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martedì 28 marzo 2017

Il mio albergo di fiducia

Dopo tre metropolitane e seicento pericolose ascelle pronte a rivelare il Libro di Giovanni (l'Apocalisse) giungo finalmente in albergo. Il mio albergo di fiducia, quello che ti ha visto nascere (sul lavoro). Quello dove puoi sentirti a casa e che ti ha fatto a posta una linea telefonica preferenziale con cornetta rossa.



"Ma ben arrivatoooo! E' un piacere riaverla ancora tra noi, come sta?"
"Bene Loredana grazie." Mento spudoratamente. Ho la gola secca, un forte mal di testa e i crampi ai polpacci per aver fatto l'equilibrista in metro pur di non toccare nulla.
"Si ritira già per la notte o esce a mangiare qualcosa?"
"No stasera passo. Ho dei cracker in camera. Ci vediamo domattina, buonanotte Loredana!"
Loredana sorride.
La mia concierge di fiducia.

"Buonanotte a lei signor Cordiani!!

lunedì 27 marzo 2017

Il Topo del Sottosuolo

Ordino vegano online e oltre al cibo mi arriva una lettera da parte di Anna, chiaramente una mia fan. Accidenti penso, sono molto famoso qui a Milano. Chissà se mi spedirà un mazzo di fiori quando domani ordinerò ancora hummus e cecine. Magari è già qua sotto che aspetta che io getti una maglietta dal balcone. Magari è con delle amiche, anche loro fan accanite del grande scrittore Alberto Oliva.

Penso se non sia il caso di noleggiare una limousine per andare a lavoro domani, magari la faccio fermare davanti a Tiffany, così... per fare colazione, e poi di corsa a Radio Dee Jay per salutare i miei colleghi via radio. Poi riguardo il messaggio:

"Complimenti per il topo del sottosuolo! Bellissimo <testo indecifrabile> Anna."

E giuro ma non capisco proprio a quale pezzo si riferisca. Non ho mai scritto nulla su topi, almeno che ricordi... forse li ho disegnati, forse. Insomma, guardo meglio il messaggio, cerco di decifrare l'ultima parola e finalmente ci riesco.... ADATTAMENTO !! Prendo il titolo del pezzo misterioso e lo cerco online...

tempo 4 secondi e disdico subito limousine e volo privato per un aperitivo a Zurigo.
Chiedo l'amicizia al mio omonimo e tapinamente gli consegno la lettera della fan.

Fottuta saponetta del successo!

p.s. un doveroso pensiero va all'omonimo di Isaac Newton, Roberto Bolle e Gesù di Nazareth


domenica 26 marzo 2017

Matteo Renzi risponde


Non seguo molto la Formula 1, anzi direi che non la seguo proprio. C'ho provato, ma il sonno ha sempre avuto la meglio, più o meno dal secondo giro in poi. Quando penso alle gare di Formula 1 mi viene in mente il sapore delle paste domenicali, e della ricotta di quel cannolo coi canditi a cui voglio imputare la maggior parte della mia sonnolenza. Ma feci un esperimento una volta; scelsi una Domenica senza Formula 1 e mangiai in egual misura. Conclusi il pasto col mio solito cannolino siciliano e annotai su un taccuino la reazione. Rimasi sveglio abbastanza a lungo da mangiare altre paste e tornare a studiare. Cosa ho imparato da questo esperimento? Che il nostro pasticcere di fiducia metteva pesanti dosi di sedativo soltanto nelle domeniche in cui c'era la Formula 1. Mio padre controllò i dati, lesse la storia del nostro pasticcere e disse che avevo ragione. E per festeggiare andammo a comprare delle paste.

Oggi leggo l'intervento pubblico di Renzi sulla sua pagina Facebook: si è alzato alle 5, che sarebbero le 4 vista l'ora legale, e ha gioito della vittoria di Vettel. Me lo immagino alzarsi di scatto in piedi, in pantofole tricolore e vestaglia garibaldina mentre sente l'inno di Mameli a basso volume per non svegliare Agnese. E' lì in salone, mentre sorseggia del buon caffé e con una mano si regge il cuore. Insomma, io a quell'ora credo d'aver spento da poco la luce del mio comodino ed essere piombato nel sonno più totale, ma lui no. Italiano fino al midollo. Lui lo ha fatto e ce lo vuole far sapere.

