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lunedì 14 maggio 2018

Un nome terzo

Sono stato appena contattato da Salvini e Di Maio per il ruolo di Presidente del Consiglio.

Mi hanno detto che cercavano un nome terzo e infatti sono il terzo dopo Sapelli e Conte, credo quello della Juve. Dice Di Maio che contano su un nome nuovo, sconosciuto ai più, che sia di Roma ma che non tifi né Lazio né Juve. Poi mi hanno chiesto cosa ne penserei del Grande Fratello e di Bruce Springsteen. Si la domanda me l'ha fatta Di Maio.

"Beh così su due piedi, è difficile darvi una risposta."

Poi mi hanno chiesto cosa ne pensai di Renzi. Eh sì la domanda me l'ha fatta sempre lui. Poi giù con domande su zingari, ruspe, euro, pensioni, migranti, tiramisù, Alitalia, buche, autobus in fiamme, scie chimiche, Anna Magnani, i cinesi, il lago Baikal, Gorbaciev e Nadal. Infine mi hanno chiesto cosa ne pensassi di Grillo. E questa volta la domanda me l'ha fatta chiaramente Salvini.

Vi tengo aggiornati, sono momenti di forte concitazione in casa Oliva.


martedì 9 gennaio 2018

Il quadro politico della Natività

Natività, di anonimo - maglioni su pixel, 2018 - 120cm x 120cm (collezione privata)


Le intese sono così larghe che abbiamo già il primo ménage a trois politico. Roba fresca, roba di ampio respiro. L'anonimo in questo caso ha voluto rappresentare proprio il nuovo che avanza attraverso un gioco di barba e capelli mai visto finora; barba simil capello a sinistra e capello simil barba sempre a sinistra. Perossido di idrogeno al centro (forse l'anonimo ha esagerato con le tempere) e sulla destra, ad equilibrare il tutto, il capello virtuale, che molti della scuola di barba e capello riprenderanno poi nei loro lavori col famoso metodo detto "del tricologo".

Ma veniamo allo sfondo: un groviglio di cavi, di palle e di cotone ammanta di serenità il quadro donando prospettiva e luce all'insieme. La luce peraltro sembra provenire da tutti i lati, ma in realtà viene solo da destra. Il numero di palle rosse è tre, proprio come il numero dei Re Magi, questa volta assenti o forse, vogliamo credere, in perenne ritardo. E ancora, il rossetto di lei, è rosso coalizione, allegoria del bambinello appena nato nonché del Santo Natale.

I tre indossano nell'ordine, un maglione a collo alto color pavone muffito con pancetta natalizia incorporata, simbolo dell'abbondanza. A seguire, un maglioncino a collo basso color scheda bianca, simbolo del menefreghismo e una giacca da marinaio color pece molto di moda all'epoca dell'anonimo nonché simbolo del falso magro.

Il quadro venne commissionato ad Arcore, venduto a Ponte di Legno ed oggi esposto, in via del tutto eccezionale, a Roma.



giovedì 6 aprile 2017

Nel profondo del Paese



Un pò come quando fai il trolley dopo alcune settimane di quella politica che non ti tocca, vuoi perché politica degli snob, vuoi perché sprezzante di quel popolo che a conti fatti è il solo a poterti eleggere. E allora cosa fai? Lasci gli snob e raggiungi il popolo girando l'Italia, quasi fosse paragonabile al mestiere di operaio o di cassaintegrato. Ma non la giri come farebbe un normale italiano, la giri come farebbe un normale politico a caccia di voti, trolley alla mano, magari non di marca, da solo e cominciando dai luoghi più profondi, 'nel profondo del Paese'. 

Certo se sono profondi, magari ispirano anche pensieri profondi. Poi se c'è un Padre di mezzo meglio ancora. Il profondo degrado da cui risorgere e insieme andare votare.

