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venerdì 16 ottobre 2015

Il picco insulinico

entro in vasca e il più giovane dei due mi fa
"quanti anni hai?"
"35"
"pensa che io ne ho 25 più di te" (che tradotto significa "te sdrumo")
e sorride all'amico, un simpatico vecchietto che si aggiusta la cuffia e gli occhiali, poi ritorna sull'argomento... "potresti essere mio figlio" (che tradotto significa, non farti il bagno se hai appena mangiato, piccolo poppante)
l'amico se la ride di gusto e rincara la dose "beh nel mio caso, potrebbe essere mio nipote!" e giù a ridere di nuovo

bene, tutta la lezione è proseguita con questi due giovanotti che nuotavano a delfino e con me che mi trascinavo come un barracuda ferito a causa dei maledetti zuccheri che mi sono strafogato alla macchinetta

foto by cibo360.it

"quante ne mancano?" mi chiede il nonno e ormai, come sempre dopo 1.5 km a quei ritmi, non capivo più nulla "abbiamo finito Giovà! erano 3 da 100 + 3 da 75"
"ma quello era l'esercizio precedente!" e scuote la testa "queste sono quattro serie da 100, due stile e due gambe!"
nonno Giovanni aveva ragione, ma soprattutto aveva ancora fiato per parlare.
finisco in bellezza con una bella testata a bordo vasca, credo stessi dormendo ormai...o roba simile.


giovedì 15 ottobre 2015

Il Ragionier Filini

Prendete il viso di Filini, prendete gli occhiali di Filini, insomma prendete Filini....bene, sotto metteteci un palestrato body builder e condite il tutto con i movimenti di un Troll in un negozio di cristalleria.

Ma non è finita, aggiungete una vocina acuta e un paio di tic nervosi ed avrete il quadro perfetto di chi mi ha servito oggi in banca.


"Che deve fare?"
"Sì buongiorno, la mia carta è scaduta."
"Mi facci vedere." Giuro, come Filippo il giornalista. Alché lui la guarda, poi guarda me in silenzio. Temevo di farlo lavorare, e infatti era lì lì per dirmi "Lei è un pazzo, un facinoroso. Noi queste cose non le facciamo, potrebbe beccarci la finanza. Deve rivolgersi direttamente alla casa madre, dove progettano i microchip di queste carte." Quando invece "..ok vediamo che cosa si può fare, in effetti non so se oggi gli applicativi....forse..." Occhi al soffitto, sembrava andare a memoria, anzi sentivo proprio i neuroni svuotarsi il pappagallo e infilarsi tuta e scarpe da ginnastica per pedalare. "Forse Gesta, se poi entro in NOROS e inserisco i dati dal gestionale...allora..." Ma squilla il telefono. Un amico. O un collega. O un cliente. Difficile stabilirlo. Stava per chiudere quando gli fa: "Ah ma sentimpò...ma che per caso sai come si cambiano queste nuove carte?" Segue battuta volgare sul proprio datore di lavoro e incitamento alla rivoluzione sindacale. Considerate pure che la mia banca, come quasi tutte ormai, non ha più i classici sportelli user friendly alti due metri, ma delle scrivanie sparse qua e là. Questo solo per dire che per tutto il tempo che è stato al telefono, io e altri due clienti ci siamo dovuti sorbire il suo delicato quanto elegante smucinamento di palle. Ma non c'è da stupirsi, è il modo che usa il romano medio per concentrarsi. In senso orario riflette sul da farsi, in senso antiorario avvolge la bobina e dunque cerca di ricordarsi le cose.

"Ho capito, vabbeh, seh, seh....seh, su NOROS, occhei ciao. Allora, mi dii documento e numero di conto. Signori dopo il signore questo sportello chiude."

Troppa fatica per oggi.



martedì 13 ottobre 2015

il Cliente aveva sempre ragione

Mi si rompe l'aspirapolvere e per fortuna è in garanzia, una garanzia che prevedere un rimborso parziale. Vado al negozio, mostro le carte e l'addetta ai rimborsi (con aria affranta, capirò solo dopo perché) mi fa: "Va bene, aspetta qui. Anzi per guadagnare tempo vai al reparto aspirapolveri e mostra loro che non funziona."

A parte l'abbandono immediato del 'Lei' che non mi offende, ma che denota quasi sempre poca professionalità (e così sarà) mi ha sorpreso il fatto che mi si chieda di dimostrare che quanto dico sia vero. Sorvoliamo sul fatto che il CLIENTE (cioé io) abbia sempre ragione, ma se poi mi chiedete numero di scarpe, fedina penale e 730 che senso ha dubitare?

"Guardi vengo proprio adesso dal reparto aspirapolveri, mi hanno detto che tanto loro non la provano e di venire direttamente qui da lei."
"Ah ok, aspetta un momento allora."



Intanto si accumula gente al bancone. Non so per quale strana logica hanno messo un display con i numeri da servire senza l'erogatore dei numeri. E infatti un paio di persone mi chiedono dell'erogatore. "Guardi credo facciano a spanne, forse il secondo che capita a tiro."

Passano dieci minuti e l'addetta non mi si copre proprio più. Faccio cenno col braccio, ma l'abilità oculare nel non guardarmi è da professionisti. Così mi rivolgo a una delle due colleghe che cammina autisticamente avanti e indietro con dei fogli in mano. "Scusi, devo ricevere il rimborso per quest'aspirapolvere."
"Perché che cos'ha?" Domanda che sentirò per quattro volte nel giro di un'ora, questa è la terza.
"Non funziona più e fa un rumore molto strano ad un terzo della potenza."
"D'accordo si metta in fila (dieci persone ormai) e la mia collega la servirà."
Rido di gusto. "No guardi, ero in fila. E sto aspettando la sua collega che sta però servendo tutti gli altri."

La ragazza rimane basita. Si avvicina all'imputato (che chiameremo Automa Non Programmato), parlano in uno strano idioma venusiano e poi si salutano come farebbero i Klingon.

"Guardi si accomodi che adesso la mia collega arriva." E mi indica una sedia dietro al bancone. Praticamente era come stare in punizione dietro la lavagna.

Attendo dieci minuti. Nulla.
E proprio mentre mi convincevo sempre più a cercare il Direttore arriva Automa Non Programmato.