Ma è a questo punto che un accanito (un)supporter gli alza la palla per la schiacciata finale. E così, il buon Giovanni spara un luogo comune preso a caso dalla cesta dei luoghi comuni e attende che il social, Renzi compreso, lo trituri a dovere. E' solo questione di minuti.




lunedì 18 luglio 2016

Tipico

finisco il mio allenamento spingendo un pò nel finale, il che capirò solo dopo, mi fa scendere la pressione poiché il cuore richiede più sangue, ergo il cervello sbufferizza fino a formattare due o tre importanti informazioni, come chi sono e la distinzione tra spogliatoio degli uomini da quello delle donne. riconosco d'aver sbagliato spogliatoio dalla totale assenza di creme, cremette ed unguenti al latte di cocco svedese, nonché da un paio di acuti vocali che sfiorano i 4 terahertz. raggiungo il mio spogliatoio lasciandomi guidare dal naso e dagli unguenti di propoli e fiori di lillà. capisco di essere nello spogliatoio giusto quando il latte di cocco si mescola con la puzza di sudore. faccio la doccia nel tempo necessario ad un tizio per guardarsi allo specchio prima della doccia. mi asciugo. mi vesto. esco e raggiungo il mio armadietto. il sangue torna lentamente a fluire in modalità recovery. afferro il lucchetto, giro sulla solita combinazione e il lucchetto non si apre. bene. riprovo. niente. certo, sono 5 anni che lo uso ma perché dovrebbe rompersi proprio adesso, anzi perché dovrebbe proprio smettere di funzionare? riprovo, faccio fare un pò di rotazioni alle rotelle in entrambi i sensi, ma solo per constatare che sono nei guai. il lucchetto non ne vuole sapere di aprirsi. le chiavi della macchina sono nell'armadietto. gli spicci per la mia spremuta d'arancia post allenamento sono nell'armadietto. il telefono (imprecazione) è nell'armadietto. ho un gesto di stizza e provo subito a permutare tutte le combinazioni. poi mi chiedo ma che diavolo sto facendo, sono mille, anche c'impiegassi due secondi a combinazione ci metterei mezz'ora e poi che diamine, ho quel lucchetto da 5 anni, come fa a rompersi proprio adesso!!
vado alla reception.
"scusate, non riesco ad aprire il lucchetto, potreste..."
"....romperlo? certo" e la ragazza tira da sotto al bancone due tenaglie da mezzo metro
cristo santo penso. questa è pericolosa.
raggiungiamo l'armadietto e le spiego i fatti.
"guarda, non riesco proprio a capire"
"tipico"
"tipico?"
"sì, tipico degli uomini"
rido di gusto. poi di nervosismo.
"nel senso che fino a ieri funzionava, adesso sembra non volerne proprio sapere"
"anche questo è tipico"
alché sento l'occhio sinistro chiudersi un paio di volte di fila in un tic tutto suo. la ragazza si avvicina, prova la combinazione, ma niente.
"ok, prima di romperlo devo chiederti una cosa"
brava, così si fa. sicuramente vorrà sapere in anticipo cosa c'è dentro per capire se sia il vero proprietario o meno. "dimmi pure"
"sei sicuro che il tuo armadietto non sia questo accanto?" e mi indica l'armadietto 004 con un lucchetto identico al mio.


sabato 16 luglio 2016

Il doppione

Cerco un libro su Amazon su suggerimento di uno strano personaggio sedutosi al mio stesso tavolino la scorsa settimana mentre facevo colazione, ma non è in stampa, troppo tempo per poterlo riordinare, così cerco la versione Kindle, ma non esiste, lo cerco su IBS sia cartaceo che elettronico, niente da fare, stessa storia, ripiego sull'usato e lo trovo in una libreria al centro, libreria nella quale giungo tutto sudato a 10 minuti della chiusura lasciando la macchina in un parcheggio a pagamento, soddisfatto pago e col libro sotto l'ascella me ne torno a casa, ne leggo subito un paio di capitoli e forte del suo contenuto lo ripongo nel marasma della mia libreria proprio sott....ma un momento, questo libro ha lo stesso tit......merda.
5€ di parcheggio + 10€ di libro usato per avere una copia dello stesso libro che anzitempo comprai probabilmente nella stessa libreria lasciando la macchina nello stesso parcheggio.
Stamane si presenta nuovamente il tale sedendosi al tavolino accanto al mio. Sorride di gusto e manda giù il suo caffé. "Ha trovato poi il libro che le ho suggerito?"
"Sì l'ho trovato, ma l'avevo già comprato a suo tempo e riposto con cura nella mia libreria."
"Bene."
"Bene?"
"Certo. E' un'ottima lezione questa che ha ricevuto e dovrebbe farne tesoro." Il tipo manda giù l'ultimo sorso di caffé poi si pulisce il palmo e il dorso della mano sulla sua giacchetta nera."
Lo fisso, alquanto basito. "Ho come l'impressione che lei..."
"Che sapessi della copia che ha comprato il 12 Giugno 2013? Oh ma certo, altrimenti non le avrei fatto perdere tempo con tutta questa faccenda."
"Posso sapere chi è lei?"
"Voi vi preoccupate sempre di sapere chi siano gli altri, ma ignorate volutamente di conoscere chi siate voi stessi." Il tizio si alza mettendosi tra me e il sole, lascia 20€ (VENTI) per il suo caffé e sorride guardando lontano. "C'è una pagina nel libro che parla di questo nostro incontro, quando la riconoscerà avrà il suo insegnamento." E indicando i soldi sul tavolino aggiunge. "Prenda pure i soldi che ha speso, ma lasci la mancia al cameriere!"


martedì 5 luglio 2016

Trieste Trasporti

foto by triesteprima.it


Ore 21.00 collega dimentica zaino con computer e hard disk portatile sul bus in centro.
Ore 21.30 ceniamo vicino la stazione contattando la ditta dei trasporti pubblici.
Ore 22.25 un'impiegata slovena della Trieste Trasporti riporta lo zaino al collega a 200 mt dal ristorante.
Festeggiamo con un gelato da Grom.