Trolley alla mano.



domenica 26 marzo 2017

Matteo Renzi risponde


Non seguo molto la Formula 1, anzi direi che non la seguo proprio. C'ho provato, ma il sonno ha sempre avuto la meglio, più o meno dal secondo giro in poi. Quando penso alle gare di Formula 1 mi viene in mente il sapore delle paste domenicali, e della ricotta di quel cannolo coi canditi a cui voglio imputare la maggior parte della mia sonnolenza. Ma feci un esperimento una volta; scelsi una Domenica senza Formula 1 e mangiai in egual misura. Conclusi il pasto col mio solito cannolino siciliano e annotai su un taccuino la reazione. Rimasi sveglio abbastanza a lungo da mangiare altre paste e tornare a studiare. Cosa ho imparato da questo esperimento? Che il nostro pasticcere di fiducia metteva pesanti dosi di sedativo soltanto nelle domeniche in cui c'era la Formula 1. Mio padre controllò i dati, lesse la storia del nostro pasticcere e disse che avevo ragione. E per festeggiare andammo a comprare delle paste.

Oggi leggo l'intervento pubblico di Renzi sulla sua pagina Facebook: si è alzato alle 5, che sarebbero le 4 vista l'ora legale, e ha gioito della vittoria di Vettel. Me lo immagino alzarsi di scatto in piedi, in pantofole tricolore e vestaglia garibaldina mentre sente l'inno di Mameli a basso volume per non svegliare Agnese. E' lì in salone, mentre sorseggia del buon caffé e con una mano si regge il cuore. Insomma, io a quell'ora credo d'aver spento da poco la luce del mio comodino ed essere piombato nel sonno più totale, ma lui no. Italiano fino al midollo. Lui lo ha fatto e ce lo vuole far sapere.

Ma è a questo punto che un accanito (un)supporter gli alza la palla per la schiacciata finale. E così, il buon Giovanni spara un luogo comune preso a caso dalla cesta dei luoghi comuni e attende che il social, Renzi compreso, lo trituri a dovere. E' solo questione di minuti.




domenica 12 febbraio 2017

Grillo vs Grillo



Ho appena finito di vedere su Netflix il nuovo spettacolo teatrale di Grillo, uno spettacolo per certi versi sottotono vuoi per la stanchezza degli anni, vuoi per il momento particolare che sta vivendo il Movimento. Tuttavia uno spettacolo che si lascia guardare proprio per la sua malinconia.

Sia chiaro, non mancano le risate anzi, ma in sottofondo si avvertono sia il passare degli anni sia la velata mancanza di Roberto Casaleggio.

Il momento politico che sta vivendo il Movimento, soprattutto nella città di Roma, è un'ottima scusa per raccontare chi sia Grillo e come sia nato il comico. E ne esce una sorta di risposta ai tanti perché e percome che la gente non appartenente al Movimento si chiede e gli chiede come leader del partito.

E chi meglio di Beppe poteva raccontarlo? Allora scopriamo il rapporto difficile col padre, la prima sconfitta a scuola, e poi sul lavoro come rappresentante commerciale e poi ancora sul palco di Fantastico 7 come comico. Le sconfitte sono preziose dice, i successi sono preceduti da tanti fallimenti e la storia ce lo insegna.

"Una persona che non è più curiosa è una persona morta."

Curiose come lo sono (state) le persone di cui parla durante lo spettacolo e a cui certamente s'ispira; Edison, Jobs o Elon Musk (fondatore di Paypal Tesla Motors).

La politica insomma, è stata fino ad oggi quella serie di fallimenti che presto o tardi si tramuterà in successo. E sappiamo tutti quale partito rappresenta meglio per Grillo questa inversione di tendenza.

venerdì 9 ottobre 2015

La morale della Santa Sede

Scrive l'Osservatore Romano:

"Nelle analisi compiute dagli organi di informazione italiani, si nota la pressoché inedita unanimità nel considerare come inevitabile l'epilogo al quale si è giunti. Marino è caduto sotto i colpi di un'inesorabile serie di episodi che, a seconda dei casi, sono stati quanto meno qualificati come gaffes, gesti francamente inopportuni o superficialità. Lo stesso Renzi era intervenuto nei mesi scorsi per sollecitare un cambio di passo e cominciare a ricostruire: 'È onesto, aveva detto il presidente del Consiglio riferendosi a Marino, ma ora deve governare'. Perché ora la capitale a meno di due mesi dall'inizio del Giubileo, ha la certezza solo delle proprie macerie."


