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venerdì 18 settembre 2015

Razzismo aziendale

Da un pò di tempo a questa parte lavoro da un cliente il cui parcheggio è amorevolmente bandito ai consulenti. Ergo devo lasciare la macchina a un chilometro e mezzo di distanza, così d'estate è un problema al mattino, soprattutto se siamo a Luglio....e d'inverno è un problema alla sera, con la strada al buio, e mostruose creature lungo la via.




Ma ormai, dopo aver superato il mese di Luglio o forse dovrei dire 'dopo aver superato LUGLIO 2015', questo scirocco settembrino mi fa onestamente sorridere. Tuttavia il buon samaritano non è uso leggere le previsioni del tempo.

Alché stamane, camminando lungo il marciapiede e riflettendo su alcune varianti del Teorema di Fermat sento una frenata proprio alla mia sinistra, seguita da un paio di imprecazioni degli automobilisti subito dietro (è una strada a scorrimento veloce).

"Sei un collega della (la chiameremo Pearson&Specter)?"
Mi giro, le dico istintivamente di sì.
"Salta sù che ti do un passaggio."
Il sedile davanti era occupato da quello che a occhio e croce mi è sembrato un televisore a tubi catodici. Così salgo dietro, manco fossi su una Uber car. Un chilometro risparmiato.
Certo, ora che ci penso, se cominciava a parlarmi di Chianti e roba simile non ero certo qui a raccontarvelo.

"Devi scusarmi se non ti ho fatto salire davanti, ma come vedi sarebbe stato problematico."
"Oh, ma figurati. E' già tanto che mi stai dando un passaggio."
"Beh se non ci si aiuta tra colleghi della Pearson&Specter !"
Ah, già. Quella storia dei colleghi della Pearson. Se avesse saputo la verità mi avrebbe citato per falsa identità, o forse appropriazione indebita di status sociale, mi avrebbero tolto la licenza di programmatore e avrei dovuto insegnare Turbo Pascal nei villaggi inuit della Groenlandia probabilmente a vita.
"Oh guarda!!" Mi fa indicando il marciapiede. "Un altro collega della Pearson!"
Cioè, già che parliamo di un chilometro di strada mi sentivo ridicolo, non fosse per il caldo. Ma a duecento metri dall'ufficio, mi sembrava un pò come essere in diretta sul National Geographic....gufi, opossum, programmatori e consulenti.

"Alle prime luci dell'alba, il consulente esce dalla sua tana e si reca a lavoro in cerca di cibo. Qualsiasi cosa verrà detta al consulente lungo il tragitto, lui risponderà '' senza troppi indugi."

Se anche quel tipo fosse salito in macchina con noi, avrebbe certamente testimoniato in favore della mia colpevolezza, senza ombra di dubbio.

"Mai visto in vita mia, vostro onore!"

Alché mi sono imbastito a mente un'arringa difensiva degna del miglior Mason:

"Dunque lei afferma di conoscere a memoria tutti i colleghi della Pearson&Specter non è così Signor 'ero quasi arrivato'?"
"Beh tutti....tutti no."
"Ho finito vostro onore."

Insomma grazie al tubo catodico, il teste ha continuato l'ultimo pezzo da solo. Ma prima o poi dovevo scendere e chi glielo avrebbe detto a quell'amabile signora (si veda diapositiva sotto) che ero solo un consulente?

Anne Ramsey


Le sue possibili reazioni prendevano piede nella mia testa.

  • "Ma dai scherzi, siamo tutti uguali!"
  • "Mi stai dando della razzista?"
  • "Chiamo la vigilanza, e tu non muoverti."

più eventuali spray al peperoncino, taser e sedili eiettabili

"EF-BI-AII scendi dalla macchina!"

Insomma, servizio completo. Si è fermata peraltro in cima alla famigerata salita, proprio di fronte all'ingresso principale.

Così stavo per scendere dalla macchina, quando sento dirmi. "Ah comunque io sono Valeria."
Valeria Qualcosa, ma per me ormai era la Mamma della banda Fratelli.
"Sei stata gentilissima Valeria. Io sono Alberto." Stavo per chiudere lo sportello quando mi fa....

"Alberto C-O-M-E....?"

E figuriamoci se non avrebbe cercato nella intranet aziendale le mie credenziali....

 - ALBERTO OLIVA - CONSULENTE a tempo, scade tra 30 giorni - 


"Specter. Alby Specter."

sabato 12 settembre 2015

Diario di Bordo di un pioniere dell'Informatica




Questo è quanto ho trovato oggi su una macchina virtuale passata di mano in mano.
E' una buona installazione di Windows, priva al più di qualche codec e del pacchetto Office.
Insomma, stavo ripulendo il desktop di questa macchina da icone inutili, quando mi accorgo di un file denominato "Hst.txt"

Non avevo capito bene per cosa stesse quest'acronimo. Così ho cercato in rete e ho trovato soltanto un riferimento al telescopio spaziale Hubble, qualche codice aereoportuale e il nome di una tassa canadese. Poi ho scoperto l'arcano: history. Ma tutto ciò ha davvero poca importanza se paragonato al suo contenuto.

Sembra di leggere il diario di bordo dell'astronave Nostromo nel film Alien, o le note del dott.Parker durante i suoi esperimenti, o la creazione della creatura di Frankenstein.

Ecco a voi in anteprima, le ricerche scientifiche di un pioniere dell'informatica.



TRASCRIZIONE del CONTENUTO del file Hst.txt

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"Si tratta di un Windows7 virtuale 32 bit"

Sto installando bla bla bla....
tutto procede come previsto.
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10/09/2014 mercoledì 17:33
Sono finalmente entrato in U/P FI20 e ora sto lavorando da casa
gli ho assegnato 4 Gb (lo chiamerò Virtub)
sembra andare abbastanza bene, risponde ai comandi
è stato creato sotto SSD di ultima generazione
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Gli sto installando man mano quello che gli serve, ora questo, ora quello.
L'idea è di usarlo come assistente alla postazione di lavoro.
Potrei anche prestarlo ad eventuali colleghi che arriveranno sul progetto FI20
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10/09/2014 mercoledì 18:12
Veramente forte: riesce ad avviare il server da solo
e non va molto peggio di come giri in laboratorio!
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10/09/2014 mercoledì 18:32
Come non detto: il server da console è partito, ma l'IDE dell'AI niente
andrà certamente in timeout

Resetto.
Progetto FI20 completato senza successo.
L'informatica manca di qualche cosa che non riesco ancora a definire.
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venerdì 11 settembre 2015

Il fattore sedere

Non esiste ufficio che si rispetti che non abbia una o più sedie fuori uso.
"Le usiamo per i clienti, quelli più stronzi." Mi dissero una volta.
"Le usiamo per i fornitori, quelli che vogliamo se ne vadano presto."
"E' lì da due anni, aspettiamo che ce la cambino. Prima o poi se ne accorgeranno."
"Non vogliamo si sieda nessuno, altrimenti potrebbe non andarsene più."

