mercoledì 7 luglio 2021

Chi paga sbaglia!

 


Più che un referendum, questo manifesto sembra un incitamento a non pagare. Sarà la stanchezza, sarà una dislessia latente ma a prima vista leggo CHI PAGA SBAGLIA! E trattandosi di un partito antieuropeista la cosa potrebbe sin da subito rientrare in una qualche propaganda che mira a raccogliere nuovi proseliti.

CI METTO LA FIRMA

...ecco, sempre più coerente con le rivoluzioni populiste del Matteo II (non vogliamo togliere il primato a Renzi the First), praticamente il partito di Matteo the Second decide di farla finita con i pagamenti, ma che diamine. Avete stufato, sempre a chiedere soldi, dovreste ringraziarci che veniamo a prendere le cose che vendete! Altrimenti non vendereste nulla, direbbe Totò.

E quando i soldi li chiede lo Stato poi, che giramento di palle. Ed è qui che il nostro decide di fare l'ennesima rivoluzione....CI METTO LA FIRMA! Ovvero un nuovo ed equo sistema di scambio commerciale: un autografo e siamo pari, io mi prendo quello che vendi e poi ti metto la firma per certificare che l'ho preso. Tu Stato mi chiedi le tasse e io ci metto la firma.

Questa è Giustizia.



Italia - Spagna all'italiana

Insomma, meno male che non siamo finiti dalla "paella alla brace". Abbiamo vinto per il rotto della cuffia, o come direbbe Varriale - abbiamo vinto all'italiana. Ma cosa vuol dire vincere all'italiana?

 

Vincere all'italiana significa metterci più chiacchiere che determinazione, un pò come la storia del black lives matter qualche partita addietro... ci inginocchiamo oppure no ? se lo facciamo succederà questo, se non lo facciamo penseranno quest'altro, ci curiamo più dell'apparenza che delle azioni, quando invece basterebbero solo queste, nella loro spontaneità a regalarci quell'immagine di bell'Italia a cui tanto aneliamo. Vincere all'italiana significa colmare con le parole quello che ci manca con le azioni e di azioni e bel gioco gli spagnoli ne hanno avute a profusione. Tuttavia c'è da dirlo, in questo torneo abbiamo una marcia in più che indirettamente ci ha regalato la pandemia. La sentiamo forte questa voglia di riscatto, molto più forte di qualsiasi populismo antieuropeo. E se l'anno scorso c'immaginavamo clacson e trombe fare festa per la fine del lockdown, non sapevamo di dover attendere ancora un anno per dare un senso a quello che sicuramente non è stato un gioco, ma un insegnamento su cosa conta veramente... VINCERE LA FINALE !!


lunedì 5 luglio 2021

Funerali low cost

 


Mi sembrava doveroso informarvi che i saldi sono appena iniziati e se quel "bara in omaggio" vi ricorda lontanamente "birra in omaggio" allora lo vedrete anche voi, come lo vedo io, quel povero cristo che mangia del mais tostato là dentro tutto solo, durante la partita dell'Italia. Non si è accorto di nulla per fortuna, non sa nemmeno che i suoi cari hanno risparmiato sulle esequie per potersi fare la settimana bianca anche quest'anno.


 
 
E fa strano questa sorta di villaggio vacanze, magari di una sola settimana per tornare poi alla vita di tutti i giorni. Un resort paradisiaco, un all you can eat in pieno stile egizio, consapevoli che presto o tardi, il povero cristo si sveglierà dal lungo sonno con molta fame e molta sete.

E ricordatevi di mettergli il braccialetto altrimenti la consumazione, si paga !!
 