Beh, non era difficile pronosticare le macerie di questa città, semplicemente perché già c'erano. Roma è una città in cui viene proclamato un Giubileo per lo stesso anno in corso, nonostante fosse a tutti palese che i trasporti pubblici mancassero di efficienza ormai da anni, così come la raccolta dei rifiuti e l'accoglienza dei pellegrini. Ma in fondo, detto da chi vive in uno stato all'interno dello stato con mura alte venti metri e che può permettersi di non pagare né la tassa sugli immobili né quella sulla spazzatura, ignorarlo è del tutto lecito.





giovedì 2 luglio 2015

buoni propositi

dall'altro ieri circola in rete il video di una viaggiatrice che riprende il vicepresidente della Camera Luigi di Maio (M5S) in viaggio come un "comune cittadino"

qualcuno ha ipotizzato - "che il tutto sia stato studiato ad arte e che comunque Di Maio non stava prendendo un regionale coi pendolari, ma un'alta velocità, così come fanno tanti altri parlamentari

alta velocità che peraltro combatte, fingendosi persino sorpreso dello stupore della gente per queste cose" -

ecco, secondo me dire che combatte l'alta velocità è un pò qualunquista, visto che non la combatte in tutta Italia, ma in un punto specifico della penisola, peraltro la battaglia del Movimento ha uno scopo propositivo e non distruttivo o fine a se stesso, ma detto questo sicuramente il partito di Grillo non va; Di Maio rimane una persona coerente in mezzo a strani personaggi

personaggi che si credono portavoce di un sacro elettorato, quasi li avessero eletti a divinità piuttosto che a rappresentanti, tuttavia tutti questi sforzi (pubblicitari, ma non solo) funzionano per far risparmiare al governo e per favorire i cittadini (si veda il fondo per il microcredito)

ma il punto è questo: il governo deve risparmiare fino a questi livelli? adesso probabilmente sì, per sensibilizzare, per lanciare un messaggio, ma in linea generale è un'idiozia, così come è un'idiozia che il sindaco Marino vada in giro per Roma in bicicletta e con la scorta al seguito, per lanciare un messaggio che poi cozza su se stesso: Roma non è una città per biciclette a meno che non si è il sindaco o a meno che non si voglia rivedere l'intero arredo urbano

il politico deve fare il politico, ma in Italia nasce già ladro ed è probabilmente qui che cresce la voglia di un Di Maio (o dello stesso Grillo) di farsi sentire o vedere, perché certamente una gestione diversa e più consapevole della politica è possibile

mercoledì 6 maggio 2015

La pubblicità è tutto

Non colpisce tanto il fatto che oggi, uno dei più prestigiosi marchi d'orologi abbia comprato alcune pagine di giornale per esigere le scuse dal Governo circa l'azzardato binomio, quanto piuttosto il non senso di questa lettera attraverso la quale si recrimina l'accostamento tra la marca e la distruzione delle vetrine. Nemmeno che questi black bloc fossero capaci di distruggere soltanto infilandosi l'orologio in oggetto o dei lobotomizzati il cui cervello darebbe forfait per il solo fatto d'aver indossato l'orologio.

"Sconfitti i soliti farabutti col cappuccio e figli di papà con il Rolex." (M.Renzi)

E' evidente che nelle parole del Presidente del Consiglio non fosse certo condizione necessaria l'indossare un Rolex per esser capace di mandare in frantumi una vetrina, ma prerogativa appannaggio di un ceto sociale certamente più abbiente e di sicuro non esente dal poter usare la violenza, nonché incapace d'intendere i principi di una società poiché esente, per abbondanza di pecunia, dal comprenderne la fatica necessaria a edificarla.

"Egregi signori all'indomani delle devastazioni avvenute a Milano... i media nazionali e web hanno riportato con ampio rilievo in virgolettato le Vostre dichiarazioni relative all'operato delle Forze dell'Ordine, ivi compreso il messaggio 'sconfitti i soliti farabutti col cappuccio e figli di papa' coi rolex'. Se personalmente, come cittadino di Milano, nell'occasione non ho potuto che apprezzare il sacrificio e la dedizione delle Forze dell'Ordine, debbo invece, per la mia carica, esprimere profondo rincrescimento e disappunto per l'associazione delle vostre parole fra la condizione di 'distruttori di vetrine' ed il fatto di portare un orologio Rolex al polso. Al di la' del fatto che, dalla qualità delle foto e dei video che sono stati diffusi dai media e' altamente improbabile poter desumere un'affidabile identificazione come Rolex (e ancor piu' come Rolex autentico) dell'orologio indossato dai facinorosi che stavano commettendo evidenti reati, credo che il dettaglio dell'essere - o non essere - quest'ultimo di marca Rolex, sia obiettivamente cosa marginale rispetto al 'cuore' delle Vostre dichiarazioni". "Ho preso la libertà, dopo profonda riflessione di pubblicare la presente sulla stampa nazionale a doverosa autodifesa, nell'immediato, della reputazione del marchio e dell'immagine di Rolex. Confidando in una Vostra cortese rettifica, con ossequi, Gianpaolo Marini".