Insomma, un pò come una volta da Mac Donald's, dove gli scomodi sgabelli erano studiati appositamente per non lasciare in stallo i clienti. E con un cheeseburger e un Big Mac, hai voglia a stallare.

Nel tempo mi sono capitate diverse sedie, quella con i cassetti incorporati, quella con le ante incorporate o quella che di solito chiamano tavolino.

"Prenditi una sedia Alberto!" Questa è la frase più comune dal cliente, altro che costi, tempi e function point.

Ti guardi attorno e cominci a volare di fantasia. "Intenderà l'armadio? O quella in portineria? Forse intende quelle della mia cucina..."

In genere quando ti dice bene e devi lavorare per più di due settimane sotto lo stesso tetto, ti danno una sedia con le rotelle, modello classico.
E in genere sono molto basse.
O molto alte.
O senza rotelle.
Così provi a tirare la leva e o ti rimane in mano o non succede nulla.
Allora provi a tirarla dando delle pesanti culate sul cuscino, se è alta.
Oppure la osservi da sotto sperando che la molla a gas faccia il suo dovere.
In entrambi i casi sai bene non accadrà NULLA. A confronto il marmo di Carrara si sarebbe inclinato un poco.

Allora cominci a pensare di mettere il portatile sulle gambe, di metterlo sull'armadio.
Insomma di tornartene a casa.

Ma il problema dell'altezza è niente in confronto a quello dello schienale. Pochi millimetri possono la differenza tra una coccigodinia con febbre emorroidea e una lussazione alla spalla.
Così ti guardi attorno, guardi le sedie dei colleghi, cerchi di capire chi è il più lento di riflessi o chi prenderà mezza giornata di permesso.

Quando capisci che questa strada è stata già percorsa dal consulente accanto a te, viene il momento della passeggiata per l'ufficio. Ne ho trovate di ottime in stanze abbandonate, magari non avevano la molla a posto, il cuscino pulito o tutte le rotelle  a posto, ma santo cielo che schienali !!

E quando ne trovi una così alla fine lo saprà tutto l'ufficio, per via del cigolìo nel corridoio.

"Ma quello della posta passa a quest'ora?"
"E' l'allarme antincendio quello che sento?"
"Chi è entrato con la macchina in ufficio?"

E felice, finalmente, ti siedi.

E come direbbe Moretti.... le sedie sono importanti !




mercoledì 9 settembre 2015

Un caffè per Sempronio

Esco da un colloquio presso un cliente.
Ero con Sempronio (il commerciale) dunque riverenza che nemmeno dal Papa...

"Certo! Se lor signori vogliono, portiamo anche la cena."
"Ma certo! Se lo ritenete opportuno ho altri consulenti che possono fare da chauffeur. Il primo è gratis, gli altri ve li diamo a metà prezzo."
"Fisica nucleare? Ma siamo qui per questo!"
"...come dite? ah soltanto Java."
"Nessun problema!!"

Prima, durante e dopo il colloquio Sempronio era teso, tesissimo. Non so perché sinceramente.
Le sue domande erano anche abbastanza idiote, sia con me che col cliente. Non che in altre occasioni brillasse per lungimiranza o profondità di pensiero, ma davvero, non era proprio la sua giornata.

"Non so cosa ti vogliono proporre Oliva e non so se tu sarai in grado di farlo. Qui parliamo di funzioni veramente complicate!!"

(un momento, non aveva detto che non sapeva cosa mi volessero proporre? ah già, è Sempronio)

"Stai tranquillo Semprò, sarà il rifacimento di quel vecchio software che usano per la simulazione."
"Non lo so, non lo soooo. In ogni caso, tu conferma! Conferma sempre!"

(beh non volevo andargli contro dicendogli che la regola aurea è 'nega, nega sempre', ma sperare che capisse quella battuta era come raccontare al Papa una barzelletta su Gesù)

e così.. "Siamo qui per questo no?" E il pupo si è sedato all'istante.
"Prendi un caffé Oliva?"
"No grazie."
"Allora nemmeno io." (mistero)

La stessa cosa l'ha chiesta indirettamente al cliente, quello che ci ha accompagnato alla sala riunioni.
"In attesa che arrivino gli altri miei colleghi, posso offrirvi del caffé?"
E Sempronio che anelava caffeina anche dalla cravatta... "Sì! Cioé, solo se lo prende anche lei, le facciamo compagnia."
"No, io non lo prendo."
"Nemmeno io." Aggiungo.
e Sempronio... "Ah, allora neanch'io." (mistero)

Insomma il colloquio è andato bene, non so cosa ci abbia capito Sempronio, forse per lui è andato male. Quando ha sentito che parlavamo di poissoiniane e fishing filtering si sarà fatto il segno della croce, non so. Che poi a una certa età alcuni mestieri sono davvero pericolosi.

Uscendo dalla sala riunioni cercava di carpire come fosse andata dai micro movimenti facciali.
"Un momento, stanno sorridendo tutti. Questo è un segno!" avrà pensato quando il cliente ci chiede se vogliamo un caffé.

"No grazie." Rispondo.
"Volentieri! Cioé solo se lo prendete anche voi, vi facciamo compagnia."
"No, noi stiamo a posto così."
"Ah allora, anche io." (a confronto Fatima è un libro aperto)

E già me lo figuravo in macchina, che ripensava al caffé e al messaggio in codice celato dietro la frase 'stiamo a posto così'. Forse non vogliono altri consulenti, forse devo mettermi a fare il consulente anch'io...ho sessant'anni santo cielo!





