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venerdì 29 settembre 2017

La Torre Bianca

"Da una botola a pavimento si intravedono tracce di una più antica costruzione, in materiale diverso dal resto della torre. L’aspetto attuale della costruzione è quello assunto in funzione all’utilizzo militare agli inizi dell’800, durante l’occupazione inglese." 

Come raccontarvi quei momenti in cui ad undici anni, con in mano una candela e un amico al mio fianco, aprimmo quella botola per scendere nei sotterranei di questa vecchia Torre?

Credits: torrefaro.it


Quello che vedemmo là sotto non lo scorderemo mai, compresa la fuga a gambe levate verso la spiaggia!

E in questa fuga devo raccontarvi una cosa. Per entrare nella Torre passammo attraverso alcune inferriate che trovammo divelte e arrugginite. Così che per uscire il passaggio era obbligato e sempre lo stesso. Il mio amico Lillo uscì per primo in tutta fretta e con qualche difficoltà. Io per secondo. Ma la maglietta mi rimase impigliata nelle inferriate. Tanto che quella cosa ebbe tutto il tempo di salire al pian terreno. Ero quasi fuori, ma nell'uscire la gamba mi tagliai dietro al ginocchio. Ero spaventato a morte. Poi guardai le scale che portavano dentro la Torre. E lo vidi.

Era un simpatico topo di campagna.
Ed era l'assistente della Cosa.


(Nel mio prossimo romanzo vi racconterò tutto!)


martedì 26 novembre 2013

L'Uomo delle Leggende - acquisto

Il libro è disponibile in paperback su Amazon


http://www.amazon.it/LUomo-delle-Leggende-Alberto-Oliva/dp/1502713748/ref=sr_1_cc_3?s=aps&ie=UTF8&qid=1412538304&sr=1-3-catcorr&keywords=l%27uomo+delle+leggende



e in formato digitale




L'Uomo delle Leggende - estratti

INCIPIT

La stanza di Henry quella mattina era tutta colorata di rosso. Per un attimo gli sembrò di essere in un grumo di sangue. Sangue a destra, sangue a sinistra, nessun altro colore che il rosso, nessun’altra sensazione che quella di essere altrove. 


pag. 286 (la Torre Bianca)

Raggiunse il muro di mattoni e lo attraversò come un fantasma. Se solo avessero saputo cosa incombeva alle loro spalle, nessuno di tutti quegli sprovveduti ragazzi si sarebbe mai avvicinato a più di cento metri dalla Torre.


pag. 348

Valeria lo guardò in modo strano, come se i suoi occhi perdessero il loro colore naturale.
“E chi ti dice che io sia Valeria?”


pag. 314

Era estate, era tardi ed era buio, ma soprattutto, era sola. Questo pensò nell’affrontare la curva e questo le fece venire la pelle d’oca mentre la macchina s’infilava nella notte. Sapeva che alla sua sinistra c’era il cimitero e più ci pensava, più le sembrava che quella curva non avesse fine.



L'Uomo delle Leggende - la storia

Cinque ragazzi si spingono all'interno di boschi alla ricerca di un luogo segnalato nel diario di viaggio di un professore universitario ormai morto. Il luogo in questione è un vecchio rifugio nel quale il professore sembra aver soggiornato vedendo strane cose durante la notte. 

Uno degli studenti che lavorava per lui è Vincent che porterà suo fratello, due ragazze e un amico oltre le cascate di Laploz alla ricerca di questa baita. Il motivo che li spingerà fin lassù sarà quello di scoprire se sia vera o meno la leggenda di Friedrich Laploz d'Algovia, il padrone del rifugio, morto nel 1801. 
A quanto sembra, la credenza che si è creata attorno a quest'uomo vuole che qualsiasi racconto venga letto nel rifugio si tramuti in leggenda. 

Tra i cinque ragazzi vi sono Henry e Kate, due giovani scrittori che porteranno le loro storie per usarle come cavia. 

Ma le vere cavie saranno loro.



L'Uomo delle Leggende



venerdì 15 novembre 2013

Leggende

Mi disse il Venerabile Zufar Khan II quando gli raccontai delle cascate di Laploz: 

"il mondo è pieno di leggende, ma è povero di persone che abbiano il coraggio di crederci"