Avere un Rolex può essere una conquista sociale certo, alla stregua di un vessillo che ricordi l'appartenenza a una tale famiglia piuttosto che a un'altra. Ma oggi, che siamo circondati dalle conseguenze di un boom economico, con figli e nipoti incapaci di avere spinte e vere motivazioni lavorative o soltanto di raccogliere le briciole rimaste di un benessere postbellico, non possiamo che aspettarci il regno dell'assenza di valori, dove i vessilli di famiglie ormai estinte sventolano sul drappo sgualcito del distruttore di turno.




Vero o falso che fosse il Rolex, sarebbe stato certamente meglio usare quest'altra frase

"E mentre quelli col Rolex andavano a distruggere le vetrine..." (M.Renzi)

quantomeno non ci sarebbe venuto il dubbio, che sfruttare l'onda emotiva oggi, possa essere la migliore delle pubblicità da farsi




martedì 21 aprile 2015

Il Nulla

l'Italia è un paese meraviglioso, corruttocraticamente perfetto, non ci saranno mai infiltrazioni di stampo democratico, né mai, dico mai, meritocrati senza scrupoli pronti a prendere la fetta che gli spetta, l'italia è un paese garantista e non lascerà mai che un corrotto non abbia la sua parte, questa è garantita per diritto di amicizia, compiacenza e fedeltà al sistema, uno dei più avanzati sul pianeta ed è la dimostrazione che un paese senza identità e privo del senso di appartenenza non è un paese, ma la puttana di gente il cui scrupolo vale meno della moneta che hanno usato per comprare la dignità di ogni singolo cittadino

la sovranità appartiene al sistema e quest'ultimo garantisce i diritti inviolabili dei corrotti, sia come singoli che come formazioni sociali ove si svolge la corruzione, compito del sistema è rimuovere gli ostacoli che impediscono il corretto svolgimento delle illecite attività, siano esse a danno del paese, siano esse a danno del singolo, tutte le buone intenzioni per l'applicazione della meritocrazia verranno prontamente abbattute non appena riconosciute poiché considerate minacce allo stato di diritto, il diritto di essere oltre le regole, oltre la legge, oltre il buon senso

diceva uno dei più grandi poeti che ebbi la fortuna di conoscere durante uno dei miei viaggi a Parigi: "il più forte non è colui che non ha più nulla da difendere, ma colui che difende qualcosa per nulla"

e il nulla è ormai sotto i nostri occhi.
il Nulla.





martedì 18 novembre 2014

Tor Sapienza, Borghezio batte i Cinque Stelle

Da Mario Borghezio a Paola Taverna, passando per la Meloni fino a Pietrangelo Buttafuoco che timidamente confessa alla trasmissione di Corrado Formigli, di essere stato anche lui a Tor Sapienza "a vedere". Un pò come i tre anni di militare a Cuneo menzionati da Totò, o la ben più ardua impresa di Orfeo nella sua discesa agli Inferi per far tornare in vita l'amata Euridice. Ciascuno infila come può sul proprio curriculum quest'impresa di strategia bellica; "sono stato in Iraq, in Afghanistan e a Tor Sapienza", foss'anche quest'ultimo il semplice passaggio in un auto nel deturpato quartiere romano. Alcuni di loro avranno anche saggiato il terreno, si saranno mescolati tra la gente ed avranno persino parlato al nemico, diventato improvvisamente amico e alleato per le prossime elezioni.
Borghezio cavalca benissimo la situazione di degrado che tutta la città di Roma sta vivendo da anni e col suo partito fa abilmente leva sul dissenso che i cittadini delle periferie romane nutrono nei confronti del sindaco. Sia questo Alemanno per la precedente amministrazione, sia Marino per quella attuale.