"Allora, che cos'ha quest'aspirapolvere?" Dovevo aspettarmelo. Le spiego quello che le avevo già spiegato. Ma lo faccio in venusiano.
"Va bene, ma hai lo scontrino?"
(nooo, vengo qui sulla fede) "Eccolo."

Lo guarda, lo gira. Lo riguarda, lo rigira. "Ma che cacchio!"
"Che succede?"
"Non si legge la transazione!!"
Guarda se questi non s'inventano una balla per non sganciare i liquidi.
"E' un problema?"
"Beh ma non si legge niente! Certo che è un problema!"
"Mi scusi, intendevo...è un problema mio?"
"Ma non hai fatto una fotocopia di questo scontrino?"
(certo, faccio sempre fotocopie degli scontrini appena torno a casa) "Ma perché si leggerebbe meglio la transazione su una fotocopia?"
"Ma hai almeno la carta cliente?"
"Sì."




Intanto che procediamo comincia il questionario.... "Nome? Cognome? Codice Fiscale? Data di nascita? Fai uso di droghe? Hai mai lavorato fuori degli Stati Uniti?"
"Ma siamo in Italia!"
"Ah no scusa...codice reparto aspirapolveri?"
"Chiede a me?"

Si gira e chiama la collega pascolante. Andava avanti e indietro con delle Mentos in mano, ne offre una ad Automa Non Programmato, a me nulla. Sono il nemico. Non trovano il codice sullo scontrino, anzi lo trovano ma erano solo le iniziali del prodotto. Chiamano una terza collega, intanto al bancone sono in quindici. Avrei tanto voluto far loro una foto, ma avrei certamente detto addio al rimborso.

"Guarda qua..." Fa una indicando lo schermo.
"Clicca."
"Gestione sinistri."
"Fai avanti..."
"No abbiamo sbagliato, dovevi cliccare ANNULLA."
"Tasto destro? Niente. Vabbé io stacco."
"Ma ci sono venti persone..."
"Eh....aspettano."

"Allora..." Mi fa Automa. "Dobbiamo reinserire i dati. "Roma, Via...? Numero di auto? Ma questo è lei?" Mi chiede indicando la patente.

"EH NO CAZZO!"




p.s.
per la cronaca, ricevo il mio rimborso dopo un'ora e dieci minuti....molti astanti al bancone hanno desistito dal cambiare prodotto e se lo sono tenuto anche se non gli serviva a nulla, Mentos è andata veramente in pausa pranzo, mentre Automa mi ha congedato con un

"merda...." non aveva salvato la pratica




complimenti al direttore del negozio

p.p.s.
"indirizzo email?"
"bla bla gmail.com"
"e la chiocciola dov'è?"

(eh... da mò che se n'è andata)

sabato 3 ottobre 2015

Lezione numero 4

corsia geriatrica, prima di cominciare l'allenamento mi guardano tutti e cinque e mi fanno
"tu sei nuovo?"
"si ma sono già venuto altre volte" insomma metto mano alla fondina della mia katana, non si sa mai
"così giovane...vuoi cominciare tu per primo?"
"oh no tranquilli, io ancora mi devo riscaldare, vi seguirò con calma oggi"

un signore sui 65 fa da apripista, alto più o meno un metro e settanta per il doppio del mio peso.
parte che è una bellezza, elegante, sicuro, attentissimo al cronometro

lo chiameremo "il panza", segue uno spilungone di due metri sui 55 anni, quattro bracciate ed è arrivato, e lui infatti sarà "il Quattro bracciate", al cancelletto di partenza c'è un 70enne indefinito e in questa breve storia sarà ricordato infatti come "l'indefinito", mi concede di passare, parto.

a seguire donna sessantenne che chiameremo "il nemico" e il solito 70enne che segue a ruota libera.
lui è "il matusa"



RIEPILOGO
in corsia conduce il panza, seguito da Quattro bracciate poi ci sono io, "il nuovo", tallonato dal nemico, tallonato a sua volta dal matusa e per finire l'indefinito che fa il gioco sporco

giusto per specificare, il panza se l'è sempre comandata, non ha mai arrancato, nè mai sbagliato una ripartenza

come al solito verso la trentesima vasca il sangue comincia a salutare la mia testa e devo fare uno sforzo maggiore per ricordarmi dell'esercizio che avevo cominciato venti metri prima, ma oggi c'era il coefficiente difficoltà, ovvero il nemico....

"allora fate 100 stile a due minuti poi 100 misti a due e mezzo, 75 stile a uno e quaranta e 50 rana a 1 minuto, il tutto per due volte"
in corsia recepiamo le direttive del maestro come un vero e proprio reparto di geriatria


"allora....ha detto a due minuti ok?" il Quattro bracciate è rivolto verso il panza che guarda il soffitto alla Verdone come per ricordare la data della presa della Bastiglia, poi il Quattro continua "due minuti a stile, poi due minuti misti"

"no stile sono due e mezzo, poi misti per due minuti" fa il matusa nel suo linguaggio (porta la dentiera)

alché osservo, manco fossi Rosolino "come fa a essere di meno a misti? ha detto 100 stile a due e 100 misti a due e mezzo"

"sì, per due volte" mi spalleggia il matusa senza interpellare prima il suo fisico

"e poi com'era?" il nemico vacilla, il panza guarda sempre il soffitto e capisco solo ora che stava invece memorizzando il tutto...il Quattro bracciate ripete ad alta voce "poi 50 rana a un minuto e...."

"c'era un 75" fa il nemico
"sì, un 75 stile a uno e venti" ribadisce il matusa perfettamente sereno
"uno e quaranta..." lo correggo

insomma, mentre in corsia uno stanno per partire con la seconda sessione, noi ci appropinquiamo con la prima

l'indefinito abbandona di soppiatto, mentre il matusa cambia corsia dopo quattro vasche, forse i conti non gli tornavano oppure eravamo davvero troppo lenti

rimaniamo io, il nemico, il panza e il quattro bracciate che in una vasca fa il gradasso e la termina in tre...poi a ogni giro, il nemico mi fa "adesso com'è?"
"adesso sono tre vasche a stile in un minuto e 40!"
"ok"
e dopo tre vasche... "mi sono persa il conto, adesso?"
"cinquanta rana in un minuto"
"ok"

intanto il panza spingeva che era una bellezza, le sue ripartenze sembravano più una sessione di nuoto sincronizzato, instancabile, cominciava a mandarci messaggi a metà vasca "STO PER DOPPIARVI FEMMINUCCE"

intanto il nemico puntuale "adesso che dobbiamo fare?"
"come prima, un'altra sessione, 100 stile, 100 misti, 75 stile, 50 rana"
"ah ok, ma adesso che facciamo?"
(rifletto...ma mi sta prendendo in giro?) "partiamo con quattro vasche a stile ok?"
"ok"
partiamo.
intanto a bordo vasca il panza aveva lasciato dei pizzini anonimi "VI ASFALTO"
mentre il suo braccio destro cercava di terminare una sola vasca in due bracciate.
non ci riuscirà.