 
 

sabato 3 luglio 2021

Sergio Iperbole

Il Grande Raccordo Anulare, così come la tangenziale di Roma, pare siano affetti da un fenomeno naturale secondo cui il moto rettilineo uniforme subisce delle contrazioni non lineari al contorno. Cioè a dire, che nonostante l'aumento del traffico sia simile a una quadratica di secondo grado, stabilire il punto di arrivo secondo il volume di traffico medio lineare (o quadratico) è cosa da premi Nobel. Tradotto per i non addetti ai lavori, uscire prima di casa per arrivare prima in ufficio è una chimera anzi, un ossimoro. Per giungere sul posto di lavoro non basta infatti modulare le frequenze di uscita da casa e rifornimento di carburante, bisogna cimentarsi in complessi calcoli matematici su cui alcuni, si narra, pare abbiano perso il senno.

Ma non è il caso di Sergio Iperbole, noto matematico romano di fine anni '80, che sembra avesse predetto proprio quanto sopra, ovvero che sarebbe esistito un orario per cui la funzione che descrive la media degli spostamenti in orario di lavoro, non avrebbe coperto linearmente la variabile delle ascisse. Iperbole ne dimostrò la veridicità sul numero 5328 de Il Messaggero nella rubrica "Tangenti & tangenziali", postulando addirittura l'esistenza di una quarta dimensione nelle ore di punta. Tuttavia non riuscì mai a determinare l'orario esatto nei due versi di percorrenza né tanto meno l'equazione differenziale che sigillasse la sua formidabile intuizione. Iperbole vinse poi il premio "Coniche 2000" nel 1991 e "Geo 91" a fine 2000 ma non per la sua dimostrazione alla congettura della Tangenziale bensì per aver scoperto la funzione del tempo di cottura di un cristallo di ghiaccio in funzione della rotazione terrestre di Saturno. Venne invece menzionato nel 2003 sulla rivista Quattroruote per la dimostrazione alla congettura di cui sopra, e fece una diretta a TG2 motori per dimostrare che quanto aveva dimostrato era sempre vero in condizioni climatiche vicine allo zero assoluto. E adesso la dimostrazione.

"Ogni mattina a Roma, con il sorgere del sole, un lavoratore si sveglia e sa che dovrà vestirsi più velocemente del vicino in tangenziale, o verrà da questo superato. Ogni mattina sempre a Roma, sempre al sorgere del sole, un collega si sveglia e sa che dovrà fare colazione più velocemente del vicino in tangenziale, o perirà di tedio. Ogni mattina a Roma, come sorge il sole, non importa che tu sia un meschino collega o un autotrasportatore, l’importante è che tu non faccia la tangenziale." 

Iperbole ci lasciò nel Maggio del 2011 mentre lavorava alle Lagrangiane del Grande Raccordo Anulare, inutile dire che quel giorno non si presentò mai in ufficio.

E a noi ci piace immaginarlo intrappolato nella quarta dimensione.




venerdì 25 giugno 2021

Jonny senz'acca - il gabbiano armato

 


 

Jonny Balzella era un vecchio commercialista della mala ormai in pensione, che di tanto in tanto riceveva qualche telefonata per rientrare nel giro, abitava a Roma. Correva l'anno 2021, il mese di Giugno per l'esattezza. E no, non sarebbe rientrato nel giro.

"Cara vado a buttare la spazzatura." Disse alla sua cagnolina Rometta prendendo i sacchi della mondezza che aveva accumulato in tre giorni. Aveva 61 anni, non era tanto vecchio per ritirarsi dal malaffare ma nemmeno tanto giovane per stare dietro a falsi in bilancio e blitz della finanza. Così chiuse la porta e cercò di prendere le buste della spazzatura lasciandosi libera una mano per chiamare l'ascensore.

Ma l'ascensore era ferma qualche piano più su. Jonny senz'acca avrebbe voluto gridare tanto "ehi vaffanculo, vuoi mollare questo cesso di vecchia ascensore ? Hai sentitooo ? " Ma si limitò a sbuffare con la speranza che qualche condomino più in alto lo potesse sentire, e cominciò a scendere le scale. 

Jonny senz'acca abitava al primo piano.