Ho immaginato la stessa cosa a Roma:
Ore 21.00 collega dimentica zaino con computer e hard disk portatile sul bus in centro.
Ore 21.05 il computer viene formattato e caricato su un furgone blu.
Ore 21.30 ceniamo vicino la stazione contattando la ditta dei trasporti pubblici.
Musichina d'attesa.
Dopo 10 minuti squilla il telefono e risponde un operatore, tempo mezzo secondo e cade la linea.
Riproviamo.
Musichina d'attesa.
Dopo soli 5 minuti squilla il telefono e risponde un operatore.
Maschio.
Sovrappeso.
Ansimante.
"Pront... ATACCHE"
"Sì guardi abbiamo avuto un problema sul 46, il collega si è dimenticato lo zaino a bordo dell'autobus, come possiamo fare per recuperarlo o contattare l'autista?"
"Che collega?"
"In che senso?"
"Che collega ha perso?"
"Non ho perso il collega, ho perso lo zaino del collega!"
"Ambé e mò so cazzi, er collega tuo 'o sa che j'hai perso 'o zaino?"
"Santo cielo è il collega che ha perso lo zaino!"
"Sur busse? E quanno 'o ritrovi fraté!? 'O sai come se dice a Roma?"
"Senta io ho bisogno di capire se l'autobus sta andando in rimessa o se sia contattabile quantomeno il conducente."
"Quello-che-èpperso-èpperso."
"Grazie è stato di grande aiuto."
"Se figuri, per qualsiasi cosa non esiti a ricontattacce, bonasera."
Nel frattempo arrivano gli involtini primavera.
Il collega ha perso l'appetito, noi mangiamo cercando una soluzione.
Poi chiamo la polizia che mi switcha su un fantomatico numero d'assistenza oggetti smarriti di Roma Capitale.
Musichina d'attesa.
Dopo 10 minuti squilla il telefono e risponde un operatore.
Maschio.
Sovrappeso.
Ansimante.
"Pront... zero sei zero sei zero sei come posso aiutatte?"
"Ah ma è lei?"
"Lei chi?"
Attacco.
Squilla il telefono del collega.
"Si pronto?"
"Abbiamo il tuo hard disk. Sappiamo dove sei e cosa state mangiando. Ci vediamo a 200 mt dal ristorante. Porta con te 1000 euro e riavrai l'hard disk."

lunedì 13 giugno 2016

Le ultime frontiere della Reception

"La vedo signor Oliva, la vedo! Adesso le apro il portone di vetro e quando le aprirò il portone lei prosegua dritto verso l'ingresso.... troverà una busta col suo nome, proprio sopra il tavolo di mogano....

bene, la apra." 

Per un attimo credevo d'aver sentito 'bene, la capra', ma vabbé.

Silenzio.




"L'ha aperta? Ottimo, adesso si volti e vada verso gli ascensori."

Di nuovo silenzio. Mi vedo riflesso in uno specchio con il mio cellulare in mano.
Poi un pendolo della hall rintocca la mezzanotte.

"Perché non si volta? Guardi che la vedo...."

Ok mi volto.

"Molto bene, la sua stanza è al secondo piano, se vuole la seguo con le telecamere fino a quando non trova la sua camera..."

"No signora, la ringrazio." Faccio parlando al soffitto "Credo di potercela fare da solo."

sabato 11 giugno 2016

gnik gnik

scena che nemmeno Bukowsky: vado a correre e dopo qualche metro sento un lento cigolio, è alle mie spalle, penso a un motorino, no troppo lento, il cigolio aumenta, giro a sinistra poi proseguo dritto su una strada a scorrimento veloce, del cigolio non c'è più traccia, supero un bar e giro a destra, il cigolio è tornato....gnik gnik - gnik - gniiiik, è sempre più vicino, ma non mi giro sono concentrato a correre, so che si sta avvicinando, dev'essere qualcuno in bicicletta, forse una bicicletta elettrica, gnik gnik - gnik gniiiiiik - ormai è alla mia sinistra e sento qualcosa tipo un orso che annusa l'aria, poi capisco che è qualcuno che ansima.
mi giro.

