualcosa ha fallito a monte, sconfitto perché qualcosa continua a fallire a valle. Ma la condizione fallimentare in cui versa la città non può essere sempre imputabile all'economia né deve essere per lei sindaco, una scusa per demandare altrove le proprie responsabilità. La verità è che qui si è alla deriva per colpa di un senso civico che non esiste più. E non ci si aspetta certo che questo possa nascere spontaneo dalle persone, nemmeno fosse un fior di loto cresciuto in mezzo al fango. Questa città necessita di dosi massicce di quell'unico vaccino che la rimetterebbe in piedi, la civiltà. Termine che già comprende quello tanto blasonato del suo partito. Pertanto, dice bene il ministro Lorenzin, che non ci si aspetta certo che in un anno siano risolti problemi cronici come traffico o bilancio, ma che siano almeno sanate le condizioni base per ricominciare di nuovo a parlare della 'cosa pubblica'. Quando le regole ci sono ma non vengono rispettate, è come se non ci fossero, a maggior ragione se non vengono applicate le sanzioni da parte del Comune. E quando le regole non ci sono, regna il più forte, poi il più furbo e per finire il caos. Allora è lecito uscire di casa e trovare materassi, oli combusti, sedie, frigoriferi e mobilia d'ogni genere, è lecito camminare per le strade del centro e vedere questo scempio

                 

E' lecito pensare che il nostro prossimo ci fregherà, o non ci chiederà scusa, non ci dirà buongiorno o buonasera o che la maestra dei nostri figli tema di fare il suo lavoro per non rischiare di prenderle da un genitore fuori di testa. E' lecito tutto, dalla sessantenne che lascia il SUV in curva e contromano al vituperato scontrino, che quando lo chiedi ti sembra di fare una rapina a mano armata. Stessa cosa per un servizio comunale che ricevi poco e male per motivi che meriterebbero un trattato di sociologia.

Lei sindaco, chiede al Ministro della Salute di fare una battaglia per Roma all'interno del Consiglio dei Ministri, ma oltre ad essere una richiesta ingenua, tendo a credere sia anche un tantino pretestuosa, sia per Luca, 6:41 che per quella storia delle responsabilità. Smettiamo allora di scaricare il nostro dovere altrove, perché nessuno la giudicherà per le parole della Lorenzin, ma per i fatti che la sua amministrazione compierà, questo sì. E allora, se la città che ha portato la cultura nel mondo non è capace di portarla ai suoi stessi cittadini, i topi che mordono un bambino mi sembra la caricatura perfetta che questi tempi nefasti dipingono per delineare la sagoma del cittadino di Roma, costretto ormai a mordere per sopravvivere.

E lei è il primo cittadino.


Mother Of All Bufale



Secondo me la minaccia nordcoreana sarà un epic fail che passerà alla storia, Kim chiederà mestamente asilo agli americani con detenzione di lusso a Santa Barbara e carnet di biglietti per Disney World, l'indice di gradimento di Trump schizzerà oltre l'80% Putin se la legherà al dito e la Cina farà pippa con un miniembargo boomerang che toglierà dopo qualche settimana.

Adesso è il momento giusto per comprare titoli americani, ma sentiamo prima il discorso che Trump terrà il mese prossimo: "Il popolo americano mi ha eletto con un solo desiderio, far tornare grande l'America. E abbiamo dato seguito alle sue richieste facendo in sei mesi quello che non è stato fatto in sei mandati! Gli amici nordcoreani adesso sono liberi di eleggere il loro Presidente. 

God bless America!"


venerdì 7 aprile 2017

Il team della Ferrari



Lavori cancello elettrico condominiale, tutto procede come da copione che nemmeno il team della Ferrari. Scendo ore 17, mi congratulo con gli operai, stringo mani, pacche sulle spalle e consegna chiavi da parte dell'elettricista. "Lavoro eccezionale ragazzi, bravi! Cancelli così nemmeno a Moria li fanno più!" Vabbé, la battuta la capisco solo io, poi concludo. "E adesso ditemi come funziona."