martedì 8 settembre 2015

Y982T1

torniamo a casa e la luce non c'è, verifico la situazione e grazie alla temperatura del frigo capisco che manca da almeno 28 minuti, forse 29, alché chiamo la Gentilissima Società che mi fornisce il servizio e ovviamente "questo numero è raggiungibile solo da rete fissa" così chiamo l'altro dove mi chiedono "ma lei è cliente di fascia A o fascia B?" io, con fermezza rispondo "ma di fascia A, che domande!!" mi spiace questo è il servizio di fascia B, provi a rifare lo stesso numero e digitare il tasto 3, le risponderà un mio collega."
io già mi figuravo il suo collega del tasto 3 seduto accanto a lei che origliava di nascosto e che se la rideva con la mano davanti la bocca, così faccio come mi è stato detto e dopo il tasto 3 mi risponde un professionalissimo operatore sicuramente laureato "ah mi dispiace, ma questo è il servizio clienti di fascia C deve comporre quest'altro numero"
"ok ma che tasto devo premere?" (stavo cominciando a diventare imbecille come loro)
"nessun tasto signore e si ricordi di valutare questa telefonata, io sono H72541"
"benissimo H72541, quando la priorità non sarà più quella di salvare il cibo dentro al mio surgelatore la coprirò di onoreficienze"
così chiamo il numero fornitomi dal laureato e mi risponde un troclodita in dialetto
bene penso, è l'uomo che cercavo
"sò Y982T1, mi dica ir suo codice utente"
scandisco le lettere e lui fa subito per accelerare come a dire, si si le prime sette le conosco, allora accelero veramente e si perde alla terza cifra del numero palindromo che compone il mio codice utente
"un attimo un attimo, ripeta"
"trecentrotré bla bla bla"
"ma trecentrotré scritto TRE ZERO TRE?"
giuro che mi è preso un colpo.
Rainman delle prime sette cifre mi ha fatto una domanda che nessun cristiano al mondo con un QI sotto i settanta avrebbe osato mai fare e quando gli ho risposto gentilmente sì, credo si sia abbassato di una ventina di punti anche il mio QI
l'under settanta di Neanderthal digita le ultime cifre e poi seguono cinque minuti di silenzio
mi sembrava di sentire i sofficini nel freezer gridare "pietà, non ce la facciamo più....sbrigati !!" ma soprattutto mi sembrava di vedere il tipo fissare uno schermo vuoto, così tanto per riposare un poco
"dunque c'è un guasto in zona, ma nun vedo segnate tempistiche di sorta ar momento"
"di sorta. sarà stata la parola che avrà imparato questa settimana a scuola"
"va bene, e senta secondo lei quanto potrebbe durare un guasto simile?"
"allora nun m'hai sentito, non sò segnate tempistiche!"
(......glissa alberto glissa)
"infatti chiedevo secondo la sua lungimirante esperienza, ma dimenticavo che è al suo primo giorno di lavoro, ah no scusi di scuola"
"senta veda di andarsene aff....."

ah! segnalato.
luce tornata.



lunedì 7 settembre 2015

David Recruiter

"Ciao Alberto, sono David Recruiter" (si, si è firmato proprio così..) "ho tra le mani il tuo cv che ho letto con interesse e vorrei proporti un lavoro di sei mesi a Vienna. bla bla ....dimmi quanto vuoi e se hai il permesso di lavorare in UK. La conoscenza del tedesco è obbligatoria."

Caro Davide, capisco che il mio cv ti abbia entusiasmato, e che forte di questo entusiasmo tu non sia arrivato in fondo al medesimo per capire se conoscessi o meno il tedesco. Sorvolerò chiaramente sulle tue credenziali ed eviterò di chiederti per chi lavori (nel controspionaggio è considerata maleducazione), non voglio nemmeno sapere da quando l'Austria sia diventata una colonia britannica per carità, ma insomma, costringermi a lavorare per sei lunghi mesi mi sembra davvero che si sfiori lo schiavismo.

cordialmente

giovedì 3 settembre 2015

La Simulazione di Sempronio

(leggi la puntata precedente)

Arrivo in ufficio come tutte le mattine, e come tutte le mattine di questa fresca estate sono costretto a rinfrescarmi in bagno. Certo, questo inizio Settembre non è paragonabile al mese di Luglio, ma visto che ci sono mediamente sette gradi in meno alla stessa ora, non cammino più a due chilometri orari, ma mi spingo oramai anche a quattro, quattro e mezzo. Il che significa che perdo tutto il vantaggio dei sette gradi di meno, soprattutto nella salita finale sotto al sole (un dislivello di quindici metri per centocinquanta in orizzontale).

Avevo fatto anche dei calcoli ben precisi per trovare la velocità giusta in quella salita affinché non si vada troppo piano per essere essiccati al sole, ma nemmeno troppo veloce da sudare come il primo ministro francese al congresso estivo di La Rochelle



A Luglio ho visto gente perdere il senno su quella salita. Non è che sia molto impegnativa, ma dopo aver parcheggiato a due chilometri di distanza e cominciato a sudare al km 0,050 non è che si è in condizioni di ragionare lucidamente. Soprattutto se sai che ti aspettano i sedici very conditioned gradi centigradi dell'ufficio.

Insomma ero in bagno.
Sciacquo il viso. Sciaquo i polsi.
Butto i fazzoletti nel water e tiro la sciacquone.

Squilla il telefono. E' Sempronio.
Per qualche strano scherzo della Samsung, quando la telefonata è importante il telefono s'impalla e non riesci a rispondere. Al contrario, quando non lo è, il telefono risponde per te.

"Oliva è lei?"
"Sì pronto?"
"Oliva ma che succede? Cos'è questo rumore?"
"Niente, sono in treno."
"Intende nei cessi del treno?"
"Noooo che dice."
"Allora Oliva, ho un proposta per lei. Progetto A dove non si sviluppa, progetto B dove si sviluppa per 18 mesi. Cosa sceglie?"

(ormai conosco il soggetto, non Sempronio in particolare, quanto il commerciale italiano...che poi essendo sviluppatore, la risposta sembrerebbe banale....appunto, è proprio con queste riflessioni che ho imparato a conoscere la categoria)

"Mi parli del progetto B."
"Benissimo! Deve sviluppare un software che faccia statistiche e simulazioni presso il cliente Tal dei tali"
(purtroppo per lui avevo già conosciuto il gruppo della Tal dei tali di cui parlava e sapevo benissimo cosa facesse)
"Conosco già chi ci lavora e non c'è nessuno sviluppo, il software già esiste e si tratta di lanciare delle banali simulazioni."