"e adesso?"
adesso ti ficco in bocca il galleggiante, stacco questo cordolo e ti lego come una salsiccia penso, quando mi accorgo che il panza ci doppia.
segue a ruota il quattro bracciate.

ecco hai visto? ma.....
ma il nemico era partita senza rispettare il cronometro, e soprattutto.... il mio turno.

arranco per le ultime otto vasche dietro al nemico e quando mi fermo il maestro stava già dando istruzioni per il prossimo esercizio anzi, aveva già finito

parte il panza, parte il Quattro, fermo a stento il nemico "scusa che dobbiamo fare adesso?"
"senti il maestro" e si tuffa sott'acqua subito dietro al Quattro.

bottana.




venerdì 2 ottobre 2015

Zig Ziglar

Mi scrive Cesare, in arte Cezar.
Questa è la traduzione della sua mail:

"Ciao Alberto,
perdona il ritardo di questa risposta. Avrei dovuto aggiornarti prima. In queste ultime settimane abbiamo deciso di bloccare il processo di selezione. Capisco il disagio che abbiamo arrecato ai candidati, ma se può consolarti ritengo tu abbia un cv interessante. E proprio per questo vorrei che rimanessimo in contatto per posizioni future.

Potrebbe succedere che riapriamo le candidature per questo ruolo o che se ne aprano di nuove, in questo caso vorrei essere sicuro di riuscire a contattarti, anche per altri Dipartimenti. In generale è sempre buono tenersi in contatto, le vie per cooperare sono infinite.

Abbiamo molte cose in comune, perciò fammi sapere se vuoi rimanere in contatto.

Credo molto nella preparazione e nella connessione, e come si dice "il successo arriva quando l'opportunità incontra la giusta preparazione"

Ecco perché sono costantemente alla ricerca dei contatti giusti, in attesa che si presenti un'opportunità. Adesso è il tuo turno, fammi sapere cosa ne pensi."





Risposta...

"Ciao Cesare, come dicono in India il guru appare soltanto quando il discepolo è pronto.
Considerato che sono nato pronto, ti porgo i miei più cordiali saluti."


3000 metri

prima lezione, da solo in vasca: "i ragazzi in genere fanno 2700/3000 metri, vediamo il tuo livello Alberto" e che voi vedé? te lo dico subito con un solo, semplice verbo.... ARRANCARE 

"forza Alberto se non ce la fai riposati dieci secondi" dieci secondi? dieci secondi è il tempo che mi prendo per frenare! 


seconda lezione
"in che corsia entro maestro?" 
"vai nella terza Alberto" - nella terza corsia c'era un settantenne, giuro...andavamo praticamente alla stessa velocità, non so se io piano o lui veloce, sta di fatto che io ansimavo, lui sorrideva 
"forza Alberto, a dieci riparti!" ma non era il maestro a parlare bensì il vecchio a ogni cambio sessione...poi non ricordo più nulla, in genere il sangue mi abbandona la testa dopo 40 minuti di agonia

terza lezione: signora 50enne, doppiato a gambe. crampo mortale al secondo km. 
ricordo vagamente la doccia.

"bene così Alberto! Bene!"

mercoledì 30 settembre 2015

Ogni mattina



Ogni mattina un anziano si sveglia e sa che dovrà andare alla posta prima che questa apra.
Ogni mattina un guidatore si alza e sa che dovrà lasciare la macchina in doppia fila davanti la posta, altrimenti l'anziano che ha preso l'autobus che non riesce a passare per via della macchina in doppia fila, pagherà il bollettino prima di lui.
Ogni mattina un camion della mondezza si alza e sa che dovrà svuotare tutti i secchioni che non ha fatto durante la notte.
Ogni mattina una vecchia si alza e sa che dovrà accompagnare a scuola i suoi due nipotini. Col Suv. Parcheggiandolo in tripla fila accanto al tizio in doppia fila.

Ogni mattina, mi alzo sapendo che dovrò attendere l'autobus che porta l'anziano alla posta dove c'è il tizio che ha lasciato l'auto accanto al Suv della vecchia che ostruisce il camion della mondezza.

Ogni mattina due vigili urbani si guardano le spalle a vicenda.
"Attento, ore nove.... arriva un tizio con aria pretestuosa."
"Non ti voltare, ore dodici donna sulla cinquantina."
"Fischietto in bocca fischietto in bocca!"
"Pssst... due tizi ore undici, fingi di verbalizzare fingi di verbalizzare!"

martedì 22 settembre 2015

1942

"Signore e signori della giuria, vostro onore, non abbiamo forse tutti noi sognato di nascere in epoche remote o quantomeno diverse dalla nostra, quando eravamo più giovani? le ragazze si immaginavano invitate a gran balli di corte, i ragazzi magari in addestramento tra i Marines, o a correre gare automobilistiche....e tra questi sognatori mi chiedo, vi chiedo, eravamo forse tutti già eruditi? o non è forse il sogno quella speranza di arrivare là dove il tempo e l'erudizione non ci ha condotto ancora?

ma prendiamo questa ragazza, una donna ormai, una donna piena di impegni, che riesce a conciliare lo sport con la moda, con la famiglia, una donna che riesce a dare priorità che molti di noi a 40 anni ancora si sognano....non è forse la miglior candidata a diventare Miss Italia? e cosa giudicherete quand'anche ella chiederà ai suoi figli "dimmi un'epoca nella quale avresti voluto vivere" ....chi giudicherete? lei o la figlia? dunque lei o i genitori? e quando aprirete la porta del vicino e vedrete lei, la signorina della porta accanto sorridervi e dirvi:

"sapete? questo condominio è del '42... quanto mi sarebbe piaciuto nascere nel '42 avrei finalmente visto la II Guerra Mondiale di cui tutti parlano, l'assedio della penisola di Bataan, i tedeschi che lanciano l'Operazione Paukenschlag, la famosa Battaglia di Guadalcanal...per non parlare poi della Battaglia di Ain el-Gazala. Il '42 è un anno molto significativo per me, e 42 è la media punti della mia squadra!"