Il Project Manager, tale Rocco il Geometra, prende uno dei tre telecomandi e lo punta con ghigno beffardo verso il basculante. Ma il basculante rimane fermo. Lui spinge ancora il pulsante, poi ancora e ancora. Ma niente, immobile. L'imbarazzo è nell'aria.
"Cazzo è successo?" Chiede Rocco fulminando l'elettricista. Poi controlla l'altro telecomando, fa smontare la scatola del motore, esaminano i fusibili, staccano e riattaccano la scheda. Ma niente.
"Non capisco, fa il project engineer più anziano."
"Forse è saltata la corrente?" Chiedo io timidamente sentendomi ormai parte del team.
Mi guardano torvi. Poi in due vanno al quadro delle scale. Li sento parlare in elettricistico. "Maj'hai fatto er bifase? Né che quanno j'hai riattaccato sosemo giocato?"
Ricontrollano la scatola di derivazione. Tutto sembra regolare. Fino a quando, timidamente, subentra il senior analist a gamba tesa.

"Ma non sarà che l'abbiamo lasciato in modalità manuale?"

giovedì 6 aprile 2017

Come funzionano le cose nel mio condominio



Riunione di condominio, presente la maggioranza.

Parola al Presidente. "Allora il lavoro di 400 euro che ci aveva preventivato Ascanio (un condomino) non si riesce a fare perché Ascanio non ha tempo, vogliamo procedere con altri preventivi?"
"Io conosco un ottimo elettricista." Esordisce l'amministratore. "Ha fatto diversi lavori nel palazzo che ho preso di recente e sicuramente ci farà meno di 400 euro."
"Ottimo." Fa il Presidente, cioé io. "Ricordati però che abbiamo avuto pessime esperienze con l'elettricista precedente che se n'è approfittato veramente troppo." Faccio vedere somma dei tre banali interventi per un totale di 650 euro. 
La giuria approva. 
Il giudice stesso scuote la testa.

"Stai tranquillo Albé."

Morale della storia. 
Preventivo di 550 €. "Abbiamo sottostimato i cavi Albé!"
Dieci ore di lavoro. Fattura finale di 695.19 € "Abbiamo sottostimato le ore Albé!"

Qui l'unica cosa che abbiamo sottostimato è l'intelligenza dell'elettricista!


Nel profondo del Paese



Un pò come quando fai il trolley dopo alcune settimane di quella politica che non ti tocca, vuoi perché politica degli snob, vuoi perché sprezzante di quel popolo che a conti fatti è il solo a poterti eleggere. E allora cosa fai? Lasci gli snob e raggiungi il popolo girando l'Italia, quasi fosse paragonabile al mestiere di operaio o di cassaintegrato. Ma non la giri come farebbe un normale italiano, la giri come farebbe un normale politico a caccia di voti, trolley alla mano, magari non di marca, da solo e cominciando dai luoghi più profondi, 'nel profondo del Paese'. 

Certo se sono profondi, magari ispirano anche pensieri profondi. Poi se c'è un Padre di mezzo meglio ancora. Il profondo degrado da cui risorgere e insieme andare votare.

Trolley alla mano.



mercoledì 5 aprile 2017

La globalizzazione



Mi chiama Maurizio dalla Germania con un forte accento di Calcutta.
Mi chiede se possiamo parlare in francese, alché gli dico mais oui, il n'ya pas problem, ma lui continua a parlare in inglese. Mi dice che ha un lavoro per me in Belgio, per conto di una società di Budapest.
"Iz a big opportunity for u Mr.Oliva! Very long term project!"
"Sì Maurì, ma long term quanto?" (considerate che il mio idraulico di fiducia si chiama Maurizio e che giusto ieri ha finito di montare un rubinetto condominiale)
"Ohhh maybe six months Mr.Oliva! It depends."
"Yes but depends on what?"

"On you Mr.Oliva."

martedì 4 aprile 2017

Codice 229474839



Non ho nulla contro i call center stranieri anzi, stanno migliorando di giorno in giorno e aiutano ad avvicinare all'Europa quelle nazioni borderline che da sole farebbero molta più fatica. Ma a volte la riuscita è comica.