(silenzio)
(per la cronaca, ci lavora gente preparatissima, tra cui matematici che hanno fatto il dottorato di ricerca, l'attività però è tranquillamente svolgibile da un diplomato del liceo scientifico...questa è l'Italia)

"Beh Oliva, mi coglie impreparato."
(già che strano...)

mercoledì 2 settembre 2015

Il metodo del Simplesso

Tempo fa scrissi un libretto sulla Teoria dei Grafi che si diffuse rapidamente in tutta l'Università e oltre. Io non lo sapevo e cominciai a scoprirlo un giorno, quando aspettando un amico decisi di appoggiarmi in un'aula qualsiasi. C'era poca gente e quella poca che c'era stava studiando in religioso silenzio. A un certo punto la ragazza davanti a me si gira e mi fa: "scusa, tu sai se questo testo va bene per superare l'esame?" Il testo in questione era il mio.

Insomma, oggi apro la posta e leggo una mail di Aprile, un gentile quanto sperduto ragazzo mi chiedeva aiuto.

"salve...mi scusi sono qui che le scrivo perchè le devo chiedere un favore grande...
il mio professore ci ha incaricati di fare un programma in c nel quale carica una matrice di adiacenza in formato txt e il programma, dopo aver caricato la matrice in un vettore di liste ne deve fare una visita in ampiezza. Io ho provato a farlo, ma non so proprio come caricare la matrice in una lista... se io rendo la matrice statica (quindi non uso il grafo.txt) il programma sa riconoscere i nodi vicini i propri archi...mi manca poco per finirlo, ma proprio non riesco. Sto scrivendo a lei perchè il prof ci ha consigliato di usare il suo pseudocodice (stiamo facendo i grafi con il suo libro) ma...non riesco proprio a finirlo. le lascio il mio main.c, se riesce ad aiutarmi la ringrazio molto!
la ringrazio per il tempo dedicatami! Michael."


Caro Michael, visitare una matrice non è da tutti, specie se in ampiezza.
Per caricare un file da C è sufficiente usare la guida "come caricare un file da C" di Google.it nondimeno usare dello pseudocodice senza le dovute precauzioni e soprattutto, mentre si visita in ampiezza, può portare ad un rilassamento prematuro dei vincoli con relativa perdita dell'unicità.

Da qui il mio consiglio; quando non si sa che pesci prendere, si usi sempre il metodo del simplesso.

Cordialmente.


domenica 30 agosto 2015

la corsetta trimestrale

ero lì che adempievo alla mia routinaria corsetta trimestrale, quando a un certo punto al culmine dello sforzo, col fiato che mi stava abbandonando e con la vista sempre più annebbiata, sento una sgommata, poi un urlo, una macchina nera accelera, poi sento due ragazzine che gridano...gridano sempre più forte, panico, non capisco dove sono, mi guardo attorno, la macchina non c'è più e intanto da dietro un cassonetto esce un tizio tutto tatuato, mi fermo, l'adrenalina mi fa tornare la vista, strizzo gli occhi e metto a fuoco il tizio, i tatuaggi, mi rendo conto che non è un uomo, è una ragazzina dai capelli corti, questa alza le mani e da dietro sbuca la sua amica "noooooooooo" 
di nuovo panico, la macchina nera c'entrerà qualcosa? è una messinscena? poi sento del trambusto nel ristorante accanto, sembrano tavoli che volano, sedie che si rompono, dev'essere qualcosa di grosso, le ragazzine si avvicinano in tutta la loro grazia, la tatuata continua a dire "nooooo", mentre io cerco di capire come chiamare la polizia senza telefono, faccio un rapido grafico mentale delle opzioni sul piatto, curve tangenti e isometrie planimetriche, arrivo alla conclusione che la polizia non potrà essere sul posto in meno di quindici forse quindici minuti e mezzo, nel frattempo anche l'udito mi torna normale e sento un nuovo urlo da una Focus parcheggiata di fronte al ristorante: "goooooooooooooooooooò!!" le ragazzine alzano le mani al cielo e confermano in lingua celtica "gooooooooooooaaaaaaaaaal!!!"
a questo punto temo per la mia incolumità, mi rimetto a correre, anzi accelero, sono a un chilometro da casa, posso farcela, in condizioni normali ci avrei messo dieci forse dieci minuti e mezzo, ma quelle non erano condizioni normali, supero le ragazzine celtiche tatuate con le braccia al cielo, confermo loro con mezzo pugnetto di vittoria la mia fede calcistica, come a dire "sto correndo per andare allo stadio, speriamo non mi perda gli ultimi dieci minuti, ave Totti" giro la curva e scatto
all'orizzonte vedo una macchina nera (nera per metà) ferma in una rientranza, la stavano vestendo con la bandiera della Roma
da 0 a 1000 m in quattro forse quattro minuti e mezzo


venerdì 28 agosto 2015

per fortuna c'è Nadia

"buongiorno sono Nadia del customer care della (*****) "
"salve"
"mi può dare qualche dettaglio in più?"
"inchessenso?"
"per capire dov'è il problema"
"problema? io non ho nessun problema"
"mi è appena arrivata una segnalazione con il suo nominativo per (*****), è uno dei nostri prodotti"
(ci penso un pò su, capisco, identifico il giorno, faccio la differenza)
"ah si, ma sono passati tre mesi..."
"bene"
(bene un corno)
"mi vuole dire che problema è così vediamo di risolverlo?"
"guardi è sicuramente stato già risolto"
"si ricorda almeno che problema fosse?"
"dopo tre mesi dalla segnalazione?"
"posso fare qualcos'altro per lei?"
"no grazie"
"è stato un piacere sapere che il problema si sia risolto da solo, se ha ancora bisogno di noi, non esiti a contattarci!"


(da solo un cazzo!)


domenica 16 agosto 2015

niente ristorante questa sera

il pacco non arriva martedì all'indirizzo A, così chiamo il servizio clienti via chat per una riconsegna di mercoledì all'indirizzo B

Victor: allora, Alberto
Victor: se vuoi mi prendo in carico la tua situazione e mi occuperò personalmente di questo problema, faccio anche una segnalazione al corriere così la consegna sarà fatta al nuovo indirizzo

(se voglio? e perché non dovrei volerlo? bah...e poi già ti vedo che ti occupi 'personalmente' del problema, col frac, dentro la tua Lamborghini che tampini il camion del corriere, lo affianchi, guardi il conducente senza dire nulla, poi lo superi e nel giro di dieci secondi ti catapulti dentro al furgone, al posto di guida e col povero corriere bulgaro che viene sbattuto fuori nella scarpata)

Alberto: ok d'accordo, l'importante a questo punto è che arrivi all'indirizzo B
Victor: certo nessun problema, come dicevo prima, mi prendo in carico la situazione

(si si ok)

Victor: vedo che hai pagato anche 4,91 per la spedizione, questa spesa sarà restituita...il problema è che non posso fare oggi il rimborso della spesa, sarà fatto domani

(oh gesù, e se volessi andare al ristorante?)