"ma signorina, se lei fosse nata in quell'anno non avrebbe vissuto molto della seconda guerra mondiale"
"beh, ho una mente ferrea, cioé mi ricordo."
"signorina, vorrebbe testimoniare per noi a questo processo che la vede imputata di deficienza?"
"certo!"
"signorina, da quanti anni pratica sport?"
"praticamente da quando sono nata, non nel '42 è chiaro (risata)"
"la sua squadra vince molto?"
"primi l'anno scorso e secondi negli ultimi tre anni"
"ritiene il basket uno sport maschile?"
"decisamente, anche se noi donne ci adattiamo benissimo ai maschi, e con questo non intendo che il nostro spogliatoio puzza ma che..."
"capisco....capelli corti, basket, il tatuaggio di un'icona come Michael Jordan....può forse dire che in lei c'è una forte componente maschile?"
"beh si perché no, in fondo ho i capelli corti"

"vostro onore, signori della giuria, vorrei far notare che la signorina non ha mai avuto il tempo materiale (referto A e referto B) né le sono stati forniti gli strumenti giusti per comprendere gli effetti devastanti di una guerra, sia su chi questa guerra la combatte al fronte, sia su chi questa guerra la vive tra le mura della propria città, o del proprio cuore"

"sia messo agli atti avvocato Oliva, continui"

"certo vostro onore, alla luce di tutto questo, vi chiedo allora e mi rivolgo in particolar modo ai signori della giuria, cosa facevate a diciott'anni, studiavate certo, ma praticavate dello sport? e se sì, era uno sport agonistico? e se sì ancora, partecipavate ad altre gare, diciamo...di bellezza? e se sì, avevate forse gli occhi di tutti gli italiani puntati su di voi e ancora...!! (pausa, fiato) se sì, vostro onore... non è forse una guerra d'immagine, di record, di estremismi quella che sono costretti a vivere i nostri figli al giorno d'oggi?"

"concluda avvocato"

"certo....se sì allora, la nostra Miss è colpevole di aver dedicato il suo tempo a far vincere la sua squadra e a rendere reali i propri sogni col più importante concorso di bellezza, un giorno non troppo lontano potrebbe persino gareggiare per Miss Universo e magari far vincere l'Italia"

(sguardo alla giuria, sguardo al giudice)

"è tutto vostro onore"



domenica 20 settembre 2015

Extremely strong


Mi scrive Oliver, mai sentito in vita mia.
Oggetto della mail 'Unique Opportunity'.

"Hi Alberto, I hope you're well.
I'm currently recruiting for a fantastic job with a leading company in the beautiful city of Berlin. Your profile looks extremely strong for this very good role. They offer car, phone, benefits and a very competitive salary.

Let's talk about it with Skype!

best regards,
Oliver T."


Hi Oliver, how much time. I hope your family is fine and the sun is shining all over the Germany. I've heard this year is going to snow more than past years, specially in the North. They say "Winter is coming". Anyway, I'm currently working in the beatiful city of Rome where the sun is high from March to November. The job is not fantastic, neither the money. But I work for the glory.
So, call me when you can offer some glory more.

all the best
A.Oliva

sabato 19 settembre 2015

Il Circuito Zeta

Mi mancano alcune fatture.
Chiamo il call center.
La voce automatica mi dice che devo digitare il numero utente.
Lo digito e la stessa voce, un pò contrariata, mi risponde a tutta velocità

"Le-ha-digità-no-quà-ò-sé-nò-dù-uhn-nò-cì-ot. ?ema-ero-?-?fermare."

Mi sono fidato, ho premuto lo -ero.

"Le sta per rispondere H72541." Bene, ormai siamo vecchi amici.

"Buongiorno cosa posso fare per lei?"
"Ho bisogno delle prime quattro fatture del 2014 e di quelle del 2013. Dal vostro sito non è possibile scaricarle."
"Certo, posso mandargliele via mail, ma soltanto due, mi dispiace."
"In che senso?"
"Possiamo mandare solamente due mail per cliente."
"Guardi, mi accontento di una mail soltanto. Ci metta dentro le prime quattro fatture del 2014 e quelle del 2013."
"Non posso."
"Perché?"
"Perché possiamo mandare solamente due mail per cliente."
"Con un allegato soltanto?"
"Un cliente, una mail. Una mail, un allegato."

Ero di fronte a qualcosa di patologico. 

"Va bene invii pure le prime due del 2014. Immagino dovrò richiamare per avere le altre, non è vero?"
"E' così signore. Mi dispiace. Attenda un secondo in linea che le invio le mail."
Tre minuti di attesa, per sentirmi poi dire "Ok, inviate. Arrivederci!"

Aggiorno la mia tabella di marcia: H72541 mi ha mandato due mail, mi mancano altre otto fatture, ergo altre quattro chiamate. Dovrò sorbirmi altre quattro volte 'Le-ha-digità-no-quà-ò-sé-nò-dù-uhn-nò-cì-ot. ?ema-ero-?-?fermare' e parlare con altri quattro H72541.

"Le sta per rispondere O77771."
"Buongiorno cosa posso fare per lei?"
"Ho bisogno di due fatture del 2014 e di quelle del 2013. Dal vostro sito non è possibile scaricarle." Ci provo subdolamente.
"Le posso mandare soltanto le prime tre del 2013, mi spiace." Non capendo perché avesse optato per le prime tre del 2013, non ho avuto il coraggio di sondare i motivi del perché fossero tre e non due.
"Va bene, mi mandi pure le prime tre del 2013."
"Non vuole sapere perché?"
"Ho già dato, grazie."
"Ok, attenda un secondo in linea che VADO A INVIARLE le mail."
Mi sono immaginato O77771 che andava di corsa dal dott.Tomas ad attivare il Cicuito Zeta 
e tornando mi avrebbe detto "Email inviate signor Oliva. La sua soddisfazione è il nostro miglior premio!"