Chiamo il numero verde del servizio dedicato ai soli clienti Gold Super Senior Executive.
"Buongiorno da <operatore telefonico> grazie per aver chiamato il nostro servizio, io sono Manuela, codice 229474839 e rispondo da <non in italia> come posso aiutarla signor Oliva?" Praticamente un monologo.
"Buongiorno Manuela, dunque ho questo problema col telefonino e mi è già capitato quattro mesi fa, potrebbe abilitarmi nuovamente al servizo <tal dei tali>?"
"Eh ma suo problema è risolvibile soltanto da suo telefonino. Io non posso fare nulla da qua."
Certo Manuela certo. "Guardi è la stessa cosa che mi è successa prima di Natale. Me l'avete risolto in due minuti."
"Si signor Oliva ma io qui vedo tutto regolare. Ha acceso suo telefonino?"
Respiro profondo. "Sì ho acceso il mio telefonino certo, altrimenti questa conversazione non starebbe avvenendo. Però quello che le volevo dire..."
"Lei ha fatto solita procedura?"
"Solita procedura? Che procedura devo fare? E' un servizio."
"Procedura per abilitazione."
Respiro profondo. Pensa ai Caraibi, pensa ai Caraibi. "Senta Manuela, faccia così. Se cerca l'ultima volta che ho chiamato e vede la risoluzione che ha fatto il suo collega (italiano), sono certo che facendo la stessa cosa mi risolverà magicamente il problema."
"Certo, io posso cercare signor Oliva, ma dico che questa è cosa che può risolvere solo da suo telefonino. Però cerco non c'è problema."
Respiro profondo. Pensiero di brezza marina sul viso. Segno della croce. Mi giro istintivamente verso La Mecca.
"Fatto."
"Oooh bene! Che dice?"
"Mio collega disabilitato e riabilitato di nuovo." Alla faccia del know-how.
"Bene, faccia lo stesso! (la prego)"
"Io faccio. Si ricordi che non potrà navigare in internet per trenta minuti e che bisogna di riavviare telefonino bla bla bla..." Un secondo monologo insomma.

Morale della storia.
Non posso navigare da stamattina.
Non sono più cliente Gold Super Senior Executive.
Sono il linea da mezz'ora con Roberta (da Napoli), per farmi riabilitare il tutto.

Codice 22956743439.



sabato 1 aprile 2017

Il Nirvana nella metro


Ci hanno sempre decantato la straordinaria intelligenza degli indiani, soprattutto in ambito informatico. Tuttavia, nella mia esperienza lavorativa, di quest'intelligenza non è che vi sia molta traccia.


Il primo indiano con cui ho lavorato dormiva sul posto di lavoro. E non in senso lato. Magari era intelligente chissà. Ma di fatto dormiva, per non parlare di quando lo faceva dopo pranzo. Lì russava proprio. Il secondo indiano sorrideva sempre. Ma non andava oltre questa difficile mansione. Era molto bravo a sorridere e sapeva farlo quasi in tutte le occasioni, cordogli compresi, ma il suo know-how si fermava là. Il terzo indiano era un manager e il suo leit motif era "No questo non si può fare" o meglio, "No! Izimpossbl, ui-cannot-dudé!". E puntualmente, nel giro di una mezz'ora scoprivamo che la cosa era più che fattibile. Il quarto indiano si puliva i piedi durante le riunioni. Il quinto era una donna, ma non abbiamo mai capito cosa facesse di mestiere né quale fosse il suo ruolo nell'azienda. Però partecipava a tutte le riunioni in qualità di specialista.

Il penultimo indiano è l'eccezione, felicemente trapiantato in America, ha sempre capito quello che intendevo dire. Certo, anche lui aveva qualche problemino col tenersi le scarpe ai piedi, ma almeno la pedicure se la faceva a casa.

Siddharta Gautama


E poi c'è lui, l'indianello della metro. Anzi, del vagone. Treno in corsa, prossimo alla fermata per la stazione Centrale, ore 18.30. L'indianello è in piedi, come tanta altra gente a quell'ora. Il vagone rallenta e si ferma. La banchina è sulla sinistra, pertanto si aprono solo le porte di sinistra. Osservo il vagone svuotarsi lentamente e lui procedere in direzione totalmente opposta, sul lato destro del convoglio. Tutto trafelato comincia a premere il bottone per aprire la porta, ma quella porta dà su un muro. Ed è parecchio evidente, non ci sono graffiti sui vetri, né passaggi dimensionali. Un muro insomma. Ma io sono abbastanza certo che l'indianello vedesse oltre la realtà cui siamo abituati noi mortali. Probabilmente era un bodhisattva o un Jivanmukta in ferie a Milano. Sono certo che la convinzione con cui ha cliccato un migliaio di volte quel bottone era indice di un essere superiore. Noi tutti vedevamo un muro, lui ci vedeva il Nirvana. Quando a un tratto si rende conto d'aver sbagliato lato, si gira e sorride alle porte ancora aperte sul lato sinistro. Fa per lanciarsi quando queste si richiudono impedendogli di scendere dal vagone.
L'indianello si spalma sul vetro e la metro riparte.
Mi si è stretto il cuore.