un vecchietto con gli occhi di fuori spinge al massimo una vecchia bicicletta arrugginita, è vestito bene, ma completamente madido di sudore, la sua bicicletta ha due cestini, uno davanti e uno dietro.
su quello davanti è adagiata una papera, e fin qui tutto normale....chi è che non va in bicicletta con una papera oggi giorno? io me la porto sempre quando vado a fare benzina, non ne esco mai senza, può tornare utile. ultimamente ne ho comprata una seconda, stavo pensando di alternarle, i giorni dispari una i giorni pari l'altra.
ma veniamo al cestino di dietro.
il cestino di dietro.
si beh ecco...il cestino di dietro.
una sacchetta da 5 litri trasparente con dentro....no non posso.
ok, posso.
...dell'ottima urina di annata.
mi sono fermato all'istante, il vecchio credo non si sia nemmeno accorto di me.
alché prima di ringraziare dio dei 36 anni vissuti per questa memorabile scena, mi sono chiesto, starà mica andando dal veterinario con la piscia della papera per farla analizzare? le papere pisciano così tanto? o forse è la sua ma non può lasciare la papera a casa da sola...? forse è un vecchio alchimista che sta portando l'elisir di lunga vita a qualcuno
una cosa è certa.
in questi momenti dio è più vicino che mai.
e soprattutto quando vedrò una papera non sarà più la stessa cosa, non parliamo poi di quando andrò a pisciare...


domenica 22 maggio 2016

Otto milioni di abitanti

"io sò quasi 50 anni che vivo qua e carcola 'na cosa, ner dopoguera eravamo 800 mila" 
pausa. sguardo fisso su di me. 
"mò a Roma semo 8 mijoni, cioé a'capito? otto! mica sette...."
annuisco in segno di profonda approvazione
"otto-mi-jo-ni... 'ndò li metti otto mijoni?"

già, 'ndo li metti...so proprio tanti

"a fraté..." continua mettendo i soldi della benzina nel portafojo, ehm...volevo dire portafoglio "io ho vissuto vent'anni in Germania e quelli tutta sta frutta a ogni angolo mica c'avevano, e però sò i primi in Europa..."

"certo" faccio io "di frutta ce n'è sempre bisogno per carità, però..."

"a caritaaaaaaà? a carità sta ner Vangelo amico mio, emmò ce tocca votà startri du fiji de na mignotta che se magneranno l'artra metà de Roma rimasta in piedi" nel frattempo arriva una macchina, lui strizza gli occhi sotto al sole e continua "...e poi sai che succede?" stavo per accennare a una banale ipotesi per quella specifica domanda, come fossi un semplice cliente che non ha niente da fare nel weekend, ma per fortuna mi ha interrotto prima "succede che te saluto" con tanto di mano appoggiata a fianco della bocca " 'na dittatura ce vole! e allora vojo vede st'otto mijoni 'ndo vanno..."

torno alla macchina perplesso, non tanto per " l'otto mijoni d'abitanti" ma per i vent'anni passati in Germania, non t'hanno mica fatto bene eh....


giovedì 19 maggio 2016

Elezione sindaco di Roma

Dopo un'attenta e approfondita analisi dei candidati alle supermega presidenziali di Roma, nonché dopo una profonda presa di coscienza ed un forte senso di responsabilità elettorale, sono finalmente giunto (tramite 4 complessi algoritmi euristici) ai due unici candidati possibili: votare o non votare e così, l'elettore moderato che è in me, ha lanciato in alto una moneta ponendo la giusta fine a questa tediosa prigionìa politica. 

Croce.




martedì 17 maggio 2016

La mia mensa

Per giorni sono passato davanti a questa bettola, una sorta di vecchio cinema a luci rosse, recuperato forse a ristorante di infima categoria, a metà tra una bisca e una non meglio identificata sala "slot machine"

...insomma se la mattina questo posto mi ricordava la peggiore Brooklyn dei primi anni '80, la sera era più o meno il Bronx dei vecchi polizieschi alla Callaghan, con due o tre improbabili prostitute e un paio di immancabili storpi a distribuire dosi dissimulando una finta (ma nemmeno troppa) questua

pure la scritta era rigorosamente alla moda, anche se sarebbe stato più bello leggerci "TONIGHT De Niro in Raging Bull" piuttosto che "Ristorante - Menu a la Carte, oggi sconto del 50%"

ebbene, lavoravo in quella zona da solamente due giorni.
il terzo giorno scoprii che la bettola era la mensa dei miei colleghi.
il quarto giorno per convenzione, sarebbe diventata anche la mia.


domenica 15 maggio 2016

L'intervista

Stazione di Brignole.

Binario 9. Prendo l'ascensore, esco in banchina e osservo un uomo che accompagna lentamente una donna anziana, probabilmente la madre. Osservo meglio e riconosco la nuca, le orecchie, la stanghetta degli occhiali, è lui. 

Un anno fa lo avrei pagato per intervistarlo, avevo pagine di domande nel mio moleskine, ma stasera... stasera eravamo due uomini vecchi e compassati, vittoriosi sì, ma consapevolmente sconfitti. 

Eravamo in pochi al binario, e avevamo entrambi molto tempo prima che il Freccia Bianca arrivasse. Alché lui si gira e mi vede, io gli sorrido come per approvare il suo passato, o forse il mio. E lui ricambia come per approvare il mio futuro, o forse il suo. 