Vieni avanti cretino, 1982 - con L.Banfi e A.Tomas


Ma la risposta è stata peggiore.
O77771 alza la cornetta e tutta trafelata mi fa: "Tante care coseee!"

p.s.
che poi di mail me ne ha inviate CINQUE, quattro del 2013 e una del 2014


venerdì 18 settembre 2015

Razzismo aziendale

Da un pò di tempo a questa parte lavoro da un cliente il cui parcheggio è amorevolmente bandito ai consulenti. Ergo devo lasciare la macchina a un chilometro e mezzo di distanza, così d'estate è un problema al mattino, soprattutto se siamo a Luglio....e d'inverno è un problema alla sera, con la strada al buio, e mostruose creature lungo la via.




Ma ormai, dopo aver superato il mese di Luglio o forse dovrei dire 'dopo aver superato LUGLIO 2015', questo scirocco settembrino mi fa onestamente sorridere. Tuttavia il buon samaritano non è uso leggere le previsioni del tempo.

Alché stamane, camminando lungo il marciapiede e riflettendo su alcune varianti del Teorema di Fermat sento una frenata proprio alla mia sinistra, seguita da un paio di imprecazioni degli automobilisti subito dietro (è una strada a scorrimento veloce).

"Sei un collega della (la chiameremo Pearson&Specter)?"
Mi giro, le dico istintivamente di sì.
"Salta sù che ti do un passaggio."
Il sedile davanti era occupato da quello che a occhio e croce mi è sembrato un televisore a tubi catodici. Così salgo dietro, manco fossi su una Uber car. Un chilometro risparmiato.
Certo, ora che ci penso, se cominciava a parlarmi di Chianti e roba simile non ero certo qui a raccontarvelo.

"Devi scusarmi se non ti ho fatto salire davanti, ma come vedi sarebbe stato problematico."
"Oh, ma figurati. E' già tanto che mi stai dando un passaggio."
"Beh se non ci si aiuta tra colleghi della Pearson&Specter !"
Ah, già. Quella storia dei colleghi della Pearson. Se avesse saputo la verità mi avrebbe citato per falsa identità, o forse appropriazione indebita di status sociale, mi avrebbero tolto la licenza di programmatore e avrei dovuto insegnare Turbo Pascal nei villaggi inuit della Groenlandia probabilmente a vita.
"Oh guarda!!" Mi fa indicando il marciapiede. "Un altro collega della Pearson!"
Cioè, già che parliamo di un chilometro di strada mi sentivo ridicolo, non fosse per il caldo. Ma a duecento metri dall'ufficio, mi sembrava un pò come essere in diretta sul National Geographic....gufi, opossum, programmatori e consulenti.

"Alle prime luci dell'alba, il consulente esce dalla sua tana e si reca a lavoro in cerca di cibo. Qualsiasi cosa verrà detta al consulente lungo il tragitto, lui risponderà '' senza troppi indugi."

Se anche quel tipo fosse salito in macchina con noi, avrebbe certamente testimoniato in favore della mia colpevolezza, senza ombra di dubbio.

"Mai visto in vita mia, vostro onore!"

Alché mi sono imbastito a mente un'arringa difensiva degna del miglior Mason:

"Dunque lei afferma di conoscere a memoria tutti i colleghi della Pearson&Specter non è così Signor 'ero quasi arrivato'?"
"Beh tutti....tutti no."
"Ho finito vostro onore."

Insomma grazie al tubo catodico, il teste ha continuato l'ultimo pezzo da solo. Ma prima o poi dovevo scendere e chi glielo avrebbe detto a quell'amabile signora (si veda diapositiva sotto) che ero solo un consulente?

Anne Ramsey


Le sue possibili reazioni prendevano piede nella mia testa.

  • "Ma dai scherzi, siamo tutti uguali!"
  • "Mi stai dando della razzista?"
  • "Chiamo la vigilanza, e tu non muoverti."

più eventuali spray al peperoncino, taser e sedili eiettabili

"EF-BI-AII scendi dalla macchina!"

Insomma, servizio completo. Si è fermata peraltro in cima alla famigerata salita, proprio di fronte all'ingresso principale.

Così stavo per scendere dalla macchina, quando sento dirmi. "Ah comunque io sono Valeria."
Valeria Qualcosa, ma per me ormai era la Mamma della banda Fratelli.
"Sei stata gentilissima Valeria. Io sono Alberto." Stavo per chiudere lo sportello quando mi fa....

"Alberto C-O-M-E....?"

E figuriamoci se non avrebbe cercato nella intranet aziendale le mie credenziali....

 - ALBERTO OLIVA - CONSULENTE a tempo, scade tra 30 giorni - 


"Specter. Alby Specter."

sabato 12 settembre 2015

Diario di Bordo di un pioniere dell'Informatica




Questo è quanto ho trovato oggi su una macchina virtuale passata di mano in mano.
E' una buona installazione di Windows, priva al più di qualche codec e del pacchetto Office.
Insomma, stavo ripulendo il desktop di questa macchina da icone inutili, quando mi accorgo di un file denominato "Hst.txt"

Non avevo capito bene per cosa stesse quest'acronimo. Così ho cercato in rete e ho trovato soltanto un riferimento al telescopio spaziale Hubble, qualche codice aereoportuale e il nome di una tassa canadese. Poi ho scoperto l'arcano: history. Ma tutto ciò ha davvero poca importanza se paragonato al suo contenuto.

Sembra di leggere il diario di bordo dell'astronave Nostromo nel film Alien, o le note del dott.Parker durante i suoi esperimenti, o la creazione della creatura di Frankenstein.

Ecco a voi in anteprima, le ricerche scientifiche di un pioniere dell'informatica.