Forse gli è stato detto che il romano ha un tono di voce piuttosto alto, ma l'europarlamentare della Lega ha preso così sul serio la questione da girare ormai sempre per Roma col suo inseparabile megafono, ergendolo definitivamente a simbolo della sua campagna elettorale. Proprio come fece quest'estate davanti alla scuola multi etnica Carlo Pisacane. In quell'occasione gli diedero anche del fascista.

Ma lo stesso Segretario Salvini ha fatto molto più di una semplice propaganda "assumendo" degli inconsapevoli attivisti nelle strategie di marketing della Lega. I ragazzi che lo contestarono per la sua visita a un campo nomadi di Bologna gli fecero più pubblicità di quanto la Lega ne avesse bisogno.

Insomma, sul marketing ci sa fare più Borghezio da solo che tutta la Casaleggio Associati. E infatti le iniziative del Movimento 5 Stelle non sono piaciute alla gente, che prima contesta Grillo a Genova dopo la prima ondata di maltempo ad Ottobre e poi se la prende con la senatrice Paola Taverna in visita a Tor Sapienza; "stai qua perché t'hanno dato cinque giorni de sospensione", quasi Tor Sapienza fosse un area cantieri pubblica e la Taverna il pensionato di turno che passa il suo tempo libero a controllare che tutto nel cantiere fili liscio.

"io nun sò politico" - Paola Taverna, senatrice M5S

Entrambi, ingenuamente, avranno pensato che fosse utile presentarsi alla gente nei luoghi del disastro, ignorando forse di rappresentare chi di quel disastro fosse l'imputato. Probabilmente diranno, perché loro ascoltano o credono di ascoltare, perché loro aiutano, mentre gli altri no. E forse è pure vero, ma non è certo il modo giusto per dimostrarlo.

Grillo disse di essere nato proprio lì, in una delle strade di Genova dove si spalava il fango da giorni e la Taverna si è difesa dalle accuse di 'passerella mediatica' dicendo che la sua presenza fosse genuina perché veniva dal vicino quartiere di Quarticciolo non per fare i propri interessi, ma per risolvere i problemi.

Ma perché Borghezio ha avuto più successo della visita di Marino o delle passerelle dei Cinque Stelle? In fondo è un politico anche lui e se guardiamo al messaggio della Lega, non è poi così distante da quello del Movimento. Eppure il ricordo atavico che la Lega rappresenti il pugno duro della politica è rimasto, ed è passato indenne attraverso gli infiniti accordi tra Bossi e Berlusconi fino agli ultimi scandali del suo stesso ideatore.

Il Movimento 5 Stelle dal canto suo, nonostante abbia fatto cose buone come il Fondo di Garanzia per il Microcredito Siciliano, non ha giocato le carte giuste nell'esposizione mediatica. E allora, la giovane Taverna che visita Tor Sapienza senza farsi annunciare da nessun organo di stampa, senza farsi sfasciare la macchina da un qualche attivista, senza instaurare un vero dialogo con i cittadini e anzi rivolgendosi a loro con un intercalare che nemmeno loro immaginavano esistere, non avrà mai alcuna possibilità di vittoria contro un Borghezio che con compostezza si fa offrire un cappuccino nello stesso bar dove Marino si rifugiò per fuggire alle ire dei cittadini.


giovedì 13 novembre 2014

Beppe Grillo è in grado di fare comunicazione?

La strategia di Grillo non è mai cambiata, vuoi per mera coerenza intellettuale, vuoi per incapacità di raccogliere il consenso dell'elettorato degli indecisi, elettorato che di fatto ha consegnato a Renzi il record del 41%

Ma cosa c'è che non va nella strategia grillina? Probabilmente nulla fuorché la comunicazione.
Siamo di fronte a un esperto della parola che deve gridare a destra e a manca cosa c'è che non va negli altri o peggio, cosa va bene invece nel Movimento. L'elettorato non è sordo, forse basterebbe abbassare un poco il volume cercando di puntare più sulla sostanza che sul megafono.

E mediaticamente non aiutano nemmeno siti internet come tzetze.it che si definisce "un palinsesto dinamico originato dagli utenti, che seleziona da siti rigorosamente solo on line, le informazioni in base alla loro popolarità e attualità."

Un esempio su tutti, il 9 Novembre 2014 viene pubblicato un articolo sul Financial Times dal quale emerge un commento positivo sul leader del Movimento 5 Stelle.