p.s.
vorrei menzionare alcuni degli indiani illustri di cui ho letto libri o biografie, magari la loro storia potrebbe interessare anche voi: Jiddu Krishnamurti, Srinivasa Ramanujan, Sri Yukteswar, Nisargadatta e Ramana Maharshi



mercoledì 29 marzo 2017

Assemblea di condominio, tutta la cronaca minuto per minuto



Un esiguo numero di condomini affrontava il viaggio verso lo studio dell'Amministratore muniti di soli 45 euro in tre, due biglietti dell'autobus, 4 graffette, 18 fotocopie e millesimi insufficienti per poter deliberare anche solo la richiesta di un bicchier d'acqua. Deleghe comprese.


Alle ore 19.50 i tre millesimi insufficienti si fermavano a mangiare un pezzo di pizza da "Gigi Pizza al mattone". Ancora in tempo per deliberare una ritirata proseguivano pizza alla mano verso lo studio dell'Amministratore.

"Ah avete portato la pizza!" Esclamava alle 20.11 l'esimio Amministratore. "Non dovevate grazie, ma accetto molto volentieri!"

Terminati i 45 euro di pizza al taglio alle ore 20.24 si procedeva al conteggio dei millesimi con delega a sorpresa rimasta nel portafogli del condomino Oliva.

"Bene, con 501.4 millesimi, sufficienti per deliberare non proprio tutto, apriamo la seduta."
Presidente Oliva, pizza rossa e segretario Messina, pizza funghi e zucchine.

Alle ore 20.51 l'assemblea approva all'unanimità il punto 1, 2 e 3 all'ordine del giorno. Il punto 4, ovvero la parcella dello studio legale veniva discussa di fronte a un ottimo bicchier d'acqua del 2016 a temperatura ambiente. Il segretario faceva notare la perdita di gazzosità chiedendo l'intervento del Presidente.

"Ti passo la Ferrarelle Miro, non c'è problema."

Alle ore 21.32 sopraggiungeva trafelato il millesimo 561 chiedendo più volte venia per il ritardo.

"Scusate avevo ordinato una pizza, ma pare che avessero fatto un ordine da 45 euro. Che scherzi da imbecilli..."

Alle ore 21.42 veniva approvata la parcella dello studio legale con annessa nota a margine del millesimo 561 "Ah abbiamo uno studio legale?"

Alle ore 21.11 veniva approvato il preventivo della ditta Sali&Tabacchi per l'automazione del cancello con gli ultimi ritrovati della domotica giapponese. Alle ore 21.16 si collegava via Skype il millesimo 611, donna. Da qui in poi sono andate perse le trascrizioni di questa conversazione, nonché le numerose dimostrazioni del Presidente e gli assiomi del terzo condomino, detto Pizza ai frutti di mare, per mostrare al millesimo 611 lo studio di fattibilità dell'impermeabilizzazione del controsoffitto del vialetto principale.

Tutto vano.

Il millesimo donna chiedeva di mettere a verbale la congettura del vialetto, l'ipotesi non dimostrata del controsoffitto e la faziosità della ripartizione per i lavori di domotica di Sali&Tabacchi, invitando caldamente il Presidente ad espletare la facoltà di giudicare NULLA la suddetta assemblea.

Alle ore 22.41 la connessione Skype veniva inspiegabilmente a mancare facendo tornare l'assemblea al millesimo 561. Millesimo sufficiente per deliberare vialetto, controsoffitto, domotica e ripartizione di Fourier-Bernoulli-Oliva sui metri cubi d'acqua consumati durante l'anno.

Alle ore 22.45 la seduta è tolta. Presenti Pizza rossa, Pizza funghi e zucchine e Pizza ai frutti di mare, nonché il millesimo 561 che fa segnare una nota di chiusura:

"Ok andiamo a mangiare adesso?"