TRASCRIZIONE del CONTENUTO del file Hst.txt

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
"Si tratta di un Windows7 virtuale 32 bit"

Sto installando bla bla bla....
tutto procede come previsto.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
10/09/2014 mercoledì 17:33
Sono finalmente entrato in U/P FI20 e ora sto lavorando da casa
gli ho assegnato 4 Gb (lo chiamerò Virtub)
sembra andare abbastanza bene, risponde ai comandi
è stato creato sotto SSD di ultima generazione
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Gli sto installando man mano quello che gli serve, ora questo, ora quello.
L'idea è di usarlo come assistente alla postazione di lavoro.
Potrei anche prestarlo ad eventuali colleghi che arriveranno sul progetto FI20
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
10/09/2014 mercoledì 18:12
Veramente forte: riesce ad avviare il server da solo
e non va molto peggio di come giri in laboratorio!
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10/09/2014 mercoledì 18:32
Come non detto: il server da console è partito, ma l'IDE dell'AI niente
andrà certamente in timeout

Resetto.
Progetto FI20 completato senza successo.
L'informatica manca di qualche cosa che non riesco ancora a definire.
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venerdì 11 settembre 2015

Il fattore sedere

Non esiste ufficio che si rispetti che non abbia una o più sedie fuori uso.
"Le usiamo per i clienti, quelli più stronzi." Mi dissero una volta.
"Le usiamo per i fornitori, quelli che vogliamo se ne vadano presto."
"E' lì da due anni, aspettiamo che ce la cambino. Prima o poi se ne accorgeranno."
"Non vogliamo si sieda nessuno, altrimenti potrebbe non andarsene più."

Insomma, un pò come una volta da Mac Donald's, dove gli scomodi sgabelli erano studiati appositamente per non lasciare in stallo i clienti. E con un cheeseburger e un Big Mac, hai voglia a stallare.

Nel tempo mi sono capitate diverse sedie, quella con i cassetti incorporati, quella con le ante incorporate o quella che di solito chiamano tavolino.

"Prenditi una sedia Alberto!" Questa è la frase più comune dal cliente, altro che costi, tempi e function point.

Ti guardi attorno e cominci a volare di fantasia. "Intenderà l'armadio? O quella in portineria? Forse intende quelle della mia cucina..."

In genere quando ti dice bene e devi lavorare per più di due settimane sotto lo stesso tetto, ti danno una sedia con le rotelle, modello classico.
E in genere sono molto basse.
O molto alte.
O senza rotelle.
Così provi a tirare la leva e o ti rimane in mano o non succede nulla.
Allora provi a tirarla dando delle pesanti culate sul cuscino, se è alta.
Oppure la osservi da sotto sperando che la molla a gas faccia il suo dovere.
In entrambi i casi sai bene non accadrà NULLA. A confronto il marmo di Carrara si sarebbe inclinato un poco.

Allora cominci a pensare di mettere il portatile sulle gambe, di metterlo sull'armadio.
Insomma di tornartene a casa.

Ma il problema dell'altezza è niente in confronto a quello dello schienale. Pochi millimetri possono la differenza tra una coccigodinia con febbre emorroidea e una lussazione alla spalla.
Così ti guardi attorno, guardi le sedie dei colleghi, cerchi di capire chi è il più lento di riflessi o chi prenderà mezza giornata di permesso.

Quando capisci che questa strada è stata già percorsa dal consulente accanto a te, viene il momento della passeggiata per l'ufficio. Ne ho trovate di ottime in stanze abbandonate, magari non avevano la molla a posto, il cuscino pulito o tutte le rotelle  a posto, ma santo cielo che schienali !!

E quando ne trovi una così alla fine lo saprà tutto l'ufficio, per via del cigolìo nel corridoio.

"Ma quello della posta passa a quest'ora?"
"E' l'allarme antincendio quello che sento?"
"Chi è entrato con la macchina in ufficio?"

E felice, finalmente, ti siedi.

E come direbbe Moretti.... le sedie sono importanti !




mercoledì 9 settembre 2015

Un caffè per Sempronio

Esco da un colloquio presso un cliente.
Ero con Sempronio (il commerciale) dunque riverenza che nemmeno dal Papa...

"Certo! Se lor signori vogliono, portiamo anche la cena."
"Ma certo! Se lo ritenete opportuno ho altri consulenti che possono fare da chauffeur. Il primo è gratis, gli altri ve li diamo a metà prezzo."
"Fisica nucleare? Ma siamo qui per questo!"
"...come dite? ah soltanto Java."
"Nessun problema!!"

Prima, durante e dopo il colloquio Sempronio era teso, tesissimo. Non so perché sinceramente.
Le sue domande erano anche abbastanza idiote, sia con me che col cliente. Non che in altre occasioni brillasse per lungimiranza o profondità di pensiero, ma davvero, non era proprio la sua giornata.

"Non so cosa ti vogliono proporre Oliva e non so se tu sarai in grado di farlo. Qui parliamo di funzioni veramente complicate!!"

(un momento, non aveva detto che non sapeva cosa mi volessero proporre? ah già, è Sempronio)

"Stai tranquillo Semprò, sarà il rifacimento di quel vecchio software che usano per la simulazione."
"Non lo so, non lo soooo. In ogni caso, tu conferma! Conferma sempre!"

(beh non volevo andargli contro dicendogli che la regola aurea è 'nega, nega sempre', ma sperare che capisse quella battuta era come raccontare al Papa una barzelletta su Gesù)

e così.. "Siamo qui per questo no?" E il pupo si è sedato all'istante.
"Prendi un caffé Oliva?"
"No grazie."
"Allora nemmeno io." (mistero)

La stessa cosa l'ha chiesta indirettamente al cliente, quello che ci ha accompagnato alla sala riunioni.
"In attesa che arrivino gli altri miei colleghi, posso offrirvi del caffé?"
E Sempronio che anelava caffeina anche dalla cravatta... "Sì! Cioé, solo se lo prende anche lei, le facciamo compagnia."
"No, io non lo prendo."
"Nemmeno io." Aggiungo.
e Sempronio... "Ah, allora neanch'io." (mistero)

Insomma il colloquio è andato bene, non so cosa ci abbia capito Sempronio, forse per lui è andato male. Quando ha sentito che parlavamo di poissoiniane e fishing filtering si sarà fatto il segno della croce, non so. Che poi a una certa età alcuni mestieri sono davvero pericolosi.

Uscendo dalla sala riunioni cercava di carpire come fosse andata dai micro movimenti facciali.
"Un momento, stanno sorridendo tutti. Questo è un segno!" avrà pensato quando il cliente ci chiede se vogliamo un caffé.