Alberto: nessun problema
Victor: Alberto, posso fare altro per te?
Alberto: a posto così grazie

IL PACCO NON E' MAI ARRIVATO ALL'INDIRIZZO B
I 4,91 EURO SONO STATO CIUCCIATI DALLA CARTA ALL'ISTANTE

niente ristorante questa sera

lunedì 27 luglio 2015

la classe dirigente italiana

ciao sono Tizio (direttore)
oh ciao
bla bla bla
Tizio: ok allora adesso sento Caio e gli dico di richiamarti a metà settimana per farti sapere quando inizia il progetto
(il progetto in questione è un progetto impellente, tempi strettissimi, insomma nella norma, solo che per questo progetto mi hanno tolto una settimana di ferie)
(otto gg dopo, non si fa sentire nessuno...ergo chiamo 'sto Caio)
ciao Caio, hai notizie da Sempronio?
notizie? per cosa?
come per cosa? mi ha detto Tizio che l'avresti sentito per capire se devo rimanere su questo progetto (Roma nord) o proseguire nell'altro (Roma sud)
ahhhh si si, ma magari sentilo tu Sempronio
ma avevi detto che non possiamo interfacciarci con questa società...
ah no no chiama chiama pure, tanto siete amici ormai
(amici? Sempronio è un sessantenne con cui ho parlato 20 minuti in piedi davanti a un metal detector)
ooook
(chiamo Sempronio)
Oliva chi?
quello del metal detector
ahhhh si si
quando devo venire da voi?
da noi per cosa?
(...) il progetto, quello impellente (quello mortacci tua.)
ma io non so nemmeno se questo progetto parte sinceramente
ah. (respiro profondo)
guarda, adesso sto entrando in una riunione importantissima, ci risentiamo in giornata
(click)

12 minuti dopo mi squilla il telefono
pronto?
ciao sono Sempronio
(alla faccia della riunione)
il responsabile del progetto sarà in ferie per quella settimana, tu intanto vieni in società e poi vediamo.

(andate a fare in culo)
click.


(leggi la puntata successiva)

giovedì 11 giugno 2015

Autismo moderno - atto I

in ogni ufficio che si rispetti, specialmente se grande e in periferia, c'è uno fuori di testa. ma non uno di quelli con cui lavori, quanto piuttosto quello che mentre si chiudono le porte dell'ascensore comincia a cantare a squarciagola roba tipo ♫ ♩ prisencolinensinainciusol ♫ ♩ ♬ come se non ci fosse un domani, quando poi ti accorgi che sei l'unico a fargli compagnia nell'ascensore e che il tipo non ha nemmeno le cuffie, non puoi che fargli da accompagnamento.... ♫ ♩ ♬ uis de seim cius nauop de de de seimol ualt ♬ 

insomma è quello che parla da solo e senza specchio, ma che forse (si) racconta le cose più interessanti, quello che sotto al sole cocente si mette lo zainetto sulle spalle e fa avanti e indietro nel cortile gesticolando al ritmo di ♫ prisencolinensinainciusol ♫ ♩ quasi volesse spiegare ai suoi alunni immaginari l'ultima lezione sui campi di Galois che l'ha ridotto così... 

♫ ♩ ♬ in de col men seivuan prisencoli ♫ ecco, io sono affascinato da quest'autismo moderno, da queste barricate mentali, da queste mura erette a difesa della propria libertà onde evitare di diventare come noi...alla fine, nel suo automatismo, nelle bieche risate che si lascia alle spalle, sono convinto che sia la persona più sana di mente di tutto l'ufficio



(prosegue su Atto II°)

venerdì 24 ottobre 2014

Matt Banco

Oggi ho rischiato grosso. Non pensavo di arrivare a tanto e in tutta onestà non credo d'aver mai avuto un coraggio simile. Voglio dire, di cose avventate ne ho fatte nella mia vita, leggere un libro senza crema solare, andare alle poste la mattina in un giorno feriale. Ho persino preso la Salerno – Reggio Calabria in Agosto. Verso sud. Ma questa volta era diverso. Questa volta ero conscio del mio gesto, un gesto ardito. Ardore allo stato puro. Ho come subito una trans medianica impersonando l'eretico Giordano Bruno. Se non mi fossi fermato credo avrei potuto conquistare l'intera città di Roma. E mi sono sorpreso di quanto sia facile diventare dittatori oggi giorno.

In sostanza prima viene il bisogno, la necessità di soddisfarlo. Poi la constatazione che non è per niente soddisfatto anzi, è amplificato, è un prurito fastidioso. Poi viene la reazione, quel moto garibaldino che ci fa soffrire internamente tramutando il prurito in simpatiche pustole. Poi la bocca parla da sola e Giordano Bruno si prende ciò che gli spetta, la libertà.

"Bancomat." Lo dico quasi fosse il mio nome. Matt, Banco Matt.
Sono tre e ottanta, mi fa come per ribadire 'mi chiamo Margot, con la 'r' prima della 'g' non il contrario.
"Sì bancomat." Le ripeto.
Silenzio. La cassiera esamina con difficoltà le possibili risposte. E' contrariata e sceglie la via della finzione senile.
"Tre e ottanta grazie."
"Si ho sentito, ecco il bancomat." Banco Matt echeggia nella mia testa. Sento che già mi piace quel nome.
"Non ha spicci?"

E quante cose potremmo dire a chi ci chiede se non abbiamo spicci. Quanti tomi si potrebbero riempire sul passato di chi chiede qualcosa simile. Per non parlare di quello che dovrebbe questuarli. Ma in questi casi ho imparato che è meglio non cambiare strategia, perché e' quello che vuole il nemico.

"No." Secco, austero. Determinato. "Mi spiace." 
Persino falso.
Di nuovo silenzio. La fila si accumula, il sudore anche. I pensieri della cassiera si susseguono uno sull'altro. Lascerà bruciare la città di Roma dall'eretico Matt? Già la vede in fiamme, forse pensa ch'io sia l'incarnazione di Nerone. Riflette ancora prendendo con lentezza la carta dal piattino. Forse prova col piede a staccare la spina del pos, o forse vuole soltanto rilanciare di cento. Poi si gira a prendere il bancomat, visibilmente impolverato.

Roma è mia.




venerdì 27 giugno 2014

Roma, 2014 d.C.