E così giunse presto al portone, fece il vialetto condominiale e attraversò la strada. In giro non si vedeva ormai nessuno. Il coprifuoco della pandemia era stato spostato a mezzanotte. Ma nella zona dove abitava, a partire già dalle otto di sera si vedeva poca gente e poche macchine passavano da quelle parti anche durante il giorno. La spazzatura di Jonny puzzava. O forse no ?  Forse erano i secchioni, forse era il marciapiede. Diamine se puzzava il marciapiede. Per non parlare degli escrementi dei cani che nessuno aveva raccolto e a guardarli bene non erano certo quelli di un barboncino. Per fortuna non sono sceso in ciabatte pensò Jonny, anche se il suo capo gli proibiva di indossare ciabatte. 

"Ma io non ho più un capo.." Disse tra se e se salendo attentamente sul marciapiede. L'ultima volta che ne aveva pestata una dovette buttare le scarpe tanto erano sporche, in compenso vinse centomila euro alla lotteria degli scontrini esattamente il giorno dopo. Ma non sfidò la sorte per arricchirsi camminando alla cieca o guardando i gabbiani. Anche perché centomila euro non erano niente in confronto a quello che aveva pianificato negli ultimi mesi di morbido lockdown.

Intanto nel cielo volteggiavano i gabbiani, attirati dalla mondezza, e forse anche dalle merde di cane, o dai topi che si cibavano del pesce andato a male nella gola dei gabbiani stecchiti dalla puzza di mondezza. Quella città era un fottuto uroboro del vomito. Jonny non era mai stato fuori dall'Italia, ma era così che si immaginava la peggiore delle città indiane. Anzi, forse riflettendoci un pò su, a Varanasi si stava anche meglio. Poi si fermò e mimando il lancio del martello alle Olimpiadi di Seoul, lanciò una ad una le buste della spazzatura verso il secchione. Ma nessuna di queste entrò dentro, rimbalzarono tutte sul marciapiede e un paio si aprirono cadendo a terra.

"Dannazione!" Imprecò incrociando la vista di un topo. Jonny non amava sporcare la strada e anche col secchione pieno e la spazzatura che ne impediva l'accesso, avrebbe piuttosto svuotato il cassonetto pur di non lasciare la sua spazzatura fuori. Questo perché nessuno doveva scoprire le sue abitudini ma soprattutto l'oggetto del suo business. Anche tritando la carta accuratamente, se c'era una remota possibilità di risalire a Jonny, quella possibilità doveva essere annichilita. E poi era una persona pulita, i soldi sporchi erano solo un'obbligata formalità del suo mestiere.

Sistemata la spazzatura tirò fuori il fazzoletto dal taschino, si asciugò la fronte, si pulì le mani con del disinfettante portatile e lo buttò nella spazzatura poco prima di sentirsi dire. "Mani in alto."

Jonny non usciva mai senza il ferro, dopo quella volta che dal gommista gli puntarono una pistola alla tempia dicendo "Dammi tutto quello che hai vecchio bastardo!" Ma tutto quello che aveva Jonny era solo Rometta, il suo barboncino. "Non ho nulla di valore con me ami..." E in meno di un secondo disarmò quel povero tossicodipendente come qualsiasi commercialista avrebbe saputo fare, per poi finire a fumarsi una sigaretta insieme a lui a bordo strada, con le ruote ancora da gonfiare.

Jonny senz'acca non fumava sigarette.

E l'unico momento in cui si separava dal ferro era proprio quando andava a buttare la spazzatura. 
"Ho detto mani in alto Jonny..."
 
 
 (continua...)



giovedì 8 ottobre 2020

Dimostrazione dell'esistenza di Dio

A grande richiesta vado a dimostrarvi l'esistenza di Dio per mero diletto estetico.
 

Definiamo Dio come ciò per cui ogni cosa esiste e sa di esistere.
Il livello di comprensione di questa conoscenza d'essere dipende dall'evoluzione di ciascun essere. L'affermazione Dio non esiste è falsa perché altrimenti non avremmo coscienza di esistere e l'esistenza del cosmo intero equivarebbe alla sua inesistenza.
Se è falso affermare che Dio non esiste, allora Dio esiste.


E' tutto.
Domani sonderemo insieme il quesito, c'è vita oltre la Nutella ?