martedì 18 novembre 2014

Tor Sapienza, Borghezio batte i Cinque Stelle

Da Mario Borghezio a Paola Taverna, passando per la Meloni fino a Pietrangelo Buttafuoco che timidamente confessa alla trasmissione di Corrado Formigli, di essere stato anche lui a Tor Sapienza "a vedere". Un pò come i tre anni di militare a Cuneo menzionati da Totò, o la ben più ardua impresa di Orfeo nella sua discesa agli Inferi per far tornare in vita l'amata Euridice. Ciascuno infila come può sul proprio curriculum quest'impresa di strategia bellica; "sono stato in Iraq, in Afghanistan e a Tor Sapienza", foss'anche quest'ultimo il semplice passaggio in un auto nel deturpato quartiere romano. Alcuni di loro avranno anche saggiato il terreno, si saranno mescolati tra la gente ed avranno persino parlato al nemico, diventato improvvisamente amico e alleato per le prossime elezioni.
Borghezio cavalca benissimo la situazione di degrado che tutta la città di Roma sta vivendo da anni e col suo partito fa abilmente leva sul dissenso che i cittadini delle periferie romane nutrono nei confronti del sindaco. Sia questo Alemanno per la precedente amministrazione, sia Marino per quella attuale.

Forse gli è stato detto che il romano ha un tono di voce piuttosto alto, ma l'europarlamentare della Lega ha preso così sul serio la questione da girare ormai sempre per Roma col suo inseparabile megafono, ergendolo definitivamente a simbolo della sua campagna elettorale. Proprio come fece quest'estate davanti alla scuola multi etnica Carlo Pisacane. In quell'occasione gli diedero anche del fascista.

Ma lo stesso Segretario Salvini ha fatto molto più di una semplice propaganda "assumendo" degli inconsapevoli attivisti nelle strategie di marketing della Lega. I ragazzi che lo contestarono per la sua visita a un campo nomadi di Bologna gli fecero più pubblicità di quanto la Lega ne avesse bisogno.

Insomma, sul marketing ci sa fare più Borghezio da solo che tutta la Casaleggio Associati. E infatti le iniziative del Movimento 5 Stelle non sono piaciute alla gente, che prima contesta Grillo a Genova dopo la prima ondata di maltempo ad Ottobre e poi se la prende con la senatrice Paola Taverna in visita a Tor Sapienza; "stai qua perché t'hanno dato cinque giorni de sospensione", quasi Tor Sapienza fosse un area cantieri pubblica e la Taverna il pensionato di turno che passa il suo tempo libero a controllare che tutto nel cantiere fili liscio.

"io nun sò politico" - Paola Taverna, senatrice M5S

Entrambi, ingenuamente, avranno pensato che fosse utile presentarsi alla gente nei luoghi del disastro, ignorando forse di rappresentare chi di quel disastro fosse l'imputato. Probabilmente diranno, perché loro ascoltano o credono di ascoltare, perché loro aiutano, mentre gli altri no. E forse è pure vero, ma non è certo il modo giusto per dimostrarlo.

Grillo disse di essere nato proprio lì, in una delle strade di Genova dove si spalava il fango da giorni e la Taverna si è difesa dalle accuse di 'passerella mediatica' dicendo che la sua presenza fosse genuina perché veniva dal vicino quartiere di Quarticciolo non per fare i propri interessi, ma per risolvere i problemi.

Ma perché Borghezio ha avuto più successo della visita di Marino o delle passerelle dei Cinque Stelle? In fondo è un politico anche lui e se guardiamo al messaggio della Lega, non è poi così distante da quello del Movimento. Eppure il ricordo atavico che la Lega rappresenti il pugno duro della politica è rimasto, ed è passato indenne attraverso gli infiniti accordi tra Bossi e Berlusconi fino agli ultimi scandali del suo stesso ideatore.

Il Movimento 5 Stelle dal canto suo, nonostante abbia fatto cose buone come il Fondo di Garanzia per il Microcredito Siciliano, non ha giocato le carte giuste nell'esposizione mediatica. E allora, la giovane Taverna che visita Tor Sapienza senza farsi annunciare da nessun organo di stampa, senza farsi sfasciare la macchina da un qualche attivista, senza instaurare un vero dialogo con i cittadini e anzi rivolgendosi a loro con un intercalare che nemmeno loro immaginavano esistere, non avrà mai alcuna possibilità di vittoria contro un Borghezio che con compostezza si fa offrire un cappuccino nello stesso bar dove Marino si rifugiò per fuggire alle ire dei cittadini.


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