E stasera credo d'aver ottenuto l'intervista che solo un anno fa mi avrebbe reso famoso.




venerdì 8 gennaio 2016

l'Inglesiano

"La tua partita è stata inoltrata per l’analisi al computer. Ciò potrebbe richiedere several hours."

questo messaggio è eleganza allo stato puro, fosse per me trasformerei la lingua italiana in mixed british all'istante, ecco qualche esempio:

"fare mente locale" - "fare local mind" 
"dopo la retromarcia metti in folle" - "after retromarcia metti in crazy"

ma traduciamo un articolo da italiano ad inglesiano:
"Bisogna risalire alle societies e ai vertici delle stesse, to build la rete dei funding e capire why Etruria Bank ha privilegiato alcune streets al posto di altre. Con le perquisizioni a una quindicina di societies che avevano ricevuto funding dalla aretina bank entrano in una fase decisiva le indagini delle Yellow Flames. Il blitz dei detectives di Arezzo è scattato nei confronti di companies e groups in qualche modo riconducibili all'ex presidente di Etruria Bank, Lorenzo Rosi, e all'ex consigliere Luciano Nataloni, both investigated."

e ancora, dal Fatto Quotidiano:
"Di time ce n’è voluto. Ma alla fine è arrivato lo scacco a Telecom nel match for the fibra: il governo di Matteo Renzi ha deciso che lo State investirà nella costruzione della network di telecomunicazioni ad ultralarga band e ne resterà owner. E’ questo il model che verrà usato nelle zone a fallimento di market sulla falsariga di quanto previsto in un project sul tavolo di Chigi Palace da quasi un year e mezzo. Il Comitato per la ultralarga band di Chigi Palace (Cobul), come riferito da Repubblica, ha fatto marcia back sui public funding a fondo lost pari al 70% del totale investito. Denaro al quale in the past Telecom Italia ha attinto a piene mani for building its infrastruttura. La posa dei cavi sarà appaltata in parte a private societies, ma la network resterà appunto public."



martedì 22 dicembre 2015

What else?

fila enorme (come al solito), tutti in piedi, ciascuno di loro ha un numeretto con un'attesa media di venti minuti, arrivo io veloce perché di corsa, digito sulla tastiera, prendo il numero e vengo chiamato dopo dieci secondi
"ma! ma com'è possibile signorina?" fa un tizio all'hostess indicando me
"il signore è appena arrivato!!" la signorina non mi ha ancora notato, vista la mia velocità
"sì è vero, non ha aspettato nemmeno un secondo che l'hanno già chiamato!!"
(ehh vaglielo a spiegare internet ai giovani d'oggi...)
arrivo al bancone, sento ancora il disappunto del volgo, mal vestito, poco educato, insomma mal pensante
"buonasera, cosa posso fare per lei?"
"Oliva."
"procedo subito" e il ragazzo scompare nel retro bottega
passano 5 minuti, sono ancora al bancone, poi dieci, qualcuno del volgo giunge persino accanto a me col suo diritto d'esser finalmente servito, e tutto sudato, lanciandomi occhiatacce criminali, lo sento quasi pensare "ho atteso 42 minuti stronzo..."
sorrido, avessi avuto la mia pipa, l'avrei fumata di gusto
torna lo Steward
"Sig.Oliva, quando ha fatto l'ordine?"
"questa mattina perché?"
"hmmmm, è molto strano, non ci risulta il suo nominativo" il tipo digita ancora sulla tastiera insieme al collega "....so che è una domanda stupida, ma devo fargliela, ha fatto l'ordine con il suo account?"
capisco perfettamente, la domanda è lecita "certo, ho qui con m..." prendo il telefono, apro la mail....un dubbio sopraggiunge
"bene..." il tizio digita ancora sulla tastiera "...so che è una domanda stupida, ma devo farle anche questa, ha premuto INVIO alla fine dell'ordine?"

ah.
ecco.
what else.





venerdì 20 novembre 2015

Il ritorno di Steven Seagal

Sicuramente il pericolo c'è, ma se ne aggiunge un altro che m'incute altrettanto timore; la reazione della gente....
In questi giorni a Roma sembra di stare ormai sul set di un film. In questa conversazione pare quasi di sentire Steven Seagal che parla sotto copertura nelle vesti di mamma segreta:

"Ascolta amore, prendi tutta la merenda, il diario, il miominipony e portatelo sotto al letto, e non uscire da lì per nessun motivo... a quello della caldaia ci penso io, papà sta facendo parlare l'idraulico."
"Ma mammaaaa!!" (pianto isterico finto che se la ride dietro la cornetta con le amiche)
"No amore. Non è il momento di frignare, sei tu la donna di casa adesso. Io devo capire dove sono. Perché sono lì, da qualche parte. lo so."