Era una mattina di Marzo, i gabbiani volavano bassi e qualche fiocco di neve scendeva lento dal cielo per posarsi sul lago davanti casa. Potevo sentire il trimotore di un grosso yacht anche con le finestre chiuse, qualcuno a bordo rideva e brindava ancora, facendo tintinnare i bicchieri mentre la neve scendeva sempre più lenta, come a dire che tutto prima o poi, si sarebbe fermato.

Ma figuriamoci, era già tutto fermo da un pezzo ormai, la signora del piano di sopra stava sbattendo i tappeti in balcone con tanto di sporcizia che scendeva lenta fin nel giardino del piano terra, i gabbiani avevano puntato il rarissimo camion della spazzatura, e di certo non per predarlo ma per far valere i loro diritti sui sacchi della mondezza buttati in strada. Intanto qualcuno se la rideva di prima mattina sfasciando i vetri delle macchine parcheggiate davanti casa e la latrina di fronte che non drenava più acqua dalle piogge dall'autunno scorso, era finalmente piena delle schifezze del tappeto della signora di sopra.


lunedì 2 luglio 2012

Italia - Spagna 0 - 4

Vorrei scrivere come mio uso e costume alla fine di una settimana ricca d'impegni consolari, com'è stata quella appena trascorsa, il mio solito editoriale sulla settimana politica e soprattutto calcistica appena vissuta. Ma questa volta non solo mi esimerò dal farlo dissimulando una qualche vaga forma di sciopero della penna nei confronti di una delle più barbine figure di merda internazionali a livello calcistico come nemmeno la più ricca dose di vaccini berlusconiani muniti di corna e bandana abbiano mai potuto sognare di fare, ma andrò oltre considerando la formazione messa in campo da questo governo di gran lunga migliore della squadra di Prandelli e ricordando le parole del più grande terzino aborigeno del Queensland

"il boomerang torna sempre indietro, se non lo sai lanciare"

domenica 9 maggio 2010

Il Giustiziere Hoofeny

Maggio, mese che mi ricorda la città di Parma e il suo formaggio, o meglio, la fattoria di Sir John Crockette O'Deeny. Lì mio padre mi soleva portare in questo periodo per il carotaggio delle forme, forme che nella mia testa di futuro nonché brillante assicuratore d'autoarticolati di Schengen, erano sinonimo d'olezzo di mucca Brambilla (la nostra cara vecchia vacca) e caglie stagionate.

Ecco, questo profumo che mi portavo in classe il primo giorno della settimana era tale che la maestra trovava sempre una scusa poco calzante per buttarmi fuori dall'aula del tipo "Franco mi sembra ti abbia chiamato il preside...vai a controllare" e io ci cascavo routin meschino.

Ma è anche vero che la meschinità mi forgiava lo spirito creando in me più d'una risorsa per dialogare segretamente con le vacche del Crockette. Perché sapevo in cuor mio che l'olezzo del caglio era la mia chiave per la libertà. Stavamo infatti organizzando un'oscura e segreta rivoluzione per riuscire a boicottare caglio parmense nelle mense dei dirigenti della Crockette & Bros. Ma avevo un assoluto bisogno di codificare in maniera unilaterale gli appunti presi da Madre Brambilla, l'unica e sola vacca che mi fece latte alla vaniglia. E per far questo ci servimmo di un antico alfabeto bovino di alcune remote zone dell'Emilia.

Ma ciò solo per dire che se per me la scuola finiva certamente cominciava il travaglio del caglio e mio padre e tutti i mandriani di Crocketteville non ammettevano alcun errore. In quel periodo davano tra l'altro le prime puntate italiane del Giustiziere della Notte e li imparai i veri ideali di Giustizia, Lavoro e Notte. Notti come quelle che passo tutt'ora al Frank & Tonight, che augurerà la stagione estiva questo sabato 15 maggio con la Divina Commedia cantata in swing old metal dal Casto Divo, cioé a dire me medesimo. Patatine omaggio se accompagnati, non importa da chi.

Ecco sì, posso dire che la mia felicità stava nascendo nei cunicoli oscuri dei miei carotaggi, quando tra una biada e l'altra, organizzavo la prima vera rivoluzione che mai mucca alcuna vide. In certi ambienti fienili si parla ancora delle mie mirabili prodezze pianificatorie atte al boicotto fraudolento, nonché del mio abile dialetto fiorentino che mi valse più d'una soffiata. Arrivai perfino ad anagrammare la settimana enigmistica di Sir Crockette e a porla nelle forme secondo la ben nota serie di Fibonacci. Un lavoro da maestri alchemici, altroché rebus della settimana o il caso poliziesco. Stavo dando vita alla rubrica "Strano ma vero".


Il B-Day

Comunque sia, il piano Brambilla scattò il giorno B alle ore 12.00 ZULU e prevedeva una contenuta presa di coscienza societaria dei carotaggi inopportuni in compagnia del caglio, alla mensa della Crockette & Bros.
Fu memorabile e per l'occasione tatuai tutte le mucche del circondario con il vessillo "mens sana in corpore sano" e le feci sfilare di fronte a mio padre durante il compito in classe di Italiano.

Tema: "La primavera è ormai nel suo splendore, se tu fossi la Natura come giudicheresti l'uomo di oggi?"
Svolgimento: "Secondo la Legge di Bronson. Charles Bronson. "


Venni bocciato, ma non per il tema ovvio, bensì per porto illegale d'armi...quelle che usavo per i carotaggi...ne avevo tre, una che mi regalò Sir Crockette con la frase "hai un ottimo futuro davanti a te giovanotto, sii il formaggio che vuoi vedere nel mondo", una che mi regalò mio padre con la frase "è uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo e non guardare me cazzo" e una che mi regalò Charles Bronson in persona con la frase "don't be stupid little man, grab your life and you will Know then"





lunedì 29 marzo 2010

Ad Honorem Lillibus

...ricordo con orrore la mia prima mattina di pensionamento anticipato (la mia nuova banca con conto ZeroDiZero fa bonifici solo al 20 del mese)

ebbene, quella mattina mi sono sentito come James Bond in "Licenza di uccidere", solo che invece di una tarantola era Lilli, lo scorpione del mio ex

non è tanto il colore, un forte marrone scuro quasi nero, né il suo letale pungiglione in grado d'iniettare cationi di potassio come nemmeno il mio professore di chimica era in grado di fare, ma il nome

ooooh...il nome!