"No grazie." Rispondo.
"Volentieri! Cioé solo se lo prendete anche voi, vi facciamo compagnia."
"No, noi stiamo a posto così."
"Ah allora, anche io." (a confronto Fatima è un libro aperto)

E già me lo figuravo in macchina, che ripensava al caffé e al messaggio in codice celato dietro la frase 'stiamo a posto così'. Forse non vogliono altri consulenti, forse devo mettermi a fare il consulente anch'io...ho sessant'anni santo cielo!





martedì 8 settembre 2015

Y982T1

torniamo a casa e la luce non c'è, verifico la situazione e grazie alla temperatura del frigo capisco che manca da almeno 28 minuti, forse 29, alché chiamo la Gentilissima Società che mi fornisce il servizio e ovviamente "questo numero è raggiungibile solo da rete fissa" così chiamo l'altro dove mi chiedono "ma lei è cliente di fascia A o fascia B?" io, con fermezza rispondo "ma di fascia A, che domande!!" mi spiace questo è il servizio di fascia B, provi a rifare lo stesso numero e digitare il tasto 3, le risponderà un mio collega."
io già mi figuravo il suo collega del tasto 3 seduto accanto a lei che origliava di nascosto e che se la rideva con la mano davanti la bocca, così faccio come mi è stato detto e dopo il tasto 3 mi risponde un professionalissimo operatore sicuramente laureato "ah mi dispiace, ma questo è il servizio clienti di fascia C deve comporre quest'altro numero"
"ok ma che tasto devo premere?" (stavo cominciando a diventare imbecille come loro)
"nessun tasto signore e si ricordi di valutare questa telefonata, io sono H72541"
"benissimo H72541, quando la priorità non sarà più quella di salvare il cibo dentro al mio surgelatore la coprirò di onoreficienze"
così chiamo il numero fornitomi dal laureato e mi risponde un troclodita in dialetto
bene penso, è l'uomo che cercavo
"sò Y982T1, mi dica ir suo codice utente"
scandisco le lettere e lui fa subito per accelerare come a dire, si si le prime sette le conosco, allora accelero veramente e si perde alla terza cifra del numero palindromo che compone il mio codice utente
"un attimo un attimo, ripeta"
"trecentrotré bla bla bla"
"ma trecentrotré scritto TRE ZERO TRE?"
giuro che mi è preso un colpo.
Rainman delle prime sette cifre mi ha fatto una domanda che nessun cristiano al mondo con un QI sotto i settanta avrebbe osato mai fare e quando gli ho risposto gentilmente sì, credo si sia abbassato di una ventina di punti anche il mio QI
l'under settanta di Neanderthal digita le ultime cifre e poi seguono cinque minuti di silenzio
mi sembrava di sentire i sofficini nel freezer gridare "pietà, non ce la facciamo più....sbrigati !!" ma soprattutto mi sembrava di vedere il tipo fissare uno schermo vuoto, così tanto per riposare un poco
"dunque c'è un guasto in zona, ma nun vedo segnate tempistiche di sorta ar momento"
"di sorta. sarà stata la parola che avrà imparato questa settimana a scuola"
"va bene, e senta secondo lei quanto potrebbe durare un guasto simile?"
"allora nun m'hai sentito, non sò segnate tempistiche!"
(......glissa alberto glissa)
"infatti chiedevo secondo la sua lungimirante esperienza, ma dimenticavo che è al suo primo giorno di lavoro, ah no scusi di scuola"
"senta veda di andarsene aff....."

ah! segnalato.
luce tornata.



lunedì 7 settembre 2015

David Recruiter

"Ciao Alberto, sono David Recruiter" (si, si è firmato proprio così..) "ho tra le mani il tuo cv che ho letto con interesse e vorrei proporti un lavoro di sei mesi a Vienna. bla bla ....dimmi quanto vuoi e se hai il permesso di lavorare in UK. La conoscenza del tedesco è obbligatoria."

Caro Davide, capisco che il mio cv ti abbia entusiasmato, e che forte di questo entusiasmo tu non sia arrivato in fondo al medesimo per capire se conoscessi o meno il tedesco. Sorvolerò chiaramente sulle tue credenziali ed eviterò di chiederti per chi lavori (nel controspionaggio è considerata maleducazione), non voglio nemmeno sapere da quando l'Austria sia diventata una colonia britannica per carità, ma insomma, costringermi a lavorare per sei lunghi mesi mi sembra davvero che si sfiori lo schiavismo.

cordialmente

giovedì 3 settembre 2015

La Simulazione di Sempronio

(leggi la puntata precedente)

Arrivo in ufficio come tutte le mattine, e come tutte le mattine di questa fresca estate sono costretto a rinfrescarmi in bagno. Certo, questo inizio Settembre non è paragonabile al mese di Luglio, ma visto che ci sono mediamente sette gradi in meno alla stessa ora, non cammino più a due chilometri orari, ma mi spingo oramai anche a quattro, quattro e mezzo. Il che significa che perdo tutto il vantaggio dei sette gradi di meno, soprattutto nella salita finale sotto al sole (un dislivello di quindici metri per centocinquanta in orizzontale).

Avevo fatto anche dei calcoli ben precisi per trovare la velocità giusta in quella salita affinché non si vada troppo piano per essere essiccati al sole, ma nemmeno troppo veloce da sudare come il primo ministro francese al congresso estivo di La Rochelle



A Luglio ho visto gente perdere il senno su quella salita. Non è che sia molto impegnativa, ma dopo aver parcheggiato a due chilometri di distanza e cominciato a sudare al km 0,050 non è che si è in condizioni di ragionare lucidamente. Soprattutto se sai che ti aspettano i sedici very conditioned gradi centigradi dell'ufficio.

Insomma ero in bagno.
Sciacquo il viso. Sciaquo i polsi.
Butto i fazzoletti nel water e tiro la sciacquone.

Squilla il telefono. E' Sempronio.
Per qualche strano scherzo della Samsung, quando la telefonata è importante il telefono s'impalla e non riesci a rispondere. Al contrario, quando non lo è, il telefono risponde per te.

"Oliva è lei?"
"Sì pronto?"
"Oliva ma che succede? Cos'è questo rumore?"
"Niente, sono in treno."
"Intende nei cessi del treno?"
"Noooo che dice."
"Allora Oliva, ho un proposta per lei. Progetto A dove non si sviluppa, progetto B dove si sviluppa per 18 mesi. Cosa sceglie?"