venerdì 16 ottobre 2015

Il picco insulinico

entro in vasca e il più giovane dei due mi fa
"quanti anni hai?"
"35"
"pensa che io ne ho 25 più di te" (che tradotto significa "te sdrumo")
e sorride all'amico, un simpatico vecchietto che si aggiusta la cuffia e gli occhiali, poi ritorna sull'argomento... "potresti essere mio figlio" (che tradotto significa, non farti il bagno se hai appena mangiato, piccolo poppante)
l'amico se la ride di gusto e rincara la dose "beh nel mio caso, potrebbe essere mio nipote!" e giù a ridere di nuovo

bene, tutta la lezione è proseguita con questi due giovanotti che nuotavano a delfino e con me che mi trascinavo come un barracuda ferito a causa dei maledetti zuccheri che mi sono strafogato alla macchinetta

foto by cibo360.it

"quante ne mancano?" mi chiede il nonno e ormai, come sempre dopo 1.5 km a quei ritmi, non capivo più nulla "abbiamo finito Giovà! erano 3 da 100 + 3 da 75"
"ma quello era l'esercizio precedente!" e scuote la testa "queste sono quattro serie da 100, due stile e due gambe!"
nonno Giovanni aveva ragione, ma soprattutto aveva ancora fiato per parlare.
finisco in bellezza con una bella testata a bordo vasca, credo stessi dormendo ormai...o roba simile.


giovedì 15 ottobre 2015

Il Ragionier Filini

Prendete il viso di Filini, prendete gli occhiali di Filini, insomma prendete Filini....bene, sotto metteteci un palestrato body builder e condite il tutto con i movimenti di un Troll in un negozio di cristalleria.

Ma non è finita, aggiungete una vocina acuta e un paio di tic nervosi ed avrete il quadro perfetto di chi mi ha servito oggi in banca.


"Che deve fare?"
"Sì buongiorno, la mia carta è scaduta."
"Mi facci vedere." Giuro, come Filippo il giornalista. Alché lui la guarda, poi guarda me in silenzio. Temevo di farlo lavorare, e infatti era lì lì per dirmi "Lei è un pazzo, un facinoroso. Noi queste cose non le facciamo, potrebbe beccarci la finanza. Deve rivolgersi direttamente alla casa madre, dove progettano i microchip di queste carte." Quando invece "..ok vediamo che cosa si può fare, in effetti non so se oggi gli applicativi....forse..." Occhi al soffitto, sembrava andare a memoria, anzi sentivo proprio i neuroni svuotarsi il pappagallo e infilarsi tuta e scarpe da ginnastica per pedalare. "Forse Gesta, se poi entro in NOROS e inserisco i dati dal gestionale...allora..." Ma squilla il telefono. Un amico. O un collega. O un cliente. Difficile stabilirlo. Stava per chiudere quando gli fa: "Ah ma sentimpò...ma che per caso sai come si cambiano queste nuove carte?" Segue battuta volgare sul proprio datore di lavoro e incitamento alla rivoluzione sindacale. Considerate pure che la mia banca, come quasi tutte ormai, non ha più i classici sportelli user friendly alti due metri, ma delle scrivanie sparse qua e là. Questo solo per dire che per tutto il tempo che è stato al telefono, io e altri due clienti ci siamo dovuti sorbire il suo delicato quanto elegante smucinamento di palle. Ma non c'è da stupirsi, è il modo che usa il romano medio per concentrarsi. In senso orario riflette sul da farsi, in senso antiorario avvolge la bobina e dunque cerca di ricordarsi le cose.

"Ho capito, vabbeh, seh, seh....seh, su NOROS, occhei ciao. Allora, mi dii documento e numero di conto. Signori dopo il signore questo sportello chiude."

Troppa fatica per oggi.



martedì 13 ottobre 2015

il Cliente aveva sempre ragione

Mi si rompe l'aspirapolvere e per fortuna è in garanzia, una garanzia che prevedere un rimborso parziale. Vado al negozio, mostro le carte e l'addetta ai rimborsi (con aria affranta, capirò solo dopo perché) mi fa: "Va bene, aspetta qui. Anzi per guadagnare tempo vai al reparto aspirapolveri e mostra loro che non funziona."

A parte l'abbandono immediato del 'Lei' che non mi offende, ma che denota quasi sempre poca professionalità (e così sarà) mi ha sorpreso il fatto che mi si chieda di dimostrare che quanto dico sia vero. Sorvoliamo sul fatto che il CLIENTE (cioé io) abbia sempre ragione, ma se poi mi chiedete numero di scarpe, fedina penale e 730 che senso ha dubitare?

"Guardi vengo proprio adesso dal reparto aspirapolveri, mi hanno detto che tanto loro non la provano e di venire direttamente qui da lei."
"Ah ok, aspetta un momento allora."



Intanto si accumula gente al bancone. Non so per quale strana logica hanno messo un display con i numeri da servire senza l'erogatore dei numeri. E infatti un paio di persone mi chiedono dell'erogatore. "Guardi credo facciano a spanne, forse il secondo che capita a tiro."