FT.com - "The euro is in greater peril today than at the height of the crisis"


L'articolo è dell'editorialista Wolfgang Münchau, un giornalista tedesco che si è fatto la nomea di non essere poi così imparziale come Andrea Mollica ci racconta in questa sintesi su Giornalettismo.

Ha scritto articoli contro Monti, è contro l'austerity e dunque fondamentalmente contro la Merkel. Ma la cosa più interessante, sembra essere il sito a pagamento da lui curato di notizie e analisi di specialisti sull'eurozona. Servizio di cui possiamo intuire quantomeno l'impronta euroscettica.

Ed è proprio di euroscetticismo che parliamo se guardiamo alla politica grillina. Sul sito di Grillo è riportato infatti proprio l'articolo del FT, prontamente re-bounced dal sito tzetze e incorporato poi lateralmente sul sito del leader genovese.

da beppegrillo.it
"La stampa estera incorona Grillo"

A questo punto sarebbe interessante capire l'interpretazione grillina dell'articolo di James Politi, pubblicato sul Financial Times il 12 Novembre , tre giorni dopo.

FT.com - "Italy’s Post-it premier hopes reforms stick"


martedì 11 novembre 2014

Il Partito delle Domenica

Il Movimento 5 Stelle propose Milena Gabanelli come Presidente della Repubblica. Era l'Aprile 2013 e le votazioni interne al Movimento decretarono all'unisono la candidatura della giornalista Rai. Ad oggi, dopo quelle votazioni, il toto quirinale sembra aver perso del tutto in dignità. Già quando si vociferava la Gabanelli come possibile candidata più di qualcuno rimase perplesso. Poi quando la stessa rifiutò quasi divertita la proposta del Movimento di candidarla a futuro inquilino del Colle, si rasentò il melodramma. Melodramma che capitolò del tutto in tragedia quando la Gabanelli, un mese dopo le 'quirinarie', fece un'inchiesta sul Movimento per chiarire dove andassero a finire i soldi del blog o quanto prendesse la Casaleggio Associati dalla pubblicità del sito.

Insomma gli unici vincitori furono tutti gli altri rimasti a guardare, perché dal programma della Gabanelli ne uscì un servizio fazioso, quasi stucchevole, dal quale trapelavano soltanto due cose; che la giornalista aveva capito poco e niente di internet e grillinie che il Movimento doveva assolutamente riguardare le proprie strategie se non voleva fare nuovamente la figura del Partito della Domenica.



sabato 18 ottobre 2014

Matrimoni omosessuali



Prendiamo atto dell'ostruzionismo del Ministro Alfano sulla questione dei matrimoni omosessuali e ricordiamo allo stesso che è la regolamentazione giuridica che deve adattarsi all'uomo, non viceversa.

Il matrimonio omosessuale è stato legalizzato in alcuni paesi come il Canada, il Sud Africa, la Svezia, la Francia, l'Argentina, persino in alcuni stati come la California, New York, il Massachussets, il Colorado o il Vermont. In altri paesi ci sono regolamentazioni di unioni civili e in altri ancora, come il Messico, il riconoscimento di matrimoni registrati all'estero.

Nei primi giorni di Ottobre, il Ministro Alfano ha annunciato una circolare che avrebbe imposto ai sindaci dei comuni italiani la cancellazione delle trascrizioni anagrafiche dei matrimoni registrati all'estero. Da qui ne è scaturito un ostruzionismo quasi totale e in alcuni casi, come Bologna, molto sentito. Persino il Sindaco di Roma Marino, il 18 Ottobre registra sedici matrimoni omosessuali nella Sala della Protomoteca, per dare un segnale forte che qualcosa deve esser fatta.

La legislazione è infatti carente in merito e dunque non sono previste regolamentazioni tra coppie dello stesso sesso. Questo però non può essere sufficiente per dar adito ad illegalità, perché se è vero che la mancanza di norme secondo Senofonte, è qualcosa di illegale, la mancanza stessa è già di per sé indice di una necessità sociale che attende un'adeguata regolamentazione. Se non vi fosse questa necessità, non se ne evidenzierebbe la mancanza.

E come si può vietare dunque qualcosa che ancora non esiste? La registrazione sembrerebbe dunque del tutto lecita, in quanto non si fa altro che sancire all'anagrafe un'unione avvenuta altrove. Di certo, nel rispetto della legge, non se ne celebrerà l'unione in Italia, ma come abbiamo imparato, è solo questione di tempo