venerdì 18 settembre 2015

Razzismo aziendale

Da un pò di tempo a questa parte lavoro da un cliente il cui parcheggio è amorevolmente bandito ai consulenti. Ergo devo lasciare la macchina a un chilometro e mezzo di distanza, così d'estate è un problema al mattino, soprattutto se siamo a Luglio....e d'inverno è un problema alla sera, con la strada al buio, e mostruose creature lungo la via.




Ma ormai, dopo aver superato il mese di Luglio o forse dovrei dire 'dopo aver superato LUGLIO 2015', questo scirocco settembrino mi fa onestamente sorridere. Tuttavia il buon samaritano non è uso leggere le previsioni del tempo.

Alché stamane, camminando lungo il marciapiede e riflettendo su alcune varianti del Teorema di Fermat sento una frenata proprio alla mia sinistra, seguita da un paio di imprecazioni degli automobilisti subito dietro (è una strada a scorrimento veloce).

"Sei un collega della (la chiameremo Pearson&Specter)?"
Mi giro, le dico istintivamente di sì.
"Salta sù che ti do un passaggio."
Il sedile davanti era occupato da quello che a occhio e croce mi è sembrato un televisore a tubi catodici. Così salgo dietro, manco fossi su una Uber car. Un chilometro risparmiato.
Certo, ora che ci penso, se cominciava a parlarmi di Chianti e roba simile non ero certo qui a raccontarvelo.

"Devi scusarmi se non ti ho fatto salire davanti, ma come vedi sarebbe stato problematico."
"Oh, ma figurati. E' già tanto che mi stai dando un passaggio."
"Beh se non ci si aiuta tra colleghi della Pearson&Specter !"
Ah, già. Quella storia dei colleghi della Pearson. Se avesse saputo la verità mi avrebbe citato per falsa identità, o forse appropriazione indebita di status sociale, mi avrebbero tolto la licenza di programmatore e avrei dovuto insegnare Turbo Pascal nei villaggi inuit della Groenlandia probabilmente a vita.
"Oh guarda!!" Mi fa indicando il marciapiede. "Un altro collega della Pearson!"
Cioè, già che parliamo di un chilometro di strada mi sentivo ridicolo, non fosse per il caldo. Ma a duecento metri dall'ufficio, mi sembrava un pò come essere in diretta sul National Geographic....gufi, opossum, programmatori e consulenti.

"Alle prime luci dell'alba, il consulente esce dalla sua tana e si reca a lavoro in cerca di cibo. Qualsiasi cosa verrà detta al consulente lungo il tragitto, lui risponderà '' senza troppi indugi."

Se anche quel tipo fosse salito in macchina con noi, avrebbe certamente testimoniato in favore della mia colpevolezza, senza ombra di dubbio.

"Mai visto in vita mia, vostro onore!"

Alché mi sono imbastito a mente un'arringa difensiva degna del miglior Mason:

"Dunque lei afferma di conoscere a memoria tutti i colleghi della Pearson&Specter non è così Signor 'ero quasi arrivato'?"
"Beh tutti....tutti no."
"Ho finito vostro onore."

Insomma grazie al tubo catodico, il teste ha continuato l'ultimo pezzo da solo. Ma prima o poi dovevo scendere e chi glielo avrebbe detto a quell'amabile signora (si veda diapositiva sotto) che ero solo un consulente?

Anne Ramsey


Le sue possibili reazioni prendevano piede nella mia testa.

  • "Ma dai scherzi, siamo tutti uguali!"
  • "Mi stai dando della razzista?"
  • "Chiamo la vigilanza, e tu non muoverti."

più eventuali spray al peperoncino, taser e sedili eiettabili

"EF-BI-AII scendi dalla macchina!"

Insomma, servizio completo. Si è fermata peraltro in cima alla famigerata salita, proprio di fronte all'ingresso principale.

Così stavo per scendere dalla macchina, quando sento dirmi. "Ah comunque io sono Valeria."
Valeria Qualcosa, ma per me ormai era la Mamma della banda Fratelli.
"Sei stata gentilissima Valeria. Io sono Alberto." Stavo per chiudere lo sportello quando mi fa....

"Alberto C-O-M-E....?"

E figuriamoci se non avrebbe cercato nella intranet aziendale le mie credenziali....

 - ALBERTO OLIVA - CONSULENTE a tempo, scade tra 30 giorni - 


"Specter. Alby Specter."

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