Passano dieci minuti e l'addetta non mi si copre proprio più. Faccio cenno col braccio, ma l'abilità oculare nel non guardarmi è da professionisti. Così mi rivolgo a una delle due colleghe che cammina autisticamente avanti e indietro con dei fogli in mano. "Scusi, devo ricevere il rimborso per quest'aspirapolvere."
"Perché che cos'ha?" Domanda che sentirò per quattro volte nel giro di un'ora, questa è la terza.
"Non funziona più e fa un rumore molto strano ad un terzo della potenza."
"D'accordo si metta in fila (dieci persone ormai) e la mia collega la servirà."
Rido di gusto. "No guardi, ero in fila. E sto aspettando la sua collega che sta però servendo tutti gli altri."

La ragazza rimane basita. Si avvicina all'imputato (che chiameremo Automa Non Programmato), parlano in uno strano idioma venusiano e poi si salutano come farebbero i Klingon.

"Guardi si accomodi che adesso la mia collega arriva." E mi indica una sedia dietro al bancone. Praticamente era come stare in punizione dietro la lavagna.

Attendo dieci minuti. Nulla.
E proprio mentre mi convincevo sempre più a cercare il Direttore arriva Automa Non Programmato.

"Allora, che cos'ha quest'aspirapolvere?" Dovevo aspettarmelo. Le spiego quello che le avevo già spiegato. Ma lo faccio in venusiano.
"Va bene, ma hai lo scontrino?"
(nooo, vengo qui sulla fede) "Eccolo."

Lo guarda, lo gira. Lo riguarda, lo rigira. "Ma che cacchio!"
"Che succede?"
"Non si legge la transazione!!"
Guarda se questi non s'inventano una balla per non sganciare i liquidi.
"E' un problema?"
"Beh ma non si legge niente! Certo che è un problema!"
"Mi scusi, intendevo...è un problema mio?"
"Ma non hai fatto una fotocopia di questo scontrino?"
(certo, faccio sempre fotocopie degli scontrini appena torno a casa) "Ma perché si leggerebbe meglio la transazione su una fotocopia?"
"Ma hai almeno la carta cliente?"
"Sì."




Intanto che procediamo comincia il questionario.... "Nome? Cognome? Codice Fiscale? Data di nascita? Fai uso di droghe? Hai mai lavorato fuori degli Stati Uniti?"
"Ma siamo in Italia!"
"Ah no scusa...codice reparto aspirapolveri?"
"Chiede a me?"

Si gira e chiama la collega pascolante. Andava avanti e indietro con delle Mentos in mano, ne offre una ad Automa Non Programmato, a me nulla. Sono il nemico. Non trovano il codice sullo scontrino, anzi lo trovano ma erano solo le iniziali del prodotto. Chiamano una terza collega, intanto al bancone sono in quindici. Avrei tanto voluto far loro una foto, ma avrei certamente detto addio al rimborso.

"Guarda qua..." Fa una indicando lo schermo.
"Clicca."
"Gestione sinistri."
"Fai avanti..."
"No abbiamo sbagliato, dovevi cliccare ANNULLA."
"Tasto destro? Niente. Vabbé io stacco."
"Ma ci sono venti persone..."
"Eh....aspettano."

"Allora..." Mi fa Automa. "Dobbiamo reinserire i dati. "Roma, Via...? Numero di auto? Ma questo è lei?" Mi chiede indicando la patente.

"EH NO CAZZO!"




p.s.
per la cronaca, ricevo il mio rimborso dopo un'ora e dieci minuti....molti astanti al bancone hanno desistito dal cambiare prodotto e se lo sono tenuto anche se non gli serviva a nulla, Mentos è andata veramente in pausa pranzo, mentre Automa mi ha congedato con un

"merda...." non aveva salvato la pratica




complimenti al direttore del negozio

p.p.s.
"indirizzo email?"
"bla bla gmail.com"
"e la chiocciola dov'è?"

(eh... da mò che se n'è andata)

sabato 3 ottobre 2015

Lezione numero 4

corsia geriatrica, prima di cominciare l'allenamento mi guardano tutti e cinque e mi fanno
"tu sei nuovo?"
"si ma sono già venuto altre volte" insomma metto mano alla fondina della mia katana, non si sa mai
"così giovane...vuoi cominciare tu per primo?"
"oh no tranquilli, io ancora mi devo riscaldare, vi seguirò con calma oggi"

un signore sui 65 fa da apripista, alto più o meno un metro e settanta per il doppio del mio peso.
parte che è una bellezza, elegante, sicuro, attentissimo al cronometro

lo chiameremo "il panza", segue uno spilungone di due metri sui 55 anni, quattro bracciate ed è arrivato, e lui infatti sarà "il Quattro bracciate", al cancelletto di partenza c'è un 70enne indefinito e in questa breve storia sarà ricordato infatti come "l'indefinito", mi concede di passare, parto.

a seguire donna sessantenne che chiameremo "il nemico" e il solito 70enne che segue a ruota libera.
lui è "il matusa"



RIEPILOGO
in corsia conduce il panza, seguito da Quattro bracciate poi ci sono io, "il nuovo", tallonato dal nemico, tallonato a sua volta dal matusa e per finire l'indefinito che fa il gioco sporco

giusto per specificare, il panza se l'è sempre comandata, non ha mai arrancato, nè mai sbagliato una ripartenza

come al solito verso la trentesima vasca il sangue comincia a salutare la mia testa e devo fare uno sforzo maggiore per ricordarmi dell'esercizio che avevo cominciato venti metri prima, ma oggi c'era il coefficiente difficoltà, ovvero il nemico....