"Pandinus Imperator" mi disse il mio Simon, io a bocca aperta con la bava che colava da almeno mezz'ora, "dai tranquillo lo terremo in gabbia"

gabbia.

la nostra dimora era diventata una gabbia e mi chiedevo perché dovessi condividere la casa con un....Imperator

io.
il futuro Casto Divo.

e ora mi ritrovavo con un fidanzato in meno e l'Imperator fuori dalla cuccia -.-

era parecchio che non gli davo da mangiare ma solo perché ero impegnato notte e giorno con i provini del "Frank & Tonight"...non lo feci a posta, tuttavia mi rimaneva il dubbio di come fosse potuto uscire dalla gabbia con serratura computerizzata e codice 123

"è un codice stupido, Frank" mi disse il mio Simon

"non credo sia in grado d'impararlo il nostro acerrimo Imperator"

"mai sottovalutare uno scorpione" ribadì il mio Simon, nato peraltro a Novembre...

e infatti, mi lasciò per una donna e sono certo lasciò aperta la gabbia di Lilli per porre fine alle mie pene d'amore prima d'andarsene per sempre dalla mia vita

Lilli ora, sembrava indugiare con alcuni peli del mio torace, il sudore mi colava dai piedi evitando di passare per il villo pettorale onde lasciar tranquillo l'Imperator Lilli, scorpione omosessuale o diversamente etero come lo chiamava sempre il mio Le Bon

ebbene, ora comprendevo il significato della metempsicosi iperuranea, quella facoltà che ci permette di trasferire un nostro pensiero in mondi paralleli e fu così infatti che oltre a qualche vaffanculo indirizzato al mio bel Le Bon mandai ampollose richieste d'aiuto agli dei più disparati ch'abbian mai visitato questa Terra

"ma questo non esiste!" mi disse di rimando uno di loro sentendo il nome di Casto Divus

"vabbé, è il pensiero che conta" come dissi a Cerere scusandomi di non aver acceso una candela per il compleanno di sua figlia e fu infatti lei che mossa a compassione mi salvò

in un batter di ciglia ero ora seduto sul cesso proprio davanti alla mia camera da letto che osservavo Lilli ancora a mezz'aria che infilzava l'etere un tempo occupato dal mio villo

fu uno slancio di una potenza incredibile ch'ebbe come unico risultato quello di far fare a Lilli un triplo avvitamento su se stessa per ricadere poi sul materasso infilzandosi da sola

io, teletrasportato da Cerere in quel del water osservavo basito il Seppuku di Lilli che con mal celata armonia lasciava questa Terra col più eroico dei gesti

questo per dire, che ci son cose peggiori di un simpatico grilletto/cavalletta/locusta come ad esempio una donna che ti soffia il compagno o un compagno mosso a compassione

ma stasera canterò per lui al "Frank & Tonight" un gran pezzo di Melita Kingston de La Vega, classe 1901..."Remeber who is the Imperator my little little little Procrastinator"

ovviamente ho dovuto cambiare il titolo della canzone e qualche accorduccio onde evitare le ire della famiglia de La Vega

stasera, solo per voi...

Frank 'The Singer' Hoofeny

canterà...

"I am NOT an Imperator, only a little very little Terminator"


ore 23.00
noccioline gratis
ingresso 1.5 euro
(se si è soli, è gratis)




venerdì 26 marzo 2010

Frank 'The Singer' Hoofeny

...ricordo quando alla festa d'addio per la mia pensione erano tutti in lacrime tranne me, che invece ero felice di andarmene, anche perché la limousine nera che mi aspettava fuori non esitava certo a far girare il tassametro solo perché qualche ex collega inginocchiato in lacrime mi pregava di ripensarci

fu melodrammatico certamente, ma anche estatico poiché finalmente era il 21 giugno

data memorabile anche perché non mi ero mai legato a quelle persone in virtù del fatto che non potevo certo partecipare a un dolore sì forte con il cuore ma al massimo con una mente schermata da false ipocrisie

se anche il cuore si fosse lasciato a pensieri tanto scabrosi come quello di rimanere a lavorare su quelle quattro fesserie di cui non condividevo né l'idea (se mai ve ne fosse stata una) né il modus operandi (se mai qualche dotta mente NON pensante ne avesse compreso la necessità) allora l'autista della mia limousine avrebbe certamente svoltato quel giorno, poiché i festeggiamenti non avrebbero certo avuto fine, allorché tenessi in capo ancor la mia corona di sire

fu quando feci notare a tutti di quanto non me ne infischiasse un fico secco di vedere le foto del cane appena "comprato" o della stanza del nipotino non ancora avuto, ma preventivamente curata nei minimi dettagli (compreso un ghirighori della Roma in un posto tanto strategico quanto le tattiche del generale Patton) che due o tre persone andarono in collasso cardiovascolare e altre tre ebbero crisi di panico per la prima volta in vita loro (il che lo ritengo un processo di forte quanto potenziale maturità)

del resto feci la Storia in quegli uffici e per sempre il mio nome echeggerà negli anfratti meccanici di tutti i distributori di merendine e di caffé, nonché tra i faldoni delle pratiche auto non andate a buon fine per scadenza dei termini probatori inerenti l'udienza di ultima istanza in merito al caso della signora Wilftrott, rea del fatto non addotto ma usurpato dalla chimerica giuria della contea di Memphis del 1954 (era tanto che lo volevo dire perdonate me e il mio mentore P.Mason)

entrai in guerra controllata per il raziocinante ottenimento di cibo nell'era preginseng, ne uscii nel postgingseng e ne vado fiero anche se, non lo rifarei, così come non affitterei una limousine proveniente dal centro della città a 52 euro l'ora, almeno, non in questa vita

piuttosto ho molto gradito il vaffanculo onesto e cordiale da parte dell'AD quando gli ho insultato la moglie attraverso la candida poesiola di un Bukowski alle prime armi ma già efficace quanto l'urina del mio cane nella scarpetta della Signora Krakoff, moglie del presidente

ho molto gradito anche la cenere del mio sigaro che consumava le calze anteguerra della moglie di Winston, nonché figlia della cugina del nuovo direttore di produzione 

..davvero, mai visto scena più raccapricciante

ma è stato un piacere, che potrò raccontare a Igor, barman dei sobborghi di questa città, che attende il mio arrivo in limousine presso il rinomato locale "Frank & Tonight", la mia discesa da questa Mercedes allungata come il membro del presidente in visita al maniero di Hefner sarà ricordata nella storia futura del mio secondo lavoro e unico da pensionato:

"il casto divo del Frank & Tonight"

ode a Bellini.
amen.