(ormai conosco il soggetto, non Sempronio in particolare, quanto il commerciale italiano...che poi essendo sviluppatore, la risposta sembrerebbe banale....appunto, è proprio con queste riflessioni che ho imparato a conoscere la categoria)

"Mi parli del progetto B."
"Benissimo! Deve sviluppare un software che faccia statistiche e simulazioni presso il cliente Tal dei tali"
(purtroppo per lui avevo già conosciuto il gruppo della Tal dei tali di cui parlava e sapevo benissimo cosa facesse)
"Conosco già chi ci lavora e non c'è nessuno sviluppo, il software già esiste e si tratta di lanciare delle banali simulazioni."

(silenzio)
(per la cronaca, ci lavora gente preparatissima, tra cui matematici che hanno fatto il dottorato di ricerca, l'attività però è tranquillamente svolgibile da un diplomato del liceo scientifico...questa è l'Italia)

"Beh Oliva, mi coglie impreparato."
(già che strano...)

mercoledì 2 settembre 2015

Il metodo del Simplesso

Tempo fa scrissi un libretto sulla Teoria dei Grafi che si diffuse rapidamente in tutta l'Università e oltre. Io non lo sapevo e cominciai a scoprirlo un giorno, quando aspettando un amico decisi di appoggiarmi in un'aula qualsiasi. C'era poca gente e quella poca che c'era stava studiando in religioso silenzio. A un certo punto la ragazza davanti a me si gira e mi fa: "scusa, tu sai se questo testo va bene per superare l'esame?" Il testo in questione era il mio.

Insomma, oggi apro la posta e leggo una mail di Aprile, un gentile quanto sperduto ragazzo mi chiedeva aiuto.

"salve...mi scusi sono qui che le scrivo perchè le devo chiedere un favore grande...
il mio professore ci ha incaricati di fare un programma in c nel quale carica una matrice di adiacenza in formato txt e il programma, dopo aver caricato la matrice in un vettore di liste ne deve fare una visita in ampiezza. Io ho provato a farlo, ma non so proprio come caricare la matrice in una lista... se io rendo la matrice statica (quindi non uso il grafo.txt) il programma sa riconoscere i nodi vicini i propri archi...mi manca poco per finirlo, ma proprio non riesco. Sto scrivendo a lei perchè il prof ci ha consigliato di usare il suo pseudocodice (stiamo facendo i grafi con il suo libro) ma...non riesco proprio a finirlo. le lascio il mio main.c, se riesce ad aiutarmi la ringrazio molto!
la ringrazio per il tempo dedicatami! Michael."


Caro Michael, visitare una matrice non è da tutti, specie se in ampiezza.
Per caricare un file da C è sufficiente usare la guida "come caricare un file da C" di Google.it nondimeno usare dello pseudocodice senza le dovute precauzioni e soprattutto, mentre si visita in ampiezza, può portare ad un rilassamento prematuro dei vincoli con relativa perdita dell'unicità.

Da qui il mio consiglio; quando non si sa che pesci prendere, si usi sempre il metodo del simplesso.

Cordialmente.


domenica 30 agosto 2015

la corsetta trimestrale

ero lì che adempievo alla mia routinaria corsetta trimestrale, quando a un certo punto al culmine dello sforzo, col fiato che mi stava abbandonando e con la vista sempre più annebbiata, sento una sgommata, poi un urlo, una macchina nera accelera, poi sento due ragazzine che gridano...gridano sempre più forte, panico, non capisco dove sono, mi guardo attorno, la macchina non c'è più e intanto da dietro un cassonetto esce un tizio tutto tatuato, mi fermo, l'adrenalina mi fa tornare la vista, strizzo gli occhi e metto a fuoco il tizio, i tatuaggi, mi rendo conto che non è un uomo, è una ragazzina dai capelli corti, questa alza le mani e da dietro sbuca la sua amica "noooooooooo" 
di nuovo panico, la macchina nera c'entrerà qualcosa? è una messinscena? poi sento del trambusto nel ristorante accanto, sembrano tavoli che volano, sedie che si rompono, dev'essere qualcosa di grosso, le ragazzine si avvicinano in tutta la loro grazia, la tatuata continua a dire "nooooo", mentre io cerco di capire come chiamare la polizia senza telefono, faccio un rapido grafico mentale delle opzioni sul piatto, curve tangenti e isometrie planimetriche, arrivo alla conclusione che la polizia non potrà essere sul posto in meno di quindici forse quindici minuti e mezzo, nel frattempo anche l'udito mi torna normale e sento un nuovo urlo da una Focus parcheggiata di fronte al ristorante: "goooooooooooooooooooò!!" le ragazzine alzano le mani al cielo e confermano in lingua celtica "gooooooooooooaaaaaaaaaal!!!"
a questo punto temo per la mia incolumità, mi rimetto a correre, anzi accelero, sono a un chilometro da casa, posso farcela, in condizioni normali ci avrei messo dieci forse dieci minuti e mezzo, ma quelle non erano condizioni normali, supero le ragazzine celtiche tatuate con le braccia al cielo, confermo loro con mezzo pugnetto di vittoria la mia fede calcistica, come a dire "sto correndo per andare allo stadio, speriamo non mi perda gli ultimi dieci minuti, ave Totti" giro la curva e scatto
all'orizzonte vedo una macchina nera (nera per metà) ferma in una rientranza, la stavano vestendo con la bandiera della Roma
da 0 a 1000 m in quattro forse quattro minuti e mezzo


venerdì 28 agosto 2015

per fortuna c'è Nadia

"buongiorno sono Nadia del customer care della (*****) "
"salve"
"mi può dare qualche dettaglio in più?"
"inchessenso?"
"per capire dov'è il problema"
"problema? io non ho nessun problema"
"mi è appena arrivata una segnalazione con il suo nominativo per (*****), è uno dei nostri prodotti"
(ci penso un pò su, capisco, identifico il giorno, faccio la differenza)
"ah si, ma sono passati tre mesi..."
"bene"
(bene un corno)
"mi vuole dire che problema è così vediamo di risolverlo?"
"guardi è sicuramente stato già risolto"
"si ricorda almeno che problema fosse?"
"dopo tre mesi dalla segnalazione?"
"posso fare qualcos'altro per lei?"
"no grazie"
"è stato un piacere sapere che il problema si sia risolto da solo, se ha ancora bisogno di noi, non esiti a contattarci!"


(da solo un cazzo!)