"allora fate 100 stile a due minuti poi 100 misti a due e mezzo, 75 stile a uno e quaranta e 50 rana a 1 minuto, il tutto per due volte"
in corsia recepiamo le direttive del maestro come un vero e proprio reparto di geriatria


"allora....ha detto a due minuti ok?" il Quattro bracciate è rivolto verso il panza che guarda il soffitto alla Verdone come per ricordare la data della presa della Bastiglia, poi il Quattro continua "due minuti a stile, poi due minuti misti"

"no stile sono due e mezzo, poi misti per due minuti" fa il matusa nel suo linguaggio (porta la dentiera)

alché osservo, manco fossi Rosolino "come fa a essere di meno a misti? ha detto 100 stile a due e 100 misti a due e mezzo"

"sì, per due volte" mi spalleggia il matusa senza interpellare prima il suo fisico

"e poi com'era?" il nemico vacilla, il panza guarda sempre il soffitto e capisco solo ora che stava invece memorizzando il tutto...il Quattro bracciate ripete ad alta voce "poi 50 rana a un minuto e...."

"c'era un 75" fa il nemico
"sì, un 75 stile a uno e venti" ribadisce il matusa perfettamente sereno
"uno e quaranta..." lo correggo

insomma, mentre in corsia uno stanno per partire con la seconda sessione, noi ci appropinquiamo con la prima

l'indefinito abbandona di soppiatto, mentre il matusa cambia corsia dopo quattro vasche, forse i conti non gli tornavano oppure eravamo davvero troppo lenti

rimaniamo io, il nemico, il panza e il quattro bracciate che in una vasca fa il gradasso e la termina in tre...poi a ogni giro, il nemico mi fa "adesso com'è?"
"adesso sono tre vasche a stile in un minuto e 40!"
"ok"
e dopo tre vasche... "mi sono persa il conto, adesso?"
"cinquanta rana in un minuto"
"ok"

intanto il panza spingeva che era una bellezza, le sue ripartenze sembravano più una sessione di nuoto sincronizzato, instancabile, cominciava a mandarci messaggi a metà vasca "STO PER DOPPIARVI FEMMINUCCE"

intanto il nemico puntuale "adesso che dobbiamo fare?"
"come prima, un'altra sessione, 100 stile, 100 misti, 75 stile, 50 rana"
"ah ok, ma adesso che facciamo?"
(rifletto...ma mi sta prendendo in giro?) "partiamo con quattro vasche a stile ok?"
"ok"
partiamo.
intanto a bordo vasca il panza aveva lasciato dei pizzini anonimi "VI ASFALTO"
mentre il suo braccio destro cercava di terminare una sola vasca in due bracciate.
non ci riuscirà.

"e adesso?"
adesso ti ficco in bocca il galleggiante, stacco questo cordolo e ti lego come una salsiccia penso, quando mi accorgo che il panza ci doppia.
segue a ruota il quattro bracciate.

ecco hai visto? ma.....
ma il nemico era partita senza rispettare il cronometro, e soprattutto.... il mio turno.

arranco per le ultime otto vasche dietro al nemico e quando mi fermo il maestro stava già dando istruzioni per il prossimo esercizio anzi, aveva già finito

parte il panza, parte il Quattro, fermo a stento il nemico "scusa che dobbiamo fare adesso?"
"senti il maestro" e si tuffa sott'acqua subito dietro al Quattro.

bottana.




venerdì 2 ottobre 2015

Zig Ziglar

Mi scrive Cesare, in arte Cezar.
Questa è la traduzione della sua mail:

"Ciao Alberto,
perdona il ritardo di questa risposta. Avrei dovuto aggiornarti prima. In queste ultime settimane abbiamo deciso di bloccare il processo di selezione. Capisco il disagio che abbiamo arrecato ai candidati, ma se può consolarti ritengo tu abbia un cv interessante. E proprio per questo vorrei che rimanessimo in contatto per posizioni future.

Potrebbe succedere che riapriamo le candidature per questo ruolo o che se ne aprano di nuove, in questo caso vorrei essere sicuro di riuscire a contattarti, anche per altri Dipartimenti. In generale è sempre buono tenersi in contatto, le vie per cooperare sono infinite.

Abbiamo molte cose in comune, perciò fammi sapere se vuoi rimanere in contatto.

Credo molto nella preparazione e nella connessione, e come si dice "il successo arriva quando l'opportunità incontra la giusta preparazione"

Ecco perché sono costantemente alla ricerca dei contatti giusti, in attesa che si presenti un'opportunità. Adesso è il tuo turno, fammi sapere cosa ne pensi."





Risposta...

"Ciao Cesare, come dicono in India il guru appare soltanto quando il discepolo è pronto.
Considerato che sono nato pronto, ti porgo i miei più cordiali saluti."