Frank 'The Singer' Hoofeny

domenica 31 maggio 2009

Acqua a sorsi alterni

Come non dimenticare quel mio amico che mi fece il solito discorso su facebook...a quel tempo viveva solo, incline al gioco delle pulci e bevitore d'acqua a sorsi alterni, insomma per spassarsela sempre più un giorno mi tirò fuori il discorso delle amicizie. Allora io, con abile malefizio glissai il discorso sul blu, poi sul bianco e blu e infine, passando attraverso le transazioni asincrone di un database senza licenza e con drivers non supportati, proposi alla sua mente il link "facebook.com"

"Ahh! caro mio, non ci penso proprio." E mi sorride come un veterano manager della Fuffola & Brothers Enterprise. "Queste cose le conosco, sono fuoco di paglia come direbbe il mio vecchio e hanno la stessa vita di una sveltina all'angolo tra la 14ma e Piazza Sempronio."
Tra me e me riflettevo su quell'incrocio funesto, funesto dalla retata del 1981 dove persi il mio guantone da baseball facendo l'elemosina. Poi continuai ad ascoltare questo mio amico, che certamente ne sapeva più di me.
"Io se voglio degli amici..." E alzando il sopracciglio ondeggiò la bottiglia di birra a fianco del viso lasciandomi intuire che i suoi amici avessero nomi del tipo Bud, Heineken o Mac Farland. "...so dove andarli a pescare e non ho certo bisogno di far arricchire un moccioso arrivista del sogno americano facendomi raccontare dai suoi robots automatizzati che "Grazie a ME, molti dei MIEI amici adesso sono su Facebook." E scorreggiò concedendo alla sua sciatica un certo riposo. "Ecco, grazie a ME caso mai, molti dei miei amici NON sono su facebook."
"Ma su facebook, potresti conoscere persone amiche di amiche di cui non avresti mai sospettato l'esistenza, che potrebbero arricchirti molto dal punto di vista sociale, nel senso che poi ci si potrebbe anche uscire...." Dissi buttandola là, in mezzo alla cassa di Mac Farland che osservavo entrare piano nello stomaco di Freddy, il mio 'amico'.
"Vedi, mettiamo pure che tu conosca una tizia al bar o magari in fila alla posta, ne condividi l'attesa, la sudata perché i condizionatori quel giorno non funzionavano e insieme sbottate perché arrivate a scoprire che il servizio di fax quel giorno non funziona per le chiamate internazionali. Bene, allora una volta capito che ENTRAMBI avevate da fare un fax INTERNAZIONALE dite cavolo, sarà mica nella stessa città, per lo stesso ufficio e per la stessa persona? E dunque, simultaneamente all'interesse fisico e spirituale per quella persona, nutrite anche un certo sospetto perché in fondo in fondo, ma molto in fondo, il vostro IO più nascosto sa e sta prendendo nota che quella ragazza potrebbe essere una potenziale concorrente in grado di non farvi portare a termine il piano Emigro in Scandinavia, nella fredda e felice terra della civiltà elettronica." Freddy bevve un sorso di birra. Poi si ricordò di non averla ancora stappata. "Scusa, hai mica quel coso per..."
"Ecco tieni."
"Ah si, perfetto. Capisci? Allora che fai!? Ti ricordi del suo nome, del suo cognome e del suo viso perché era davanti a te nella fila! Bypassi il fatto d'aver ascoltato i suoi dati anagrafici superando di 23 cm la linea gialla e senza sentirti minimamente in colpa la cerchi su facebook. E sai cosa succede Des?"
"No, cosa succede Freddy?"
"La trovi!" E qui fece un gesto che mi riesce difficile esplicare perché trattasi di mimica facciale da conoscitore di mondi interstellari. "Non credevi fosse possibile ma così è! E' li, di fronte a te, con il profilo aperto e la metà delle foto pubblicate. Allora leggi il profilo con l'attenzione di un ratto di Bel Air nelle fogne di Calcutta e capisci che le tue preoccupazioni erano ben fondate!"
"In che senso, cosa potresti leggere scusa?"
"Beh non so, uno status che recita 'Odio le poste più del mio dannato lavoro' oppure 'se le poste non funzionano faccio da me, per cambiare lavoro bisogna cambiare se stessi!' insomma cose di questo tipo..."
"Cavolo è vero."
"No amico, non è vero, è FINZIONE." E salutò un vecchio in tuta da jogging che passava sul marciapiede di fronte portato a spasso da uno strano cane incrocio tra un pitbull ed un chiwawa. "Alla fine succederà che per curiosità t'iscriverai, l'aggiungerai e attenderai che lei faccia altrettanto chiedendoti se poi magari sei riuscito a mandare il fax. Alla fine, quando leggerai in una sua foto fatta per caso dal cellulare di un suo ex una minuscola pubblicità della Philipussis & Costello Corporation beh, ti farai in quattro per aprire gruppi fasulli che parlino male della Philipussis & Costello Corporation, lei si iscriverà, ti farà domande e tu dovrai assumere false identità per risponderle, alché ti troverai con circa dodici account facebook, quattro gruppi da gestire, cinque browser per accesso contemporaneo e tre computer per colmare le tue dodici identità."
"Piuttosto faticoso."
"E non hai sentito il pezzo forte." Fece prima di una ragguardevole pausa seguita da un peto che non credevo potesse provenire da lui. Credevo fosse il pezzo forte, ma continuò. "Te ne rimangono tre. Tre accounts e guarda caso, t'innamori di un'amica della tipa che scopri essere un parto trigemino e dopo l'embarras iniziale decidi essere una divina provvidenza e cominci a flirtare con tutte e tre per alzare le probabilità di riuscita...e infatti ci riesci!"
"Dunque ti trovi la ragazza su facebook?"
"No, riesci a perdere il lavoro alla Philipussis & Costello Corporation! Perché nel frattempo la tipa della posta è stata assunta per mancata presentazione di un importante candidato e ti lascio immaginare chi fosse."
"Dio mio..."
"Non esistono Dei amico mio, ma solo Uomini Navigati." E bevve ancora la sua birra.
"Freddy, ma tu non bevevi acqua a sorsi alterni?"
"Beh, da quando mi sono iscritto su facebook sono cambiate un sacco di cose." E in quel preciso istante uscì in veranda un cane che sembrava un misto tra un alano e un san bernardo. Al collo aveva una targhetta con scritto ' F '.
"Freddy..."
"Cosa?"
Stavo per dire una cosa cattiva quando vidi il gioco delle pulci sul tavolino della veranda. "No niente."